Con l’espressione “disforia di genere” o “incongruenza di genere” in medicina e psicologia si intende una condizione – fino a pochi anni fa considerata patologia – caratterizzata dal malessere percepito da un individuo che non si riconosce nel sesso che gli è stato assegnato alla nascita. Nel soggetto con disforia di genere, il soggetto avverte quindi che esiste una discrepanza tra il genere a cui egli sente di appartenere e quello che gli è stato assegnato. Ad esempio un individuo può essere stato assegnato al genere maschile alla nascita e ciononostante può sentire di avere una identità femminile, oppure un individuo assegnato al genere femminile può sentire di essere in realtà uomo o non binario. La non corrispondenza tra il genere che “appare sui propri documenti” e quello a cui si sente di appartenere, può generare un profondo disagio che, se associato a compromissione del funzionamento in aree di vita significative come ad esempio i rapporti sociali, le relazioni ed il lavoro, sfocia nella disforia di genere.
Diagnosi
La diagnosi di questa condizione si basa principalmente sull’anamnesi, in cui il paziente riferisce di identificarsi da tempo con un genere diverso da quello assegnatogli ed ha un forte desiderio di apparire anatomicamente (ed essere trattato dagli altri) come un membro del genere opposto: per raggiungere questo obiettivo e riallineare la discrepanza, sarebbe anche disposto ad usare appositi farmaci o, in alcuni casi, anche a invasive operazioni chirurgiche. Il paziente riferisce che la mancata corrispondenza tra il sesso a cui sente di appartenere e quello che gli è stato assegnato, gli provoca turbamenti tali da andare ad interferire negativamente con le sue normali attività sociali, relazionali e/o lavorative.
Criteri diagnostici nel DSM-IV
La disforia di genere era catalogata fra i disturbi mentali del DSM-IV (il quarto e penultimo Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali) ed era considerata una malattia psichiatrica. Secondo il DSM-IV, i criteri diagnostici per identificare l’incongruenza di genere erano i seguenti:
- Il soggetto si identifica in maniera intensa e persistente con individui di sesso opposto a quello biologico.
- Questa identificazione non deve essere semplicemente un desiderio di qualche presunto vantaggio culturale derivante dall’appartenenza al sesso opposto (a quello biologico).
- Deve esserci l’evidenza di una condizione di malessere persistente o di estraneità riguardo al proprio sesso biologico.
- Forte desiderio di appartenere al genere opposto.
- L’individuo non deve presentare una condizione di intersessualità (ad esempio sindrome di insensibilità agli androgeni o iperplasia surrenale congenita)
- Forte desiderio di essere trattato come un membro del genere opposto.
- Deve esserci un disagio clinicamente significativo o compromissione in ambito sociale, lavorativo e nelle relazioni interpersonali.
Criteri diagnostici nel DSM-5
La disforia di genere è catalogata nel DSM-5 (l’ultima edizione del Manuale, uscita nel 2013) in una categoria a sé stante, dove il disturbo stesso corrisponde alla sofferenza provata dagli individui il cui sesso assegnato alla nascita non coincide col genere percepito. Secondo il DSM-5, i criteri diagnostici per identificare l’incongruenza di genere negli adolescenti e negli adulti sono i seguenti:
- Una marcata incongruenza tra il genere di cui una persona ha esperienza/esprime, e il genere assegnato alla nascita, di durata di almeno sei mesi, che si manifesta con almeno due dei seguenti:
- Marcata incongruenza tra genere esperito e caratteristiche sessuali primarie/secondarie ( o nei giovani adolescenti, le caratteristiche sessuali previste).
- Forte desiderio di liberarsi delle proprie caratteristiche sessuali primarie e/o secondarie a causa della marcata incongruenza col genere esperito (o nei giovani adolescenti, il desiderio di prevenire lo sviluppo delle caratteristiche sessuali secondarie previste).
- Forte desiderio per le caratteristiche sessuali primarie o secondarie del genere opposto.
- Forte desiderio di appartenere al genere opposto (o ad un genere alternativo diverso da quello assegnato alla nascita).
- Forte desiderio di essere trattato come un membro del genere opposto (o di un genere alternativo diverso dal genere assegnato alla nascita).
- Forte convinzione di avere sentimenti e reazioni tipici del genere opposto (o di un genere alternativo diverso dal genere assegnato alla nascita).
- La condizione dev’essere associata inoltre a sofferenza clinicamente significativa o a compromissione del funzionamento in ambito sociale, lavorativo o in altre aree importanti.
Criteri diagnostici nell’ICD-11
L’ICD-11 (l’undicesima e più recente edizione della Classificazione Internazionale delle Malattie, uscita nel 2019), ha ufficialmente depatologizzato – con un atto per molti definibile “epocale” – la disforia di genere spostandola dal gruppo delle malattie psichiatriche ad una sezione all’interno di un nuovo capitolo, il 17°, denominato “Condizioni relative alla salute sessuale” (Conditions related to sexual health) in cui è classificata non come “disforia di genere” (come avviene nel DSM), bensì come come “incongruenza di genere”. L’incongruenza di genere, pur non essendo considerata patologia dall’ICD, viene nell’ultima edizione mantenuta per i significativi trattamenti medici e psicologici che la condizione comunque richiede. Nell’ICD-11 la condizione viene così definita: L’incongruenza di genere è caratterizzata da una marcata e persistente incongruenza tra il genere vissuto da un individuo e il sesso assegnato. Il comportamento e le preferenze della variante di genere da soli non sono una base per l’assegnazione delle diagnosi in questo gruppo. Dalla condizione sono esclusi i disturbi parafilici. Esistono inoltre tre distinte sotto-definizioni:
- H60 – Incongruenza di genere in età adolescenziale e adulta: L’incongruenza di genere dell’adolescenza e dell’età adulta è caratterizzata da una marcata e persistente incongruenza tra il genere vissuto da un individuo e il sesso assegnato, che spesso porta a un desiderio di “transizione”, al fine di vivere ed essere accettata come persona di esperienza genere, attraverso trattamenti ormonali, interventi chirurgici o altri servizi sanitari per allineare il corpo dell’individuo, per quanto desiderato e per quanto possibile, con il genere sperimentato. La diagnosi non può essere assegnata prima dell’inizio della pubertà. Il comportamento e le preferenze della variante di genere da soli non sono una base per l’assegnazione della diagnosi.
- HA61 – Incongruenza di genere nell’infanzia: L’incongruenza di genere dell’infanzia è caratterizzata da una marcata incongruenza tra il genere vissuto/espresso da un individuo e il sesso assegnato nei bambini in età prepuberale. Include un forte desiderio di appartenere a un genere diverso da quello assegnato; una forte antipatia da parte del bambino per la sua anatomia sessuale o le caratteristiche sessuali secondarie anticipate e/o un forte desiderio per le caratteristiche sessuali secondarie primarie e/o anticipate che corrispondono al genere sperimentato; e giochi di fantasia o di fantasia, giocattoli, giochi o attività e compagni di gioco tipici del genere sperimentato piuttosto che del sesso assegnato. L’incongruenza deve persistere per circa 2 anni. Il comportamento e le preferenze della variante di genere da soli non sono una base per l’assegnazione della diagnosi.
- HA6Z – Incongruenza di genere non specifica: questa è una categoria residua ‘non specificata’, in cui ricadono tutti i casi non inclusi nelle precedenti due definizioni.
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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine
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