L’esame del campo visivo (anche chiamato campimetria o perimetria) consiste nella misurazione della capacità visiva nello spazio che circonda l’occhio: permette di rappresentare graficamente su un tracciato la porzione di spazio che il paziente riesce a vedere con lo sguardo dritto in avanti. Si esegue generalmente durante una visita oculistica con un apparecchio computerizzato chiamato perimetro, che misura l’estensione nello spazio della capacità visiva e la visione periferica. E’ un esame fondamentale nella gestione dei pazienti con glaucoma, ma è fondamentale anche nello studio delle patologie della retina, del nervo ottico e del sistema nervoso centrale. E’ un esame rapido, economico, ripetibile e non invasivo che sfrutta una tecnologia computerizzata inviando stimoli luminosi di diverso intensità per valutare alterazioni della sensibilità retinica e del nervo ottico.
Quali strumenti vengono usati?
Si utilizzano strumenti computerizzati, che presentano stimoli luminosi standardizzati ed elaborano i risultati:
- Perimetro Humphrey con software GPA-2, fra i più avanzati per la diagnosi della progressione del danno. Costituisce l’esame di riferimento nel glaucoma. L’analisi di più esami nel tempo è fondamentale per identificare l’insorgenza e la velocità della progressione della malattia. Disponendo di un numero sufficiente di esami (almeno 5 esami del campo visivo in 3 anni) è possibile proiettare nel futuro il rischio di cecità. L’indice perimetrico più utilizzato è il Difetto Medio (MD). Ancora più utile è l’Indice VFI del programma GPA-2, espresso in percentuale. L’evoluzione del VFI è di grande aiuto per distinguere i soggetti a rischio di cecità, nei quali la terapia va tempestivamente adeguata, da quelli che hanno un deterioramento fisiologico del campo visivo.
- Perimetro a Duplicazione di Frequenza (FDT): prima che sia riconoscibile il danno nella perimetria standard si devono perdere almeno il 30% delle fibre del nervo ottico. L’FDT, molto sensibile, può identificare il danno funzionale prima del campo visivo standard.
A cosa serve l’esame del campo visivo?
Come già anticipato, l’esame del campo visivo è essenziale per valutare un glaucoma, ma può essere estremamente utile nello studio e nella diagnosi differenziale di alcune patologie della retina, del nervo ottico e del sistema nervoso centrale. Viene usato principalmente:
- nella diagnosi di varie patologie oculari, neurologiche, neuro-oftalmologiche e sistemiche con interessamento dell’apparato visivo;
- con scopi medico-legali ed assicurativi;
- per rinnovare la patente di guida;
- nella medicina del lavoro, per valutare la compatibilità dei lavoratori che presentano determinate patologie oculari o neuroftalmologiche, con specifiche attività lavorative (ad esempio uso di videoterminale).
Come ci si prepara all’esame del campo visivo?
Non è necessario essere a digiuno, non è necessario dilatare la pupilla, non è necessario essere accompagnati. E’ importante portare con sé gli occhiali correttivi in uso e tutta la documentazione oculistica precedente.
Esistono controindicazioni?
Il test non presenta controindicazioni: anche le donne in gravidanza possono effettuarlo, tuttavia richiede una certa collaborazione da parte del paziente. Se il paziente non è collaborante (ad esempio pazienti psichiatrici o disabili), il test non può essere eseguito.
Come si esegue l’esame del campo visivo?
Si appoggia il mento e la fronte allo strumento, l’occhio non esaminato viene occluso. Si fissa una mira centrale e si preme un pulsante ogni volta che si vede uno stimolo luminoso, anche se di tenue intensità, nello spazio davanti a sé. E’ importante non cercare gli stimoli luminosi spostando lo sguardo. L’attendibilità dell’esame è ridotta se si preme il pulsante senza che ci sia lo stimolo, si danno risposte differenti nella stessa area, o si perde spesso la fissazione.
E’ un esame doloroso, fastidioso e rischioso?
L’esame del campo visivo è un esame del tutto indolore e non fastidioso, inoltre è un esame estremamente sicuro e può essere ripetuto varie volte, anche in donne incinte, bambini ed anziani.
Quanto dura l’esame del campo visivo?
La durata dell’esame è generalmente di circa 15-20 minuti, ma può prolungarsi in alcuni casi. I risultati sono generalmente disponibili al termine dell’esame, in base all’interpretazione dei dati da parte del medico.
E’ necessario farsi accompagnare?
Non occorre essere accompagnati ed al termine dell’esame il paziente può tranquillamente camminare o guidare la macchina per tornare a casa o al lavoro. Non è necessario nessun periodo di osservazione: il paziente può subito tornare alle proprie attività.
Ogni quanto effettuare l’esame del campo visivo?
Sono necessari almeno due esami per identificare lo stato di partenza del campo visivo, ed altri 3 esami ogni 2 anni; per identificare la progressione del danno è necessaria la conferma in uno o due campi visivi successivi. In generale, l’esame deve essere ripetuto da 1 a 3 volte all’anno, con frequenza maggiore in caso di maggior rischio di progressione del danno e di minore ripetibilità dei risultati.
Costo dell’esame del campo visivo
Il prezzo dell’esame del campo visivo varia molto in funzione del centro dove viene effettuato, ma in genere oscilla tra i 50 ed i 100 euro.
Altri esami associati
All’esame, in base alla patologia, possono essere associate altre indagini diagnostiche, tra cui:
- esame dell’acuità visiva (esame della vista);
- esame del fondo oculare;
- tomografia ottica computerizzata (OCT);
- esame alla lampada a fessura (o biomicroscopia);
- autorefrattometria;
- fluorangiografia retinica;
- potenziali evocati visivi;
- elettrooculografia (EOG);
- elettroretinografia (ERG);
- ecografia oculare;
- retinografia tradizionale e a fluorescenza;
- tonometria (specie in caso di gaucoma);
- tavole di Ishihara;
- TAC e risonanza magnetica.
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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine
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