Il primo “selfie” dalla sonda InSight dal suolo di Marte: “Mi guardo attorno per esplorare la mia nuova casa”

MEDICINA ONLINE Landing And First Image - LIVE NASA InSight Mars Lander SELFIE FOTO SCATTO IMAGE HD Reentry And Landing Coverage SONDA PRIMA IMMAGINE PIANETA MARTE LIVE SUOLO MARZIANO DIRETTA HD WALLPAPER.jpgIl lander InSight della NASA giunto ieri sul suolo marziano, ha inviato il primo autoscatto (che vedete in alto), postandolo sul profilo Twitter della missione e commentando: Continua a leggere

Un giorno storico per l’astronomia, il lander Insight è atterrato su Marte: la prima immagine del suolo

MEDICINA ONLINE Landing And First Image - LIVE NASA InSight Mars Lander Reentry And Landing Coverage SONDA PRIMA IMMAGINE PIANETA MARTE LIVE SUOLO MARZIANO DIRETTA HD WALLPAPER.jpgIl lander Insight della NASA ha toccato il suolo di Marte. Partito lo scorso 5 maggio con l’obiettivo di studiare terremoti e sottosuolo, è il 15° veicolo a toccare il suolo del quarto pianeta del Sistema Solare a partire dal 1971, quando Continua a leggere

C’è acqua su Marte? No: la NASA si è sbagliata

Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo KEPLER 186f PIANETA SIMILE TERRA Dieta Chirurgia Medicina Estetica Roma Cavitazione Pressoterapia Grasso Linfodrenante Dietologo Cellulite Calorie Peso Pancia Sessuologia Pene Laser Filler Rughe BotulinoLe caratteristiche striature scure osservate nel 2015 fa sulla superficie di Marte e ritenute la prova regina della presenza di acqua allo stato liquido sarebbero in realtà dei semplici flussi di sabbia, che scendono da pendii ripidi. Lo ha determinato un team di ricerca dell’Università dell’Arizona di Tucson, Stati Uniti, smontando una delle scoperte più affascinanti della NASA degli ultimi anni. Secondo i ricercatori, coordinati dal professor Alfred McEwen, responsabile della potente fotocamera Imaging Science Experiment (HiRISE) equipaggiata sulla sonda Mars Reconnaissance Orbiter (MRO), è possibile che comunque una minima presenza di acqua possa sussistere, ma sarebbe insufficiente a sostenere anche la vita di microorganismi. Insomma, Marte sarebbe ancora più secco e desertico di quanto immaginassimo.

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Pendenze limitate

Per giungere a questa conclusione, McEwen e colleghi hanno studiato a fondo oltre 151 striature scure in dieci siti dislocati tra i poli e l’equatore del Pianeta rosso, ambitissima tappa dell’esplorazione umana nello spazio. Dall’analisi delle immagini raccolte dall’HiRISE e dalle ricostruzioni tridimensionali al computer è emerso che queste strisce, tecnicamente conosciute col nome di “Linee di Pendenza Ricorrenti” (RSL), sono quasi tutte limitate a pendenze di 27 gradi. Se fossero state composte da acqua, avrebbero dovuto estendersi a pendenze molto meno ripide, inoltre il loro “angolo di riposo dinamico”, ovvero il modo in cui si arrestano, è del tutto simile a quello dei flussi di sabbia sulla Terra, ad esempio sulle dune.

Il modo attendibile? Andare li

Nonostante queste evidenze, la natura delle striature scure resta controversa; sono infatti stagionali, inoltre i sensori di vari strumenti hanno chiaramente individuato la presenza di sali idrati, che hanno molecole d’acqua nella loro struttura chimica. Secondo i ricercatori potrebbe trattarsi della semplice reazione tra il flusso di sabbia e l’atmosfera marziana, che stagionalmente potrebbe rilasciare vapore acqueo e influenzare l’idratazione dei granuli. Di conseguenza verrebbe condizionata anche la colorazione (più chiara o più scura) e l’espansione dei flussi, ma si tratta solo di congetture. Per gli scienziati della NASA non si possono comunque trarre conclusioni definitive, e l’unico modo per sapere cosa sono esattamente queste striature è recarsi in loco e verificare. Secondo le previsioni del fondatore di SpaceX, Elon Musk, il primo uomo su Marte potrebbe mettere piede attorno al 2024, ma per la NASA si dovrà attendere almeno il 2035 o giù di lì, visti i numerosi limiti tecnici ancora oggi irrisolti. I dettagli della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Nature Geoscience.

 

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Finiremo tutti a fare gli agricoltori sulla luna?

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO LUNA MOON CIELO NERO NOTTE BUIO DORMIRE SONNO ASTRONOMIA SPAZIO (2)La NASA ha annunciato per il 2015 l’invio sulla Luna di un carico di piante, un esperimento per verificare se sia possibile crescerne sul suolo del nostro satellite e per sondare le possibilità di una sua futura colonizzazione. L’annuncio ufficiale lo potrete trovare cliccando qui. Il Lunar Plant Growth Habitat team ha progettato una navetta all’interno della quale saranno alloggiate diverse piante all’interno di contenitori sigillati da 1 kg di peso, contenenti tutto il necessario al loro sviluppo, salvo la luce solare. Il tutto dovrebbe viaggiare a bordo di un volo commerciale, sul Moon Express lander finanziato anche dal Google Lunar X Prize.

Dopo l’atterraggio i semi riceveranno l’acqua e la la loro crescita sarà monitorata per 5/10 giorni, dopo do che la loro riserva d’aria si esaurirà, e confrontata con la crescita a terra, i semi saranno quelli del basilico, dell’Arabidopsis (una pianta ornamentale) e della rapa, spiega il comunicato stampa della NASA. Il progetto, realizzato da scienziati della NASA e studenti, è particolarmente economico e costerà appena un paio di milioni di dollari, vent’anni fa sarebbe costato 150 volte tanto. Oltre all’invio della navetta sulla Luna, la NASA prevede di spedire copie degli habitat artificiali alle scuole americane, in modo che gli studenti possano seguire in contemporanea la crescita delle loro piantine e confrontarla con quella delle piante inviate sulla luna.

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