Cristallino: significato, anatomia, funzione, artificiale, patologie

MEDICINA ONLINE VISTA OCCHIO NERVO OTTICO 2 CRANICO CHIASMA OTTICO MIOPIA CECITA FUNZIONE PALLIDO GLAUCOMA RETINA PUCKER MACULARE RETINOBLASTOMA DISTACCO VITREO UMOR CATARATTA OFTALMOLOGO.jpgIl cristallino (in lingua inglese “lens”) è un organo trasparente, discoidale (a forma di mandorla), situato nel bulbo oculare, posizionato tra l’iride e il corpo vitreo, ancorato al corpo ciliare mediante legamenti. Il cristallino si trova in sospensione e viene “automaticamente“ deformato per regolare la messa a fuoco. È la lente naturale dell’occhio e, insieme alla cornea, permette di mettere a fuoco i raggi luminosi provenienti dall’esterno in direzione della retina. Si tratta di una struttura che non è provvista né di nervi né di vasi sanguigni o linfatici: alla sua nutrizione provvede l’umor acqueo. Il cristallino è costituito da fibre collagene disposte in modo regolare parallelamente tra loro, il che normalmente conferisce al cristallino la sua caratteristica trasparenza. Tali fibre sono contenute all’interno di una membrana trasparente chiamata “capsula” o “cristalloide” (metaforicamente è come se fosse il guscio di una mandorla).

Funzionamento

Il cristallino ha il compito di variare la distanza focale del sistema ottico, cambiando la propria forma, per adattarlo alla distanza dell’oggetto da mettere a fuoco, tramite il processo dell’accomodazione. La luce che attraversa la cornea e la pupilla passa attraverso il cristallino: quest’ultimo funziona quindi come una lente biconvessa (perché ha entrambe la facce curve): fa convergere i raggi luminosi che provengono dall’ambiente esterno direttamente sulla retina, consentendoci una visione chiara e nitida quando la messa a fuoco è ottimale.

Messa a fuoco

Quando l’oggetto osservato è molto vicino i muscoli ciliari si contraggono, i legamenti sospensori si rilasciano e aumenta, di conseguenza, la curvatura del cristallino. Al contrario, quando l’occhio guarda oggetti distanti i muscoli sono rilassati e i legamenti sospensori sono in tensione; ciò si traduce in una diminuzione della curvatura della lente, che tende ad appiattirsi. Quindi, il cristallino ha la capacità di variare il suo potere refrattivo modificando la curvatura: consente di mettere a fuoco sulla retina oggetti posti a distanze differenti.

Anatomia

Il cristallino è una lente di forma biconvessa con un diametro medio di 10 mm e uno spessore assiale di 3–4 mm. Topograficamente vengono indicate una lente o faccia anteriore, una lente o faccia posteriore, più convessa rispetto alla precedente, ed un equatore. L’equatore è la circonferenza maggiore del cristallino, l’angolo di contatto fra le due facce; i punti centrali delle due facce sono denominati rispettivamente polo anteriore e polo posteriore, e sono uniti da una linea ideale denominata asse.

Il cristallino è posto nella zona anteriore del bulbo oculare, a circa 3,5 mm dal vertice della cornea e a 16 mm dalla fovea. La faccia anteriore confina con l’iride, limitando così con la zona polare, tramite la pupilla, la camera anteriore, e tramite il progressivo distanziamento dall’iride verso la zona equatoriale, la camera posteriore; la faccia posteriore è accolta nella fossa ialoidea, a contatto con la membrana ialoide dell’umor vitreo, mentre sull’equatore si inseriscono le fibre della apparato zonulare di Zinn.

Il cristallino è costituito principalmente da tre elementi:

  • capsula (o cristalloide o sacco capsulare): è la membrana continua che avvolge il cristallino. A scopo topografico si considerano una capsula anteriore, una capsula posteriore e la membrana pericapsulare. Lo spessore delle due porzioni è dissimile, maggiore anteriormente (20 μm circa), più sottile posteriormente (5 μm circa); varia inoltre la grandezza sulla stessa porzione, più sottile nelle zone polari e progressivamente più spesso verso l’equatore, fino a condensarsi nella membrana pericapsulare, dalla quale si distacca una sottile lamella, la lamella zonulare, sulla quale si inseriscono le fibre dell’apparato zonulare di Zinn, le quali rendono questa lamella leggermente irregolare;
  • epitelio sottocapsulare: è una membrana composta da un singolo strato di cellule cuboidi. Ha funzione di regolazione omeostatica e rigenerativa fibrillare;
  • parenchima: è costituito da fibre lenticolari immerse in una sostanza cementante, si distingue per una porzione interna e centrale (nucleo) e una porzione superficiale (strato corticale).

Patologie

Le patologie tipiche del cristallino, sono:

  • ectopia lentis: fuoriuscita o malposizionamento della lente rispetto alla sua sede normale;
  • sclerosi nucleare: cambiamento che si verifica nel centro della lente correlato all’età, frequente nei cani.

La patologia in assoluto più diffusa è tuttavia la cataratta.

Cataratta

Nel corso degli anni avviene un fisiologico e progressivo accumulo di pigmento proteico tra le fibre, con il conseguente “ingiallimento” della lente fino alla cataratta, che rappresenta la sua patologia più comune. A seconda della zona che si opacizza si possono avere diversi tipi di cataratta:

  • cataratta nucleare (opacizzazione della zona centrale del cristallino);
  • cataratta corticale (opacizzazione della zona superficiale);
  • cataratta sottocapsulare posteriore (opacizzazione della parte del cristallino più lontana dalla pupilla).

per la cura della cataratta generalmente bisogna sottoporsi a un’operazione chirurgica. L’operazione di cataratta è l’intervento chirurgico in assoluto più eseguito al mondo. Un intervento chirurgico può essere necessario anche se si verificano dislocazioni ed alterazioni della forma del cristallino. Per approfondire: Cataratta: cosa fare e cosa non fare dopo l’intervento

Cristallino artificiale

Il cristallino artificiale è una piccola lente fatta con uno speciale materiale plastico trasparente, di solito polimetilmetacrilato. Quando ci si sottopone ad intervento di cataratta viene rimosso il cristallino naturale (che può essere frantumato mediante ultrasuoni), che viene sostituito con un cristallino artificiale. Ciò consente di avere una visione chiara. Tuttavia non è sempre sufficiente per ridare la massima acuità visiva; affinché ciò avvenga, occorre che tutte le strutture dell’occhio – innanzitutto retina, nervo ottico e cornea – siano sane e correttamente funzionanti. Esistono diversi tipi di lenti intraoculari che richiedono una attenta selezione da parte del chirurgo in base alle tipologie oculari di ogni paziente e alle sue abitudini di vita/condizioni di lavoro. Esistono, tra l’altro, cristallini artificiali multifocali che permettono di avere una visione sia per lontano che per vicino. Queste nuove lenti sono costruite esattamente con lo stesso materiale delle tradizionali lenti intraoculari monofocali, ma differiscono per l’architettura oltre che per le “prestazioni”. Per quanto riguarda l’architettura della lente, la differenza principale sta nel fatto che la parte ottica di questo cristallino è costituita da diversi anelli concentrici di differente potere che consentono la funzione visiva a distanze diverse; questa lente ha lo scopo di permettere il recupero della visione per le tre distanze (lontano, intermedio e vicino).

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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