Lo “shopping compulsivo” (o “sindrome da acquisto compulsivo“), è un disturbo del controllo degli impulsi caratterizzato dal desiderio compulsivo ed incontrollabile di fare acquisti, sia in negozi fisici che online. Gli “acquistatori compulsivi” (o “shopper compulsivi”) sono originariamente degli acquirenti del tutto normali, contraddistinti da un acquisto saltuario di beni necessari o raramente non necessari, ma col tempo diventano schiavi di uno stato di ansia che li costringe a comprare qualsiasi cosa, soprattutto beni non necessari. La sindrome da acquisto compulsivo è sempre esistita, tuttavia è solo negli ultimi anni che il fenomeno è diventato molto diffuso, soprattutto grazie alla possibilità di effettuare acquisti su internet su siti specializzati, accessibili ovunque semplicemente con una applicazione su smartphone o tablet.
Shopping compulsivo e tossicodipendenza: alcune similitudini
Il comportamento dell’acquistatore compulsivo, per certi versi, è accostabile a quello di un tossicodipendente alla ricerca della propria dose, che nel suo caso è la dopamina, assieme alla serotonina, due neurotrasmettitori liberati nel cervello ad ogni nuovo acquisto, che danno al soggetto una sensazione di benessere simile ad un piccolo orgasmo. In pratica mentre il tossicodipendente “classico” assume la propria dose dall’esterno (droga esogena) tramite una iniezione, una compressa, una polvere o una sigaretta, l’acquirente compulsivo la riceve invece dall’interno (droga endogena), fornita dal cervello stesso. Il parallelo tra shopping compulsivo e tossicodipendenza è credibile soprattutto se si pensa ad alcuni concetti che sono comuni alle due condizioni:
- tolleranza: gli acquirenti compulsivi incrementano progressivamente il tempo e il denaro destinato agli acquisti, allo scopo di alleviare la tensione che provano. Acquisti “di poco conto”, nelle fasi avanzate della dipendenza, “non danno la stessa euforia” esattamente come un tossicodipendente ha bisogno di incrementare la dose della sostanza per provare lo stesso piacere provato nelle fasi iniziali della dipendenza;
- astinenza e stato di craving: se lo shopper compulsivo, per qualche motivo, si trova impossibilitato a fare acquisti per lunghi periodi, prova delle sensazioni fastidiose legate all’astinenza, esattamente come un eroinomane, un cocainomane o un fumatore quando rimangono troppo tempo senza assumere la sostanza da cui dipendono;
- maggior uso di risorse: lo shopper impiega giorno dopo giorno sempre una maggior quantità di risorse (in particolare tempo e soldi) della propria vita per potersi dedicare alla propria attività, esattamente come un tossicodipendente;
- perdita del controllo e fedina penale: lo shopper compulsivo è incapace di controllare l’impulso che porta a mettere in atto il comportamento in modo ossessivo. La pulsione, nei casi più gravi, è talmente forte che spinge il paziente – di norma una persona onesta – a compiere atti perfino illegali (ad esempio rubare) per poter avere risorse da dedicare alla propria attività, in modo non così diverso da un tossicodipendente.
Conseguenze e rischi
Perfino alcune conseguenze sul lungo periodo dello shopping compulsivo, possono essere accostabili a quelli di una tossicodipendenza. Le conseguenze di uno shopping online grave, protratto e non curato, possono infatti includere:
- diminuzione di performance sul lavoro e possibile licenziamento;
- diminuzione di performance sportive;
- frequenti discussioni con la famiglia;
- minor tempo a disposizione di amici, famiglia, hobby;
- separazione e divorzio;
- calo della libido;
- difficoltà nelle relazioni con gli altri;
- bancarotta della propria attività commerciale;
- tracollo finanziario personale;
- malnutrizione per difetto (i soldi vengono utilizzati per lo shopping e non per comprare cibo sano);
- difficoltà nel gestire i figli;
- stress psico-fisico cronico con aumentato rischio o peggioramento di molte malattie (come quelle cardiovascolari, ad esempio ipertensione arteriosa, e psichiatriche, come sindrome di accumulo e depressione);
- incubi notturni;
- insonnia;
- essere vittima di indebitamenti “pericolosi”, ad esempio con strozzini;
- isolamento sociale;
- perdita di contatto con la realtà;
- allucinazioni;
- depressione;
- attuazione di comportamenti antisociali o illegali (ad esempio furto e prostituzione per ottenere i soldi necessari all’acquisto compulsivo);
- pensieri suicidari;
- suicidio.
Per approfondire:
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Lo Staff di Medicina OnLine
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