Le dermatiti allergiche da contatto (comunemente chiamate “dermatiti da contatto”) sono affezioni cutanee pruriginose, caratterizzate generalmente da lesioni eritemato-vescicolari di tipo eczematoso, che colpiscono le zone esposte al contatto con sostanze allergeniche diverse; nella maggioranza dei casi sono correlate all’esposizione professionale dell’allergene. La dermatite da contatto è una reazione infiammatoria (immunitaria) della pelle di tipo ritardato (Ipersensibilità di tipo IV ) quindi non deve essere confusa con la dermatite atopica (o “eczema atopico”), causata da una reazione immunitaria di tipo I (o da IgE). I medici che principalmente si occupano di dermatite da contatto sono gli immunologi allergologi ed i dermatologi.
Diagnosi
La diagnosi avviene tramite anamnesi (storia clinica del paziente e raccolta dei sintomi), esame obiettivo (visita vera e propria con raccolta dei segni) e vari esami necessari per individuare l’allergene (o gli allergeni) responsabile della reazione allergica, come il Prick test, il Patch test, il dosaggio dei Rast sierici, oltre al dosaggio delle IgE totali. Per approfondire:
- Esami allergologici di primo, secondo e terzo livello per la diagnosi di allergia
- Prick test in bambini e adulti: esecuzione, allergeni, controindicazioni, rischi
- Patch test: preparazione, esecuzione, rischi, allergeni, costo
- Prist test in adulti e bambini, valori normali e patologici, interpretazione
- Rast test: preparazione, esecuzione, rischi, allergeni, costo
- Test di provocazione in medicina: cosa sono, a che servono, come si svolgono?
- Test di eliminazione e diete oligoallergeniche in allergologia
Allo scopo di limitare il numero degli allergeni sospettati nel singolo caso, in rapporto all’attività professionale o extraprofessionale del paziente, si ritiene essenziale la conoscenza di alcune notizie tecnico-merceologiche relative alle sostanze più frequentemente responsabili di dermatiti allergiche da contatto, che sono state descritte in questo articolo. Merita ricordare che in Italia, su tutte le confezioni di cosmetici in commercio nel nostro paese, è riportata in modo completo la composizione del prodotto.
Va rilevato come la positività di un test epicutaneo, nel caso di apteni presenti in ambienti lavorativi, non assicuri automaticamente il riconoscimento di malattia professionale, in quanto non tutti gli apteni in questione sono ammessi come cause di dermatite professionale.
Nel caso di dermatite allergica da contatto con metalli, poiché è dimostrato che circa il 10% dei pazienti presenta una recidiva o una riacutizzazione delle manifestazioni cutanee dopo ingestione di alimenti contenenti nichel o altri metalli, può essere eseguito un test di provocazione per via orale con solfato di nichel (2,5-10 mg), bicromato di potassio (50 mcg) e cloruro di cobalto (0,5-1 mg), controllando il paziente ogni 24 ore per tre giorni.
Nelle fotodermatiti può essere eseguito un foto-patch test, attualmente ben standardizzato, con irradiazione di una serie di fotoapteni con UVA (5-10 J/cm²). Qualora il farmaco fotoallergenico sia per uso sisternico, si può procedere ad un test di provocazione orale, con successiva irradiazione con UVA.
Diagnosi differenziale
E’ spesso difficile distinguere le forme allergiche dalle forme infettive, irritative o tossiche. La diagnosi differenziale deve essere posta soprattutto con le dermatiti irritative da contatto (DIC) e con eczemi a diversa etiopatogenesi (eczema piogenico, disidrosico, seborroico, etc.). Le dermatiti irritative da contatto, molto più frequenti delle dermatiti da contatto, sono dovute essenzialmente all’acqua ed a sostanze chimiche ad alta concentrazione con cui il paziente viene a contatto e sono, in genere, strettamente circoscritte all’area di contatto con l’agente irritante. Le localizzazioni principali delle dermatiti irritative da contatto riguardano, infatti, le regioni palmari (in particolare, quella destra), le eminenze tenare ed ipotenare, la superficie flessoria del pollice e lo spazio tra il pollice e l’indice.
La diagnosi eziologica, come abbiamo visto, nelle dermatiti da contatto è legata essenzialmente ai risultati dei test cutanei (patch test), effettuati con gli allergeni sospetti: le risposte a questi test sono specifiche per le dermatiti da contatto mentre non possono che essere negative nelle dermatiti irritative da contatto.
Terapia
La terapia specifica consiste nell’escludere l’ulteriore esposizione del paziente alla sostanza responsabile.
La terapia farmacologica si basa sulla somministrazione di glicocorticoidi e di antistaminici di sintesi, anche per uso locale.
La terapia sintomatica, essenzialmente locale, è volta a conseguire vari effetti: detergente, antisettico, anestetico ed antipruriginoso (paste allo zolfo, impacchi debolmente antisettici, etc.). La roentgenterapia con raggi molli fornisce in alcuni casi risultati soddisfacenti. I raggi UV possono essere impiegati in casi particolari, a scopo risolvente, su lichenificazioni
circoscritte.
Consigli
Per escludere l’esposizione all’allergene, il paziente affetto da dermatite allergica da contatto troverà interessanti i consigli che abbiamo incluso in questo articolo: Consigli per la prevenzione delle dermatiti da contatto (lattice, nichel, cosmetici…)
Per approfondire:
- Dermatite da contatto: cause, fattori predisponenti, allergeni, patogenesi
- Dermatite da contatto: sintomi e segni di fase acuta, subacuta e cronica
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Lo Staff di Medicina OnLine
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