Con “pressione intraoculare” o più semplicemente “pressione oculare” (in inglese “intraocular pressure” da cui l’acronimo “IOP”) si intende la pressione fisiologicamente presente all’interno degli occhi, determinata dall’equilibrio tra la produzione di liquido prodotto all’interno dell’occhio, chiamato umor acqueo, ed il suo ricambio: più liquido c’è nel bulbo oculare e più alto è il valore della pressione.
Fisiologia del movimento dell’umor acqueo
L’umor acqueo viene continuamente prodotto e riassorbito, il che permette di mantenere una pressione stabile e fisiologica:
- viene prodotto da una parte del corpo ciliare (dietro l’iride) e circola attraverso la camera posteriore dell’occhio, passando attraverso il foro della pupilla ed arrivando nella camera anteriore dell’occhio;
- viene riassorbito da un’altra zona anatomica chiamata trabecolato sclerocorneale, che si trova nell’angolo della camera anteriore dell’occhio.
In condizioni normali questo ciclo continuo di produzione e riassorbimento consente di mantenere sempre una pressione positiva all’interno dell’occhio, indispensabile per garantire le corrette condizioni adatte ai processi di rifrazione e per rendere ottimale la visione: la pressione intraoculare favorisce infatti il mantenimento della corretta forma del bulbo oculare e protegge quest’ultimo da alcune deformazioni che potrebbero essere causate dalle palpebre, dai muscoli oculari o da altre strutture limitrofe. Se il normale circolo dell’umor acqueo viene ad essere alterato per una qualche ragione, la pressione intraoculare può salire oltre il normale e rappresentare un rischio per la vista del soggetto.
Come si misura la pressione intraoculare?
La pressione oculare si misura durante una visita oculistica. Esistono diversi metodi per la sua misurazione, che rientrano nell’ampio gruppo di tecniche diagnostiche chiamate “tonometrie”. Alcuni esempi sono:
- tonometria ad applanazione;
- tonometria Goldmann;
- tonometria di rimbalzo;
- pneumotonometria;
- tonometria ad indentazione;
- tonometria non-corneale e transpalpebrale;
- tonometria digitale;
- tomografia a coerenza ottica;
- tonometria dinamica a contorno;
- tonometria senza contatto;
- analizzatore di risposta oculare;
- tonometria ad indentazione elettronica.
Attualmente lo strumento più diffuso negli ospedali è il tonometro ad applanazione di Goldmann, mentre per gli screening di massa la tecnologia più diffusa è il tonometro a soffio (anche chiamata “senza contatto” o “a getto d’aria”), che non richiede contatto con la cornea perché si impiega un piccolo getto di aria compressa, anche se è importante ricordare che la tonometria a soffio non è così attendibile e accurata come quella per applanazione. La tonometria per applanazione rappresenta il “gold standard” per la misurazione della pressione intraoculare a livello mondiale, e può essere eseguita solo dal medico oculista in quanto prevede l’instillazione di collirio anestetico nell’occhio e il contatto dello strumento con la superficie oculare. Oggi si ritiene fondamentale, per una corretta valutazione della IOP, affiancare alla lettura della pressione introculare i dati relativi allo spessore centrale medio della cornea (pachimetria centrale), in quanto una cornea più “spessa” del normale necessita di una forza maggiore per essere applanata dal tonometro, con conseguente lettura sovrastimata della IOP. Il tonometro di Pascal è più adatto ai pazienti già sottoposti a chirurgia refrattiva con laser ad eccimeri ed altri interventi alla cornea.
Norme di preparazione
Le norme di preparazione variano in funzione del tonometro usato. L’uso del tonometro a soffio non richiede preparazione, mentre se viene utilizzato il tonometro di Pascal è necessario instillare un anestetico tramite collirio 30 secondi prima dell’esame. Per il tonometro a planazione (o di Goldmann) al collirio anestetico si aggiunge un collirio che serve a colorare le lacrime con fluoresceinato sodico. In caso di dubbio, chiedete al vostro medico quali sono le norme di preparazione che lui richiede.
Svolgimento di una tonometria
Il paziente viene fatto accomodare su uno sgabello appoggiando mento e fronte sullo strumento. Il tonometro a soffio spruzza un soffio d’aria sulla cornea del paziente, che deve mantenere l’occhio ben aperto e osservare una luce. L’operazione dura 15 secondi per entrambi gli occhi. Il tonometro di Goldmann imprime una lievissima forza sulla cornea. Il paziente deve mantenere l’attenzione, rilassarsi e non trattenere il respiro, non chiudere gli occhi e guardare il cono illuminato da una luce azzurra davanti a sé. La procedura dura 20 secondi. Il tonometro di Pascal funziona in modo simile a quello di Goldmann e prevede un contatto di almeno 10 secondi.
La tonometria è un esame fastidioso, doloroso o pericoloso?
Si tratta di una tecnica minimamente invasiva, non pericolosa, non dolorosa, ma lievemente fastidiosa. L’igiene del tonografo a soffio è garantita dall’assenza di contatto fra lo strumento e l’occhio, mentre nella tonometria di Pascal per ogni paziente viene utilizzato un nuovo involucro monouso in gomma per ricoprire il cono di misurazione. Nella tonometria di Goldmann il conetto viene preventivamente pulito con una soluzione disinfettante.
Controindicazioni
L’esame può essere svolto da chiunque, anche anziani, disabili, bambini e donne incinte.
Costo
Il prezzo dell’esame varia molto in funzione del centro dove viene effettuato, ma in genere oscilla tra i 50 ed i 150 euro.
Pressione intraoculare: valori normali
Il valore della pressione interna dell’occhio come quelli della pressione arteriosa, si misurano in millimetri di mercurio (mmHg). La pressione intraoculare normale è compresa tra 10 e 21 mmHg.
Ipertensione oculare: quali sono i sintomi?
L’ipertensione intraoculare è subdola perché risulta spesso asintomatica, cioè non determina alcun segno o sintomo, come dolore o altro, specie nelle fasi iniziali e se l’alterazione è di pochi mmHg. In modo silente la pressione può progressivamente aumentare e iniziare a dare sintomi solo quando è molto elevata. Nelle fasi avanzate l’ipertensione oculare determina la comparsa di alcuni sintomi relativi al glaucoma, tra cui:
- comparsa di aloni;
- buftalmo;
- dolore oculare;
- fotofobia;
- occhi arrossati;
- restringimento del campo visivo;
- riduzione della vista.
Pressione intraoculare alta: a cosa può portare?
Quando la pressione oculare è al di sopra dei 21 mmHg, si parla di “ipertensione oculare“, una condizione che – se non trattata – può portare al glaucoma, una malattia che può provocare cecità a causa di danni al nervo ottico. La pressione oculare elevata non porta però necessariamente a glaucoma: esistono infatti molti casi di ipertensione oculare innocua. Per approfondire, leggi anche:
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Altri esami associati
All’esame, in base alla patologia, possono essere associate altre indagini diagnostiche, tra cui:
- esame dell’acuità visiva (esame della vista);
- esame del campo visivo;
- esame del fondo oculare;
- tomografia ottica computerizzata (OCT);
- fluorangiografia retinica;
- retinografia tradizionale e a fluorescenza;
- esame alla lampada a fessura (o biomicroscopia);
- potenziali evocati visivi;
- elettrooculografia (EOG);
- elettroretinografia (ERG);
- ecografia oculare;
- autorefrattometria;
- tavole di Ishihara;
- TAC e risonanza magnetica.
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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine
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