Cardiologo arrestato per violenza sessuale su 63 pazienti e pedopornografia

Macchina dei CarabinieriSoverato (Catanzaro) – I carabinieri della Compagnia di Soverato hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, e un contestuale decreto di sequestro preventivo di dispositivi Continua a leggere

Aborto volontario: decide la madre, il padre o entrambi? E se la donna è minorenne?

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Tabagismo in aumento tra i giovanissimi: un 15enne su quattro fuma abitualmente

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO FUMA SIGARETTA NICOTINA TABAGISMO TOSSICODIPENDENZALa sigaretta continua ad essere un vizio molto diffuso tra i giovani. Anche tra i minorenni. In Emilia-Romagna fuma il 23% dei 15enni, il 6% dei 13enni e addirittura l’1% degli 11enni.

Tra i ragazzi, la percentuale di chi fuma ogni giorno è in crescita: dello 0,2% negli 11enni; dello 0,8% nei 13enni; del 10% nei 15enni. A loro si aggiungono i ragazzi tra i 18 e i 24 anni, dei quali fuma il 31%, e i giovani tra i 24-35enni (35% di fumatori), la fascia d’età in cui la sigaretta è più frequente. A dirlo sono i dati raccolti nel periodo 2009-2012 dal sistema di sorveglianza “Passi” (Politiche delle aziende sanitarie per la salute in Italia). Nei quattro anni presi in esame, sono state realizzate in Emilia-Romagna più di 13.800 interviste (oltre 150.000 a livello nazionale). E dalle risposte emerge che in regione fuma il 29% degli emiliano-romagnoli tra i 18 e i 69 anni, circa 873.000 persone. Il 22%, invece, è un ex fumatore mentre il 49% degli intervistati non ha mai fumato.

Il fumo di sigaretta, si legge nel report Passi Emilia-Romagna «è più diffuso tra gli adulti con molte difficoltà economiche (il 43%) e con bassi livelli di istruzione (il 60% di chi non ha titoli o ha solo quelli di scuola media o elementare). Tra i fumatori adulti, il 2% è occasionale (meno di una sigaretta al giorno), mentre il 27% è un forte fumatore (20 sigarette o più al giorno)». Più in generale, a livello statistico, «l’abitudine al fumo di sigaretta si conferma maggiore nelle classi d’età più giovani, negli uomini (32% contro il 26% delle donne), nelle persone con un basso livello d’istruzione, in quelle con molte difficoltà economiche e in quelle con cittadinanza italiana o provenienti da altri Paesi a sviluppo avanzato». Dal report “Passi”, la percentuale di fumatori in Emilia-Romagna appare nel complesso stabile nel periodo 2007-2012. In particolare «la mancata diminuzione negli ultra 50enni è legata alla componente femminile, nella quale si evidenzia una minor propensione a smettere di fumare». Il 39% dei fumatori ha dichiarato di aver provato a smettere di fumare negli ultimi 12 mesi (circa 349.000 persone). La maggior parte di loro ha però ripreso a fumare (82%), mentre l’11% non fuma più da meno di sei mesi.

Chi è riuscito ad abbandonare la sigaretta è solo il 7% e quasi tutti spiegano di esserci riusciti da soli. Chi si è aiutato con farmaci o cerotti è appena l’1%, ancora meno chi si è rivolto a corsi organizzati dalle Ausl. Arduo smettere di fumare anche per chi soffre di patologie croniche: continua ad accendere sigarette circa un quarto di chi soffre di cuore, diabete o è malato di tumore, circa un terzo di chi ha patologie respiratorie croniche. Nel report si stima anche che circa il 42% degli intervistati non fumatori sia esposto anche solo occasionalmente al fumo passivo: per il 15% si stima che l’esposizione avvenga con alta frequenza.

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Un minorenne italiano su 10 abusa di psicofarmaci

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO BAMBINO TRISTE PIANGE DOLORE STRADA ABBANDONO DEPRESSIONEPresentato il rapporto annuale Espad (European School Project on Alcohol and Other Drugs), progetto europeo di indagini sull’uso di alcol, droga e sostanze psicoattive nelle scuole, curato per la parte italiana dall’Istituto di fisiologia clinica del CNR di Pisa, che lancia l’allarme: 1 minorenne italiano su 10 utilizza impropriamente psicofarmaci senza alcuna prescrizione medica. La ricerca ha indagato nel dettaglio le abitudini dei minori tra i 15 e 16 anni in 35 paesi Europei. “I dati italiani di consumo di molecole psicoattive non sono allineati alla media europea, ma sono significativamente più alti”, ha spiegato all’agenzia stampa Apcom la ricercatrice del CNR Sabrina Molinaro, che da anni si occupa di queste tematiche. In questo ambito infatti la media europea è del 6%, di quattro punti percentuali più bassa rispetto a quella italiana che è del 10%. La tendenza generale mostra un ritorno verso i livelli massimi registrati a metà anni novanta: in particolare emerge che a fare uso degli psicofarmaci sono più le ragazze (13%) rispetto ai ragazzi (7%).

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