Un vestito di sole foglie: riuscita l’impresa di quattro studenti

MEDICINA ONLINE VESTITO DI SOLE FOGLIE CINESE ABITO NATURA.jpgUn vestito fatto solamente di foglie è la creazione di quattro studenti cinesi che hanno realizzato una vera e propria “opera d’arte indossabile” utilizzando delle foglie. I ragazzi studiano biotecnologia presso l’Università di Hefei, nella Cina orientale, ed hanno realizzato un’impresa (quasi) impossibile: sono riusciti a creare un abito cucendo fra loro oltre 6 mila foglie che hanno raccolto nel corso di diversi mesi. C’è voluta molta pazienza e un lungo lavoro manuale, ma il risultato è davvero strepitoso. Tutto è iniziato quando il team di studenti, formato da due ragazze e due ragazzi, si è ritrovato a discutere per realizzare un progetto in occasione del concorso annuale di “esemplari di animali e piante” organizzato dall’Università cinese.

Il progetto

Il primo passo è stato quello di disegnare un bozzetto dell’abito, poi i ragazzi si sono messi al lavoro per cercare le foglie, scegliendo diverse specie di piante. In seguito gli studenti hanno fatto bollire le foglie in una sostanza particolare e le hanno fatte seccare lasciando solamente lo scheletro. A quel punto è arrivata la parte più difficile del lavoro e i quattro studenti si sono messi all’opera per cucire fra di loro le delicatissime foglie. I quattro ragazzi hanno lavorato sull’abito durante i fine settimana e nelle ore libere. Dopo quattro mesi è stato finalmente completato e il risultato è davvero stupefacente. Le ragazze si sono trasformate in modelle ed hanno indossato l’abito, facendosi fotografare: gli scatti – che potete vedere in alto – sono diventati subito virali sul web!

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Differenza tra kimono e yukata in Giappone

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Il kimono viene indossato indistintamente da donne e uomini di tutte le età.
Una forma a “T”, colletto, maniche lunghe e linee dritte che giungono alle caviglie.
Lo si trova in varie taglie per l’uomo e solitamente in un’unica taglia per le donne che viene adattata alle misure del corpo piegando opportunamente la stoffa che lo compone.
Una donna, per indossare il kimono tradizionale deve avvalersi dell’aiuto di un’altra persona, essendo composto almeno da 12 parti che devono essere fissate adeguatamente in base a regole precise. Esiste addirittura la professione di assistente che aiuta le donne in questo processo sia a domicilio che presso saloni di parrucchiere.

Differente è, invece, la composizione di un kimono da uomo, caratterizzato al massimo da 5 pezzi, più formale nel colore nero, meno formale nei colori più vivaci come blu o verde.
La scelta di indossare un particolare tipo di kimono varia a seconda della circostanza e dell’evento: ve ne sono, infatti, di meno formali o più formali, come quello utilizzato dalle donne sposate o in occasione del matrimonio dei propri figli che è nero dipinto al di sotto della cintura ed è chiamato “kurotomesode”.

Yukata

Un particolare tipo di indumento, caratterizzato da linee apparentemente simili ad un kimono e spesso erroneamente confuso con questo è lo yukata, risalente al periodo Heian.  E’doveroso specificare che esistono differenze sostanziali tra un kimono ed uno yukata. In primo luogo, lo yukata – al contrario del kimono – è prettamente casual, mai adatto assolutamente ad occasioni formali ed indossato in occasioni quali festività nazionali o in ambienti come ryokan o terme. Il suo significato letterale è infatti “abito da bagno”. Il cotone è il tessuto maggiormente utilizzato nello yukata, a differenza delle sete pregiate caratteristiche nei kimoni. Lo stile dello yukata dice molto della persona che si appresta ad indossarlo: varietà di colori per i più piccoli, tinte floreali per le signore ed uno stile più sobrio per gli anziani. Per indossare correttamente lo yukata non è necessario (come per il kimono) l’intervento di un’altra persona, ma è altresì importante che il lato sinistro sia sovrapposto al lato destro, prestando particolare attenzione ad evitare la pratica inversa, utilizzata nei funerali.
Completano lo yukata una particolare cintura chiamata “obi”, necessaria per chiuderlo, ed i tradizionali sandali giapponesi.

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Trova un topo cucito nel vestito di Zara: ecco cosa ha fatto dopo

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma TROVA TOPO MORTO IN VESTITO ZARA  Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Ano Pene.jpgCailey Fiesel, ventiquattrenne di Manhattan, aveva acquistato il vestito in saldo un paio di settimane prima di indossarlo per andare a lavoro. Una volta arrivata in ufficio, la ragazza racconta di aver sentito un odore pungente e nauseante: «Ho visto la zampetta uscir fuori dalla cucitura della scollatura. È stato davvero terrificante» racconta la Fiesel. «Mi sono bloccata, ero completamente paralizzata dalla paura» ha spiegato al New York Post in presenza dei suoi legali. «Ero sotto shock perché sebbene mi fossi resa conto che si trattava di un topo, il mio cervello si rifiutava di crederlo», ha detto ancora. «Nonostante mi fossi alzata dalla scrivania non riuscivo a sfuggire a quell’odore che stava diventando preoccupante», ha riferito lunedì mattina alla Corte Suprema di Manhattan.

«Sentivo qualcosa che mi grattava la gamba e ho pensato si trattasse della cucitura del vestito, ma quando ho provato a tirarlo ho intravisto qualcosa di più grande e ho immaginato fosse una targhetta antitaccheggio». «Alzando la cucitura del vestito ho capito subito che non si trattava di un sensore, ma di un topo di più di sei centimetri in avanzato stato di decomposizione». «Mi sono cambiata subito» spiega Cailey Fiesel raccontando di aver citato in giudizio Zara per danni non specificati. I suoi legali contano sull’obbligo del rivenditore di garantire prodotti “esenti da difetti, tra cui anche le infestazioni di roditori”. Alla Fiesel è stata diagnosticata anche una grave eruzione cutanea “imputabile al roditore”.

«Zara è nota per produrre i propri capi molto velocemente» ha spiegato l’avvocato della donna Adam Deutsch «L’azienda adotta una metodologia che permette di passare dal design allo scaffale in un breve lasso di tempo». Ed è forse proprio questo il motivo della “disattenzione”, figlia di un controllo qualità troppo frettoloso. Un portavoce di Zara Usa ha confermato che l’azienda è al corrente dell’accaduto e che sta indagando sulla faccenda. «Zara ha rigorosi standard di sicurezza e ci impegniamo a garantire che tutti i nostri prodotti soddisfino requisiti rigorosi».

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Sentirsi male in strada: quanto conta l’abito?

https://www.youtube.com/watch?v=iPGwzEy4AaM

Quanto conta il vestito quando una persona sconosciuta si sente male per strada di fronte a noi? Siamo davvero sicuri che noi stessi reagiremmo nella stessa maniera di fronte ad un giovane vestito in maniera trasandata, o di fronte allo stesso giovane vestito in giacca e cravatta? Se lo chiede NorniTube che pubblica sul suo canale Youtube un esperimento sociale. Nel primo caso il giovane, in abiti non eleganti, simula un malore. Viene “inquadrato” dai passanti come una sorta di senzatetto e, nonostante chieda più volte di essere aiutato, nessuno lo aiuta: riceve solo indifferenza. Successivamente il ragazzo si accascia a terra in abiti eleganti: la situazione è la stessa ma questa volta più persone si avvicinano per prestargli soccorso.

Chiediamoci, con onestà, cosa faremmo noi in circostanze simili.

La risposta probabilmente non ci piacerà.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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