Sindrome di Parigi: cause, sintomi, caratteristiche, terapie

Torre Eiffel Parigi vista dal basso

La sindrome di Parigi (in inglese Paris syndrome; in francese syndrome de Paris; in giapponese Pari shōkōgun, パリ症候群), a volte indicata come “sindrome del giapponese a Parigi“, è una patologia psicosomatica rara che affligge in modo particolare (ma non esclusivo) i turisti giapponesi in visita alla Continua a leggere

Non sarete mai dimenticati

Non penseresti mai possa succedere a te.
Era un semplice venerdì sera ad un concerto rock.
L’atmosfera era così serena, e tutti erano intenti a ballare e divertirsi.

Quando quell’uomo è arrivato all’ingresso e ha cominciato a sparare, tutti abbiamo pensato facesse semplicemente parte dello spettacolo.
Ma non era un attacco terroristico: è stato un massacro.

Dozzine di persone sono state colpite davanti ai miei occhi.
Il pavimento pieno di pozze di sangue.
I pianti di uomini adulti che stringevano i corpi morti delle proprie fidanzate hanno cominciato a riempire il locale.

Futuri demoliti, famiglie distrutte, in un istante.
Sola e sconvolta, ho finto di essere morta per più di un’ora, sdraiata tra chi era costretto a guardare i propri amati inerti…

Trattenevo il respiro, provavo a non piangere per non nutrire quegli uomini con la paura di cui erano alla disperata ricerca.
Sono stata estremamente fortunata ad uscirne viva, ma molti altri no.
Persone innocenti che erano lì per i miei stessi motivi: passare un venerdì sera sereno ascoltando musica.

Questo mondo è crudele.
Atti come questo non fanno altro che sottolineare la depravazione degli esseri umani, e le immagini di quegli uomini che volteggiavano su di noi come avvoltoi mi daranno tormento per il resto della mia vita.

Il modo in cui prendevano meticolosamente la mira prima di sparare tutti coloro che erano all’esterno della pista senza alcuna considerazione. Non sembrava vero.
Aspettavo che qualcuno finalmente mi dicesse che si trattava soltanto di un incubo.

Ma essere sopravvissuta a questo orrore mi ha dato la possibilità di accendere i riflettori sui veri eroi.
All’uomo che mi ha rassicurato e messo a repentaglio la sua vita pur di proteggermi e coprirmi la testa; alla coppia le cui ultime parole d’amore mi hanno fatto riflettere su quello che ancora c’è di buono a questo mondo; alla polizia che è riuscita a salvare centinaia di vite; al perfetto sconosciuto che si è avvicinato a me in strada e mi ha confortato per tutti i 45 minuti in cui ho pensato che l’amore della mia vita fosse morto; all’uomo ferito che ho scambiato per lui, e che dopo essermi accorta della svista mi ha stretta e confortata, nonostante fosse il primo ad essere solo e spaventato; alla donna che ha aperto la porta di casa sua ai sopravvissuti; all’amico che mi ha offerto rifugio e si è preoccupato di andare a comprare dei nuovi vestiti così che non dovessi più indossare questo top sporco di sangue; a tutti voi che vi siete preoccupati di inviarmi messaggi di supporto.

Tutto questo mi fa pensare che ci sia del potenziale affinché questo mondo diventi migliore.
Che tutto questo non debba succedere mai più.

Ma per lo più questo messaggio è per quelle 80 persone che non sono state così fortunate, e che oggi non hanno avuto la possibilità di svegliarsi.. e per tutto il dolore che i loro amici e le loro famiglie dovranno affrontare.
Mi dispiace.

Non c’è niente che possa attenuare il dolore.
Mi sento privilegiata ad essere stata lì per il loro ultimo respiro.
E avendo davvero creduto che avrei fatto la stessa fine, posso assicurarvi che il loro ultimo pensiero non era rivolto alle bestie che hanno causato tutto questo, bensì a tutte le persone che hanno amato col cuore.

Mentre ero sdraiata in mezzo al sangue di sconosciuti, aspettando quel proiettile che avrebbe segnato la fine dei miei miseri 22 anni, non ho fatto che altro che visualizzare il volto di tutti coloro che amo, sussurrandogli “Ti voglio bene”.
Ancora, e ancora una volta.

Riflettevo sui momenti più belli della mia vita.
Desideravo che le persone che amo sapessero quanto, e mi auguravo che nonostante tutto avrebbero continuato a credere nel bene.
Per non lasciar vincere quelle bestie.

La notte scorsa, la vita di molte persone è cambiata per sempre… e tocca a noi essere migliori.
Tocca a noi vivere le vite che le povere vittime di questa strage hanno desiderato, ma che non saranno mai in grado di realizzare.

Riposate in pace, angeli.
Non sarete mai dimenticati.

Isobel Bowdery, sopravvissuta alla strage del Bataclan

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A Parigi

Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Ecografia Vascolare Articolare DEDICATO ALLE VITTIME DI PARIGI Infrarossi Cervicale Medicina Estetica Luce Pulsata Depilazione Macchie Capillari Dietologo Roma Radiofrequenza Cavitazione Cellulite PelleCessate d’uccidere i morti,
Non gridate più, non gridate
Se li volete ancora udire,
Se sperate di non perire.

Hanno l’impercettibile sussurro,
Non fanno più rumore
Del crescere dell’erba,
Lieta dove non passa l’uomo.

Giuseppe Ungaretti, Non gridate più (contenuta nella raccolta “Il dolore” del 1947)

Dedicata a Valeria Solesin ed a tutte le vittime di Parigi.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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