L’anatomia umana è la parte dell’anatomia che studia la morfologia dell’essere umano, di uomo e donna, in età adulta, infantile e neonatale. La conoscenza dell’anatomia è necessaria al medico per poter comprendere la fisiologia, la fisiopatologia e l’anatomia patologica del corpo umano e risulta importantissima specie in campo chirurgico. Lo studio dell’anatomia umana è strettamente collegato all’embriologia, la branca della biologia che studia i processi tramite i quali gli organismi crescono e si sviluppano prima della nascita. L’anatomia umana viene suddivisa in due grossi “blocchi” che sono: anatomia macroscopica e anatomia microscopica.
Anatomia macroscopica
L’anatomia macroscopica (o “antropotomia“) è lo studio delle strutture anatomiche che possono essere viste senza l’aiuto del microscopio, semplicemente tramite l’osservazione diretta delle diverse strutture. L’anatomia macroscopica comprende quindi la descrizione di forma, colore, peso di un dato organo, tessuto sistema o apparato, della sua vascolarizzazione arteriosa e venosa, della sua innervazione e dei vasi linfatici che gli appartengono. Dell’origine ed inserzione dei tessuti. Dell’anatomia macroscopica fa parte anche l’anatomia regionale (anche chiamata “anatomia topografica“) considera l’organizzazione del corpo umano in parti principali o segmenti e si occupa dello studio dei rapporti esistenti tra i vari organi, della zona che essi occupano e di come possono essere eventualmente proiettati sulla superficie corporea. Essendo l’approccio macroscopico molto intuitivo, si può dire che l’anatomia macroscopica è una delle branche della medicina più antiche in assoluto, già conosciuta ai tempi dell’Antico Egitto.
Anatomia microscopica
L’anatomia microscopica è lo studio delle strutture anatomiche che sono talmente piccole che possono essere osservate solo con l’assistenza di un microscopio, ed include l’istologia (studio dell’organizzazione dei tessuti) e la citologia (studio delle cellule). Lo studio microscopico e quello macroscopico si completano a vicenda e la conoscenza dell’uno necessita anche la conoscenza dell’altro, per porre le basi del corretto studio della fisiologia e della patologia umana. Per fare un esempio, semplificando, mentre l’anatomia macroscopica del fegato si occupa del fegato nella sua interezza, nei rapporti che sviluppa con gli organi vicini e dei vasi che lo irrorano, l’anatomia microscopia si occupa invece della morfologia degli epatociti, cioè le cellule che compongono il fegato.
Anatomia: etimologia
La parola “anatomia” deriva dal tardo latino anatomĭa, termine derivato dal greco ανατομή (ανα = sopra, τομή = taglio), ulteriormente derivato da ἀνατέμνω che significa “tagliare, dividere in parti, dissezionare“, ad indicare sia la pratica di incidere le carni per scoprire la struttura dell’organismo, sia la suddivisione in parti ben distinte tipica della disciplina.
Suddivisione didattica dell’anatomia
Essendo il corpo umano estremamente complesso, per scopi didattici l’anatomia viene distinta in vari sottogruppi. Per fare alcuni esempi:
- l’anatomia dell’apparato locomotore si occupa principalmente di ossa e muscoli;
- la splancnologia studia principalmente una parte della medicina interna (apparato digerente, respiratorio ed urogenitale);
- l’anatomia del sistema nervoso si occupa principalmente del sistema nervoso centrale (SNC) e del sistema nervoso periferico (SNP).
La suddivisione appena descritta è grossomodo quella usata dagli studenti della Facoltà di Medicina e Chirurgia, che imparano l’intera anatomia umana tra il primo ed il secondo anni di università, in un complesso esame che generalmente copre tre semestri.
Anatomia patologica
Quando si parla invece di “anatomia patologica” ci si riferisce ad una branca specialistica dell’anatomia umana e della patologia che studia le malattie umane mediante esame macroscopico degli organi o microscopico dei tessuti e delle cellule. Studiando le alterazioni macro e microscopiche provocate dai processi morbosi negli organi e nei tessuti, l’anatomia umana mira a risalire, dalle alterazioni constatate, all’interpretazione delle varie manifestazioni cliniche della malattia.
Il medico specialista in anatomia patologica prende il nome di “anatomopatologo” o, nell’uso comune, spesso abbreviato in “patologo“, anche se i due termini non sono sinonimi. Il ruolo principale dell’anatomopatologo è quello di formulare o confermare una diagnosi di malattia, mediante l’esame macro e microscopico dei tessuti, indispensabile per iniziare una corretta e specifica terapia, specialmente nel campo oncologico. Tipicamente all’anatomopatologo vengono ad esempio inviati dei campioni di tessuto ottenuti dalla biopsia di un tessuto dove il medico presume si trovi un tumore. Lo specialista lo analizza (verificando quando è diffuso e grave il tumore) ed in base al suo referto l’oncologo e/o il chirurgo impostano la loro terapia. Per farvi un esempio, leggete anche: Tumore al seno C1 C2 C3 C4 C5: cosa significa il referto?
Pur se entrambi effettuano autopsie, la figura dell’anatomopatologo è soltanto marginalmente sovrapponibile a quella del medico legale, qualora venga interpellato in qualità di perito, al fine di collaborare con gli organi investigativi per gli accertamenti legali sulle cause di decessi, non completamente chiarite.
Differenza tra anatomia ed anatomia patologica
Da quanto detto il lettore dovrebbe aver intuito che mentre l’anatomia si occupa della morfologia di una data struttura dell’organismo quando è sana, l’anatomia patologica si occupa invece della morfologia di una data struttura dell’organismo quando è alterata dalla presenza di una patologia. Semplificando: l’anatomia è il “come è fatto quando è sano”, l’anatomia patologica è il “come è fatto quando è malato”.
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