Micropene: i trattamenti per un pene troppo piccolo

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma COME FATTO PENE INTERNO UOMO SESSO Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata Macchie Capillari Ano PenePrima di iniziare la lettura, per meglio comprendere l’argomento, leggi anche: Micropene: quanto misura, complicazioni, c’è una cura?

La condizione di micropene può essere risolta facendo ricorso sia a una terapia ormonale (quindi farmacologica) sia a una terapia chirurgica.

TRATTAMENTO ORMONALE

Il trattamento ormonale consiste principalmente nella somministrazione di testosterone esogeno.
Per ottenere dei buoni risultati, tale cura dovrebbe iniziare durante la prima infanzia – quindi è fondamentale la diagnosi precoce – e interrompersi alla fanciullezza – per evitare spiacevole effetti collaterali come virilizzazione e maturazione ossea precoci.
Sui tempi e le modalità di somministrazione del testosterone esogeno, è bene sapere che:

  • L’assunzione dell’ormone non è mai continuativa. Infatti, massimo ogni 3 mesi è prevista un’interruzione temporanea della terapia.
  • Le vie di assunzione possibili sono quella intramuscolo e quella topica.

Se all’origine del micropene c’è una condizione di ipogonadismo (per esempio come nel caso di un portatore di sindrome di Klinefelter), la cura ormonale a base di testosterone esogeno deve riprendere durante l’adolescenza; molto spesso, in questi frangenti, le somministrazioni durano per tutta la vita.
Per quanto concerne la sua efficacia, il trattamento ormonale può avere particolare successo in alcuni pazienti e meno in altri, quindi varia da persona a persona. In ogni caso, raramente fa sì che il pene raggiunga una lunghezza considerata normale.

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Deficienza di 5-alfa reduttasi

In presenza di una deficienza di 5-alfa reduttasi (quindi quando c’è una mutazione genetica a carico del gene SRD5A2), i medici possono prescrivere una terapia a base di diidrotestosterone esogeno. I risultati ottenibili da un siffatto trattamento sono più che soddisfacenti.
A tal proposito, è importante sottolineare che il ricorso al diidrotestosterone avviene in tutti quei casi in cui c’è una risposta ridotta alla cura con testosterone esogeno.

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TRATTAMENTO CHIRURGICO

Il trattamento chirurgico del micropene consiste in un intervento particolare e molto delicato, chiamato falloplastica di allungamento.
Durante una falloplastica di allungamento, il chirurgo preleva da un avambraccio del paziente una porzione di tessuto cutaneo, che applica attorno al piccolo pene, creando una sorta di involucro cilindrico.
Quindi, su questo involucro cilindrico, opera nel seguente modo:

  • Lo fa raggiungere da una rete di vasi sanguigni e lo innerva. La costruzione di un sistema vascolare serve per la capacità d’erezione, mentre l’innervazione per la sensibilità durante i rapporti sessuali.
  • Vi inserisce una protesi gonfiabile (N.B: in genere, sono protesi ripiene di liquido), dotata di un canale interno per l’espulsione dell’urina e dello sperma. In altre parole, nella protesi c’è un’uretra sintetica.

Se c’è il consenso del paziente, il chirurgo può anche migliorare l’aspetto estetico dell’involucro cilindrico, ricostruendovi, al suo apice, il glande (glanduloplastica).
La falloplastica di allungamento è un’operazione alquanto invasiva, pertanto non è esente da rischi e complicazioni.

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TRATTAMENTI CHIRURGICI DEL PASSATO

In passato, soprattutto su influenza dello psicologo e sessuologo John William Money (1921-2006), si diffuse la teoria secondo cui i portatori del micropene fossero delle “donne mancate” e che, per questo, era necessario ricorrere a una terapia particolare, nota come riassegnazione del sesso.
Brevemente, la riassegnazione del sesso consisteva in: un intervento chirurgico per la modificazione dell’apparato genitale (in un maschio, si provvedeva alla sostituzione del pene con una vagina), cure ormonali e terapia psicologica finalizzata all’accettazione della nuova condizione sessuale.
A partire dal 1975, dopo l’emblematico caso di un certo Bruce Reimer, gli studi e le teorie sulla riassegnazione del sesso, portate avanti da Money, destarono sdegno e furono oggetto di aspre critiche in più parti del mondo. Fu così, quindi, che diversi medici e rappresentanti della carta stampata si incaricarono di screditare l’operato di Money, affermando come la riassegnazione del sesso fosse un trattamento del tutto illogico.
A questo punto, riteniamo opportuno precisare che i soggetti con micropene nascono con un corredo cromosomico XY, come gli uomini con un pene di dimensioni normali.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo

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Se odi i gay, sei omosessuale: gli omofobi sono attratti dai gay

MEDICINA ONLINE GAY OMOSESSUALE AMICI MARE SPIAGGIA SOLE TRISTE INFEZIONE SESSO COPPIA AMORE TRISTE GAY OMOSESSUAANSIA DA PRESTAZIONE IMPOTENZA DISFUNZIONE ERETTILE FRIGIDA PAURA FOBIA TOmofobia uguale omosessualità latente, dice la “leggenda” popolare. A testare finalmente questa ipotesi ci hanno pensato due studiosi in forza al Dipartimento di Psicologia della Brock University, St. I due ricercatori americani sono partiti dallo storico presupposto psicanalitico che ipotizza un legame tra l’odio verso le persone omosessuali e la propria omosessualità repressa. La premessa è vera solo nel caso in cui esista una sorta di “tendenza” inconscia verso uomini o donne, di cui il soggetto è inconsapevole.

In questa prospettiva, le valutazioni negative esplicite, tipiche dell’omofobo, nasconderebbero in realtà una certa attrazione (inconsapevole) verso le persone dello stesso sesso. Ma ad oggi nessuna ricerca aveva dimostrato empiricamente l’esistenza di tale legame. Non è difficile verificare l’atteggiamento esplicito delle persone nei confronti dell’omosessualità. Il problema, hanno dichiarato gli americani, sarebbe stato piuttosto riuscire a ricavare la predisposizione implicita, quella che le persone tendenzialmente nascondono.

Gli Autori hanno esaminato un campione formato da 237 persone (di cui 214 dichiarati eterosessuali, 7 omosessuali, 13 bisessuali e 3 asessuati. Nella prima parte della ricerca, l’obiettivo era raccogliere il dato implicito. Per ottenere tale dato ad ogni partecipante sono state mostrate delle fotografie a sfondo sessuale di uomini e donne. Ogni soggetto doveva associare ad ogni immagine una parola, tipo “eccitante” oppure “disgustoso”. Gli scienziati, durante la prova, hanno misurato ogni volta i tempi di reazione dei partecipanti. Questa è una tecnica utilizzata frequentemente in Psicologia per misurare gli atteggiamenti impliciti che le persone hanno rispetto ad alcune categorie sociali.

Secondariamente, i ricercatori si sono concentrati sugli atteggiamenti espliciti dei partecipanti nei confronti dell’omosessualità e dell’autoritarismo, sottoponendo a tutti un questionario. Ebbene, dai risultati non emerge nessun tipo di associazione tra omofobia e attrazione verso persone del proprio sesso. Al contrario, le donne eterosessuali attratte implicitamente da altre donne manifestano un atteggiamento generalmente più positivo (e non omofobo) verso gay e lesbiche.

In altre parole, almeno tra le femmine, se proprio dovesse esistere un’omosessualità latente (leggi: inconscia) questa stimolerebbe non l’omofobia ma esattamente l’opposto. Questo dato, ci ricordano McInnis e Hodson, conferma quanto già riportato da altri ricercatori (Chivers et al., 2007): l’eccitazione sessuale femminile è meno categoria-specifica rispetto a quella dei maschi. Tra questi ultimi, i gay si eccitano principalmente con stimoli maschili e gli eterosessuali con stimoli femminili. Nelle donne invece questa suddivisione, da un punto di vista fisiologico, non è così marcata. Riassumendo, in base ai dati raccolti in questa ricerca non sembra che alla base dell’omofobia ci sia un’attrazione inconscia e repressa verso persone dello stesso sesso. Per capire da dove vengano odio e violenza nei confronti di gay e lesbiche si dovrà cercare altrove. Senza perdere altro tempo.

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Testosterone basso, alto, valori normali ed interpretazione

MEDICINA ONLINE LABORATORIO BLOOD TEST EXAM ESAME DEL SANGUE FECI URINE GLICEMIA ANALISI GLOBULI ROSSI BIANCHI PIATRINE VALORI ERITROCITI ANEMIA TUMORE CANCRO LEUCEMIA FERRO FALCIFORME MIl testosterone è il più importante un ormone steroideo androgeno ed è responsabile nell’uomo dello sviluppo degli organi genitali e dei caratteri sessuali secondari (barba, peli, timbro della voce, muscolatura), mentre nella donna funge da precursore per la sintesi di un importante ormone femminile (estrogeno). In entrambi i sessi ha poi effetto anabolizzante (stimolazione della sintesi di nuove proteine con conseguente aumento della massa muscolare) e profonde influenze sul comportamento (anche, ma non solo, sul desiderio sessuale).

Nell’uomo viene prodotto principalmente dalle cellule di Leydig, presenti nei testicoli, mentre nelle donne la produzione avviene nelle ovaie (soprattutto in età fertile); la produzione viene stimolata e controllata dall’ormone luteinizzante (LH), sintetizzato dall’ipofisi, all’aumentare dell’LH diminuisce la produzione di testosterone. L’esame misura la concentrazione di quest’ormone in un campione di sangue.

Il testosterone circola nel sangue libero (1-4%) e legato (98% circa). Quest’ultimo può essere in parte legato all’albumina (38%), la principale proteina del plasma, oppure a una proteina legante specifica, e cioè la SHBG, la globulina legante gli ormoni sessuali (60%), anche detta SSBG, cioè globulina legante gli steroidi sessuali. Il legame tra l’ormone e l’albumina non è molto forte e può essere facilmente spezzato, quindi l’espressione testosterone biodisponibile (BAT) è riferita alla somma del testosterone libero e di quello legato all’albumina. Si ritiene che la frazione biodisponibile rappresenti la parte dell’ormone circolante che entra con maggior facilità nelle cellule e rispecchi meglio la bioattività rispetto alla misura pura della quantità totale.

Ricordiamo poi che la variazione dei livelli dell’SHBG può causare inesattezze nella misurazione della concentrazione biodisponibile. La diminuzione del livello di SHBG può essere riscontrata in caso di obesità, ipotiroidismo, durante l’uso degli androgeni e nella sindrome nefrosica. L’SHBG aumenta in caso di cirrosi, ipertiroidismo e uso di estrogeni. In queste situazioni può essere più indicativa la misura del testosterone libero. In molti casi la misura della quantità totale dà al medico tutte le informazioni che gli servono tuttavia, in certi casi (ad esempio se c’è un’anomalia del livello dell’SHBG), può essere eseguito l’esame del testosterone biodisponibile che può diagnosticare con maggior precisione un’eventuale patologia.

Nell’uomo adulto i livelli di testosterone rivestono un ruolo di fondamentale importanza relativamente a

  • sessualità e fertilità (regola il desiderio sessuale e permette la maturazione degli spermatozoi),
  • apparato muscolo scheletrico (previene l’osteroporosi),
  • salute cardiovascolare (rappresenta un fattore protettivo verso diverse malattie metaboliche, come pressione alta e diabete).

Viene utilizzato anche come farmaco, sia negli uomini che nelle donne, in caso di carenza.

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Valori normali del testosterone

Totale

  • Uomini
    • 0 – 5 mesi: 75 – 400 ng/dl
    • 6 mesi – 9 anni: 7 – 20 ng/dl
    • 10 – 11 anni: 7 – 130 ng/dl
    • 12 – 13 anni: 7 – 800 ng/dl
    • 14 anni: 7 – 1,200 ng/dl
    • 15 – 16 anni: 100 – 1,200 ng/dl
    • 17 – 18 anni: 300 – 1,200 ng/dl
    • Adulti: 240 – 950 ng/dl
  • Donne
    • 0 – 5 mesi: 20 – 80 ng/dl
    • 6 mesi – 9 anni: 7 – 20 ng/dl
    • 10 – 11 anni: 7 – 44 ng/dl
    • 12 – 16 anni: 7 – 75 ng/dl
    • 17 – 18 anni: 20 – 75 ng/dl
    • Adulti: 8 – 60 ng/dl

Libero

  • Uomini: 9 – 30 ng/dl
  • Donne: 0.3 – 1.9 ng/dl

Biodisponibile

  • Uomini
    • 20 – 29 anni: 83 – 257 ng/dl
    • 30 – 39 anni: 72 – 235 ng/dl
    • 40 – 49 anni: 61 – 213 ng/dl
    • 50 – 59 anni: 50 – 190 ng/dl
    • 60 – 69 anni: 40 – 168 ng/dl

(Attenzione, gli intervalli di riferimento possono differire da un laboratorio all’altro, fare quindi riferimento a quelli presenti sul referto in caso di esami del sangue ed urina.)

Integrazione

Se interessati all’aumento dei livelli di testosterone in grado di migliorare la prestazione sessuale a qualsiasi età, qui di seguito trovate una lista di altri integratori alimentari acquistabili senza ricetta, potenzialmente in grado di aumentare la quantità di sperma disponibile, potenziare l’erezione e procurare un aumento di libido sia nell’uomo che nella donna. Ogni prodotto viene periodicamente aggiornato ed è caratterizzato dal miglior rapporto qualità prezzo e dalla maggior efficacia possibile, oltre ad essere stato selezionato e testato ripetutamente dal nostro Staff di esperti:

Interpretazione

Uomini

Durante l’infanzia un’eccessiva produzione di testosterone può causare l’inizio di una pubertà precoce.

Nell’uomo adulto un lieve aumento è in genere asintomatico (senza sintomi); aumenti più importanti possono essere segno di tumore e come tale il risultato andrà approfondito.

In caso di valori inferiori alla normalità si è in genere in presenza di ipogonadismo, che può manifestarsi con alterazione delle caratteristiche sessuali (per esempio impotenza) e riduzione della fertilità. Si parla in questi casi di:

  • ipogonadismo primario, quando associato a un aumento dei livelli di LH e FSH, legato a cause:
    • genetiche (per esempio la sindrome di Klinefelter),
    • dello sviluppo (testicolo ritenuto),
    • traumi,
    • ischemia (blocco del flusso di sangue dovuto per esempio a torsione testicolare),
    • infezioni (in passato per esempio un grosso rischio era rappresentato dagli orecchioni),
    • malattie autoimmuni,
    • malattie metaboliche (per esempio insufficienza epatica),
    • orchiectomia (asportazione testicoli);
  • ipogonadismo secondario/terziario, associato a livelli di LH/FSH normali:
    • problemi ipotalamici,
    • problemi ipofisari,
    • iperprolattinemia,
    • malnutrizione,
    • eccesso di esercizio fisico,
    • alcune sostanze d’abuso come la cannabis.

Donne

Durante l’infanzia un’eccessiva produzione di testosterone può causare una mascolinizzazione nelle bambine.

In età adulta può invece manifestarsi sotto forma di

  • comparsa di peli (irsutismo),
  • acne,
  • irregolarità mestruali,
  • problemi di fertilità.

Questa condizione è spesso parte di un quando più generale di sindrome dell’ovaio policistico, più comune nelle donne in sovrappeso; può inoltre essere causata da

  • tumore delle ovaie o alle ghiandole surrenali,
  • iperplasia adenocorticale congenita.

Una diminuzione delle concentrazioni rispetto ai valori di riferimento causa invece sintomi più sfumati, come un calo del desiderio sessuale e alterazioni del tono dell’umore; può essere dovuta a insufficienza ovarica.

Valori Bassi

  • AIDS
  • Cirrosi
  • Criptorchidismo bilaterale
  • Distrofia miotonica
  • Insufficienza renale
  • Iperplasia surrenalica congenita
  • Ipogonadismo
  • Pubertà tardiva
  • Sindrome di Down
  • Sindrome di Klinefelter

Valori Alti

  • Celiachia
  • Gravidanza molare
  • Ipertiroidismo
  • Obesità femminile
  • Ovaio policistico
  • Pubertà precoce
  • Sindrome di Cushing
  • Sindrome di Reifenstein
  • Tumore secernente androgeni
  • Tumore surrene
  • Tumori ovarici

 

(Attenzione, elenco non esaustivo. Si sottolinea inoltre che spesso piccole variazioni dagli intervalli di riferimento possono non avere significato clinico.)

Fattori che influenzano l’esame

  • Negli uomini giovani il livello misurato nelle prime ore del mattino in media è superiore del 50% rispetto alla misurazione nelle ore serali.
  • Il livello può variare considerevolmente a seconda del giorno in cui viene misurato, e a volte varia addirittura più rapidamente. La valutazione dei livelli degli androgeni dovrebbe essere quindi basata su diverse misurazioni.
  • Un aumento eccessivo può essere legato all’uso di steroidi anabolizzanti.
  • Negli uomini i valori possono diminuire in caso di alcolismo e malattie epatiche. Anche alcuni tipi di farmaci, come gli androgeni e gli steroidi, possono far diminuire i livelli degli androgeni.
  • Il tumore alla prostata reagisce agli androgeni, quindi molti uomini con tumori alla prostata in stadio avanzato ricevono una terapia con farmaci che fanno diminuire il livello del testosterone.
  • I farmaci come gli anticonvulsivanti, i barbiturici e il clomifene (Clomid®) possono far aumentare la concentrazione dell’ormone. Le donne in terapia con gli estrogeni possono avere valori più alti del normale.
  • Aumenta dopo l’esercizio fisico e diminuisce con l’età (superati i 40 anni tende a diminuire annualmente dell’1%).

Quando viene richiesto l’esame

Quest’esame in molti casi viene prescritto insieme a quelli dell’FSH e dell’LH ai ragazzi in cui lo sviluppo si presenta tardi o non progredisce. Non tutti i ragazzi iniziano a svilupparsi nello stesso momento, ma di solito lo sviluppo inizia prima dei 10 anni. Tra i sintomi del ritardo della pubertà ricordiamo:

  • ritardo nello sviluppo della massa muscolare,
  • voce che non si abbassa e peli che non crescono,
  • pene e testicoli che non si sviluppano o si sviluppano troppo lentamente.

L’esame può anche essere prescritto in caso di pubertà precoce, con uno sviluppo troppo rapido dei caratteri sessuali secondari (barba, peli, voce adulta, …). Tra le cause della pubertà precoce ricordiamo diversi tipi di tumore e l’iperplasia surrenale congenita.

Negli uomini l’esame può essere prescritto

  • se si sospetta l’infertilità,
  • se il desiderio sessuale diminuisce,
  • osteoporosi,
  • in caso di disfunzione erettile.

Tra gli altri campanelli d’allarme ricordiamo: la mancanza di barba e di peli, la diminuzione della massa muscolare e la ginecomastia (cioè lo sviluppo del seno). La carenza di testosterone totale e biodisponibile è stata inoltre connessa alla maggior presenza di tessuto adiposo viscerale (grasso viscerale o grasso intra-addominale) e all’aumento del rischio di coronaropatie.

Nelle donne l’esame può essere prescritto in caso di irregolarità mestruali o amenorrea (assenza delle mestruazioni), problemi a rimanere incinta o caratteri sessuali maschili, come l’eccesso di peli, calvizie, acne, e/o abbassamento della voce. Il livello può aumentare a causa di tumori che si sviluppano nelle ovaie o nelle ghiandole surrenali, oppure per altre malattie, come la PCOS (sindrome dell’ovaio policistico).

Preparazione richiesta

Non viene richiesta alcuna preparazione.

Altre informazioni

Terapia con il testosterone

L’ormone raggiunge il picco durante l’adolescenza e le prime fasi dell’età adulta. Invecchiando, la quantità diminuisce gradualmente, di solito dell’1% annuo circa dopo i 30 anni. Negli uomini anziani è importante capire se la carenza di testosterone è causata dall’invecchiamento oppure da una malattia (ipogonadismo).

La terapia con il testosterone (con cerotti o iniezioni) è in grado di far aumentare la quantità dell’ormone nell’organismo. Può essere utile per alleviare alcuni sintomi e/o prevenire la perdita di tessuto muscolare e osseo che accompagna l’invecchiamento. I benefici della terapia, tuttavia, non sono ancora stati provati definitivamente. Gli esperti, infatti, temono che la terapia ormonale sostitutiva possa aggravare il tumore alla prostata, ma nessuna ricerca ha finora dimostrato che tale terapia possa provocare il cancro. Chi soffre di disfunzione erettile può avere una carenza di ormone, ma in molti casi la somministrazione di testosterone non migliora i sintomi perché ci sono altre patologie a monte.

La terapia sostituiva offre molte possibilità affascinanti:

  • può aumentare la massa muscolare,
  • migliorare la memoria e la concentrazione,
  • migliorare la libido,
  • far aumentare l’energia.

ma i benefici per la salute offerti dalla terapia sostitutiva non sono però così chiari.

Quali sono i rischi?

La terapia con il testosterone presenta diversi rischi, ad esempio può:

  • far aumentare il rischio di apnea nel sonno, un disturbo del sonno potenzialmente grave in cui il respiro si arresta e riprende più volte nel corso del sonno,
  • far produrre all’organismo troppi globuli rossi (policitemia), aumentando il rischio di malattie cardiache,
  • causare l’acne o altre reazioni cutanee,
  • causare l’iperplasia prostatica benigna (un aumento benigno delle dimensioni della prostata) e forse anche la crescita dei tumori alla prostata,
  • aumentare le dimensioni del seno,
  • limitare la produzione di spermatozoi o far contrarre i testicoli.

Se pensate che la terapia sostitutiva faccia al caso vostro, chiedete al medico quali sono i rischi e quali i benefici. La terapia può essere necessaria se c’è una patologia che fa diminuire la concentrazione di ormone circolante, ma attualmente non è consigliabile curare i normali problemi connessi all’invecchiamento con il testosterone.

La quantità di peli è direttamente proporzionale a quella del testosterone?

Le ricerche hanno dimostrato che c’è una proporzionalità tra la quantità di ormone e quella dei peli, ma la crescita è diversa nelle varie parti del corpo; ad esempio in alcuni uomini l’ormone fa crescere i peli sull’addome e sulla schiena, ma non sul cuoio capelluto, causando la calvizie. I fattori genetici sono i principali responsabili dell’’espressione dell’enzima 5-alfa reduttasi, che converte il testosterone nel diidrotestosterone, causando la predisposizione famigliare alla calvizie. Il finasteride (Propecia®) è un farmaco che inibisce l’azione della 5-alfa reduttasi e può risolvere la tendenza alla calvizie in alcuni uomini.

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I 10 motivi per cui è stressante avere il pene, che le donne non possono capire

MEDICINA ONLINE PENE TESTICOLO ASIMMETRICO PENIS SCROTO DAVID MICHELANGELO FIRENZE ASIMMETRIA VENA VARICOCELEOgni volta che una donna ha il ciclo, oppure è costretta a fare l’equilibrista per fare pipì in un bagno pubblico senza sedersi, pensa che avere il pene renderebbe tutto più facile.

In realtà, anche se ci sono indubbi vantaggi come quello di fare pipì in piedi, essere maschi ha anche degli aspetti negativi da non sottovalutare.

Il giornalista di Cosmopolitan Frank Kobola ne ha elencati dieci, vediamo quali sono.

I 10 svantaggi di avere il pene

  1. Una delle esperienze più dolorose, è chiudersi la punta nella cerniera del pantalone dopo aver fatto pipì. C’è chi finisce al pronto soccorso!
  2. Anche sedersi sui testicoli fa parecchio male. Non accade con molta frequenza per fortuna, ma accade ed è doloroso.
  3. In generale, è stressante doversi costantemente preoccupare dei propri testicoli. Quando un uomo viene colpito nelle parti basse, sente un dolore fortissimo e una nausea profonda che si irradia dall’interno. Certo, partorire è più doloroso, ma è possibile prepararsi con l’epidurale, mentre nulla può preparare un uomo ad un calcio sui testicoli.
  4. Quando fa caldo, avere il pene è insopportabile: i testicoli diventano sudaticci e appiccicosi, sotto il perineo (lo spazio tra l’ano e i testicoli) si forma una pozza di sudore!
  5. Un’altra esperienza dolorosa e pericolosa è la torsione testicolare, davvero tremenda!
  6. Gestire un’erezione è tra le cosa più complicate per un uomo, soprattutto in costume o quando si indossa la tuta. Qualsiasi cosa potrebbe scatenarla, anche in momenti sconvenienti e imbarazzanti.
  7. Nelli Stati Uniti, dove l’acqua del water raggiunge quasi il bordo, è raccapricciante sedersi e toccarla con la punta del pene e i testicoli.
  8. Gli uomini odiano fare pipì dopo il sesso, sia per il fastidioso pizzicore dello sperma secco, sia perché il getto non finisce mai dove dovrebbe, ovvero nella tazza.
  9. Le donne possono avere più orgasmi uno dopo l’altro, l’uomo ha il cosiddetto“periodo refrattario”, il pene deve riposarsi!
  10. La depilazione intima non è mai piacevole, men che meno quando bisogna rasare sopra e attorno ai testicoli.

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Coprofagia umana e animale: cause, rischi e pericoli di ingerire feci

MEDICINA ONLINE MAL DI PANCIA INDIGESTIONE DISPEPSIA MAL DI STOMACO DIGERIRE DIGESTIONE NAUSEA VOMITO CIBO STRESS INSONNIA DORMIRE DIARREA COLITE DOLORE FASTIDIO DIETOLOGIA MANGIARE MALELa coprofagia è un comportamento animale che consiste nell’ingoiare escrementi propri o altrui. Molte specie animali si sono evolute per praticare la coprofagia, pratica dalla quale assumono sostanze preziose per la propria sopravvivenza; altre specie non consumano normalmente feci ma potrebbero farlo in condizioni inusuali. Abbastanza diffusa nel regno animale, è considerata in ambito umano come parafilia sessuale, ove prende il nome di coprofilia, caratterizzata dal particolare interesse per gli escrementi che diventano oggetto di piacere e, in alcuni casi, di eccitazione sessuale. Nelle pratiche erotiche BDSM e fetish consiste in una serie di giochi connessi alla defecazione. In alcuni soggetti la coprofagia è associabile a malattie psichiatriche, come la schizofrenia. Le cause della coprofagia umana, al pari di altre parafilie, non sono ancora del tutto note.

Coprofagia negli insetti

Gli insetti coprofagi ingeriscono e digeriscono gli escrementi di grandi animali; questi contengono sostanziali quantità di cibo semi-digerito (il sistema digerente erbivoro è particolarmente inefficiente). L’insetto che si nutre di feci più diffuso è la mosca.

Leggi anche: Perché le feci hanno un odore cattivo e sgradevole?

Coprofagia nei mammiferi

Anche i maiali mangiano a volte i propri escrementi, o quelli di altri animali. In Corea del Sud, soprattutto a Jeju-do, i suini neri vengono spesso nutriti con escrementi umani, e la loro carne (solitamente servita in ristorantini tipici specializzati) è molto apprezzata. I giovani elefanti, panda, koala e ippopotami mangiano le feci della madre per ottenere i batteri necessari alla digestione della vegetazione trovata nella savanae nella giungla. Alla nascita, il loro intestino è infatti sterile. Senza di essi, non sarebbero in grado di ricavare alcun nutrimento dalle piante. Gli escrementi dell’ippopotamo nutrono i pesci fluviali che poi costituiscono la principale risorsa alimentare delle popolazioni locali. Per questo motivo, la caccia spietata di cui gli ippopotami sono stati vittime ha influito in maniera pesantemente negativa anche sulla fauna ittica e sull’aspettativa di vita delle comunità umane che vivono di pesca sul fiume. I gorilla mangiano le proprie feci e quelle degli altri esemplari di gorilla: tale comportamento sembrerebbe essere motivato dal fatto di riassumere i nutrienti non assorbiti durante il transito dei vegetali nell’intestino e quindi rimasti nelle feci, motivo per cui la coprofagia è da molti ribattezzata “seconda digestione”. L’ipotesi è ad oggi contestata da alcuni ricercatori, in quanto se un organismo vivente lascia materia utile non digerita tra le feci, difficilmente sarà capace di assimilare gli scarti durante un secondo passaggio: è quindi possibile che tali comportamenti siano originati non da motivi nutrizionali, bensì da parafilie del tutto simili a quelle umane. Il comportamento coprofago è abituale nel cane, il cui metabolismo provoca spesso carenze di sali minerali che necessitano di essere reintegrati rapidamente. Per questo il cane ingerisce escrementi propri o altrui. Anche le feci dei cavalli sono particolarmente appetibili per i cani. I criceti mangiano i propri escrementi: si pensa che questa sia un risorsa di vitamina B e K, prodotta da batteri nell’intestino. Alcune scimmie sono state viste mangiare escrementi di cavallo e di elefante per ottenere sale, mentre la coprofagia è stata osservata anche nella talpa nuda.

Leggi anche: Dopo quanto tempo il cibo ingerito viene espulso con le feci?

Coprofagia nelle arti

Esistono vari esempi di coprofilia nelle produzioni pornografiche o d’autore in cui si affronta questa tematica. L’attore e regista austriaco Simon Thaur (creatore della KitKatClub di Berlino) è autore della serie pornografica Avantgarde extreme, che esplora la coprofagia e la coprofilia. Salò o le 120 giornate di Sodoma del celebre regista Pasolini abbonda di scene di coprofagia, mentre un legame tra feci e sessualità è anche chiaramente presente nel lungometraggio La grande abbuffata. Per girare una scena del film Fenicotteri rosa di John Waters il travestito Divine, che nel film impersona se stesso, ha dovuto ingerire le feci di un cane. La coprofagia è il tema centrale della saga The Human Centipede del regista Tom Six.

Leggi anche: Quanto pesano le feci prodotte in un giorno?

Rischi legati all’ingestione di feci

La coprofilia, tralasciando i giudizi di natura morale, può avere delle conseguenze legate all’igiene. Infatti, nelle feci sono contenuti numerosi batteri e virus e la loro ingestione potrebbe causare gravi danni alla salute. La pratica della coprofagia comporta seri rischi per chi ingerisce poiché le feci sono un veicolo per numerosi agenti patogeni, anche vermi e parassiti. Al contrario, il pissing (la pratica secondo la quale si ingerisce urina), non presenta rischi di questo genere. Va sottolineato che in casi di presenza di epatite le feci sono il principale veicolo di trasmissione. Per quanto riguarda il virus HIV (responsabile dell’AIDS) non vi sono rischi, a meno che nelle feci non sia presente del sangue.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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I giapponesi non fanno più sesso: preferiscono bambole e fumetti

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Una bambola gonfiabile “moderna”

Niente più sesso in Giappone. Nel paese del Sol Levante negli ultimi anni si stanno verificando dei dati molto preoccupanti: stando alle ultime statistiche infatti sono sempre di più i giapponesi che non praticano sesso, almeno quello con partner “reale”. I numeri parlano chiaro: le coppie sposate tra i 35 e i 50 anni fanno l’amore, in media, meno di una volta alla settimana ed è in netto aumento la diffusione di bambole gonfiabili ultrarealistichefumetti pornografici. Per l’Istituto per la ricerca su Società e Popolazione il 70% dei celibi e il 60% delle nubili tra i 18 e i 34 anni non hanno nessun tipo di relazione, il 42% degli uomini e il 44,2% delle donne ha dichiarato inoltre di essere ancora vergine.

I problemi del Giappone

Probabilmente questo fenomeno è solo la punta dell’iceberg di una moltitudine di altri problemi che affliggono il Giappone ormai da molti anni, ovvero la diminuzione del PIL e le enormi difficoltà – con serio rischio di crac – del sistema pensionistico. Fatto sta che le waifu (le mogli virtuali) sono sempre più numerose e utilizzate da coloro che vivono praticamente reclusi in casa tra televisione, manga, videogiochi e social network. Pensate che un economista giapponese ha addirittura proposto la “tassa sui belli” in modo che gli hikikomori (così vengono definiti coloro che hanno scelto di ritirarsi dalla vita sociale) possano almeno avere un appeal economico da sfruttare.

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Mariti che convivono con la propria bambola

In aumento anche i mariti che lasciano le proprie mogli per andare a “convivere” a tempo pieno con la loro bambola gonfiabile, mentre le donne in carriera che hanno figli vengono malviste dalla società a tal punto da essere chiamate “mogli diavole”. Questo pregiudizio ha portato al ritiro dalla vita lavorativa di circa il 70% delle neo-mamme.

Le cause

Ma perché i giapponesi non vogliono fare più sesso? Il problema sta da ricercare nei duri ritmi lavorativi, che portano un’alta dose di stress, ma anche nel comportamento dei giapponesi, che vogliono evitare complicazioni emotive in un rapporto di coppia. Il 23% delle donne sposate ha addirittura affermato di vedere il sesso come una “scocciatura” mentre il 18% degli uomini ha detto di avere “molto poco interesse” nel fare sesso con una donna.

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A che serve l’imene?

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La funzione dell’imene è ancora oggi, non esattamente chiarita; probabilmente è legata alla necessità, per l’uomo preistorico, di essere certi che la prole sia davvero propria e non di un altro uomo.

Dire a cosa serve l’imene ci costringe a parlare dell’evoluzione sessuale della nostra specie. Le strategie sessuali che oggi utilizziamo sono il frutto delle pressioni della selezione naturale anche se le nostre condizioni attuali sono molto differenti da quelle in Continua a leggere

“Se tu non mi ami è colpa mia”: i pensieri di una donna che ama un uomo anaffettivo (seconda parte)

Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Flebologo Ecografia Vascolare Articolare Medicina Estetica Mappatura Nei Posturale Dietologo Roma  Radiofrequenza Rughe Cavitazione Cellulite Pressoterapia DIECI MOTIVI LITIGARE IN VACANZA COPPIAQuesta è la seconda parte dell’articolo: “Se tu non mi ami è colpa mia”: i pensieri di una donna che ama un uomo anaffettivo

Se sono abbastanza brava, lui mi amerà

La maggior parte di queste storie parte da un presupposto fallace che è la speranza di tantissime donne: quello di poter far innamorare l’altro grazie al proprio amore incondizionato. La donna che vive un amore non corrisposto è convinta che se sarà abbastanza brava, lui supererà la sua fobia dell’impegno e le proporrà  un rapporto duraturo.
Per ottenere questo intento lei giocherà la carta della seduzione presentandosi come la fidanzata ideale (sarà sexy, dolce al punto giusto, materna ma non troppo, allegra e di buon umore poi forte e indipendente per non spaventarlo con le sue richieste).
Per tenerselo ad ogni costo, lei subordinerà i suoi bisogni e desideri a quelli di lui: se per esempio, è arrabbiata per un ottimo motivo (lui non si fa sentire da due settimane) cercherà di mostrarsi tranquilla per  non sembrare possessiva, non correre il rischio di  irritarlo con le sue domande e di farlo scappare. Molto difficilmente un atteggiamento cosi compiacente farà innamorare un uomo, senza contare che ciò non è la base per un rapporto sano, dal momento che la donna sarà costretta a comportamenti che non le appartengono realmente e che porteranno l’uomo a comportarsi sempre peggio: portando la storia in un circolo vizioso che può generare solo distruzione. La donna si terrà dentro tutto il disagio senza parlarne al partner, cioè l’opposto di quello che avviene in una relazione sana: l’amore si basa  sull’autenticità, sul mostrarsi per quello che si è, con i propri pregi e le proprie  debolezze. Invece nei rapporti basati sulla seduzione, lei indossa la maschera della donna perfetta e non può sperimentare la gioia di essere amata nella totalità del suo essere  e di essere apprezzata anche con le sue piccole fragilità ed imperfezioni. Se anche un giorno la donna dovesse iniziare ad essere “onesta”, l’uomo potrebbe comunque “scappare via” dal momento che lei “non è più quella di un tempo”: in questo caso la donna potrebbe addirittura sentirsi colpevole!

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Lo amo per quello che potrebbe essere

La motivazione che spinge una donna a tollerare il disamore del proprio compagno è la fantasia segreta che lui possa cambiare grazie a lei ed alle sue grandi capacità (e qui torna il discorso sulla poca autostima che deve colmata grazie alla “vittoria” di essere riuscite a cambiare il partner). “Non lo amo per come è veramente ma per quello che potrebbe essere”. La caratteristica  principale di molti rapporti  di questo tipo è  che si vivono più nella fantasia che nella realtà. Lei dà molto e in cambio riceve pochissimo ma lo accetta perché considera la relazione come un investimento per il futuro perfetto che l’attende: non valuta il rapporto in base a quello che effettivamente è (cioè inappagante) ma in base a come potrebbe essere se lui si innamorasse.
Sono le fantasie sulla futura disponibilità del partner a tenere le donne legate per anni ad un rapporto umiliante ed insoddisfacente. In genere queste donne si innamorano più del potenziale di un uomo che dell’uomo vero che hanno davanti, ed il rapporto continua anche se questo potenziale non si sviluppa mai.
Il partner viene idealizzato: di lui si vedono solo gli aspetti migliori (ci si concentra sui rari momenti in cui lui è disponibile e affettuoso) e si ignorano i momenti – più frequenti – in cui lui è freddo, insensibile, egoista. Una donna coinvolta in una relazione unilaterale rimane nel rapporto perché spera che lui cambi, si innamori e diventi  un compagno fedele, presente e premuroso. Inutile dire che questo desiderio di cambiare il proprio uomo  chiedendo al partner quello che non può e/o non vuole dare non è amore.
L’amore implica un enorme rispetto per la natura delle persone, invece se io  inizio una storia con l’intento di cambiare l’altro, di farlo diventare più simile a come io lo desiderio significa che non mi va bene cosi come è e di fatto non lo sto amando: in questo tipo di rapporti spesso la donna NON ama.

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Se lui non mi ama, è colpa mia

Una caratteristica comune di questi rapporti è che le donne che ne sono coinvolte tendono ad ignorare a minimizzare a a giustificare i maltrattamenti del partner. Sono incapaci di arrabbiarsi seriamente con il loro uomo: basta che lui sia un po’ gentile con loro che torti plateali vengano subito dimenticati e perdonati. Basta una carezza per annullare decine di schiaffi. Le fughe, i tradimenti, le bugie e gli egoismi dell’amato  vengono  facilmente giustificati perché “lui non è innamorato di quella, è innamorato solo di me, con lei è stata solo l’errore di una notte”.
Dietro a questo amore apparentemente cosi oblativo, si nasconde – ancora una volta – una scarsa stima di sé: le donne con queste  problematiche si colpevolizzano inconsciamente per il cattivo comportamento del partner. Tendono a pensare che se lui le trascura o le tradisce sia perché loro non sono abbastanza attraenti, interessanti e  intriganti per  farlo innamorare.
Non riescono a capire che non sono loro il problema (o comunque non lo sono del tutto): se lui si comporta cosi non è poiché non è innamorato ma perché non è capace di amare e che avrebbe questa difficoltà con qualsiasi donna e in qualsiasi relazione.
Lei legge l’impossibilità  di lui ad amare pienamente come una difficoltà momentanea e superabile, come una temporanea difesa dalla paura di soffrire magari a seguito di altre esperienze sentimentali che non sono andate bene, quando invece  si tratta di una seria difficoltà caratteriale.
Gli uomini che non riescono ad impegnarsi in una relazione hanno spesso marcati tratti narcisistici o problematiche affettive di una certa entità che rendono loro difficile un coinvolgimento amoroso duraturo. Per uscire dal labirinto di questi amori sbagliati, è di fondamentale importanza imparare a spezzare l’equazione:

lui non mi ama perché io non sono amabile

e considerare invece la situazione da una prospettiva più obiettiva:

lui non mi ama perché non può amare a causa delle sue problematiche psicologiche

Ovviamente ciò non deve significare che qualsiasi problema di un rapporto dipendano dall’uomo: in alcuni casi è importante capire se sia stata realmente la donna a portare l’uomo ad allontanarsi, con alcuni comportamenti sbagliati.

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Non è solo lui ad avere paura di amare

Le donne che si legano ad uomini sfuggenti tendono ad avere loro stesse un profondo conflitto verso l’intimità di cui non sono consapevoli. Malgrado desiderino ardentemente un rapporto di coppia stabile e duraturo, si innamorano solo di uomini anaffettivi o che non vogliono impegnarsi e con cui di fatto è impossibile costruire qualcosa mentre scartano partner più disponibili e potenzialmente più adeguati.
Infatti sebbene siano convinte di volere stabilità, una parte di loro teme l’amore.
La maggior parte delle donne  con queste problematiche desidera e teme al tempo stesso una relazione profonda con un uomo perché l’intimità genera in loro aspettative di rifiuto. Inoltre hanno molte paure verso il rapporto di coppia come per esempio la convinzione inconscia che per avere una relazione stabile occorra sacrificare le proprie ambizioni e la propria individualità come ha fatto la propria madre. Queste donne, nei meandri della loro mente, hanno una immagine negativa degli uomini percepiti inconsciamente come egoisti, inaffidabili, interessati solo al sesso e quindi scelgono uomini che indirettamente confermino le loro testarde idee..
In genere una donna che si innamora solo di uomini non disponibili non è consapevole della propria ansia verso i rapporti che proietta sul partner che viene percepito come quello che non si vuole impegnare mentre lei è quella che desidera a tutti i costi un unione stabile. Invece se  lei riesce a diventare consapevole e a contenere le sue ansie relative alla coppia e all’amore, non avrà più bisogno di agirle scegliendo un uomo inafferrabile e /o non disponibile e sarà attratta da una tipologia diversa di uomo.

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Amori infelici : come comportarsi e come superarli?

A tale proposito ti consiglio di leggere questo mio articolo: Uomo anaffettivo: cosa fare e come comportarsi con lui?

Se credi che il tuo partner sia un uomo anaffettivo ed hai bisogno di supporto, prenota la tua visita e, grazie ad una serie di colloqui riservati, ti aiuterò a superare questa situazione difficile.

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