L’albendazolo è un principio attivo antielmintico ad ampio spettro di tipo benzimidazolico che viene utilizzato in farmaci usati per il trattamento di vari parassiti intestinali (vermi) come gli ossiuri e la tenia (verme solitario). Viene somministrato per via orale nel trattamento della giardiasi, tricocefalosi, filariasi, neurocisticercosi, idatidosi, ossiuriasi, ascaridiasi, e altre parassitosi frequenti soprattutto nei bambini. In Italia il principio attivo viene venduto dalla società farmaceutica Pfizer con il nome commerciale di Zentel, a tal proposito leggi anche: Zentel (albendazolo) compresse 400 mg foglio illustrativo
In alcuni casi Zentel viene usato in associazione con (o al posto di) altri farmaci attivi contro i parassiti intestinali, come Vermox (mebendazolo) e Combantrin (pirantel pamoato).
Indicazioni
L’albendazolo è un antiparassitario, usato in molte parassitosi:
- Fascioliasi da vermi piatti.
- Infezioni da cestodi (tenie), in alternativa al praziquantel o alla niclosamide nelle tenie adulte dei bovini (Taenia saginata) e tenie del maiale (Taenia solium). Viene anche somministrato per le infezioni da Taenia crassiceps.
- Cisticercosi, che è causata dalla forma larvale della tenia del maiale.
- Echinococcosi del fegato, polmone e peritoneo (causata dalla forma larvale dell’Echinococcus granulosus) o degli alveoli (causata dall’Echinococcus multilocularis) quando l’escissione chirurgica non è possibile.
- Ascaridiasi, che può essere curata con una singola dose di albendazolo.
- Bailisascariasi, causata dal nematode dei procioni. Viene usato insieme ai corticosteroidi in caso di infezioni oculari e del sistema nervoso centrale.
- Enterobiasi.
- Filariosi.
- Gnatostomiasi causa dallo Gnathostoma spinigerum.
- Infezioni da anchilostoma, comprese quelle causate da anchilostomi del genere Ancylostoma.
- Capillariasi intestinale, come alternativa al mebendazolo.
- Mansonelliasi causata da Mansonella Perstans. L’albendazolo agisce contro i vermi adulti, ma non contro le microfilarie più giovani.
- Esofagostomumosi, causata da Oesophagostomum bifurcum.
- Strongiloidosi, come alternativa all’ivermectina o tiabendazolo. L’Albendazolo può essere somministrato con dietilcarbamazina per abbassare i livelli DI microfilaremia.
- Toxocariasi, causata dal Toxocara canis o Toxocara catis, con l’ausilio di corticosteroidi nei casi più gravi.
- Trichinellosi, causata da Trichinella spiralis o Trichinella pseudospiralis. L’albendazolo ha un’efficacia simile al tiabendazolo, ma meno effetti collaterali.
- Trichostrongiliasi, come alternativa al pirantel.
- Tricocefalosi.
- Giaridiasi.
- Microsporidiosi, inclusa quella oculare causata dal Encefalitozoon hellem ed E. cuniculi.
- Encefalite granulomatosa amebica, causata dall’ameba Balamuthia mandrillaris, in combinazione con miltefosina e fluconazolo.
- Scabbia, associata a crotamitone e acido salicilico.
- Infestazione da pidocchi, sebbene sia preferibile l’ivermectina.
- Miasi intestinale.
Controindicazioni
Allergie ed epatopatie gravi sono controindicazioni all’uso di questo principio attivo. Poiché albendazolo è rapidamente metabolizzato dal fegato nel suo principale metabolita farmacologicamente attivo, albendazolo sulfossido, ci si attende che l’insufficienza epatica abbia effetti significativi sulla farmacocinetica di albendazolo sulfossido. Pazienti con risultati della funzionalità epatica (transaminasi) anomali devono essere attentamente controllati prima di iniziare la terapia con albendazolo. Occorre controllare la funzionalità epatica durante il lungo periodo in cui viene somministrato il farmaco.
Gravidanza
L’albendazolo è controindicato nel primo trimestre di gravidanza e dovrebbe essere evitato fino a un mese prima del concepimento. Studi su ratti e conigli gravidi hanno dimostrato che l’albendazolo è teratogeno, ma sembra sicuro negli esseri umani durante il secondo e il terzo trimestre. Può causare eczema infantile se somministrato durante la gravidanza. Nelle donne gravide, l’uso di albendazolo ha portato a neonati con peso ridotto e palatoschisi. Negli uccelli abbassa i tassi di deposizione delle uova e schiusa. L’albendazolo sulfosidico viene secreto nel latte materno, sebbene l’assorbimento per via orale non sia tale da rendere probabile l’effetto sui lattanti.
Posologia
I dosaggi dipendono dai parassiti coinvolti, dal peso del paziente e dalla gravità dell’infezione.
Adulti e bambini al di sopra dei 2 anni
Di norma, una dose di 1 compressa di ZENTEL 400 mg.
In caso di infestazioni sostenute da Strongyloides stercoralis, Taenia spp. o Hymenolepis nana, tale trattamento dovrà essere ripetuto per tre giorni consecutivi. In caso di provata infestazione da Hymenolepis nana, si raccomanda di ripetere il trattamento dopo 10-21 giorni.
Nel caso di infestazioni miste comprendenti Opistorchis viverrini e Chlonorchis sinensis la dose di ZENTEL consigliata è di 400 mg (1 compressa) due volte al dì per tre giorni consecutivi.
Se il paziente dovesse risultare ancora infestato tre settimane dopo la somministrazione, è consigliabile un secondo ciclo di terapia.
Nel caso di giardiasi (solo nei bambini tra 2 e 12 anni d’età) somministrare una dose singola da 400 mg al giorno per 5 giorni.
Effetti indesiderati
Gli effetti indesiderati più comuni comprendono
- nausea;
- dolori addominali;
- mal di testa;
- alopecia;
- febbre;
- vertigini;
- vomito.
Tra effetti collaterali più rari e gravi vi sono:
- soppressione della funzionalità del midollo osseo, con leucopenia o pancitopenia, anemia aplastica, agranulocitosi;
- infiammazione del fegato.
Per approfondire:
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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine
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