Con “prognosi” in medicina si intende la previsione sul probabile andamento futuro della malattia, elaborata dal medico dopo aver fatto la diagnosi, prendendo in considerazione molti fattori derivati dalla statistica, dall’epidemiologia, dalla fisiopatologia e, non meno importante, dalla propria esperienza. La prognosi è determinata principalmente dalla natura della malattia in esame, della quale siano note la mortalità, la gravità e la durata; inoltre è influenzata da svariati fattori:
- le condizioni del malato (come: età, stato di salute generale, eventuale presenza di fattori di rischio o di altre patologie come ipertensione e diabete);
- le possibilità terapeutiche;
- la possibilità per il malato di potersi o non potersi sottoporre alle terapie disponibili;
- le possibili complicazioni;
- le condizioni ambientali;
- lo stato psicologico del soggetto.
La stessa identica patologia, caratterizzata da medesima gravità e mortalità, può quindi determinare una prognosi estremamente variabile in base ai fattori appena elencati. Ad esempio a parità di malattia, un paziente giovane, normopeso e sano, ha generalmente una prognosi migliore di un paziente anziano, obeso, diabetico ed iperteso. La prognosi è comunque una previsione e come tale è soggetta ad errori e può essere influenzata da molte variabili, come ad esempio una patologia o un evento occorsi durante il periodo di guarigione (ad esempio una infezione o una caduta di un paziente anziano durante la riabilitazione) o l’improvviso aggravamento della patologia iniziale, o anche solo la perdita di volontà psicologica di guarire da parte del paziente.
In base alla tempistica di guarigione, si parla di:
- prognosi immediata: riferendosi alla conclusione prossima della malattia
- prognosi a distanza: per indicare invece i suoi esiti lontani nel tempo.
In base alla gravità, una patologia può avere una:
- prognosi positiva o favorevole: quando si presume che la guarigione sarà raggiunta più agevolmente ed in tempi più rapidi;
- prognosi negativa o sfavorevole: quando la patologie e le condizioni del paziente fanno prevedere una certa difficoltà nel raggiungere la guarigione.
Stima dei giorni
La prognosi effettua una stima dei giorni necessari al malato per raggiungere lo status di completa guarigione: ad esempio “10 giorni di prognosi” significa che – secondo le previsioni del medico – ci vorranno 10 giorni al malato per riprendersi completamente dalla patologia. La stima dei giorni dei prognosi riveste particolare importanza nella medicina legale.
Esito
La prognosi non descrive solo il decorso nel tempo necessario al malato per guarire dalla malattia, ma anche i suoi esiti. Quando si presume che la malattia porti con alta probabilità a mancata guarigione o a decesso del paziente, si parla di “prognosi infausta“. Quando invece la prognosi prevede la guarigione o la restitutio ad integrum della funzione lesa dalla malattia, si parla di “prognosi fausta“.
Prognosi riservata
Il termine prognosi riservata viene utilizzato quando l’espressione della prognosi non è possibile, in quanto la malattia è suscettibile di evoluzioni non prevedibili anche gravi a partire dalla diagnosi iniziale. Pur non essendo necessariamente indice di gravità, bensì – come abbiamo visto – di imprevedibilità, è innegabile che spesso siano proprio alcune patologie gravi, ad esempio una emorragia cerebrale in seguito ad incidente automobilistico, ad essere caratterizzate dalla maggiore difficoltà, se non addirittura dall’impossibilità, da parte del medico di concepire una prognosi esatta.
Etimologia
Il termine “prognosi” deriva dal greco πρόγνωσις che significa “conoscere prima”.
Sinonimo
Sinonimo di “prognosi” è “previsione”.
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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine
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