L’emulsiolipolisi è una giovane metodica, di tipo lipolitico, che prevede la somministrazione di fosfolipidi ipotalamici e carnitina direttamente nel tessuto adiposo; nel caso in cui all’infiltrazione è seguita l’applicazione di ultrasuoni, si potrà parlare di emulsiolipolisi ultrasonica. Questo tipo di terapia nasce per il trattamento della cellulite e dell’adiposità localizzata, inestetismi che spesso non sono due entità separate, anzi la maggior parte delle volte coesistono.
TECNICA
La tecnica dell’emulsiolipolisi prevede l’infiltrazione nel tessuto adiposo e/o cellulitico, con piccoli aghi di pochi millimetri di lunghezza, di alcune sostanze quali: carnitina, fosfolipidi ipotalamici, soluzione fisiologica e la lidocaina.
Primo tempo
Si infiltra il cocktail nel tessuto adiposo, in maniera tale che si possa verificare l’emulsione dei trigliceridi intradipocitari, ed una successiva micellizzazione dei trigliceridi intradipocitari emulsionati (ossia formazione di svariate goccioline di grasso stabili). La lidocaina è necessario che sia presente nella soluzione, allo scopo di ridurre i fastidi, (lieve dolore e bruciore), causati dalla somministrazione della soluzione stessa.
La soluzione fisiologica permette una adeguata idratazione del tessuto adiposo che per definizione è povero di acqua.
La carnitina favorisce la ossidazione e soprattutto il trasporto dei grassi nei mitocondri.
È opportuno diffondere a tutto il tessuto adiposo interessato il cocktail, per ottenere un effetto emulsionante-micellizante il più omogeneo possibile.
Secondo tempo
Consiste in una movimentazione dei tessuti dell’area infiltrata. Questa azione riproduce l’azione della peristalsi intestinale durante la digestione dei grassi e favorisce la emulsione e micellizzazione dei grassi stessi.
Terzo tempo
Ottimizza la emulsione e micellizzazione dei trigliceridi intradipocitari con una conseguente maggiore attivazione della lipasi intradipocitaria. Consiste nell’applicazione di ultrasuoni in corrispondenza dell’area infiltrata.
Dopo una disinfezione della zona infiltrata, si distribuisce sull’area stessa un gel conduttore, si applica, quindi, la sonda ad emissione di ultrasuoni sulla cute, per un tempo medio di venti minuti e comunque dipendente dal numero di infiltrazioni che si sono effettuate.
La sonda deve essere mossa lentamente sul gel conduttore e in modo da coprire tutta la zona infiltrata, passando e ripassando più volte. Il movimento continuo della sonda è importante, perché in tal modo si limitano gli inconvenienti che potrebbero verificarsi ad opera degli alti livelli di temperature che potrebbero realizzarsi localmente.
L’ipertermia, infatti, potrebbe causare localmente per esempio processi infiammatori, inoltre si potrebbe inattivare la lipasi intradipocitaria (è una proteina) limitando in modo importante il metabolismo lipolitico distrettuale.
Terminato il tempo programmato, si asporta il gel conduttore utilizzato e si disinfettano le parti trattate. Si procede allo stesso modo sulla parte contro laterale.
La frequenza delle sedute di emulsiolipolisi ultrasonica varia, essendo più ravvicinate, settimanali, nel primo e secondo mese, poi successivamente le sedute saranno meno frequenti sino ad avere un ritmo mensile.
Le controndicazioni
La emulsiolipolisi ultrasonica è controindicata in presenza di mezzi di sintesi metallici e di protesi articolari metalliche.
Infatti il pericolo è che i mezzi di sintesi metallici e le protesi articolari metalliche, per il loro maggiore assorbimento rispetto ai tessuti circostanti, possano andare incontro a surriscaldamento.
L’incremento termico potrebbe comportare un’alterazione degli stessi, in quanto il calore favorisce la deformazione. Inoltre il surriscaldamento potrebbe determinare danni a carico dei tessuti molli circostanti innescando processi infiammatori. Infine, i mezzi di sintesi metallica e le protesi articolari metalliche, potrebbero risentire delle vibrazioni degli ultrasuoni, perdendo il loro assetto.
L’emulsiolipolisi ultrasonica è controindicata, inoltre, nelle flogosi acute, neoplasie, lesioni cutanee, in prossimità del midollo spinale, in corrispondenza della zona cardiaca (per interferenze con la conduzione cardiaca), in gravidanza, nei portatori di pace-maker, nei casi di steatosi epatica, di malattie acute e croniche del fegato, di aumenti oltre il limite del colesterolo e dei trigliceridi.
Un tempo tra le controindicazioni veniva annoverata l’osteoporosi. Oggi le cose sarebbero diverse, infatti sembrerebbe che l’effetto piezoelettrico degli ultrasuoni esplichi un azione osteogenetica, ossia favorente la crescita dell’osso.
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