I termini cisessualità e cisgenere (in inglese cissexual o cisgender), talvolta abbreviati con il termine “cis“, indicano le persone cisessuali, la cui identità di genere corrisponde al sesso biologico e percepiscono come positiva questa corrispondenza. Ricordiamo al lettore che il sesso biologico è il sesso genetico di una persona determinato dai cromosomi sessuali che – nella maggioranza dei casi – corrispondono a XX o XY (XX per le donne, XY per gli uomini), mentre l’identità di genere è il genere a cui sente di appartenere (ovvero se la persona identifica sé stessa come maschio, come femmina o altro a prescindere dal proprio sesso biologico). Ricordo ai lettori che secondo alcuni nella definizione del sesso biologico, andrebbe inserita anche l’identificazione dei genitali come maschili o femminili e non solo il sesso genetico. Per alcuni ricercatori – tra cui il sottoscritto – sarebbe più corretto che, al posto di “sesso biologico”, ci fosse il concetto di “sesso assegnato alla nascita” (in inglese “sex assignment”). In questo modo la definizione di cisessualità diventa:
persona la cui identità di genere corrisponde al sesso assegnato alla nascita
Tale differenza sembrerebbe minima ma non lo è: ad esempio nella sindrome da insensibilità agli androgeni (sindrome di Morris), il sesso biologico descritto dai cromosomi è quello di uomo (XY), tuttavia l’aspetto esterno dell’individuo è quello di una donna ed alla nascita il sesso assegnato è quello femminile a dispetto dei cromosomi sessuali maschili. La sindrome di Morris rientra, insieme a molte altre condizioni (come l’ermafroditismo) nel gruppo di persone denominate “intersessuali“, in cui i cromosomi sessuali e/o i genitali e/o i caratteri sessuali secondari non sono definibili come esclusivamente maschili o femminili: un soggetto “intersessuale” può quindi possedere caratteristiche anatomiche e fisiologiche sia maschili sia femminili. A maggior ragione quindi, nella definizione di cisessualità, più che di sesso “biologico” o “genetico”, dovrebbe essere usato il concetto di “sesso assegnato alla nascita”.
Cisnormatività, cissessismo e transfobia
Concetti correlati alla cisessualità, sono cisnormatività (la presunzione che l’identità cisgender sia quella “normale”) e cissessismo (il pregiudizio che favorisce le persone cisgender e sfavorisce quelle transgender, agender, genderqueer, bigender, terzo genere, genderfluid o non-gender-conforme). La cisnormalità in inglese viene chiamata “cisnormativity“, mentre il cissessismo in inglese si chiama “cissexism“. I concetti di cisnormatività e cissessismo sono correlati alla “transfobia” (in inglese “transphobia“), cioè l’insieme di sentimenti negativi – come odio, paura, disgusto, discriminazione e bigottismo – rivolti verso le persone transgender e non-gender-conformi, considerate “diverse” o “anormali”, che portano a insulti, aggressioni fisiche ed altre forme di discriminazione.
Storia e definizioni
Il termine “cisgender” è stato coniato nel 1994 in un newsgroup Usenet su argomenti transgender ed è entrato nei dizionari anglosassoni a partire dal 2015 come risultato dei cambiamenti sociali nel modo in cui il genere viene percepito e discusso. Il termine è stato a volte controverso e soggetto a critiche.
Il sessuologo tedesco Volkmar Sigusch ha usato il neologismo “cisessuale” (“zissexuell” in tedesco) nel suo saggio del 1998 “The Neosexual Revolution“. Cita il suo articolo in due parti del 1991 “Die Transsexuellen und unser nosomorpher Blick” (“I transessuali e la nostra visione nosomorfica”) come l’origine del termine.
I termini cisgender e cissexual sono stati usati in un articolo del 2006 sul Journal of Lesbian Studies e nel libro della scittrice Julia Serano del 2007 Whipping Girl: da allora il termine ha guadagnato una certa popolarità tra gli attivisti e gli studiosi di lingua inglese.
Nel febbraio 2014, il popolare social network Facebook ha iniziato a offrire opzioni di genere “personalizzate”, consentendo agli utenti di identificarsi con uno o più termini relativi al genere da un elenco selezionato, inclusi cis, cisgender e altri.
Cisgender è stato aggiunto anche nell’Oxford English Dictionary nel 2015, con la definizione di “una persona il cui senso di identità personale corrisponde al sesso e al genere assegnatigli alla nascita (in contrasto con il transgender)”. Perspectives on History ha affermato che da questa inclusione nel popolare dizionario, il termine cisgender è diventato sempre più di uso comune.
I sociologi Kristen Schilt e Laurel Westbrook definiscono i cisgender come “individui che hanno una corrispondenza tra il genere loro assegnato alla nascita, i loro corpi e la loro identità personale”.
Julia Serano ha definito cissessuale come “persone che non sono transessuali e che hanno sempre e solo sperimentato il proprio sesso mentale e fisico come allineato”.
Per Jessica Cadwallader, il cissessuale è “un modo per attirare l’attenzione sulla norma non contrassegnata, rispetto alla quale si identifica il trans, in cui una persona sente che la propria identità di genere corrisponde al proprio corpo/sesso”.
Differenza tra cis e trans
Il contrario di “cis” (che in latino significa “al di qua”) è “trans” (che significa “al di là”). I termini “trans“, “transessualità” o “transgenere” (in inglese “transgender“), indicano le persone la cui identità di genere NON corrisponde al sesso biologico (o – più precisamente – al sesso assegnato alla nascita). Una persona transessuale percepisce quindi come negativo il fatto che il proprio sesso biologico sia diverso dalla propria identità di genere e ciò può portare ad un malessere denominato “disforia di genere” o “incongruenza di genere” o “disordine d’identità di genere“.
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Identità non binarie
Nel grande gruppo delle persone transgenere possono essere inserite anche quelle con “identità non binarie” (in inglese: genderqueer oppure nonbinary, non-binary, o enby dall’acronimo “NB“), cioè le persone che sentono di avere una identità di genere al di fuori del cosiddetto binarismo di genere, ovvero non strettamente e completamente maschili o femminili. Il motivo per cui un “non binario” rientra nel gruppo “trans” è perché per definizione un non binario si identifica con un genere diverso dal quello assegnato alla nascita: una persona non binaria – che sia stata assegnata al genere maschile o quello femminile – può identificarsi come appartenente ad entrambi i generi (bigenere, in inglese genderfree o bigender), a nessun genere (agenere, in inglese genderfree o agender), o oscillante tra l’uno e l’altro genere (di genere liquido, in inglese genderfluid). Il concetto di “fluidità di genere” indica l’identificarsi come maschio in un dato momento, come femmina in un altro, come neutro in un altro ancora. Nonostante la definizione inserisca i non binari nel gruppo dei transgenere, non tutte le persone non binarie utilizzano il termine transgenere o trans per descrivere sé stesse, preferendo semplicemente descriversi come “non binare”.
Cos’è un “uomo cis”?
Un uomo cis è un essere umano di sesso assegnato alla nascita maschile che ha una identità di genere maschile, la quale quindi corrisponde a quella del proprio sesso assegnato. In parole semplici e comprensibili a tutti: un uomo cis è un individuo “nato uomo” che sente di essere uomo e sta a proprio agio con il genere a lui assegnato. La definizione di “nato uomo” è unicamente usata per far comprendere il concetto alla maggioranza dei lettori, anche se non è tecnicamente corretta.
Cos’è una “donna cis”?
Una donna cis è un essere umano di sesso assegnato alla nascita femminile che ha una identità di genere femminile, la quale quindi corrisponde a quella del proprio sesso assegnato. In parole semplici e comprensibili a tutti: una donna cis è un individuo “nato donna” che sente di essere donna e sta a proprio agio con il genere a lei assegnato. La definizione di “nato donna” è usata per far comprendere il concetto alla maggioranza dei lettori, anche se non è tecnicamente corretta.
Cos’è un “uomo trans”?
Un uomo trans è un essere umano di sesso assegnato alla nascita femminile che ha una identità di genere maschile, la quale quindi NON corrisponde a quella del proprio sesso assegnato. In parole semplici: un uomo trans è un individuo definito femmina alla nascita che sente di essere maschio e non sta a proprio agio con il genere assegnatogli. Questa definizione è inesatta se consideriamo i non binari come facenti parte del gruppo transgenere. Per rispetto della sua identità di genere, un uomo trans non potrà essere denominato “donna trans” e con lui dovranno essere usati termini declinati al maschile: non si potrà ad esempio dire “una trans” riferito a lui, bensì “un trans”.
Cos’è una “donna trans”?
Una donna trans è un essere umano di sesso assegnato alla nascita maschile che ha una identità di genere femminile, la quale quindi NON corrisponde a quella del proprio sesso assegnato. In parole semplici: una donna cis è un individuo definito maschio alla nascita che sente di essere femmina e non sta a proprio agio con il genere a assegnatole. Questa definizione è inesatta se consideriamo i non binari come facenti parte del gruppo transgenere. Per rispetto della sua identità di genere, una donna trans non potrà essere denominata “uomo trans” e con lei dovranno essere usati termini declinati al femminile: non si potrà ad esempio dire “un trans” riferito a lei, bensì “una trans”.
Uomo e donna cis eterosessuale, omosessuale o bisessuale
Un uomo cis è necessariamente eterosessuale? Una donna cis è necessariamente eterosessuale? No, non necessariamente lo sono. Il sesso assegnato alla nascita e l’identità di genere devono essere distinti dall’orientamento sessuale, che indica l’attrazione emozionale, romantica e/o sessuale di quella persona verso altri individui, che possono essere dello stesso sesso (omosessualità), di sesso opposto (eterosessualità), entrambi (bisessualità) o altri. Un individuo può quindi avere un dato orientamento sessuale a prescindere dalla propria identità sessuale. Cercando di semplificare i concetti, relativamente agli uomini cis, avremo:
- uomo cis eterosessuale: persona identificata alla nascita come uomo, che si sente uomo ed è attratta da individui di sesso opposto (donne);
- uomo cis omosessuale: persona identificata alla nascita come uomo, che si sente uomo ed è attratta da individui dello stesso sesso (uomini);
- uomo cis bisessuale: persona identificata alla nascita come uomo, che si sente uomo ed è attratta sia da individui di sesso opposto (donne) che dello stesso sesso (uomini).
Relativamente alle donne cis, avremo:
- donna cis eterosessuale: persona identificata alla nascita come donna, che si sente donna ed è attratta da individui di sesso opposto (uomini);
- donna cis omosessuale: persona identificata alla nascita come donna, che si sente donna ed è attratta da individui dello stesso sesso (donne);
- donna cis bisessuale: persona identificata alla nascita come donna, che si sente donna ed è attratta sia da individui di sesso opposto (uomini) che dello stesso sesso (donne).
Relativamente ad una donna trans, avremo:
- donna trans eterosessuale: persona identificata alla nascita come uomo, che si sente donna ed è attratta da individui di sesso opposto alla propria identità di genere (uomini);
- donna trans omosessuale: persona identificata alla nascita come uomo, che si sente donna ed è attratta da individui dello stesso sesso rispetto alla propria identità di genere (donne);
- donna trans bisessuale: persona identificata alla nascita come uomo, che si sente donna ed è attratta sia da individui di sesso opposto (uomini) che dello stesso sesso (donne) rispetto alla propria identità di genere.
Relativamente agli uomini trans, avremo:
- uomo trans eterosessuale: persona identificata alla nascita come donna, che si sente uomo ed è attratta da individui di sesso opposto alla propria identità di genere (donne);
- uomo trans omosessuale: persona identificata alla nascita come donna, che si sente uomo ed è attratta da individui dello stesso sesso rispetto alla propria identità di genere (uomini);
- uomo trans bisessuale: persona identificata alla nascita come donna, che si sente uomo ed è attratta sia da individui di sesso opposto (donne) che dello stesso sesso (uomini) rispetto alla propria identità di genere.
Un uomo trans o cis e una donna trans o cis possono anche essere “asessuali“. L’asessualità consiste nella mancanza totale o parziale di attrazione sessuale verso ogni genere.
ATTENZIONE: tutte le definizioni citate in questo paragrafo potrebbero non essere valide se consideriamo le identità non binarie come sottogruppo dei transgenere. Anche per questo molti preferiscono evitare di inserire le identità non binarie nel gruppo dei transgender. I non binari stessi tendono a definirsi NON come “un tipo di transgenere”, bensì semplicemente come “non binari”.
Controversie e teoria del gender
L’uso del termine cisgender è ad oggi ancora controverso e non universalmente accettato. Molti ricercatori, scrittori, influencer, politici conservatori ed attivisti si oppongono al suo uso e – in alcuni casi – inneggiano alla “teoria del gender“. L’espressione “teoria del gender” (in inglese “gender theory”) è un neologismo coniato in ambienti conservatori e cattolici a partire dal 1990 per riferirsi in modo critico agli studi scientifici di genere: chi fa uso di tale espressione sostiene che gli studi di genere sottendano un complotto politico mondiale che mira alla distruzione della famiglia e di un supposto ordine naturale basato sull’esistenza di soli due sessi, maschile e femminile. Attualmente con “teoria del gender” ci si riferisce ad una espressione ombrello usata contro i movimenti femministi e LGBT+, in opposizione alle lotte, rivendicazioni e teorie che tali movimenti hanno elaborato e prodotto.
Il romanziere John Boyne ha respinto l’uso del termine cisgender in un articolo su The Irish Times. Non si considera un uomo “cis”, ma solo un uomo. Sostiene che una persona non dovrebbe “imporre un termine indesiderato a un’altra”.
Krista Scott-Dixon ha scritto nel 2009: “Preferisco il termine non trans ad altre opzioni come cissessuale/cisgender”.
La studiosa di studi sulle donne e sul genere Mimi Marinucci scrive che alcuni considerano la distinzione binaria cisgender-transgender altrettanto pericolosa o controproducente del binario di genere maschile-femminile perché raggruppa le persone che si identificano come lesbiche, gay o bisessuali arbitrariamente ed in modo eccessivamente semplicistico con una classe di persone eteronormative rispetto alle persone transgender. Caratterizzare gli individui LGB insieme a persone eterosessuali e non trans può suggerire in modo problematico che gli individui LGB, a differenza degli individui transgender, “non sperimentano discrepanze tra la propria identità di genere e l’espressione di genere e le aspettative culturali riguardo all’identità e all’espressione di genere”.
Il professore di studi di genere Chris Freeman critica il termine, descrivendolo come “uno strumento goffo, inutile e forse anche regressivo per creare o ricreare un binario di genere”.
Le persone intersessuali, che nascono con caratteristiche sessuali fisiche atipiche che possono complicare l’assegnazione iniziale del sesso e portare a cure mediche involontarie o coercitive, possono essere a volte difficilmente inserite in una specifica categoria cis o trans. Il termine cisgender “può creare confusione” in relazione a persone con condizioni di intersessualità, sebbene alcune persone intersessuali utilizzino il termine secondo il progetto Interact Advocates for Intersex Youth Inter/Act.
Hida Viloria di Intersex Campaign for Equality osserva che, in quanto persona nata con un corpo intersessuale che ha un senso non binario di identità di genere che “corrisponde” al proprio corpo, sono sia cisgender che non conformi al genere, presumibilmente opposti secondo il cisgender definizione, e che ciò evidenzia la base del termine su un modello sessuale binario che non tiene conto dell’esistenza delle persone intersessuali. Viloria critica anche il fatto che il termine “sesso assegnato alla nascita” sia usato in una delle definizioni di cisgender senza notare che i bambini sono assegnati maschi o femmine indipendentemente dallo stato di intersessualità nella maggior parte del mondo, affermando che così facendo offusca la nascita di bambini intersessuali. Viloria pensa che la cisessualità inquadra l’identità di genere all’interno di un modello sessuale binario maschio/femmina che non riesce a tenere conto sia dell’esistenza di identità di genere non conformi di genere natalmente congruenti, sia della discriminazione di genere contro le persone intersessuali basata sulle caratteristiche del sesso natale piuttosto che sull’identità o l’espressione di genere , come la “normalizzazione” degli interventi chirurgici ai genitali infantili.
Importante: alcune delle definizioni contenute in questo articolo sono soggette a cambiamenti nel tempo e non tutti i ricercatori, medici e psicologi le intendono nello stesso identico modo.
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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine
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