La sigaretta elettronica fa male come le sigarette vere

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma SIGARETTA ELETTRONICA FA MALE SIGARETTE  Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Ano Pene.jpgLa sigaretta elettronica non fa male alla salute? Assolutamente no: solo un modo diverso delle aziende produttrici per rendere schiave – usa proprio questo termine – le persone. Schiave, vincolate alla sostanza, dipendenti. Ed è quindi condanna delle e-cig, senza se e senza ma. Sono state un modo astuto per far cominciare i teenager, per non far smettere chi già fumava, senza alcuna riduzione del danno. Non ha dubbi, su una tematica che ha fatto molto discutere, Vera da Costa e Silva, del gruppo di controllo del tabacco dell’OMS, che interviene al congresso internazionale Iaslc sul tumore al polmone, in corso a Vienna. “Una strategia delle multinazionali del tabacco – attacca Vera da Costa e Silva – negli anni ’80 ci hanno provato con le sigarette light, che non hanno avuto alcun effetto sulla riduzione del rischio, ma sono state percepite come tali dai fumatori. E adesso sempre nuovi prodotti. Ma attenzione: devono essere regolati dalle leggi, per proteggere i consumatori. Non possiamo lasciarli in mano alle industrie del tabacco, il cui unico scopo è influenzare le leggi e finanziare studi a favore”. Con buona pace dell’ultima arrivata in casa Philip Morris, la sigaretta elettronica con tabacco, appena lanciata in Gran Bretagna e già in vendita anche in Italia.

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Narghilè e sigaretta elettronica
Tante sessioni, qui a Vienna, sui dispositivi elettronici e persino sulla waterpipe, il narghilè. Perché in molte parti del mondo è diffusissimo,  45 per cento di prevalenza in molti paesi del Mediterraneo, ma anche il 17 in alcuni stati americani, insieme ad aromi di vario tipo (più di ottomila) e a dolcificanti naturali e sintetici, approvati e dichiarati sicuri. “Per l’ingestione, però – precisa Alan Shihadeh, dell’università americana di Beirut – non per l’inalazione. Ed è tutt’altra cosa”. L’assunto è che la sigaretta elettronica sia dannosa quanto quella convenzionale. “Non fa smettere di fumare, anzi secondo alcuni studi chi si rivolge alla e-cig ha il 25 per cento di possibilità in meno di riuscirci – continua Shihadeh – e viene spesso aggiunta al fumo convenzionale, aumentando quindi l’assunzione di nicotina, la cui quantità può essere estremamente variabile. Fumatori tradizionali ed elettronici hanno lo stesso livello di nicotina nel sangue. In sintesi, anche grazie agli ultimi studi, dobbiamo dire che non sono prodotti sicuri e che chi li fuma muore come gli altri fumatori”. Anche perché la nicotina – secondo studi presentati da Sergei Grando, dell’Università della California, non solo ha un’attività promotrice dei tumori, ma induce chemioresistenza, quindi rende meno efficace la terapia.

Il marketing aggressivo
Ma quello che non va giù agli oncologi è il marketing aggressivo di questi prodotti che in molti paesi vengono proposti come alternativa sicura alla sigaretta, con immagini pubblicitarie di famiglie riunite con bambini e i genitori che fumano. O di anziane signore che alzano il dito medio al divieto di fumo. O di ragazzi invitati a riprendersi la loro libertà (di fumare, ovviamente). Per non parlare di quel 34 per cento di studi che giurano sulla non dannosità della sigaretta elettronica e hanno dietro conflitti di interessi grandi come montagne. “È importante che le università non prendano soldi dalle industrie – continua la rappresentante Oms – e che non ci sia promozione dei prodotti né delle ricerche finanziate dalle industrie. Per non diffondere informazioni controverse”. Anche perché – sottolinea Charlotta Pisinger, dell’ospedale danese Glostrup – non ci sono studi sugli effetti a lungo termine. Ed è quindi insensato vietarla dove ci sono i bambini, come si fa in Danimarca, ma non negli ospedali”.
Ma non tutti sono d’accordo. E anzi la Liaf, la Lega italiana antifumo attacca l’Oms, accusando l’organismo internazionale di assumere una posizione ideologica e di favorire lo status quo del tabagismo.

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La sigaretta elettronica vietata ai minori e bandita dalle scuole

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO BAMBINI SCUOLA STUDIARE LIBRIOggi il ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha firmato l’ordinanza che vieta l’utlizzo delle e-cig ai minori di 18 anni e, in particolar modo, che le bandisce dagli istituti scolastici.

Una presa di posizione che il sottoscrittocondivide e che spera andrà di pari passo con una corretta e più esaustiva informazione sui prodotti che vengono venduti.

“Non vogliamo dire – ha spiegato la Lorenzin – che la sigaretta elettronica è più pericolosa della sigaretta normale, ma non va utilizzata come uno strumento innocuo. Il fumatore deve essere informato di quello che utilizza”.

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Secondo uno studio dell’università di Catania la sigaretta elettronica aiuta davvero a smettere di fumare

MEDICINA ONLINE SIGARETTA ELETTRONICA FUMARE NICOTINA FUMO SMETTEREChi mi segue abitualmente sa che sono un ex fumatore e che non nutro particolare simpatia per le sigarette elettroniche, non ritenendole – parere personale – uno strumento davvero adeguato per smettere di fumare.

Tuttavia non sia mai che una ricerca che contraddice il mio modo di pensare non venga da me riferita: adoro la scienza proprio perché le opinioni e le ricerche sono tante ed a volte contrastanti ed è proprio questa divergenza a spingere l’uomo alla curiosità ed alla conoscenza! Ma veniamo alla nostra cara amata/odiata sigaretta elettronica!

Secondo uno studio dell’università di Catania la sigaretta elettronica aiuta a smettere di fumare: i risultati della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista americana Public Library of Sciences. L’8,7% dei volontari sottoposti ai test ha abbandonato il tabacco, di questi nel giro di un anno tre persone su quattro hanno rinunciato anche alla sigaretta elettronica. Pasquale Capponnetto, psicologo clinico fra gli autori allo studio, ha affermato: “La media italiana di cessazione dal fumo è solo dello 0,02%. Le nostre percentuali rappresentano dunque un grande successo”.

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Trovati metalli pesanti cancerogeni ed arsenico nei liquidi delle sigarette elettroniche

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO SIGARETTA ELETTRONICA FUMARE NICOTINA FUMO SMETTERELe sigarette elettroniche continuano a farci porre tanti interrogativi sui possibili danni derivati dal loro utilizzo e, soprattutto, dalla legalità delle sostanze contenute nel liquido che le compone. Come chi mi segue da qualche tempo ha già intuito, il sottoscritto è contrario alle sigarette elettroniche anche se ammette candidamente che, se proprio non volete smettere, è meglio svapare che fumare una sigaretta tradizionale (esattamente come è meglio tagliarsi un dito piuttosto che un braccio!).

A tal proposito è di questi giorni il primo rapporto sulla tossicità delle sigarette elettroniche. Si tratta di uno studio congiunto fra ricercatori italiani e studiosi greci, pubblicato sulla rivista internazionale “Inhalation toxicology“. Dopo aver analizzato il vapore delle sigarette elettroniche provenienti da ventuno liquidi disponibili in commercio e averlo applicato a cellule umane, prime fra tutte quelle polmonari, sono stati confrontati i dati con il fumo di tabacco delle sigarette tradizionali e ben venti campioni hanno dato esiti di non tossicità. Questo studio sembrerebbe indicare che 20 volte su 21 il vapore delle sigarette elettroniche è meno citotossico rispetto al tabacco delle sigarette normali.

Sul fatto che l’elettronica sia meno dannosa rispetto alla tradizionale potrei anche concordare (anche se i dati a disposizione sono ancora esigui). Quello su cui io invece non sono assolutamente d’accordo è invece il fatto che la e-cig possa essere realmente un vero strumento per smettere del tutto di fumare. Per una persona che dice di aver smesso con l’elettronica ne sento almeno dieci che mi dicono che non solo non hanno smesso, ma addirittura in alcuni casi provare a smettere svapando sia stata controproducente.

Riguardo a tale fatto vi propongo di leggere questo mio articolo.

Torniamo a noi ed all’allarmante titolo di questo articolo. Dopo aver capito che non è scontato che il loro consumo possa effettivamente aiutare i dipendenti da nicotina a dire “basta” alla “bionda”, e dopo che il Governo si è trovato a dover regolarizzare anche il loro utilizzo nei luoghi pubblici, nasce ora un nuovo allarme lanciato dalla rivista Salvagente che ha autonomamente deciso di far analizzare le sei diverse tipologie di liquido in commercio dal laboratorio dell’Università Federico II di Napoli.

I risultati degli esami si sono rivelati sconcertanti: all’interno dei campioni sono state trovate consistenti tracce di metalli pesanti tossici o peggio, cancerogeni come piombo, cadmio, cromo e arsenico.

“I valori – ha spiegato il procuratore di Torino Raffaele Guariniello – sembrerebbero molto elevati, in special modo in un campione, nel quale la concentrazione di arsenico sarebbe più elevata di quella ammessa per l’acqua potabile. Valuteremo attentamente, ma il vero problema è che in assenza di una normativa di riferimento, che stabilisca le sostanze ammesse e i relativi limiti, nelle ricariche può finire di tutto“. Una situazione definita dal giornale “fuori controllo perchè, oltre a una completa assenza di regolamentazione di settore, mancano anche i controlli”.

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