La tuba di Eustachio beante (o “tromba di Eustachio beante” o “tuba beante” o “tromba beante” o “tuba uditiva beante” o “tuba faringotimpanica beante” o “tuba di Eustachio patulosa“; in inglese “patulous Eustachian tube” o “patent Eustachian tube” o “patulous auditory tube” o “patulous pharyngotympanic tube“) è una disfunzione tubarica in cui la tromba di Eustachio – normalmente collassata – rimane invece aperta. La tuba beante può essere monolaterale (interessare solo un orecchio) o bilaterale (interessare entrambe le orecchie).
Cos’è la tuba di eustachio?
La tuba di Eustachio (anche chiamata “tromba di Eustachio” o “tuba uditiva” o “tuba faringotimpanica“) è un condotto che collega la cavità timpanica (cassa timpanica) dell’orecchio medio al rinofaringe e di conseguenza alla cavità nasale (ed ai seni paranasali) ed alla cavità orale attraverso l’orofaringe.
La tromba di Eustachio per la maggioranza del tempo è collassata, cioè chiusa, almeno finché non eseguiamo determinate azioni, come masticare, sbadigliare e deglutire.
La principale funzione delle trombe di Eustachio, quando sono chiuse, è quello di impedire che virus e batteri in arrivo dall’esterno (tramite cibo e aria presenti nella faringe) raggiungano l’orecchio medio, inoltre la chiusura delle tube permette alla persona di non ascoltare i suoni del proprio corpo. Le principali funzioni delle trombe di Eustachio, quando sono aperte, sono quelle di permettere il drenaggio di muco e secrezioni presenti nelle trombe e nella cassa timpanica e di permettere la compensazione della pressione tra l’atmosfera esterno e l’orecchio medio.
Da quanto visto, il corretto funzionamento delle tube di Eustachio implica la loro capacità di “aprirsi” e “chiudersi” periodicamente: nella tuba beante la tuba invece cioò non avviene e rimane aperta in modo anomalo, a volte in modo intermittente, altre volte in modo permanente.
Significato del termine
La tuba beante deve il suo nome al termine francese “béant”, che significa aperto.
Diffusione
Si ritiene che la tuba beante sia presente in circa l’1% della popolazione generale.
Cause e fattori di rischio
Alla base delle patologie dell’orecchio medio vi sono quasi sempre le flogosi rinosinusali, rinofaringee e l’ipertrofia adenoidea che, alterando la pervietà della Tuba di Eustachio, impediscono la normale aerazione dell’orecchio medio. Ancora poco note le cause che possono portare alla tuba beante. Vale la pena notare che non è stata condotta molta ricerca scientifica completa per stabilire una chiara correlazione tra la maggior parte delle cause potenziali dichiarate e il disturbo patologico della tromba di Eustachio. Tra le possibili cause di tuba beante, ricordo:
- otiti e/o riniti e/o sinusiti frequenti, recidivanti, croniche e non trattate;
- depressurizzazioni errate durante escursioni subacquee;
- malattie del tessuto muscolare delle tube;
- uso di alcuni tipi di farmaci (ad esempio di diuretici, con conseguente alterazione del tessuto interstiziale)
- dimagrimento severo e improvviso (i tessuti grassi mantengono la tuba chiusa per la maggior parte del tempo negli individui sani. Quando le circostanze causano una diminuzione del grasso corporeo complessivo, il tessuto che circonda la tromba di Eustachio si restringe e questa funzione viene interrotta);
- reflusso gastro-esofageo grave e non trattato;
- adenoidi ipertrofiche;
- azione radioterapica sulla mucosa tubarica;
- famigliarità nello sviluppare disfunzioni nervose e vascolari;
- anomalie fisiologiche e/o anatomiche congenite (già presenti alla nascita) della tuba di Eustachio o delle strutture vicine;
- barotraumi;
- difetto concavo longitudinale nella valvola mucosa;
- alti livelli di estrogeni;
- uso cronico di decongestionanti nasali;
- traumi alla testa;
- adenoidi operate in modo erroneo o altra operazione chirurgica che interferisce con il corretto funzionamento della tuba (tuba beante iatrogena).
Queste cause possono portare alla tuba beante per diversi problemi:
- diminuzione della massa corporea che circonda le tube;
- indebolimento dei muscoli;
- allargamento dell’orifizio di uscita della tuba;
- atrofizzazione della tuba;
- diminuzione dell’apporto sanguigno alla mucosa della tuba.
Possibili fattori di rischio, sono:
- disidratazione. Attività e sostanze che disidratano l’organismo possono favorire la tromba di Eustachio patulosa. Esempi sono gli stimolanti (inclusa la caffeina) e l’esercizio fisico. A questo proposito, l’esercizio fisico può avere un effetto più a breve termine rispetto alla caffeina o alla perdita di peso;
- sforzi improvvisi ed eccessivi;
- forte stress psico-fisico.
Bisogna infine ricordare che la gravidanza può anche essere una causa di tromba di Eustachio patulosa a causa degli effetti degli ormoni della gravidanza sulla tensione superficiale e sul muco nel sistema respiratorio. Anche la granulomatosi con poliangioite può essere una causa di questo disturbo. Non è ancora noto il motivo. La tromba di Eustachio beante può verificarsi a causa di residui di liquido nella tromba di Eustachio, dopo aver subito un’infezione dell’orecchio medio (otite media).
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Sintomi e segni
Uno dei problemi principali determinati dalla tuba beante è l’autofonia: il soggetto avverte la propria voce che “rimbomba” in testa e, nei casi peggiori, la chiara percezione dei propri rumori corporei (quali respiro, voce, battito cardiaco, movimenti articolari, deglutizione, suoni digestivi). Ciò accade perché i suoni “interni” del corpo, grazie alla chiusura della tuba, normalmente non raggiungono il timpano e non generano percezione di suono: con la tuba aperta, la persona percepisce i propri suoni corporei.
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Conseguenze
La tuba beante non provoca, generalmente, ipoacusia. Solitamente una tuba che rimane aperta per poche ore non crea danni particolari, anche se porta ad avere casi di otite media più spesso che nelle persone con tube che si chiudono regolarmente. In alcuni casi può esserci un maggior fastidio in caso di cambi repentini di pressione, come ad esempio durante i voli aerei o negli ingressi nelle gallerie. In casi di tuba beante permanente, il timpano tende ad essere risucchiato verso l’interno e formare una tasca di retrazione, che non compromette, comunque, l’udito. Le persone che soffrono di tuba beante molto spesso soffrono anche di iperacusia, un problema di natura fisico-meccanica, perché le onde sonore arrivano prima al timpano, poi agli ossicini ed infine all’orecchio interno senza essere ammortizzate dalla tuba in sincrono con i muscoli tensore del timpano e stapedio. Questo disturbo di scarsa tolleranza ai rumori più o meno forti è avvertito con grande disagio, soprattutto nelle persone con tuba beante permanente. Uno dei problemi principali determinati dalla tuba beante sono dati dall’enorme fastidio che l’autofonia (la voce che “rimbomba” in testa) provoca al soggetto, in alcuni casi con la chiara percezione dei propri rumori corporei: ciò crea l’effetto “secchio sulla testa”, rendendo difficile per il paziente prestare attenzione ai suoni ambientali e può interferire con le attività sociali e lavorative.
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Diagnosi
La diagnosi si sopetta quando all’anamnesi il paziente lamenta autofonia, il fatto di ascoltare i suoni del proprio corpo, iperacusia e frequente otite media e possiede i fattori di rischio e le cause precedentemente elencati. La diagnosi spetta al medico otorinolaringoiatra. L’esame obiettivo indirizza il medico verso la diagnosi corretta. Mentre all’otoscopia non si rilevano alterazioni degne di nota della membrana timpanica, al contrario all’otomicroscopia si notano piccoli movimenti del timpano sincroni ai movimenti respiratori, segno specifico che, quando l’aria entra a livello del rinofaringe tramite naso e bocca, l’aria dell’inspirazione raggiunge la cassa timpanica attraverso la tuba aperta e spinge verso l’esterno il timpano in modo periodico. Tali movimenti del timpano normalmente sarebbero impediti dal fatto che la tuba è – nella maggioranze del tempo – chiusa. L’esame audiometrico tonale può evidenziare un deficit uditivo di tipo trasmissivo limitato alle basse frequenze (a meno che non vi sia un deficit anche delle frequenze alte, in caso di contemporanea alterazione della funzione uditiva di tipo neurosensoriale). Il timpanogramma può essere caratterizzato da un aumento della “compliance” e da una serie di spike che sono la rappresentazione grafica degli atti respiratori. Poiché è una disfunzione abbastanza rara, molto spesso la tuba beante viene confusa – anche dai professionisti del settore – con una congestione delle vie respiratorie e dell’orecchio medio, quando invece si tratta di un’eccessiva beanza della tuba.
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Diagnosi differenziale
Soggetti che soffrono di una condizione ancora più rara, chiamata “deiscenza del canale superiore“, sono a rischio di diagnosi errata di tromba di Eustachio beante a causa del fatto che l’autofonia sia presente in entrambe le condizioni.
Trattamento
Al momento non esiste una cura capace di risolvere del tutto il problema. Gocce nasali di estrogeni o ioduro di potassio saturo sono stati utilizzati per indurre edema dell’apertura della tromba di Eustachio. È stato segnalato che i farmaci nasali contenenti acido cloridrico diluito, clorobutanolo e alcol benzilico sono efficaci in alcuni pazienti, con pochi effetti collaterali. Anche gli spray nasali si sono rivelati un trattamento temporaneo molto efficace per questa malattia. Alcuni buoni risultati sono stati raggiunti attraverso questi metodi:
- esercizi di logopedia per la rieducazione tubarica, la stessa che viene utilizzata in soggetti affetti da tube che non si aprono mai e causano otiti perforanti;
- restare in posizione supina per 20 minuti 4 volte al giorno con le gambe sollevate a circa 50 cm (su una sedia);
- bere molta acqua;
- si può beneficiare di un certo sollievo con l’istillazione di 3-4 gocce di paraffina (più banalmente: olio di vaselina) nelle narici dell’orecchio e disponendo la testa in una posizione specifica in modo che la gravità faciliti il passaggio dell’olio all’interno delle tube.
Terapia chirurgica
In alcuni casi più gravi e non rispondenti alle terapie non invasive, si prende in considerazione la chirurgia di rinforzo della parte o dell’orifizio della tuba, che consiste nell‘inserire una parte in cartilagine prelevata al paziente stesso o materiale biocompatibile nell’apertura, in modo da facilitarne la chiusura. L’intervento chirurgico può tentare di ripristinare i tessuti della tromba di Eustachio con grasso, schiuma di gel o cartilagine o cicatrizzarli chiusi con cauterio. Questi metodi non sempre hanno successo. Ad esempio, c’è il caso dei primi tentativi di correzione chirurgica che prevedevano iniezioni di pasta di tetrafluoroetilene (Teflon) ma sebbene questo trattamento fosse in grado di dare un sollievo transitorio, fu interrotto a causa di diversi decessi derivanti da iniezioni intracarotidea involontarie. Sebbene si tratti di una soluzione temporanea, anche il posizionamento di un tubo di ventilazione chirurgico nel timpano si è dimostrato un’opzione di trattamento efficace. Il 50% dei pazienti ha riportato un sollievo dai sintomi quando è stato somministrato questo trattamento.
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Conseguenze psicologiche
Una tuba beante bilaterale permanente è motivo di forte disagio psicologico per molti pazienti, a causa delle frequenti otiti a carico dell’orecchio medio, che possono comportare ipoacusia, orecchie tappate ed acufeni, dell’iperacusia e dell’autofonia. Anche l’attività sociale e lavorativa può essere compromessa, quest’ultima in particolare se il soggetto – a causa della propria professione – viaggia spesso in aeroplano e svolge lavori dove la voce e l’udito sono di primaria importanza. Nei casi più gravi si possono sviluppare severe forme di depressione, isolamento sociale ed idee suicidarie, che dovrebbero essere immediatamente trattate con farmaci antidepressivi e psicoterapia.
Consigli
Generalmente si ha un miglioramento della situazione nel momento in cui ci si sdraia o ci si mette a testa in giù.
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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine