Toradora! (2008) Trama e recensione dell’anime senza spoiler

MEDICINA ONLINE TORADORA! RECENSIONE ANIME GANGA MANGASCAN LIGHT NOVEL STORIA SECONDA STAGIONE IMMAGINE IMAGE PIC PICTURE WALLPAPER PERSONAGGI JAPAN LOVE TRIANGLE.jpgDi anime sentimentali ce ne sono a bizzeffe, ma nonostante questo Toradora! è riuscito a distinguersi e farsi conoscere. Tratto dall’omonima serie di light novel, l’anime, mandato in onda in Giappone fra il 2008 e il 2009, è completo e composto da venticinque episodi. Distribuito in Italia soltanto nel 2011 dalla Dynit. Allo stato attuale non è prevista una seconda stagione, purtroppo. Il titolo Toradora! deriva dal nome dei due personaggi principali, Taiga Aisaka e Ryūji Takasu. “Taiga” può essere traslitterato in inglese anche come tiger (tigre), che in giapponese si traduce in tora (虎). La prima parte del nome di Ryūji, ryū (竜), significa dragone in giapponese e la traslitterazione della parola inglese dragon è doragon (ドラゴン).

La Tigre e il Drago

Ryūji Takasu ha appena iniziato il secondo anno delle superiori e si ritrova in una nuova classe, con nuovi compagni. A causa del suo aspetto minaccioso, trova difficile integrarsi, dato che tutti lo considerano un teppista, mentre invece lui è un ragazzo sensibile, appassionato di cucina e di faccende domestiche in genere e con un “lieve” disturbo ossessivo compulsivo che riguarda l’ordine e la pulizia. Tutti inizialmente hanno paura di lui, tranne il suo amico Yūsaku Kitamura, che gli promette di aiutarlo a liberarsi da questa nomina, e Kushieda Minori, per cui Ryūji ha da sempre una gran cotta. Nella classe, però, c’è anche una ragazza dall’indole violenta e senza troppi peli sulla lingua, Taiga Aisaka, detta anche Tigre Palmare. Il primo giorno di scuola, la ragazza in questione decide di confessare i propri sentimenti a Kitamura tramite una lettera, ma la inserisce (vuota) per errore nello zaino di Ryūji. In una scena piuttosto irrealistica ma davvero divertente, Taiga si intrufola di notte a casa del ragazzo per riprendersi la lettera, armata con una spada di legno. A questo punto i due si ritrovano a scambiarsi i propri segreti amorosi, decidendo di spalleggiarsi nella reciproca conquista delle persone che amano. Taiga è innamorata infatti di  Kitamura, mentre Ryūji vorrebbe come fidanzata l’allegra e brillante migliore amica di Taiga di nome Minori Kushieda.

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Amore ed odio

Abitando l’uno di fronte all’altra è inevitabile l’avvicinamento affettuoso della coppia di protagonisti. Il rapporto, da una fredda amicizia, passa ad un attaccamento quasi morboso: Taiga trascorre a casa di Ryūji praticamente ogni sera, vuoi perché lui è un bravo cuoco, vuoi perché la deve continuamente togliere dai guai. Memorabile la gara di nuoto nella piscina della scuola durante la quale Taiga perde una coppa del costume cucitale espressamente da Ryūji: lui è costretto ad infilarle una mano nel costume per sistemare il maltolto con estrema umiliazione da parte della ragazza e innumerevoli risate da parte degli spettatori! In questo modo hanno inizio le avventure di Taiga e Ryuji, la tigre e il drago. Avventure fatte non solo di momenti romantici o comici, ma anche di situazioni più serie, soprattutto nella seconda metà dell’anime. La storia procede in modo davvero lento, che tuttavia favorisce lo sviluppo delle relazioni fra i personaggi.

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L’approfondimento dei personaggi

Se la prima decina di episodi di presentazione dei personaggi scorre via senza stupire e seguendo le tipiche regole del genere (umorismo, demenzialità, compagni di classe simpatici, situazioni da classica commedia romantica – i giovani che si perdono da soli in una grotta buia, triangoli amorosi primari e secondari… – e personaggi “alla Lui e Lei” dalla doppia maschera), lo sviluppo della seconda parte dell’anime (circa dalla metà in poi) si fa decisamente profondo e serioso. I personaggi principali, prima leggeri e frivoli, acquistano spessore, e sopratutto sono affrontati con la dovuta serietà un buon numero di temi forti. È in questi aspetti che Toradora! tira fuori le sue carte migliori, soprattutto a serie inoltrata quando diverse delle sottotrame (non solo amorose) giungono al loro apice in emotivi climax. Il momento in cui J.C. Staff sfrutta un alto budget per realizzare sequenze di stampo cinematografico raramente eguagliate: non esistono parole per rendere, in quei momenti, la bellezza che raggiungono la regia dinamica di Tatsuyuki Nagai, l’espressività dei deliziosi e coloratissimi disegni, la toccante colonna sonora di Yukari Hashimoto e le animazioni che nei momenti clou da (già) ottime diventano il non plus ultra televisivo in termine di qualità e fluidità. E non si può davvero non parlare della  monolitica prova interpretativa delle voci originali, tra le migliori che si siano mai sentite: l’intensità recitativa è superlativa e, sopratutto nelle sequenze più drammatiche, di urla e pianti (lo “scontro” tra Taiga e la capoclasse Sumire), sembra che vivano davvero le stesse emozioni dei personaggi a cui prestano voce. Da brividi, e fonte massima dei diversi momenti di commozione che più volte colpiscono il toccato spettatore. Per lo stesso motivo il doppiaggio italiano, incolore ed estremamente mediocre, rappresenta un difetto non da poco nel gradimento complessivo della serie, al punto  che si potrebbe quasi togliere un mezzo punto solo per quello, pur essendo in finale abbastanza decente.

Quando i migliori non sono i protagonisti

Toradora! parla principalmente della storia di Ryūji e Taiga, ma approfondisce tutti e cinque i personaggi principali. La prima parte dell’anime si concentra sui due protagonisti indiscussi, ed è abbastanza facile entrarci in sintonia. Sebbene entrambi presentino dei tratti tipici degli stereotipi dell’animazione giapponese, hanno anche delle peculiarità che li rendono unici. Basti pensare alla strana fissazione da parte di Ryūji per le vendite promozionali al supermercato, la cucina e – soprattutto – la pulizia, che addirittura lo porta a passare il primo giorno delle vacanze estive rinchiuso in casa a lucidare tutto per bene. Finito l’approfondimento dei due, però, ci vengono mostrati nel dettaglio anche gli altri tre, ovvero Minori, Kitamura e Ami MEDICINA ONLINE TORADORA! Ami Kawashima RECENSIONE ANIME GANGA MANGASCAN LIGHT NOVEL STORIA SECONDA STAGIONE IMMAGINE IMAGE PIC PICTURE WALLPAPER PERSONAGGI JAPAN LOVE TRIANGLE.jpgKawashima. Quest’ultima – bellissima – entra in scena più in là nella serie, mentre i primi due sono presenti già dal primissimo episodio. Nonostante all’inizio mi sembrasse un personaggio poco interessante e fin troppo stereotipato, la classica ragazza bellissima che si mette in mezzo a una storia d’amore già abbastanza incasinata, mi sono ricreduto dopo poco, grazie a quelle poche battute ed a quei cambi di espressione che denotano mille pensieri e desideri mal celati. Ami più di tutti ha dimostrato una profondità abbastanza rara, da scoprire, ma solo se volete davvero andare oltre le apparenze. Ami è forse il personaggio meglio riuscito dell’intera serie, sicuramente il mio preferito (io “tifavo” per lei, anche se difficilmente le donne all’ascolto saranno d’accordo). Sa di essere bella ed ha un’aria infantile, egocentrica e falsa, all’inizio, per poi cambiare radicalmente e mostrarsi la più matura e sensibile del gruppo, forse grazie al fatto di lavorare come modella nonostante l’essere alle superiori e quindi grazie al frequentare molti individui adulti. Capisce sempre gli altri più di quanto loro stessi siano in grado di fare, eppure mantiene quel lato infantile che la porta a litigare di continuo con Taiga. Il meno riuscito è forse il povero Kitamura, che tuttavia riesce sempre a strappare qualche sorriso con i suoi comportamenti strampalati, tra capelli tinti di biondo per passare da teppista e sfuggire al comitato di classe, apparizioni mezzo nudo in sala da pranzo e dichiarazioni d’amore fuori dell’ordinario. Ha un particolare rapporto fatto di rispetto con Taiga, ma secondo me l’ideatore o i produttori, pur pensando giustamente a un “soggetto cuscino” in grado di smorzare i formidabili caratteri di alcuni personaggi, non sono riusciti ad inserirlo bene nella storia, tanto che in certi frangenti non viene caratterizzato particolarmente rispetto agli altri studenti. Minori, a tratti piuttosto scialba all’inizio e fin troppo demenziale per far innamorare di se il complesso animo del protagonista, acquista nell’ultima parte della serie uno spessore molto interessante. Sua questa bellissima battuta:

Quando si cade in corridoio esce il sangue dal naso, quando si cade nella vita escono le lacrime

Non solo commedia

Toradora! è, principalmente, un anime sentimentale. I vari triangoli amorosi sono il fulcro della serie. In diversi momenti si mostra come una commedia romantica, con scene che superano il limite dell’esagerazione pur di suscitare qualche sorriso. Eppure tratta con assoluta serietà (o quasi) quelli che sono argomenti molto delicati. Non solo ci si ritrova a vedere delle situazioni familiari tutt’altro che rosee, ma in diverse occasioni Toradora! cerca di far riflettere anche su quanto sia difficile comprendere se stessi, a volte. La situazione familiare di Taiga ed il suo rapporto con i genitori è altamente conflittuale e la condizione di Ryūji pure non è tra le più semplici, è infatti il figlio di una hostess di un locale notturno: scappata di casa incinta da giovane e che ha deciso dunque di crescere da sola il figlio. Un padre che non c’è mai stato ed una madre che a tratti sembra più la sorella minore Ryūji che sua madre, ma che tuttavia ha talmente a cuore il futuro del figlio di essere disposta a sacrificarsi per lui. I temi coprono quindi anche problemi più o meno seri tra bullismo, stalker, dramma di seni troppo piccoli, divorzi, padri falsi, professoresse in crisi esistenziale, difficoltà di poter studiare in assenza di soldi… Se siete sognatori, ma anche… realisti: da vedere!

Esiste in questo mondo qualcosa che nessuno ha mai visto. Si tratta di qualcosa di gentile ed estremamente dolce. Presumo che se fosse possibile vederlo tutti finirebbero per desiderarlo ed è per tale motivo che il mondo l’ha nascosto: per assicurarsi che non potesse essere ottenuto con facilità. Ma prima o poi qualcuno lo troverà. L’unica persona destinata ad ottenere quel qualcosa lo otterrà senza meno: è così che ha stabilito il destino.

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