Con “disfunzione erettile” (acronimo DE, in inglese erectile dysfunction o impotence), fino al 1993 denominata “impotenza“, in medicina si indica l’incapacità del soggetto adulto di sesso maschile nel mantenere un’erezione sufficiente a condurre e portare a termine un rapporto sessuale soddisfacente per sé e per il partner. Attualmente sono molti gli esami utili per la diagnosi della disfunzione erettile.
Approccio diagnostico al paziente con disfunzione erettile
L’enorme aumento di conoscenze verificatosi negli ultimi anni sulla fisiopatologia della funzione eretti le maschile hanno permesso di comprendere meglio sia i meccanismi che regolano tale funzione sia le sue alterazioni. Perché l’erezione peniena si possa realizzare al momento opportuno, in genere in occasione di un rapporto sessuale, occorre che vengano vinti tutti quei meccanismi di controllo centrale, spinale e periferico che mantengono il pene in stato di flaccidità per la maggior parte delle 24 ore. In pratica, per una corretta erezione ed attività sessuale soddisfacente, occorre che siano presenti le seguenti condizioni organiche, psicologiche, relazionali:
Condizioni organiche:
- ormoni: un normale equilibrio endocrino, in particolare livelli sufficienti di testosterone
circolante; - vasi sanguigni: una buona pervietà delle arterie pudende e delle loro diramazioni, in particolare delle arterie cavernose: tale pervietà permette al sangue di scorrere senza impedimenti e rendere turgido il pene;
- anatomia del pene: una normale conformazione peniena e una normale struttura del tessuto cavernoso dove la componente delle cellule muscolari lisce delle trabecole deve essere adeguatamente rappresentata e in equilibrio con la componente del collagene;
- sistema nervoso: il buon funzionamento della trasmissione degli impulsi nervosi sia di tipo autonomico che somatico a livello dei nervi cavernosi e del nervo pudendo.
Condizioni psicologiche (intra-psichiche):
- libido: presenza di adeguata libido, di attrazione verso la partner (in caso di soggetto eterosessuale) o il partner (in caso di soggetto omosessuale;
- assenza di stress: presenza di rilassamento psicologico generale, di assenza di “pensieri negativi” e ansia da prestazione, presenza di un ambiente propizio all’attività sessuale, assenza di condizioni psichiatriche relative all’umore, come depressione e disturbo bipolare .
Condizioni relazionali:
- partner coinvolto: partecipazione della partner o del partner all’atto sessuale sia come coinvolgimento psicologico che come coinvolgimento fisico attivo;
- sentirsi coinvolto nell’atto sessuale.
Altre condizioni:
- assenza di altre condizioni e malattie che possono impedire o comunque condizionare l’erezione, come la stanchezza fisica, l’insonnia, l’assenza dei testicoli, l’età molto avanzata, una lunga astinenza sessuale, la paralisi completa del corpo, un’abbuffata, l’abuso di alcolici e droghe…
La presenza della disfunzione erettile è legata al mancato realizzarsi di una o più delle condizioni prima elencate, spesso ad una componente organica, associata al mancato realizzarsi delle condizioni psicologiche e/o relazionali. Per ovvie ragioni culturali e storiche, legate al predominare della figura maschile nei vari settori delle società occidentali da un lato, e dall’altro per il tipo di percorso formativo seguito dai medici nel corso dei loro studi, l’attenzione che il medico rivolge a queste tre componenti è molto diversa. Molta attenzione è rivolta alla componente organica, una certa attenzione, in genere minore, alla componente psicologica e quasi nessuna attenzione alla componente relazionale, che invece è importantissima. Questo atteggiamento è determinato anche dal fatto che, mentre gli accertamenti per la valutazione della componente organica (esami ematochimici e strumentali) sono molti e possono essere prescritti rapidamente al paziente, la valutazione della componente psicologica e relazionale richiederebbe invece di instaurare un lungo rapporto di colloquio col paziente e, in alcune occasioni, anche con la partner (che molto spesso è peraltro assente), rapporto che dovrebbe anche includere uno psicologo o uno psicoterapeuta o comunque un medico esperto in questo tipo di interazione. Per tale lungo colloquio inoltre occorre molto più tempo di quello che il medico pensa in genere di poter dedicare a un paziente o che, nelle strutture pubbliche affollate di pazienti, può materialmente dedicargli, quindi purtroppo viene spesso tralasciato, il che è un grave errore.
Esami per la diagnosi di disfunzione erettile
Sono molti i test e gli esami che il medico può usare per diagnosticare soprattutto i problemi relativi alla componente organica del disturbo, come ad esempio alterazioni anatomiche o alterata concentrazione di uno o più ormoni relativi alla sfera sessuali. Grazie a tali strumenti il medico potrà decidere se stabilire una terapia medica, o chirurgica, o ancora psicologica.
L’approccio clinico di primo livello al paziente con disfunzione erettile prevede:
- anamnesi medica generale accurata;
- anamnesi sessuologica accurata;
- esame obiettivo generale e dei genitali esterni;
- alcuni semplici esami di routine e di esami ormonali.
Tali accertamenti consentono nella maggior parte dei casi un orientamento diagnostico e le conseguenti decisioni terapeutiche. Ulteriori accertamenti sono inclusi negli esami di secondo livello:
- test di somministrazione intracavernosa di prostaglandina E1 (PGE1);
- ecocolordoppler dinamico delle arterie peniene;
- registrazione delle erezioni spontanee notturne (erettometria notturna con Rigiscan®);
- arteriografia;
- cavernosometria, cavernosografia;
- esami neurofisiologici.
Conclusioni
L’approccio al paziente con disfunzione erettile è semplice purché il medico decida di dedicare all’interessato una quantità di tempo adeguata. Una anamnesi accurata generale e sessuologica, un esame obiettivo accurato e un minimo di esami ematochimici e ormonali sono sufficienti ad orientare il medico sulla causa o, più spesso, sulle cause del disturbo. In caso di dubbi possono essere usati esami di secondo livello, spesso più invasivi, come ad esempio il test con iniezione nel pene di alprostadil (PGE1) e l’ecocolordoppler dinamico penieno, entrambi necessari qualora il medico sospetti che la componente vascolare del pene sia la causa della disfunzione erettile. Esistono comunque strumenti validati (come l’intervista SIEDY) che consentono al medico un approccio anamnestico semplificato e quindi più rapido.
Per approfondire i singoli argomenti, continua la lettura con:
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- Esame obiettivo nella diagnosi della disfunzione erettile
- Accertamenti ematochimici e ormonali nella diagnosi della disfunzione erettile
- Iniezione di alprostadil (PGE1) nella diagnosi della disfunzione erettile
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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine
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