Si definisce iperventilazione una serie frequente di atti respiratori che portano ad una riduzione notevole dell’anidride carbonica nel sangue. Dal punto di vista della durata dell’apnea, l’irrisorio aumento dell’ossigeno potrebbe sembrare avere effetti positivi; in realtà, la diminuzione della concentrazione di anidride carbonica porta a non avvertire la “fame d’aria”, dato che è proprio la quantità di questo composto che informa il sistema nervoso centrale riguardo alla necessità di respirare; ritardando quindi lo stimolo ventilatorio, l’ossigeno presente può così scendere a valori troppo bassi, provocando una sincope ipossica. In passato, l’iperventilazione era una tecnica molto usata dai grandi dell’apnea; ora invece si preferisce ricorrere a nuove tecniche di ventilazione e rilassamento, come la respirazione pranayama.
Sintomatologia legata all’iperventilazione
Fra i sintomi si riscontrano:
- Respiro troppo rapido e superficiale, non profondo;
- Possibile dolore toracico o altri sintomi simili all’attacco cardiaco;
- Possibile sensazione di formicolio alle estremità superiori e crampi alle dita;
- Agitazione.
- Possibile giramento di testa.
Terapia dell’iperventilazione
- Tentare di calmare e rassicurare il soggetto;
- Monitorare le funzioni vitali (stato di coscienza, respiro e circolo), se incosciente chiamare o far chiamare il 118 ovvero il 112 (Numero unico di emergenza europeo);
- Far respirare il soggetto dentro un sacchetto di carta (aumentando così il livello di anidride carbonica nel sangue).
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