Mebendazolo: indicazioni, posologia, effetti collaterali, controindicazioni

MEDICINA ONLINE FARMACO FARMACIA PHARMACIST PHOTO PIC IMAGE PHOTO PICTURE HI RES COMPRESSE INIEZIONE SUPPOSTA PER OS SANGUE INTRAMUSCOLO CUORE PRESSIONE DIABETE CURA TERAPIA FARMACOLOGICA EFFETTI COLLATERALI CONTROIl mebendazolo è il principio attivo contenuto in vari farmaci ad ampio spettro contro i parassiti intestinali (vermi), come ad esempio il Vermox. E’ utile in vari tipi di parassitosi intestinali, sia per uso umano che veterinario. È un benzimidazolo e condivide molte proprietà con albendazolo, flubendazolo e tiabendazolo. Il mebendazolo è anche disponibile come come farmaco equivalente (generico). E’ acquistabile con obbligo di ricetta.

In alcuni casi il mebendazolo viene usato in associazione con (o al posto di) altri farmaci attivi contro i parassiti intestinali, come Combantrin (pirantel pamoato) e Zentel (albendazolo).

Indicazioni terapeutiche

Il mebendazolo è indicato in varie parassitosi,  in particolare quelle causate dai seguenti elminti:

  • Enterobius vermicularis (ossiuro)
  • Taenia spp. (verme solitario)
  • Ascaris lumbricoides (ascaride)
  • Trichuris trichiura (tricocefalo)
  • Ancylostoma duodenale (anchilostoma)
  • Necator americanus (anchilostoma)
  • Strongyloides stercolaris (strongiloide)

Il mebendazolo è utile anche nel trattamento e la prevenzione della echinococcosi cistica.

Modalità di somministrazione

Il mebendazolo è generalmente disponibile sotto forma di compresso o sospensione, entrambe da assumere per os, cioè per bocca, anche insieme ai pasti.

Farmacocinetica

Il mebendazolo agisce localmente all’interno del tubo digerente. La sua biodisponibilità sistemica è molto scarsa (attorno al 2-10%).

Posologia

La posologia varia a seconda del tipo di infestazione ma, con l’eccezione delle infestazioni da strongiloide e tenia, non viene differenziata tra adulti e bambini. Una formulazione comune è la compressa contenente 100 mg di principio attivo. Per le infestazioni da parassiti, il produttore consiglia dosi che vanno da 100 a 300 mg al giorno. Nei bambini al di sotto di un anno il mebendazolo deve essere somministrato solo nel caso in cui l’infestazione interferisca significativamente con lo stato nutrizionale e quindi con la crescita, poiché vi sono state segnalazioni relative ad una possibile attività proconvulsivante del farmaco stesso.

ATTENZIONE: in alcuni casi tali dosaggi potrebbero essere insufficienti. Specie nei soggetti adulti che superino i 70 kg di peso, potrebbero essere necessari dosaggi di farmaco ben più elevati (ad esempio 500 mg per 2 o 3 volte al giorno): chieda informazioni al suo medico.

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Iatidosi

Per il trattamento delle idatidosi nell’uomo, il produttore propone compresse da 500mg e un dosaggio di 50-60mg/Kg di peso corporeo.

Ossiuriasi

Molto frequentemente il mebendazolo viene usato in caso di ossiuriasi, cioè di presenza di ossiuri, condizione molto frequente specie tra i bambini, anche a causa del contagio oro-fecale che avviene con facilità a scuola tra bambino e bambino, tuttavia gli ossiuri possono anche essere presenti tra gli adulti. In caso di ossiuriasi, si usa una dose unica di 100 mg (una compressa, oppure un misurino da 5 ml di sospensione) per via orale. Il farmaco viene spesso assunto non solo dal soggetto che ha i vermi, ma anche dai suoi famigliari: visto l’alto rischio di contagio ed il fatto che la patologia è asintomatica, i famigliari del paziente potrebbero infatti essere contagiati senza saperlo. Il ciclo evolutivo dell’Enterobius, agente della ossiuriasi, è molto breve ed il prodotto agisce sui vermi ma non sulle loro uova, pertanto i rischi di reinfestazione sono molto elevati, specie nelle grandi comunità sociali ed in determinati ambienti come asili e scuole elementari. Per queste ragioni si consiglia di ripetere il trattamento con una seconda dose di farmaco (una compressa da 100 mg) dopo 2-4 settimane. Contemporaneamente alla terapia, si raccomanda di osservare un elevato standard sia di igiene personale che ambientale, lavando a temperature elevate tutti i tessuti che possono essere stati interessati dall’infezione (vestiti, lenzuola, asciugamani…) e disinfettando gli oggetti (ad esempio giocattoli).

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Farmacodinamica

Il mebendazolo inibisce la sintesi dei microtubuli nel parassita e ne provoca la graduale paralisi e conseguente morte. Le caratteristiche del legame del mebendazolo alla tubulina del parassita non sono completamente note. La sua azione è lenta ma efficace: occorrono spesso due o tre giorni prima di compromettere le funzioni vitali dei parassiti e quindi causarne l’eliminazione dal corpo umano.

Tossicità ed effetti collaterali

Alle dosi previste, a causa della scarsa biodisponibilità sistemica, gli effetti collaterali del mebendazolo sono estremamente limitati. In caso di sovradosaggio o somministrazioni per periodi di tempo prolungati possono comparire effetti collaterali anche importanti, a partire da disturbi gastrointestinali fino ad interessare sangue, reni e fegato. Il mebendazolo non deve essere assunto durante l’allattamento o in stato di gravidanza (accertata o presunta) a causa della sua attività embriotossica e teratogenica in animali da esperimento.

Precauzioni e controindicazioni

Chiedere al proprio medico prima di assumere il farmaco in caso di gravidanza o durante l’allattamento. Il farmaco NON dovrebbe essere somministrato in caso di gravidanza o durante l’allattamento.

Interazioni farmacologiche

In caso di inibizione farmaco-metabolica, il metabolismo epatico del mebendazolo risulta ridotto e si possono avere lievi aumenti della concentrazione plasmatica quando il regime terapeutico preveda somministrazioni ripetute e trattamento prolungato.
L’uso contemporaneo di mebendazolo e metronidazolo è stato messo in relazione con una maggiore probabilità di sviluppare una necrolisi epidermica tossica o sindrome di Stevens-Johnson.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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