Andromeda (1971): trama senza spoiler e recensione del film

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma ANDROMEDA 1971 FILM TRAMA RECENSIONE SPO Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Ano Pene.jpgAndromeda. Un film di Robert Wise. Con David Wayne, Arthur Hill, James Olson, Kate Reid, Paula Kelly. Titolo originale The Andromeda Strain. Fantascienza, durata 130 min. – USA 1971

Trama senza spoiler
Vicino una piccola città del New Mexico, Piedmont, precipita il frammento di un satellite e subito dopo quasi tutti gli abitanti della città muoiono inspiegabilmente ed improvvisamente nello stesso momento. Una squadra tra i migliori scienziati composta da un biologo, un microbiologo, un chirurgo ed un patologo, viene inviata d’urgenza in una complessa struttura governativa segreta per esaminare il frammento di satellite e trovare la causa delle morti improvvise.

Attori principali

Recensione
Tratto dall’omonimo romanzo di Michael Crichton (il primo ad essere pubblicato dall’autore senza il ricorso allo pseudonimo), il film conserva ancora oggi notevole impatto drammatico. Il regista Robert Wise gira con freddo stile semidocumentaristico, abbracciando lo spazio dell’azione con efficaci riprese dall’alto e fissando, con esiti inquietanti, i particolari della devastazione con la tecnica del “fermo-immagine”, in un fluire di immagini quasi completamente senza colonna sonora.
La scelta di un cast antidivistico (tra gli interpreti l’attore più noto, al momento, è David Wayne, impiegato per lo più come “spalla” in commedie brillanti) è funzionale all’impostazione cronachistica della vicenda che non cerca il facile effetto spettacolare, ma invita le coscienze alla riflessione. Andromeda è un sintomo del profondo smarrimento che si diffonde nella società americana alla conclusione del nefasto intervento in Vietnam. Le blindate certezze propagandate nei tempi della guerra fredda cedono ormai ai dubbi e all’insofferenza che investono larghi settori delle generazioni nuove e adulte. Il nemico può annidarsi all’interno della nazione, può essere il prodotto di un regime che maschera la sua indole aggressiva dietro la più bonaria maschera democratica, che manipola l’informazione e persegue programmi di armamento segreti.
È film dove l’uomo nuovo tecnologico, dopo gli entusiasmi per la voglia di conquista dell’infinito sconosciuto degli anni ’60, si interroga sui rischi nell’esplorazione dell’ignoto; aspetti psicologici di insicurezza generano fantasmi di timori profondi  ben strutturati tra rischi di esplosioni nucleari non volute, semplici pezzetti di carta che possono impedire importanti comunicazioni e pericoli di epidemie mondiali, che ancora oggi – dopo cinque decadi – appaiono  verosimili, di attualità ed assolutamente giustificati (basti pensare al Covid 19 ed al rischio di una Terza Guerra Mondiale scatenata dalla Russia).
Come nel libro di Crichton, anche nel film, il batterio letale – un “mostro” che in quanto invisibile e sfuggente è tanto più pericoloso e incontrollabile – simboleggia la criminale follia di una ricerca scientifica asservita a scopi militari e di prevaricazione che, per tragica legge del contrappasso, può condurre sulla strada tortuosa dell’autodistruzione, in un mondo dove l’epilessia deve ancora essere tenuta nascosta con vergogna, per paura di essere ostracizzati dalla società, non solo quella scientifica.
Da questo film è stata tratta una mini serie TV in due episodi di circa un’ora e mezza l’uno, del 2008 con Benjamin Bratt, Christa Miller e Louis Ferreira. Purtroppo, come spesso avviene, il remake a mio avviso non è neanche lontanamente paragonabile all’originale in quanto a fascino.

Leggi anche:

Accoglienza
Il film fu molto apprezzato dalla critica e dal pubblico negli anni 70: la pellicola fu candidata all’Oscar per il montaggio e per le scenografie ed entrò in lizza per il premio Hugo come migliore opera di fantascienza.

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma ANDROMEDA 1971 FILM TRAMA RECENSIONE SP Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Ano Pene.jpg

Accuratezza scientifica
Il titolo originale è “The Andromeda Strain”: la parola “strain” viene usata in medicina per indicare “specie, forma”, intesa come forma virale (come quando si dice che quest’inverno ci sarà una nuova forma di influenza). Già dal titolo si può quindi intuire che c’è molto di scientifico “old school” in questo film, cosa che me lo fa piacere quasi a prescindere. Mi piace pensare che un bambino, vedendo questo film negli anni ’70, abbia deciso di studiare le Scienze e che magari ora sia un bravo medico, ingegnere o ricercatore. Molte idee coraggiose e non solo in campo scientifico, vedi l’interessante teoria sociologica “dell’uomo spaiato”.
Ricordo che questo lungometraggio fu girato in tempi prossimi al capolavoro 2001 odissea nello spazio di Stanley Kubrick (uscito nel 1968, tre anni prima di Andromeda); tale “vicinanza” non può che aver giovato alla regia che si adoperò con impegno a  proporre una fantascienza non “gigionesca”, ma riflessiva seppur fredda e quasi distaccata. La ricerca della scenografia credibile non è mai approssimativa ed anzi è seriamente concentrata nel proporre qualcosa di verosimile anche e soprattutto sul piano scientifico, fino a mostrare la sofferenza degli animali-cavie, in maniera realistica e quasi disturbante, qualcosa di profondamente innovativo e “rischioso” per l’epoca, se pensate che stiamo parlando di quasi 50 anni fa.
Sorretto da un largo impegno produttivo, il film vantava, secondo la pubblicità del tempo, il laboratorio scientifico più accuratamente ricostruito mai apparso sullo schermo (per la non trascurabile spesa di circa 300.000 dollari che per gli anni ’70 erano una bella cifra) e, da medico, posso solo che rimanere favorevolmente impressionato dall’accuratezza scientifica quasi documentaristica di questo film, difficile da ritrovare in film anche molto più recenti, con particolari assolutamente da nerd e che hanno quasi previsto il futuro, tra terreni di coltura agar cioccolato, braccia meccaniche da chirurgia robotica in stile Da Vinci e studi medici del futuro dove ci sono monitor, siringhe, lettini… tutto tranne il medico!

Leggi anche:

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma ANDROMEDA STRAIN 1971 FILM  NUDE NAKED WOMAN GIRL DONNA NUDA Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commission Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie.jpg

Una delle vittime di Andromeda

Esplosioni? Quasi…
Anche se non mancano laser e conti alla rovescia da fine-del-mondo, dimenticatevi gli alieni, le astronavi, le esplosioni alla “Indipendence day” e state pronti ad indossare un camice: con questo film entrerete in un laboratorio ultrasofisticato che – se pensate all’anno in cui il film è stato realizzato – batte di gran lunga l’alveare del mio amato “Resident evil“. Due ore che passano tenendovi incollati allo schermo, per capire cosa diavolo riduce quel sangue in polvere e perché il pianto di un lattante può essere qualcosa di buono, a volte.
Due ore di domande, immerse nella claustrofobia di pareti colorate con tinte forti alla Kubrik, immerse in una computer grafica che adesso fa sorridere ma all’epoca era strabiliante e condite dalla bravura degli attori, che hanno la stessa faccia dei professori di scienze al liceo, tra i quali per me spiccano il giovane dott. Mark Hall, chirurgo “spaiato” e vagamente marpione, e la dottoressa Ruth Leavitt (una grandissima Kate Reid) con le sue caustiche battute, le sue debolezze, le sue sigarette che non può fumare, il suo sguardo perso nel vuoto quando intuisce la verità.
Se siete appassionati di fantascienza “scientifica ed introspettiva” alla “Moon“, dove al centro della storia rimane sempre l’uomo con le sue paure e non qualche alieno robot che esplode o – peggio – qualche marziano sopravvissuto che non smette di ballare la disco music, non potete perdervi questo cult che qui in Italia è ancora quasi sconosciuto, nonostante sia un lavoro molto interessante e sicuramente attuale quasi a 50 anni di distanza. Imperdibile!

Leggi anche:

Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o unisciti al nostro gruppo Facebook o ancora seguici su Twitter, su Instagram, su YouTube e su Pinterest, grazie!

Moon (2009): trama, recensione e spiegazione del film

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma MOON FILM 2009 TRAMA SPIEGAZIONE RECENSIO NE Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Pene.jpgMoon, un film di Duncan Jones. Con Sam Rockwell, Kevin Spacey, Dominique McElligott, Kaya Scodelario, Matt Berry. Fantascienza, drammatico, durata 97 min. – Gran Bretagna 2009

“Sono qui per proteggerti, Sam. Voglio aiutarti”

Trama generale senza spoiler
La multinazionale Lunar Industries ha trovato il modo di risolvere il problema della mancanza di energia che attanaglia la terra: generarne in maniera pulita e non dannosa sfruttando il materiale di cui sono composte le rocce presenti sul lato oscuro della Luna. A sorvegliare il lavoro dei macchinari è stata posta una base sul satellite naturale della Terra abitata unicamente da un computer tuttofare dalla voce umana e da un uomo, solo, quasi arrivato al termine dei suoi tre lunghissimi anni di contratto e sempre più vittima degli scherzi che stanchezza e solitudine gli procurano, come le allucinazioni visive. Tutto però sembra procedere normalmente, finché non sarà un incidente quasi mortale a dare il via ad una serie di avvenimenti che metteranno il protagonista di fronte a se stesso e le sue paure.

Leggi anche:

Analisi senza spoiler
Duncan Jones, figlio del celebre cantante David Bowie, è al debutto come regista cinematografico dopo il cortometraggio Whistle del 2002. Uno dei pochi “figli di” che sembra veramente avere grandi qualità e potenzialità. Duncan ama i film di fantascienza, specie quelli degli anni ’70 e ’80, e in Moon si nota chiaramente quanto il genere abbia influenzato il suo modo di fare film. Le citazioni sono tante e divertenti da scovare: da Hall di 2001 alle allucinazioni spaziali di Solaris, da Alien (1979) ad Atmosfera zero (1981) solo per citare le più evidenti, fino ad arrivare al mostrare – da vero nerd – la rivista “Take Off”, che anche io collezionavo da bambino. Ma Moon non è solo questo, come i film di fantascienza non sono soltanto una navicella che vola a velocità supersonica. La solitudine del protagonista Sam Bell (un eccezionale Sam Rockwell), il rapporto con se stesso e con Gerty il computer che lo “assiste” (la cui voce in versione originale è di Kevin Spacey) nonché il suo comportamento in tutte le vicende post incidente, sono un pretesto per far riflettere su tematiche fondamentali per l’uomo di oggi come per quello del futuro. La relazione fra l’uomo e la macchina, laddove l’uomo diventa freddo e spietato come fosse senza anima e la macchina diventa un compagno complice dell’umanità è un chiaro monito affinché i più importanti valori etici si accompagnino sempre agli sviluppi tecnologici.
In questo film Sam Rockwell dà un’ottima prova di sé: recita in maniera perfetta, non creando confusione nello spettatore se non quella voluta, ma esprimendo la giusta suspense ed ambiguità nei momenti più adatti. La pellicola nonostante sia incentrata su un solo personaggio non perde di ritmo, sin da subito sono disseminati indizi su come svelare l’arcano finale, che risulta, come è buona tradizione dei film di genere, solo una scusa per poter introdurre altri contenuti.

“GERTY, noi non siamo programmi. Siamo persone, è chiaro?”

La “vecchia scuola”
Qualcuno potrebbe dire che è lento, ma questo non è un film “solo” fantascientifico. Non aspettatevi inseguimenti nell’iperspazio, azione ed esplosioni, non aspettatevi nessuna creatura extraterreste, è un film su un uomo e sull’uomo, come erano una volta i film di fantascienza. E non aspettatevi neanche effetti speciali da super computer grafica: qui ogni cosa – per fortuna, aggiungo io – è “old school”: Jones ha preferito utilizzare modellini piuttosto che affidarsi all’animazione digitale e si è procurato specialisti che avevano già lavorato per “2002: la seconda odissea”, con risultati naturali, semplici ma efficaci e di forte impatto. Il film è stato realizzato con un budget limitato (5 milioni di dollari), cercando di ridurre al minimo i costi di produzione, riducendo al minimo il cast, sostanzialmente composto da un solo attore ed effettuando in studio tutte le riprese. Queste ultime hanno avuto luogo negli Shepperton Studios, nel Regno Unito, per la durata di 33 giorni tra febbraio e marzo del 2008. Per ricreare le atmosfere lunari, Jones si è ispirato alle immagini della missione spaziale giapponese SELENE e al libro fotografico Full Moon di Michael Light, riproducendo immagini dai colori ovattati simili al bianco e nero. Sono stati inoltre assunti una serie di designer, già attivi nel team di Alien, per la progettazione del rover lunare usato nel film. Infine gli effetti visivi sono stati curati dalla londinese Cinesite, specializzata nella creazione di effetti speciali per film indipendenti.

Leggi anche:

Da qui in poi spiegazione ed ENORMI SPOILER, consiglio vivamente di godersi il film prima di leggere questa parte
Sam Bell, dopo l’incidente e gli avvenimenti che ad esso seguono, si rende conto di alcuni incredibili fatti:

  • Sam Bell è un clone.
  • Entrambi i Sam Bell sono cloni.
  • I ricordi della loro vita precedente – come quelli della moglie e della figlia – non appartengono a loro, ma al Sam Bell originale e sono stati solo successivamente innestati nella loro mente.
  • Le comunicazioni in diretta sono impedite volutamente per isolare Sam, grazie a delle antenne limitrofe alla base che emettono un forte disturbo.
  • Tess è ormai morta e la figlia, che Sam credeva bambina piccola, ha ormai 15 anni, da cui si deduce che i cloni fin’ora sono stati almeno 5 dal momento che ogni clone ha massimo 3 anni di esistenza.
  • A casa di Sam Bell, con la figlia, c’è il Sam Bell “originale”, da cui sono stati ottenuto i cloni che sono stati nascosti sulla base lunare.
  • I cloni precedenti venivano inceneriti vivi al termine dei tre anni del contratto con quella che essi credevano sarebbe stata la capsula che li avrebbe ricondotti sulla Terra. Nelle registrazioni, essi manifestavano gli stessi disturbi accusati da Sam.

FINE SPOILER


Diventicatevi il grottesco Matt Damon di “Sopravvissuto – The Martian“, questa è una storia che toccherà corde dell’universo della vostra anima che non pensavate di possedere. In The Martian il solito super eroe americano vi fa fare una spensierata ed allegra gita da liceo su Marte, in Moon un essere umano incredulo e pieno di paure – e quindi reale, simile a quello che saremmo noi nella sua condizione –  vi porterà a provare cosa significa la solitudine, quella vera, persi claustrofobicamente da soli nello spazio, dove tutti attorno a te sembrano volerti solo usare a loro vantaggio e perfino l’affetto della tua famiglia è sintetico. Questa è la fantascienza che adoro, cioè quella possibile, realistica, quella di un mondo dove davvero un robot a breve si porrà un dilemma morale, combattuto tra gli interessi di una spietata multinazionale ed i sentimenti di un essere umano che deve proteggere. La fantascienza introspettiva, che si chiede fino a dove può spingersi il cinismo umano quando si tratta di legare in catene degli schiavi, solo per interessi economici. Tra i film di fantascienza di recente uscita, questo Moon, insieme ad Another Earth di Mike Cahill, è uno dei miei preferiti in assoluto: regia, storia, fotografia, recitazione, musiche, tutto ad altissimi livelli. Per notare i numerosi particolari incomprensibili disseminati all’inizio e finalmente capirli e apprezzarli, è un film da vedere almeno due volte, o anche tre. Io sono già alla quinta!

“Adesso mi devi dire chi è. Voglio sapere chi diavolo è?”

“Sam Bell.
Tu sei Sam Bell”

(in originale “you are Sam Bell” che nella lingua scritta può essere tradotto con “tu sei Sam Bell” ma anche “voi siete Sam Bell”)

Se anche voi adorate questo film, vi consiglio di seguire questi link:

Leggi anche:

Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o unisciti al nostro gruppo Facebook o ancora seguici su Twitter, su Instagram, su YouTube, su LinkedIn, su Tumblr e su Pinterest, grazie!