Si, è possibile vivere senza intestino, anche se sono necessarie alcune accortezze. Cominciamo col parlare del motivo per cui una persona si ritrova privata del proprio intestino: la colectomia.
Archivi tag: colostomia
Differenze tra ileostomia, colostomia e urostomia
Per comprendere meglio l’argomento trattato, leggi prima: Stomie: cosa sono, a che servono, quanti tipi esistono?
Esistono differenti tipi di stomia, perché differenti sono le cause e le zone corporee nelle quali si rende necessaria la realizzazione della stomia stessa.
Distinzione tra ileostomia e colostomia
Ileostomia e colostomia sono entrambe enterostomie e servono per mettere in comunicazione parti diverse dell’intestino con l’esterno, permettendo la fuoriuscita di feci e gas intestinali in caso di interventi chirurgici demolitivi.
Colostomia
Consiste nell’abboccamento all’esterno del colon nella parte sinistra dell’addome a seguito di chirurgia oncologica. È più facile da gestire rispetto alla ileostomia, perché le feci che sono già state private di parte dell’acqua che contenevano sono più formate. Questo permette di educare il paziente ad avvertire lo stimolo dell’evacuazione e con il tempo poter essere in grado di svuotare il colon, con l’ausilio della sacca, a orari abbastanza regolari per poter avere una vita meno condizionata dalla stomia. Si può ricorrere anche all’uso di clisteri evacuativi per facilitare il compito all’intestino che con il tempo e la costanza normalizzerà il funzionamento in modo regolare.
Leggi anche: Tumore del colon retto con metastasi: chirurgia, chemioterapia e terapie biologiche
Ileostomia
Consiste nell’abboccamento all’esterno dell’ileo quindi nella parte destra dell’addome a seguito di chirurgia oncologica. La gestione di questa stomia è più complessa rispetto alla colostomia in quanto le feci sono meno formate, quindi molto liquide e la presenza di enzimi proteolitici può generare arrossamento dell’abboccamento dell’intestino verso l’esterno.
Da quanto detto appare chiaro che le principali differenze sono che le ileostomie risiedono sull’addome in basso a destra (mentre le colostomie sono in basso a sinistra) e che mentre nelle ileostomie le feci fuoriescono in maniera quasi continua, sono più acide, abbondanti e liquide ma con meno gas, invece nelle colostomie le feci fuoriescono con gas più abbondanti ma praticamente solide, il che rende le colostomie più pratiche da gestire.
A livello addominale, lievemente più in alto rispetto allle enterostomie, si può ritrovare anche la zona dove vengono create le urostomie.
Leggi anche: Digiunostomia e gastrostomia nella nutrizione artificiale enterale
Urostomia
Un’urostomia è una deviazione dell’urina creata chirurgicamente in caso di particolari interventi chirurgici particolarmente demolitivi, ad esempio è possibile realizzare un’urostomia quando viene rimossa la vescica ed è necessario creare un nuovo sistema per la raccolta e il passaggio verso l’esterno dell’urina del paziente. Per creare una urostomia il chirurgo utilizza un pezzo dell’intestino tenue per formare un nuovo canale attraverso il quale far passare l’urina. Gli ureteri sono collegati a un’estremità del canale, mentre l’altra estremità viene portata attraverso un’apertura nella parete addominale. L’ovvia differenza con le enterostomie viste all’inizio dell’articolo, è che mentre le enterostomie permettono il passaggio di feci e gas intestinali verso l’esterno, invece l’urostomia permette il passaggio dell’urina.
Leggi anche:
- Feci dalla bocca: il vomito fecaloide
- Differenza tra nutrizione normale, assistita ed artificiale
- Riconoscere i differenti tipi di vomito a seconda del colore
- Vomito: le cause più frequenti
- Vomito: rimedi naturali e cure farmacologiche (farmaci anti-emetici)
- Differenza tra vomito e rigurgito nel neonato
- L’apparato digerente: cos’è, com’è fatto, a che serve e come funziona?
- Differenza tra intestino tenue e crasso
- Differenze tra ileo meccanico ed ileo paralitico: cause, sintomi e trattamenti
- Cosa succede al cibo nello stomaco dopo averlo ingerito?
- Stitichezza acuta e cronica: tipi, cause, trattamenti medici e rimedi
- Differenza tra stipsi, stitichezza e costipazione
- Stitichezza o stipsi acuta e cronica: terapie farmacologiche
- Sistema nervoso: com’è fatto, a che serve e come funziona
- Capacità massima dello stomaco: si può “mangiare fino a scoppiare”?
Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine
Stomie: cosa sono, a che servono, quanti tipi esistono?
La parola “stomia” (in inglese “stoma”) deriva dal greco e significa “apertura”. È il risultato di un intervento chirurgico attraverso il quale si crea un’apertura attraverso la cute che consente pertanto il passaggio di vari elementi (gas, urina, feci) dall’interno all’esterno del corpo attraverso un canale neoformato. Una stomia può essere temporanea o definitiva.
Perché una stomia può essere necessaria?
Questo passaggio alternativo si rende necessario in quegli interventi in cui la via naturale con l’esterno non può essere raggiunta o viene ad essere eliminata, ad esempio in caso di amputazione dell’ano in corso di interventi per rimuovere grosse masse tumorali della zona, o “scavalcata”, come avviene in alcune stomie temporanee.
Quali tipi di stomia esistono?
Esistono vari tipi di stomie, tra cui:
- enterostomie (ileostomia e colostomia) che permettono il passaggio di feci e gas);
- tracheostomia: permette di aprire una via respiratoria alternativa a livello della trachea, quando serva una intubazione endotracheale prolungata o in caso di interventi chirurgici che rendono impossibile l’intubazione;
- urostomia: permette il passaggio di urina verso l’esterno, in caso di rimozione della vescica.
Per approfondire leggi: Differenze tra ileostomia, colostomia e urostomia
La stomia, in molti casi, è l’unica soluzione per poter affrontare una patologia che ha necessitato una importante demolizione chirurgica, specie in caso di grandi masse tumorali. Pur rappresentando, specie la definitiva, un elemento che diminuisce la qualità della vita del paziente e fonte di disagio per esso, va comunque vissuta come la soluzione di un problema e non come un problema essa stessa.
Leggi anche: Tumore del colon retto con metastasi: chirurgia, chemioterapia e terapie biologiche
Gestire le stomie enteriche: consigli
La pulizia deve essere molto accurata e nell’applicare la sacca si deve fare attenzione a non posizionarla troppo lenta altrimenti ci sarà una sicura fuoriuscita delle feci che appunto possono irritare la stomia. Il posizionamento non deve essere nemmeno troppo stretto altrimenti la stomia viene strozzata e viene meno l’irrorazione sanguigna con conseguente necrosi dei tessuti. Le sacche per le stomie sono di due tipi: monopezzo e a due pezzi (parte adesiva più sacca). La loro applicazione deve essere valutata anche in base al fatto che il paziente sia allettato o meno.Sostituire sempre la sacca quando è piena per due terzi per evitare che il peso la stacchi. Per ovviare al cattivo odore per la formazione di gas oggi è possibile trovare in commercio sacche dotate di filtri, rimane comunque importante una adeguata alimentazione.
Leggi anche: Digiunostomia e gastrostomia nella nutrizione artificiale enterale
Gestire la stomia a casa, a chi rivolgermi?
Per avere un supporto professionale nella gestione casalinga di una stomia, potete contattare uno stomaterapista, cioè un infermiere specializzato nella gestione della stomia. Ti aiuterà inizialmente a gestire la stomia e successivamente ti accompagnerà in un percorso educativo che ti consentirà di diventare autonomo nella gestione della stomia.
Leggi anche:
- Feci nere e melena: cause e cure in adulti e neonati
- Differenza tra nutrizione normale, assistita ed artificiale
- Tumore del colon retto: diagnosi, metastasi, prognosi e stadiazione
- Tumore del colon retto: sintomi iniziali, tardivi e ritardo nella diagnosi
- Tumore del colon retto: trattamento chirurgico, radioterapia e chemioterapia
- Tumore del colon retto: terapia personalizzata col test RAS
- Anticorpi monoclonali contro il tumore del colon retto metastatico
- Sindrome dell’intestino irritabile: sintomi, dieta e cibi da evitare
- Mal di pancia e di stomaco: da cosa può dipendere e quali sono le cure
- Mal di pancia forte: quando chiamare il medico?
- Feci del neonato verdi, gialle, con muco, schiumose: cosa fare?
- Meconio, transizione e svezzamento: feci diverse nel neonato
- Differenza tra feci del neonato allattato al seno o con latte artificiale
- È normale che il mio bambino non emetta feci ogni giorno?
- Quante volte al giorno va cambiato il pannolino in neonati e bimbi?
- Feci galleggianti e maleodoranti: cause e quando chiamare il medico
- Colore delle feci: normale e patologico
- Feci pastose e maleodoranti: malassorbimento e cattiva digestione
- Carboidrati, proteine e grassi: come vengono assorbiti nell’intestino?
- Differenza tra colite ulcerosa, muco-membranosa, da fermentazione e da putrefazione
- L’apparato digerente: cos’è, com’è fatto, a che serve e come funziona?
- Differenza tra intestino tenue e crasso
- Differenze tra ileo meccanico ed ileo paralitico: cause, sintomi e trattamenti
- Cosa succede al cibo nello stomaco dopo averlo ingerito?
- Stitichezza acuta e cronica: tipi, cause, trattamenti medici e rimedi
- Differenza tra stipsi, stitichezza e costipazione
- Stitichezza o stipsi acuta e cronica: terapie farmacologiche
- Sistema nervoso: com’è fatto, a che serve e come funziona
- Capacità massima dello stomaco: si può “mangiare fino a scoppiare”?
- Stomaco: anatomia e funzioni in sintesi
- Duodeno: anatomia e funzioni in sintesi
- Pancreas: anatomia e funzioni in sintesi
- Differenza tra intestino tenue e crasso
- Differenza tra disfagia orofaringea ed esofagea: sintomi comuni e diversi
- Differenza tra disfagia ed odinofagia: cause comuni e diverse
- Differenza tra disfagia di tipo ostruttivo e di tipo motorio
- Differenza tra disfagia ostruttiva ed occlusione intestinale
- Differenza tra disfagia ai liquidi e ai solidi
- Alimentazione e disfagia nel paziente con morbo di Parkinson
- Acidità di stomaco e bruciore: tutti i farmaci antiacidi
- Esofago di Barrett, tumore e reflusso gastroesofageo
- Reflusso gastroesofageo: sintomi, diagnosi e cura
Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine
Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, segui la nostra pagina Facebook o unisciti al nostro gruppo Facebook o ancora seguici su Twitter, su Instagram, su Mastodon, su YouTube, su LinkedIn, su Tumblr e su Pinterest, grazie!