Con “trichomoniasi vaginale” è una malattia infettiva che colpisce l’apparato sessuale femminile, causata dal parassita Trichomonas vaginalis che viene trasmesso principalmente per via sessuale. La trichomoniasi vaginale determina i sintomi di una vaginite (infiammazione della vagina). La donna incinta può trasmettere il protozoo durante la gravidanza ai loro figli. La trasmissione può essere trasmessa al partner, sia maschile che femminile. Negli uomini sono soggette ad infezione uretra e prostata.
Diffusione
La trichomoniasi vaginale è la più frequente infezione sessualmente trasmessa al mondo. Il protozoo viene isolato nel 40% dei partner. L’incidenza di questa infezione è più elevata in età fertile e diminuisce gradatamente sopra i 40 anni ed ancor di più raggiunto il periodo dopo la menopausa.
Causa
La causa è l’organismo parassitario chiamato Trichomonas vaginalis, un protozoo appartenente alla classe dei flagellati. Aggredendo la vagina, l’uretra e la prostata, l’infezione impedisce al glicogeno di trasformarsi in acido lattico; questo favorisce l’innalzamento del pH e, di conseguenza, il proliferare di elementi parassitari.
Fattori di rischio
Fattori di rischio che possono aumentare direttamente o indirettamente il rischio di trichomoniasi, sono:
- avere rapporti sessuali con individui infetti;
- avere rapporti sessuali non protetti;
- avere rapporti sessuali con molti partner sconosciuti (ad esempio prostitute);
- usare sex toys sporchi;
- usare sex toys in modo improprio causando traumi ripetuti alla mucosa vaginale;
- usare sex toys in comune con individui infetti;
- frequentare ambienti infetti (ad esempio bagni pubblici e piscine);
- scarsa igiene intima;
- stress psico-fisico prolungato;
- uso di prodotti per igiene intima non adatti;
- eccessiva igiene intima (ad esempio irrigazioni vaginali troppo frequenti);
- smegma maschile;
- smegma femminile;
- patologie che indeboliscono il sistema immunitario (ad esempio AIDS);
- patologie ormonali che determinano abbassamento degli estrogeni;
- menopausa;
- rapporti sessuali intensi con traumi ripetuti alla mucosa vaginale;
- diabete mellito;
- gravidanza;
- rimozione chirurgica delle ovaie;
- radioterapia;
- avere rapporti sessuali anali e subito dopo vaginali senza pulire il pene;
- lavarsi l’ano e subito dopo la vagina.
Gli ultimi due punti elencati sono importanti per evitare che batteri fecali passino in vagina, provocando una pericolosa sovrainfezione batterica.
Contagio
Il Trichomonas vaginalis viene trasmesso principalmente per via sessuale soprattutto se il rapporto vaginale avviene senza la protezione di un profilattico. La trichomoniasi vaginale è una malattia estremamente contagiosa: nel 60% dei casi basta un unico rapporto sessuale.
Il contagio può avvenire, seppur molto raramente, anche attraverso oggetti contaminati come vestiti o sex toys, oppure in piscine o bagni pubblici. Il contagio sessuale rimane comunque la forma più diffusa di contagio in quanto il Trichomonas vaginalis sopravvive per un tempo breve al di fuori del corpo umano: circa 45 minuti, oltre i quali muore.
I neonati possono esserne infettati durante il parto qualora il canale del parto sia infetto.
Incubazione
Il periodo di incubazione, cioè il periodo che passa tra il contagio e la comparsa dei sintomi, oscilla tra i 4 ed i 28 giorni.
Sintomi e segni
La trichomoniasi vaginale è spesso asintomatica, cioè non fornisce alcun sintomo della propria presenza. In alcuni casi i sintomi sono aspecifici e molto vaghi, come un cattivo odore intimo. In altri casi possono verificarsi:
- intenso prurito o bruciore ai genitali esterni e alla vagina;
- perdite giallo-verdastre, schiumose e in genere maleodoranti;
- cervice a fragola: presenza di piccole macchie rossastre sulla superficie della mucosa cervicale e sulla parete della vagina;
- presenza di secrezioni vaginali acquose maleodoranti;
- uretrite.
Si possono associare anche:
- lesioni da grattamento;
- dispareunia: dolore durante i rapporti sessuali;
- pollachiuria: emissione con elevata frequenza (a meno di 4 ore di distanza) di piccole quantità di urina;
- nicturia: ripetuto bisogno di urinare durante il riposo notturno;
- disuria: difficoltà ad urinare;
- stranguria: dolore durante la minzione;
- enuresi notturna: perdita involontaria di urina durante la notte.
Altri sintomi e segni a volte associati, sono:
- oliguria;
- anuria;
- emazie nelle urine;
- uretrorragia;
- ansia;
- febbre;
- cali della libido;
- smegma;
- ematuria.
Nei casi di trichomoniasi si verifica irritazione ed infiammazione dell’epitelio della vagina (vulvovaginite) o dell’uretra (uretrite aspecifica).
IMPORTANTE: l’uomo infetto è molto spesso asintomatico (più frequentemente rispetto alla donna), ma può trasmettere l’infezione ai partner maschi o femmine.
Diagnosi
La diagnosi si effettua mediante esame microscopico di secrezioni vaginali o uretrali per identificare il parassita, ottenute con un tampone vaginale. Identificare con precisione il parassita, distinguendolo da altri patogeni come virus, funghi e batteri, è importante per imbastire una terapia efficace. La diagnosi avviene attraverso vari step:
- anamnesi (raccolta dei dati del paziente);
- esame obiettivo (visita vera e propria con, ad esempio palpazione dell’addome ed ispezione dei genitali);
- visita ginecologica;
- tampone vaginale;
- tampone uretrale;
- ecografia pelvica transvaginale;
- Pap test;
- esame del sangue (emocromo);
- VES;
- esame delle urine;
- esame per valutare la funzionalità renale;
- uroflussometria;
- urinocultura.
Non tutti gli esami sono ovviamente necessari per raggiungere la diagnosi: in genere basta l’osservazione della zona interessata, un test delle urine ed un tampone vaginale che viene poi inviato in laboratorio per identificazione con microscopia e coltura. La maggior parte degli esami prima elencati, specie quelli più invasivi come la biopsia, sono usati molto raramente e solo in caso di diagnosi differenziale per altre malattie che hanno sintomi simili.
Terapia
Il farmaco d’elezione per la trichomoniasi è il metronidazolo. Per le infezioni resistenti al metronidazolo si usa il tinidazolo. Dopo la conclusione della terapia è importante evitare l’assunzione di bevande alcoliche per almeno 24 ore per il metronidazolo o per 72 ore per il tinidazolo. Bere alcool, infatti, può dare origine a manifestazioni quali nausea, vomito, crampi addominali, vampate di calore e mal di testa. Alla terapia antibiotica è consigliabile associare un integratore di probiotici, per favorire la ricrescita della normale flora batterica vaginale. Inoltre, è necessario astenersi dai rapporti sessuali fino al termine del trattamento.
La farmaco-resistenza attualmente è in aumento: in futuro sarà quindi necessaria la messa a punto di nuovi antibiotici dotati di maggiore efficacia.
Terapia in gravidanza
Durante la gravidanza si preferisce l’uso di clotrimazolo tramite uso topico.
Tempi di guarigione
In quanto tempo si guarisce dalla tricomoniasi? Purtroppo non c’è una risposta unica a questa domanda, perché i tempi di guarigione dipendono da molti fattori soggettivi, tra cui:
- età del paziente;
- gravità della situazione;
- efficienza del sistema immunitario del paziente;
- eventuali altre patologie;
- risposta alla terapia;
- eventuali partner infetti.
Nella maggioranza dei casi, se il trattamento della tricomoniasi è tempestivo, la guarigione è rapida ed avviene in pochi giorni senza lasciare sequele.
Partner
In caso di infezione, è molto probabile che il partner (o i partner, sia maschili che femminili) avuto negli ultimi uno/due mesi, possano essere contagiati dalla stessa infezione: è opportuno che anche loro vengano visitati da un medico ed eventualmente trattati, anche se sono asintomatici, cioè anche se non hanno alcun sintomo specifico. Se il partner non viene trattato, si può verificare l’effetto ping pong, cioè i due partner – pur se uno dei due guarisce – continuano a infettarsi a vicenda e questa situazione può andar avanti per mesi o addirittura anni.
Complicanze e rischi
La trichomoniasi vaginale è una infezione con andamento cronico e può causare la formazione di lesioni precancerose e il possibile contagio da HIV (il virus dell’AIDS), anche per questo motivo rivestono un ruolo fondamentale sia la profilassi, che la prevenzione. Possibile è una sovrainfezione batterica, che peggiora la situazione. Una grave infezione non trattata è un fattore di rischio per infertilità e sterilità. L’infezione può essere trasmessa al figlio durante il parto e può estendersi ad organi vicini (come utero ed ovaio) o a tutto l’organismo.
Recidive
Frequenti sono le recidive, specie se la terapia è stata inefficace (ad esempio perché non si sono seguite attentamente le indicazioni del medico) e/o se il partner non è stato trattato ed è ancora infetto. Per questi motivi si raccomanda di seguire attentamente le terapie indicate dal medico ed il trattamento di tutti i partner, oltre al seguire le giuste norme igieniche di prevenzione, inoltre, nelle donne e negli uomini sessualmente attivi con infezione da Trichomonas, si raccomanda un controllo entro 3 mesi dal termine della terapia.
Prevenzione delle recidive
E’ importante per prima cosa che tutti i partner infetti siano trattati farmacologicamente, anche se asintomatici. E’ poi preferibile evitare ambienti potenzialmente infetti, come i bagni pubblici (anche se il parassita, al di fuori del corpo umano, non vive oltre circa 45 minuti). Si consiglia di usare il preservativo durante i rapporti sessuali ed evitare se possibile i rapporti sessuali con sconosciuti. Per ridurre il rischio di recidiva dell’infezione è importante seguire le indicazioni relative a dosaggio e durata del trattamento prescritto: seguire la terapia in modo errato o con dosaggi troppo bassi o interromperla anzitempo può favorire l’insorgere di resistenza e comportare la mancata eradicazione del patogeno con conseguenti recidive frequenti, anche tra i partner. In sintesi, è importante:
- avere una adeguata igiene intima;
- evitare lo stress psico-fisico prolungato;
- usare prodotti per igiene intima adatti;
- evitare l’eccessiva igiene intima;
- non usare indumenti o sex toys sporchi e/o contaminati e/o usati da una persona infetta;
- non avere rapporti sessuali con individui infetti;
- usare il profilattico;
- non avere rapporti sessuali con molti partner sconosciuti;
- non usare sex toys in modo improprio.
Per approfondire:
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Lo Staff di Medicina OnLine
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