Con “ernia” si intende la fuoriuscita di un viscere dalla cavità del corpo che normalmente lo contiene, attraverso un orifizio o un canale anatomico fisiologicamente esistente nell’organismo. L’ernia crurale (anche chiamata “ernia femorale“) è una ernia addominale localizzata nella zona pubica e si manifesta nella regione crurale (in corrispondenza del triangolo di Scarpa: anello muscolare in cui passa il fascio vascolonervoso femorale). Si fa strada attraverso la porta crurale, orifizio che serve al passaggio dei grossi vasi della coscia: arteria e vena femorale. È è formata dalla fuoriuscita di un’ansa intestinale nell’area del pube per l’indebolimento della fascia muscolare, la fascia ileo-pubica, che ricopre questa parte ed è costituita soprattutto da epiploon, non raggiunge mai grandi dimensioni e abitualmente non è riducibile.
Diffusione
L’ernia crurale rappresenta il 2-5% del totale delle ernie addominali ed è un tipo di ernia molto frequente: è la seconda per diffusione dopo quella inguinale. Colpisce quasi esclusivamente il sesso femminile, in cui rappresenta circa il 50% di tutte le ernie, a causa della configurazione del bacino che comporta uno slargamento di questa porta.
Cause
Le cause dell’ernia crurale, similmente a quanto accade in quella inguinale, sono generalmente rinvenibili in un’anomalia congenita, quindi presente fin dalla nascita oppure sono correlate ad un indebolimento naturale delle fasce muscolari tipico dell’invecchiamento oppure dovuto a sforzi fisici, durante l’evacuazione o la minzione, oppure allo sport o al sollevamento di carichi pesanti.
Fattori di rischio:
- gravidanza;
- obesità;
- colpi di tosse violenta;
- sforzi eccessivi;
- ingrossamento della prostata;
- età avanzata;
- sport.
Sintomi
I sintomi più frequenti, sono:
- dolore all’inguine;
- dolore addominale;
- bruciore e sensazione di peso o corpo estraneo;
- dolore esteso ai testicoli, allo scroto e alla gamba;
- difficoltà a stare in piedi;
- tumefazione estesa;
- senso di pesantezza;
- difficoltà della digestione;
- dolore all’anca;
- dolore gastrico.
Il fastidio e il dolore possono aumentare in caso di affaticamento, esercizio fisico, lunghe camminate, stando in posizione eretta prolungata oppure sforzi addominali intensi (tosse, starnuti, evacuazione). Il dolore può irradiarsi alla gamba.
Complicanze dell’ernia crurale
L’ernia crurale se non viene trattata in tempo, e nella maniera opportuna, può dare origine a pericolose complicanze che dovranno essere operate d’urgenza. Le complicanze più pericolose sono:
- occlusione intestinale;
- rottura della parete intestinale;
- ernia strozzata o incarcerata.
In alcuni casi può fuoriuscire, dalla parete addominale, una parte dell’intestino che subisce un’occlusione che impedisce al materiale contenuto nell’intestino stesso di avanzare normalmente procurandone un pericoloso ristagno. In questo caso i sintomi riscontrati sono nausea, vomito e dolori addominali. In altri casi la parte dell’intestino che fuoriesce può rompersi (con conseguente fuoriuscita di materiale alimentare in transito) e/o subire una strozzatura e non ricevere il corretto afflusso di sangue. In breve tempo i tessuti tendono a morire (necrosi) per mancanza di ossigeno e sostanze nutritive provocandone una necrosi. In questo caso il paziente potrebbe avvertire un improvviso dolore nella zona dell’ernia e diventa necessario l’intervento chirurgico d’urgenza.
Leggi anche: Ascite: cura, addominale, tumore, sintomi iniziali, paracentesi
Diagnosi
La diagnosi si basa sull’anamnesi, sull’esame obiettivo e su indagini strumentali come RX, TAC ed ecografia. La diagnosi clinica è relativamente semplice nelle forme conclamate, in cui la tumefazione è evidente. La diagnosi differenziale si pone verso altre neoformazioni, ad esempio tumori.
Ernia: può rientrare con una manovra?
Alcuni pazienti credono che l’ernia possa guarire completamente da sola o con semplici manovre, fino a scomparire del tutto, senza intervento chirurgico: ciò purtroppo è falso. L’ernia crurale, pur essendo in alcuni casi “riducibile”, non guarisce spontaneamente né con semplici “spinte” manuali: essa richiede l’intervento chirurgico finalizzato a riparare la parete addominale. Senza chirurgia il rischio è che l’ernia si ingrandisca e si complichi, con esiti anche gravi.
Cure
Le ernie addominali, specie le più gravi, possono e devono essere trattate chirurgicamente per ridurre il rischio di complicazioni pericolose come l’ernia strozzata. Il trattamento chirurgico, da eseguire in anestesia totale, può essere effettuato in due modalità distinte:
- operazione chirurgica tradizionale;
- operazione laparoscopica.
Entrambi gli interventi sono preceduti da una serie di accertamenti preventivi, un’analisi accurata della situazione generale della salute del paziente e una eventuale sospensione delle cure farmacologiche in essere (in particolare quelle a base di antiaggreganti (aspirina), anticoagulanti (warfarin) e antinfiammatori (FANS)).
- procedura chirurgica tradizionale: prevede che venga eseguita un’incisione attraverso la quale si riporta il viscere nella sua sede naturale dell’addome: generalmente, si posiziona una rete di materiale sintetico il cui scopo è quello di rinforzare la parete in cui si era verificato il cedimento dei tessuti.
- chirurgia laparoscopica: è un trattamento mini-invasivo eseguito effettuando alcune piccole incisioni a livello dell’addome attraverso le quali vengono inserite una telecamera e gli strumenti chirurgici per effettuare l’operazione dall’interno; per approfondire, leggi anche: Laparoscopia addominale, ginecologica, anestesia, rischi, convalescenza
La chirurgia laparoscopica ha tempi chirurgici mediamente più lunghi e richiede una conoscenza specifica della tecnica da parte del chirurgo, ma ha grande vantaggi come ad esempio quello di essere molto meno invasiva, di accorciare i tempi di convalescenza post intervento e di residuare in cicatrici e rischio di infezione minori. Per approfondire: Differenza tra laparotomia e laparoscopia
Quando operare?
Ogni caso è ovviamente da valutare singolarmente, tuttavia si ritiene opportuno operare un’ernia crurale quando:
- è sintomatica (soprattutto causa dolore);
- i sintomi che provoca diventano incompatibili con una vita sociale e sessuale normale;
- è ad alto rischio di complicazioni;
- ha raggiunto dimensioni importanti;
- continua ad aumentare di volume;
- la cute diventa rossastra.
Ernia crurale: convalescenza nel post operatorio
E’ possibile camminare o avere rapporti sessuali? Dopo l’intervento (e salvo complicazioni):
- nei giorni successivi: è possibile riprendere le normali attività quotidiane (mangiare, bere, camminare) ed una attività lavorativa sedentaria;
- dopo una settimana: si può riprendere un’attività sportiva non competitiva
- dopo due settimane: si può riprendere una attività sportiva professionistica e l’attività sessuale.
E’ comunque necessario interpellare il medico prima di svolgere qualsiasi attività.
Complicanze dell’intervento
Se eseguito da mani esperte il rischio di complicanze post-operatorie è molto basso, in ogni caso si potrebbero presentare a breve termine (7-10 giorni) ematomi al di sotto della ferita e nella zona adiacente, che tendono in genere a riassorbirsi spontaneamente, mentre solo in alcuni casi può essere necessaria l’aspirazione del liquido. A distanza di alcuni mesi dall’intervento, una possibile complicanza è la recidiva erniaria.
Prevenire l’ernia
Non esistono strategie specifiche per la prevenzione di questo tipo di ernie, soprattutto quando sono di natura congenita. Per ridurre i rischi può essere utile conservare un peso normale, senza perdere o prendere peso in eccesso. È utile, quando possibile, evitare sforzi fisici e attività pesanti. Poiché alcune ernie possono manifestarsi in seguito agli sforzi legati a colpi di tosse o a stipsi, bisognerebbe prevenire le rispettive condizioni. Infine, mantenere un buon tono muscolare della parete addominale, con esercizi mirati ma non eccessivamente faticosi, può allontanare il rischio.
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Lo Staff di Medicina OnLine
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