La sensazione di avere un orecchio tappato è una esperienza che tutti noi abbiamo vissuto varie volte nella vita. Vediamo ora quali sono le situazioni più comuni che portano ad orecchio tappato e cosa dobbiamo fare per stapparlo.
Situazioni comuni che portano ad orecchio tappato e rimedi
Ad esempio, quando ci facciamo una doccia, basta che un po’ d’acqua finisca nel canale uditivo per avere la sensazione di orecchio tappato: in questo caso basta asciugare l’orecchio per risolvere il problema. Se invece la sensazione di orecchio tappato è legata ad uno sbalzo di pressione, in molti casi è sufficiente bere un po’ d’acqua, deglutire, sbadigliare oppure masticare (ad esempio una gomma) per stappare l’orecchio. Se la sensazione di orecchio tappato è causata da un tappo di cerume, uno spray auricolare a base di una soluzione isotonica potrebbe essere sufficiente per eliminarlo e tornare a sentire normalmente. Se l’orecchio è tappato a causa di un oggetto estraneo bloccato nel canale uditivo, potrebbe essere necessario l’intervento di un medico che lo rimuova in modo sicuro e senza provocare danni al canale uditivo e al timpano. In tutti questi casi l’orecchio tappato è una sensazione temporanea, che si risolve in modo abbastanza agevole, tuttavia ci sono numerose condizioni e patologie che potrebbero rendere più complicato lo stappare l’orecchio e richiedere anche l’uso dei farmaci.
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Patologie che determinano orecchie tappate
Le orecche possono essere tappate a causa di varie patologie che interessano l’orecchio, in particolare la porzione media dell’orecchio e la tuba di Eustachio (il condotto che collega la rinofaringe e quindi il naso e la bocca, con l’orecchio medio). La presenza di catarro tubarico e l’otite media effusiva sono due possibili cause di orecchio tappato. Fattori di rischio che aumentano la possibilità, direttamente o indirettamente, di soffrire di orecchie tappato, sono:
- rinite;
- faringite;
- sinusite;
- allergie;
- rinite allergica;
- ipertrofia delle adenoidi;
- avere meno di 10 anni;
- stato immunitario compromesso;
- nascita prematura;
- traumi o alterazione dei valori pressori dell’orecchio medio;
- fumo passivo e terziario;
- uso del ciucciotto;
- anomalie morfologiche delle tube e delle strutture vicine nel cranio;
- aggregazioni linfoidi ostruttive nella fossetta di Rosenmüller;
- reflusso gastro-esofageo;
- cancro del condotto uditivo;
- tumore del rinofaringe;
- colesteatoma;
- tumori benigni o maligni nel cranio;
- fattori ambientali: il 90% dei pazienti sviluppa una otite sierosa nella stagione invernale, tuttavia, anche in estate (tipicamente durante le vacanze stive) si possono verificare otiti effusive in seguito al contatto con l’acqua di mare quando si nuota o ci si tuffa;
- vicinanza con altri bambini: è più frequente nei bambini che frequentano l’asilo rispetto ai bambini tenuti a casa;
- sindrome di Down;
- malattia di Crouzon;
- palatochisi.
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Diagnosi
In caso di orecchio tappato che permane a lungo, è bene farsi visitare da un medico. La diagnosi è di competenza del medico otorinolaringoiatra e si basa sull’osservazione del timpano tramite otoscopia (che permette l’osservazione diretta del canale uditivo esterno e del timpano), sulla laringoscopia, sull’esame audiometrico e sulla timpanometria (esame impedenzometrico). In alcuni casi è utile l’esplorazione endoscopica della nasofaringe per escludere la presenza di neoplasie benigne o maligne.
Rimedi per le orecchie tappate
In caso di patologie che determinino le orecchie tappate, in alcuni casi una vigile attesa è consigliata dal medico, salvo la presenza di sintomi e segni particolarmente gravi e/o invalidanti. La risoluzione spontanea del catarro tubarico ad esempio si verifica in circa 2 o 3 settimane in molti pazienti.
Possono essere utili le manovre di Valsalva o di Politzer. Per eseguire la manovra di Valsalva i pazienti, a bocca chiusa, provano a espirare forzatamente nelle narici mantenute chiuse con le dita con l’obiettivo di stappare l’orecchio. Nella manovra di Politzer, il medico, mediante una speciale siringa (l’insufflatore dell’orecchio medio), insuffla aria in una delle narici del paziente, tappando l’altra con le dita, mentre quest’ultimo deglutisce. Questa manovra fa penetrare forzatamente l’aria nella tuba di Eustachio e nell’orecchio medio. Queste procedure sono da proscrivere in presenza di rinite o rinorrea. I pazienti possono essere istruiti a pizzicare delicatamente le loro narici e deglutire (chiamata autoinsufflazione). Questa manovra può essere ripetuta più volte durante il giorno per arieggiare l’orecchio medio.
La medicina termale può essere molto utile: sono indicate le insufflazioni tubo-timpaniche ed il Polizer. Con queste due metodiche viene introdotta direttamente nell’orecchio medio il principio attivo dell’acqua termale con l’obiettivo di rimuovere le secrezioni endotimpaniche.
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Terapia farmacologica
Se esistono allergie, il paziente può giovarsi di farmaci antistaminici e corticosteroidi nasali (ad esempio il mometasone contenuto in Nasonex).
In alcuni casi per sbloccare l’orecchio sono utili cortisonici e mucolitici tramite aerosol, come il beclometasone (Prontinal) e l’N-acetilcisteina (Fluimucil).
Possono essere utili anche i decongestionanti nasali a base di efedrina e nafazolina, come il Deltarinolo.
In caso di dolore, per via orale possono essere assunti il paracetamolo (Tachipirina), FANS (antinfiammatori non steroidei) come l’ibuprofene (Brufen) o l’etoricoxib (Arcoxia) o cortisonici come il prednisone (Deltacortene) o betametasone (Bentelan).
Gli antibiotici sono di utilità solo se si sospetti una infezione batterica: in questo caso potrebbe essere consigliato l’uso della claritromicina (Klacid).
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Terapia chirurgica
In assenza di miglioramento nonostante le terapie mediche, dopo un paio di mesi si può iniziare a pensare alla necessità di una terapia chirurgica. Nei bambini, in caso di otite effusiva ricorrente, può essere indicata l’adenotomia, talvolta associata a una tonsillectomia, in caso di evidente ipertrofia adenoidea. Negli adulti è possibile procedere con una miringotomia con paracentesi timpanica e posizionamento di drenaggio transtimpanico, che consente di areare l’orecchio medio e migliorare temporaneamente l’ostruzione della tuba di Eustachio, indipendentemente dalla causa. L’espulsione del drenaggio avviene spontaneamente, entro tre mesi dall’applicazione, o viene rimosso chirurgicamente non appena si completi la risoluzione dell’effusione, per evitare la timpanosclerosi. Questo tipo di chirurgia, oltre ai comuni rischi legati all’anestesia ed alla reazione allergica a strumenti usati durante l’intervento, espongono il paziente ad alcuni rischi, tra cui infezioni e sordità. Dopo l’intervento non deve assolutamente entrare acqua nell’orecchio, quindi va evitato il nuoto e per la doccia o il bagno potranno essere utilizzati appositi tappi da applicare nel condotto uditivo esterno.
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Consigli
Poiché i cambiamenti di pressione ambientale possono causare barotrauma doloroso, immersioni subacquee e viaggi aerei dovrebbero essere evitati se si soffre di orecchie tappate. Se il viaggio aereo non può essere evitato, masticare e deglutire può essere d’aiuto.
Si consiglia di bere molta acqua, alimentarsi con brodi e zuppe di verdure calde (non bollenti), evitare gli sbalzi di temperatura, non esporsi a correnti d’aria, evitare di tenere le orecchie bagnate e dormire con il capo leggermente rialzato per facilitare il drenaggio del catarro. Bere molta acqua è sicuramente un importante consiglio: non solo fa bene alla salute in generale, ma può aiutare a fluidificare l’eventuale catarro presente nella fossa nasale, nella tuba e nell’orecchio medio, favorendone l’eliminazione, visto che il muco è formato perlopiù da acqua.
Molto utili sono lavaggi nasali con soluzioni ipertoniche o ipotoniche: con una siringa senza ago si spinge la soluzione nelle narici e ciò può facilitare la liberazione del catarro sia da naso che da orecchie.
Altro consiglio che in alcuni casi può migliorare la situazione generale, è quello di usare appositi spray anti-cerume, capaci di pulire il condotto uditivo esterno da eventuali tappi di cerume: a tal proposito mi sento invece di sconsigliarvi i coni di cera, che – se usati in modo improprio – possono determinare ustioni e danni al timpano. Sempre a mio avviso, sconsigliati anche i “rimedi della nonna” come inserire nell’orecchio mix di sostanze come vino bianco e alcool: il rischio è quello di peggiorare ulteriormente la situazione.
Comunque utile masticare una gomma, deglutire spesso, sbadigliare e mandar già qualche goccia d’acqua ogni tanto: sono tutte azioni che forzano l’apertura della tuba e facilitano il drenaggio del catarro tubarico.
Umidificare l’aria negli ambienti molto secchi può aiutare a migliorare indirettamente la situazione.
Di indubbia utilità in molti casi sono i suffumigi (fumenti): vi consiglio a tal proposito di far bollire dell’acqua con all’interno alcune gocce di olio essenziale di eucalipto o di timo e un cucchiaino di sale grosso per poi inspirare a pieni polmoni il vapore che fuoriesce, tenendo la testa coperta da un asciugamano per evitare la dispersione del calore.
IMPORTANTE: in ogni caso, chiedere sempre prima al proprio medico prima di tentare qualsiasi rimedio o terapia “casalinga”.
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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine