La nicotina è una sostanza chimica che appartiene al gruppo degli alcaloidi. A dosi minime è moderatamente tossica ma a dosi molte elevate (0,5-1 mg/kg) può essere addirittura letale per l’essere umano. Un individuo di 70 kg che assume tra i 35 ed i 70 mg di nicotina può morire. La nicotina immessa nel nostro organismo fa innalzare la pressione sanguigna e aumenta la frequenza cardiaca, il che la rende un nemico temibile per i cardiopatici. La nicotina viene ottenuta dalle foglie della pianta di tabacco e viene usata nella realizzazione di prodotti sostitutivi per smettere di fumare, come cerotti, gomme da masticare e pastiglie.
La nicotina crea dipendenza
La nicotina non è cancerogena e – in sé ed a dosaggi minimi, come quelli contenuti nelle sigarette – non è molto pericolosa per la salute, almeno non quanto altri componenti nocivi del fumo di sigaretta, come il catrame, il monossido di carbonio, il benzene, la formaldeide, l’arsenico ed il polonio-210, quest’ultimo addirittura radioattivo. Pur non essendo pericolosa per la salute umana, la nicotina diventa pericolosissima in quanto è la sostanza che causa dipendenza fisica dalle sigarette, in modo simile a quello che avviene con altre droghe come cocaina o eroina: il tabagismo è una vera e propria tossicodipendenza ed il fumatore dovrebbe chiamarsi “nicotinomane“. La nicotina è infatti a tutti gli effetti considerata una sostanza stupefacente che, una volta immessa nel circolo sanguigno, come tutte le droghe stimola nel cervello il rilascio di dopamina e altri neurotrasmettitori come serotonina, vasopressina e adrenalina: ciò determina il senso di euforia che ha il fumatore quando fuma e ciò, unito al fatto che la nuova sigaretta “spegne” i sintomi dell’astinenza determinati dal calo nel sangue della nicotina ottenuta con l’ultima sigaretta fumata, rende la sigaretta un elemento considerato “positivo” dal fumatore, che la considera come responsabile degli effetti “buoni”, ma non di quelli “cattivi” legati al fastidio dell’astinenza. Tutto ciò incatena il tabagista in un circolo vizioso di tossicodipendenza molto difficile da spezzare, a causa dei fastidiosi sintomi dell’astinenza.
Il meccanismo della dipendenza
Come già precedentemente affermato, la nicotina immessa nel sangue determina il rilascio di vari trasmettitori, in particolare di dopamina e serotonina, che forniscono al cervello del fumatore rispettivamente un senso di euforia e di felicità. Con il tempo, il fumatore si abitua quindi a mantenere elevati livelli ematici di questi neurotrasmettitori. Cosa accade però se si smette di fumare per un lungo periodo, ad esempio per 12 ore? La nicotina dell’ultima sigaretta fumata, gradatamente viene eliminata dal corpo e nel sangue la sua concentrazione si azzera, il che ha come risultato il fatto che il cervello non ha più gli elevati livelli di dopamina e serotonina a cui è abituato. A questo punto il fumatore inizia a provare un fortissimo desiderio di fumare, in modo da riottenere la propria dose di nicotina, ristabilire i livelli ematici di nicotina e quindi elevare nuovamente dopamina e serotonina. Se ciò non avviene, si verificano i sintomi e segni della sindrome da astinenza da nicotina. In parole semplici il fumatore non vuole fumare perché è bello “il fumare in sé”, come molti pensano, bensì perché grazie al fumo di sigaretta veicola nel proprio sangue la dose periodica della loro droga: la nicotina, esattamente come un eroinomane usa una siringa per iniettare nel proprio sangue la dose periodica di eroina. La mancata assunzione di tale dose procura, in entrambi i casi, i sintomi dell’astinenza.
Sindrome da astinenza da nicotina
La privazione di nicotina per periodi più o meno lunghi comporta la sindrome da astinenza da nicotina i cui sintomi principali sono: desiderio di fumare, ansia, irritabilità, nausea, crampi allo stomaco, mal di testa, collera e mancanza di concentrazione. Il comportamento del tabagista cronico in grave crisi di astinenza è spesso totalmente imprevedibile ed irrazionale: ad esempio può diventare violento con altre persone ed arrivare a fumare mozziconi spenti che trova nei posacenere o per terra. La fase acuta dell’astinenza da nicotina inizia in genere dopo 2 o 3 giorni dopo aver fumato l’ultima sigaretta e dura per circa 2-3 settimane: non a caso questo periodo è particolarmente delicato per chi smette di fumare, perché si provano fortemente i fastidiosi sintomi di astinenza ed è quindi facile rimettersi in bocca la sigaretta. Terminate queste 2-3 settimane, i sintomi di astinenza diventano gradatamente più lievi e sopportabili ed il rischio di ricadute – pur non annullandosi mai del tutto – diminuisce notevolmente. L’arco temporale di 2 – 3 settimane è comunque soggettivo e può essere più lungo in caso di tabagismo di lunga durata.
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