Cosa significa “aspecifico” in medicina?

MEDICINA ONLINE MEDICO ESAME OBIETTIVO ANAMNESI PATOLOGICA FISIOLOGICA FAMIGLIARE VISITA MEDICA GENERALE AUSCULTAZIONE ISPEZIONE PERCUSSIONE PALPAZIONE DIFFERENZA FONENDOSCOPIO STETOSCOPIO TORACE ADDOME SUONI SEMEIOTICANella lingua italiana il termine “aspecifico” (deve il prefisso “a-” denota “privazione”) indica appunto mancanza di specificità. Si dice “aspecifico” tutto ciò che ha attinenza con una data realtà, ma non la caratterizza in maniera sua propria. Sinonimo di “aspecifico” è “non specifico“. Contrario di “aspecifico” è “specifico”.

Aspecifico in medicina

In medicina “aspecifico” si usa in vari ambiti, sempre comunque riferito a qualcosa di “non caratteristico” o “non tipico”. Ad esempio un segno o sintomo è “aspecifico” quando può essere determinato da un così grande numero di patologie da non caratterizzarne nessuna in particolare. Ad esempio se il paziente riferisce “mal di testa” o “mal di pancia” il medico considera tali sintomi come aspecifici perché riferibili a moltissime patologie diverse quindi ha bisogno di continuare l’iter diagnostico con un esame obiettivo, una anamnesi ed altri esami (ad esempio una radiografia, una risonanza magnetica, un elettrocardiogramma e/o esami del sangue). Al contrario, quando il paziente riferisce ad esempio un dolore improvviso ed acutissimo alla testa, simile ad un “colpo di pugnale”, ciò è un sintomo abbastanza specifico di una improvvisa emorragia cerebrale. Oppure se il paziente riferisce un dolore al torace a livello dello sterno, che si irradia al braccio sinistro, ciò è un sintomo abbastanza specifico di infarto del miocardio.

Sintomo aspecifico o specifico

Anche se non è una regola fissa, solitamente più il dolore (o altro sintomo) è circoscritto e caratteristico, più è specifico di una data patologia. Ad esempio un dolore acuto ed intenso che si ripresenta ciclicamente ed è localizzato nell’ipocondrio destro, è tipico di una colica biliare e manifesta il tentativo dell’organismo di “forzare” il blocco rappresentato da un calcolo. Un sintomo di questo tipo assume ancora maggiore “specificità” per il medico, se durante l’anamnesi il paziente ha riferito di soffrire frequentemente di calcolosi della colecisti. Ovviamente ciò non significa che basta esso per poter fare una diagnosi, tuttavia un insieme di sintomi abbastanza specifici indirizza il medico più rapidamente verso una diagnosi corretta o almeno verso una serie di esami specifici per poter fare una diagnosi. Al contrario, dei sintomi aspecifici, costringono il medico – anche il più esperto – ad effettuare una serie di esami per restringere il più possibile le probabili patologie (diagnosi differenziale). Semplificando: più il sintomo appartiene esclusivamente a poche patologie, più il medico raggiungerà una diagnosi velocemente e con meno esami ed errori. Purtroppo sono abbastanza pochi i sintomi e segni estremamente specifici. E’ necessario ricordare inoltre che un sintomo aspecifico può “acquistare” specificità quando si presenta assieme ad altri sintomi, segni o reperti: ogni cosa va valutata nel suo insieme e non basandosi su un solo dato. Ad esempio un generico “mal di testa” può acquisire una certa specificità se al contempo sono presenti vertigini e difficoltà uditive: un insieme di sintomi e segni che – presi singolarmente – possono dire abbastanza poco al medico, acquistano un significato preciso se valutati globalmente.

Il paziente può inventare i sintomi

Infine è bene sapere che non sempre il paziente riferisce il proprio dolore in modo corretto, ad esempio può riferire di avere un dolore all’addome quando invece lo sente al torace, oppure lo può enfatizzare, o addirittura inventare (consciamente o inconsciamente) descrivendo sintomi più o meno probabili in sé stesso o in altre persone, quello che avviene ad esempio nella sindrome di Münchhausen per procura. Dico questo ai giovani studenti di medicina ed infermieristica per avvertirvi che un sintomo… non dice sempre la verità!

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Valori ematici

Pur se descritti da numeri e quindi – apparentemente – precisi e specifici, anche alcuni valori ematici possono essere aspecifici, specie se il valore fuoriesce di poco dal suo range di normalità. Ad esempio Un aumento della VES (Velocità di eritrosedimentazione) in assenza di sintomi o altre alterazioni ematiche è generalmente considerato aspecifico, ma può acquistare specificità con l’aumento di altri parametri, ad esempio se associato ad un aumento dei globuli bianchi. Tra i markers tumorali, il cui lieve aumento da solo è considerato generalmente aspecifico nel paziente asintomatico, l’unico dotato di una più elevata specificità è il PSA, ma anche quest’ultimo può essere considerato aspecifico ad esempio in un paziente giovane che non presenti alcun tipo di patologia prostatica.

Sintomi e segni

Il discorso cambia quando siamo in presenza di “segni” medici, dal momento che – essendo reperti oggettivi (al contrario dei “sintomi” che sono riferiti dal paziente in modo soggettivo), tendono ad essere ben più specifici dei sintomi. Ad esempio il segno di Blumberg positivo indica molto probabilmente una peritonite, un punto di McBurney positivo indica una probabile appendicite acuta, i segni meningei positivi indicano meningite o meningismo. Come il lettore può immaginare tali segni sono ben più specifici di un semplice “ho mal di pancia” o “ho mal di testa” e aiutano enormemente il medico nella diagnosi differenziale, permettendo di intervenire in modo estremamente rapido. Se siete studenti di medicina ricordate sempre quello che vi dico ora: una ottima base di semeiotica può non solo aiutarvi a fare diagnosi, ma anche evita al paziente una lunga sequela di esami (magari anche invasivi e costosi per il SSN!) e – se la sua patologia è grave – permette letteralmente di salvargli la vita.

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Altri significati

Un “reperto aspecifico“, rilevato ad esempio con una ecografia, indica una immagine o porzione di immagine non ben specificata o che non è direttamente riconducibile ad una malattia nota. A volte si usa il termine “malattia aspecifica” quando essa è dovuta a causa non specifica o non ben determinata, ad esempio una infiammazione è aspecifica se non è noto il microrganismo specifico che l’ha determinata, anche se in tal caso ci sembra più corretto chiamarla “idiopatica“.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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