Potenziali evocati visivi: procedura, a cosa servono e costo

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Le vie ottiche, dalla retina alla corteccia cerebrale

I test dei potenziali evocati sono tecniche diagnostiche quantitative che misurano il tempo che intercorre tra uno stimolo visivo, sensitivo o uditivo) ed il segnale registrato da particolari apparecchiature in grado di registrare l’attività elettrica del cervello. Sono test estremamente utili nella diagnosi di varie patologie dei sensi. I Potenziali Evocati Visivi (PEV) in particolare sono le variazioni dei potenziali bioelettrici della corteccia occipitale evocati da stimoli visivi e sono di conseguenza la manifestazione dei complessi eventi neurosensoriali legati a fenomeni di trasduzione e di trasmissione dell’impulso nervoso visivo lungo le vie visive, cioè dai fotorecettori retinici al nervo ottico fino alla corteccia cerebrale occipitale. Il test di tali potenziali evocati visivi, quindi, è estremamente utile nella diagnosi e nella diagnosi differenziale di molte patologie della vista di interesse sia oculistico che neurologico, ma anche in molte altre patologie degenerative croniche, come la sclerosi multipla.

A cosa servono: patologie indagate

I PEV studiano in particolare (ma non esclusivamente) le patologie che interessano direttamente o indirettamente il nervo ottico, tra cui:

  • diabete;
  • glaucoma;
  • patologie demielinizzanti come la sclerosi multipla;
  • fenomeni ischemici;
  • processi tossici o iatrogeni (da farmaci);
  • infezioni;
  • patologie autoimmuni (come lupus eritematoso sistemico e artrite reumatoide);
  • ipotirodoismi;
  • ipertioidismi;
  • atassie eredo-degenerative;
  • malattia di Alzheimer;
  • malattia di Parkinson;
  • processi neoplastici a carico delle vie ottiche;
  • traumi cranici;
  • emicrania (con o senza aura visiva);
  • attacco ischemico transitorio (TIA);
  • ictus cerebrale;
  • tumori cerebrali;
  • neurotticopatia di Leber;
  • neurite ottica dominante.

Svolgimento del test

Lo stimolo visivo può essere fornito sia da un flash che da un pattern. Durante questo test si applicano sul cuoio capelluto in sede occipitale (sulla nuca) degli elettrodi, in corrispondenza della regione della corteccia visiva, ossia quella parte del cervello che raccoglie le informazioni visive in arrivo dalla retina. Nel caso di pattern il paziente osserva un monitor su cui dei quadrati cambiano alternativamente colore da bianco a nero su una scacchiera e deve segnalare quando ciò avvenga. In questo modo, il test dei potenziali evocati esamina l’integrità del nervo ottico, quindi la sua capacità di conduzione degli stimoli nervosi, e il parametro elettrofisiologico più importante è la latenza, ossia il tempo che intercorre tra lo stimolo visivo e il potenziale registrato. Se il nervo ottico ha subito un danno da demielinizzazione, avrà probabilmente una velocità di conduzione ridotta, la quale verrà misurata dagli elettrodi.

Valori normali e alterati

Il PEV da pattern transiente è caratterizzato da una serie di onde a polarità alternante fra le quali è possibile distinguere dei picchi che vengono definiti con la lettera indicante la polarità e la cifra indicante il tempo di latenza: N75, P100 e N145. Valori normali indicano un corretto viaggio dell’impulso nervoso lungo le vie ottiche; l’aumento del tempo di latenza e la riduzione di ampiezze delle varie onde del PEV rappresenta invece la spia di un rallentamento della conduzione nervosa lungo le vie ottiche. Questo aspetto patologico può essere ascritto ad un interessamento primario dei fotorecettori retinici, delle cellule ganglionari, alle alterazioni funzionali della regione maculare ed anche ad un ritardo di conduzione a livello del sistema nervoso centrale, cioè tra retina e corteccia visiva.

Altri esami

Le informazioni di questo test devono essere integrate con quelle di altre analisi, ad esempio la vista neurologica, la TAC o la risonanza magnetica. Altri esami che potrebbero essere necessari in campo oculistico, sono:

Ai fini di una corretta diagnosi di danno funzionale è fondamentale associare PEV e vari tipi di ERG (elettroretinografia) ed in particolare è particolarmente utile la registrazione simultanea di PEV e PERG, in cui la differenza tra il tempo di latenza P100 del PEV (espressione della risposta occipitale) e il tempo di latenza della P50 del PERG (espressione della massima attivita’ delle cellule ganglionari) viene indicato come “Tempo Retinocorticale”.

Test dei potenziali evocati visivi e sclerosi multipla

Come già anticipato, il test dei potenziali evocati visivi è molto utile per la diagnosi anche della sclerosi multipla: in molti casi questa patologie neurodegenerativa esordisce infatti con una neurite a carico del nervo ottico e – anche in assenza di sintomi o segni clinici evidenti a carico della vista, la velocità di conduzione nervosa del nervo ottico nei malati di sclerosi multipla è, nella maggior parte dei pazienti (75-95%), ridotta rispetto alle persone sane. Il test viene quindi eseguito quando il medico ha un sospetto di sclerosi multipla e la sola visita neurologica non è stata sufficiente a raggiungere una diagnosi certa.

Costo

Il prezzo di un test dei potenziali evocati visivi varia in funzione del centro dove viene effettuato, ma generalmente oscilla tra 80 e 150 euro.

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