Disfunzione erettile: ecografia colordoppler dinamica del pene

MEDICINA ONLINE SPERMA LIQUIDO SEMINALE PENIS VARICOCELE HYDROCELE IDROCELE AMORE DONNA PENE EREZIONE IMPOTENZA DISFUNZIONE ERETTILE VAGINA SESSULITA SESSO COPPIA LOVE COUPLE FRINEDS LOVGli esami usati per la diagnosi di disfunzione erettile (impotenza), comprendono esami di primo livello (meno invasivi, come gli esami ematochimici) e di secondo livello (generalmente più invasivi). Tra gli esami di secondo livello è incluso ad esempio il test con iniezione nel pene di alprostadil (PGE1) e l’ecocolordoppler dinamico penieno, entrambi necessari qualora il medico sospetti che la componente vascolare del pene sia la causa della disfunzione erettile.

Ecocolordoppler dinamico penieno

L’ecocolordoppler dinamico del pene è una metodica strumentale di secondo livello da proporsi in pazienti con presenza di alto rischio per malattie cardiovascolari o risposta patologica al test con PGE1, al fine di quantificare meglio la presenza di una possibile componente vascolare nel determinismo del disturbo erettile. Tale esame viene effettuato mediante campionatura delle arterie cavernose in condizioni basali e, dopo iniezione di una dose standard di alprosadil (PGE1) 10 mcg, ogni 5′ per almeno 20′. I parametri maggiormente considerati sono la velocità di picco sistolico (Vps) e la velocità telediastolica (EDVs):

  • la Vps indaga la componente arteriosa del flusso penieno;
  • la EDVs è indice della funzionalità dei meccanismi di veno-occlusione.

L’analisi dell’onda di flusso dopo PGE1 mostra un progressivo incremento della Vps, fino al raggiungimento di un valore massimo campionabile, parallelamente alla riduzione delle resistenze peniene e del flusso ematico farmaco-indotto. Contemporaneamente, in conseguenza dell’attivazione dei sistemi di veno-occlusione, si assiste ad una riduzione progressiva dell’EDVs che tende ad approssimarsi allo zero e, se vi è un’erezione con rigidità ottima le, a un’inversione del flusso. Ciò è ritenuto un indice di buona efficienza dei meccanismi venoocclusivi stessi. Un valore di Vps massimo (Vps max) superiore a 25-30 cm/sec è utilizzato usualmente come soglia di normalità per ciò che concerne la possibile presenza di una componente arteriosa. Può anche essere sufficiente, nella maggior parte dei soggetti, la misurazione della Vps in condizioni basali. In particolare un valore basale di Vps maggiore di 12,5 cm/sec, campionato alla base del pene, è predittivo nel 92% dei casi di una Vps dinamica (cioè dopo somministrazione di PGEl intracavernosa) maggiore di 30 cm/sec. Nello stesso studio, inoltre, si dimostra come un’accelerazione basale maggiore di 1 m/sec correli nel 93% dei casi con una Vps max maggiore di 30 cm/sec indipendentemente dai valori di Vps basale. Tali evidenze sperimentali permettono di consigliare, nei casi in cui sia indicata l’esecuzione dell’ecocolordoppler, specie a pazienti riluttanti ad effettuare un’iniezione intracavernosa, una semplice determinazione della Vps basale. Se la Vps basale è minore di 12,5 cm/sec è utile il calcolo dell’accelerazione. Solo se quest’ultima è minore di 1 m/sec è indicata l’esecuzione di un test dinamico con iniezione di 10 mcg di PGE 1.
Alcuni autori attribuiscono particolare importanza alla detenninazione della EDVs, identificando con la categoria di venogenici (disfunzione dei meccanismi di vene-occlusione) pazienti con valori patologici di tali parametri. Recentemente si sono paragonati i risultati dell’ecocolordoppler penieno con una valutazione psicofisiologica comprendente un’accurata valutazione psicosessuale, stimolazione visuale (VSS) e PGE1 intracavernosa a basso dosaggio.

Lo studio doppler ha mostrato la presenza di alterazioni dell’ecocolordoppler suggestive di una alterazione del meccanismo veno-ocdusivo in più del 50 dei pazienti psicogeni (normali erezioni con stimolazione visiva o basse dosi di PGE1). Tali dati, insieme agli scarsi risultati della chirurgia venosa peniena dimostrano che l’ansia può essere responsabile di un ipertono adrenergico alla base di un incompleto rilasciamento delle cellule muscolari lisce dei corpi cavernosi che può condizionare una deficienza dei sistemi di veno-occlusione, almeno in una parte dei casi. In presenza di risposte all’ecocolordoppler patologiche per componente venosa o mista, specie in soggetti giovani e in assenza di fattori di rischio per malattie cardiovascolari, il risultato deve essere ben valutato in rapporto ad una possibile componente psicogena che non permette un adeguato rilassamento dei corpi cavernosi. Nei casi comunque dubbi, la valutazione delle erezioni notturne mediante Rigiscan® può rappresentare un’alternativa per una conferma diagnostica di incompetenza venosa. In conclusione l’ecocolordoppler penieno rappresenta una metodica di secondo livello, minimamente invasiva, i cui risultati sono gravati da un’alta percentuale di falsi positivi. A ciò va aggiunta una variabilità legata all’operatore che ne ribadisce l’utilità solo in pazienti selezionati con alto rischio cardiovascolare per meglio quantificare una possibile componente arteriogenica.

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