Paziente asintomatico
Un paziente si dice “asintomatico” quando, nonostante sia affetto da una patologia, esso non presenta alcun sintomo. Ad esempio quando un soggetto viene esposto ad un agente infettivo, come un virus, esiste un periodo chiamato “incubazione” in cui la malattia infettiva è già presente ma non fornisce alcun sintomo: l’incubazione è quindi “asintomatica” e termina quando il paziente avverte i primi sintomi, momento in cui da “asintomatica” la patologia diventa “sintomatica“. Quasi tutte le patologie esistenti sono potenzialmente asintomatiche, anche quelle più gravi, ad esempio perfino un infarto del miocardio o un tumore al pancreas possono essere asintomatiche.
Individuo portatore sano
Un individuo si dice “portatore sano” in due particolari casi:
- quando è stato contaminato da un agente patogeno ed ospita il patogeno senza però presentare alcuna patologia: si tratta di solito di soggetti immunologicamente resistenti (di solito grazie ad una immunità acquisita precedentemente), nei quali i microrganismi vivono come saprofiti, ma che possono infettare persone vicine, ad esempio se queste ultime sono meno resistenti;
- quando è portatore di una malattia genetica recessiva di cui non manifesta i sintomi dal momento che le malattie genetiche dovute ad alleli recessivi (al contrario di quelle da alleli dominanti) non si manifestano quando il genotipo è eterozigote per il gene interessato, ma rendono il soggetto un portatore sano: un eventuale figlio di due portatori sani potrà manifestare la malattia nel caso riceva entrambi gli alleli recessivi dai genitori.
Quindi sia il paziente asintomatico che l’individuo portatore sano possono potenzialmente trasmettere ad altri la malattia e non hanno alcun sintomo, tuttavia mentre il paziente asintomatico ha realmente la malattia, senza però avere alcun sintomo della sua presenza, l’individuo portatore sano non ha i sintomi perché NON ha alcuna malattia ed è appunto sano.
Coronavirus: portatore sano o paziente asintomatico?
In questi giorni in cui l’epidemia da coronavirus è il nostro primo pensiero, spesso si usa l’espressione “portatore sano” in modo errato, quando invece quella giusta sarebbe “paziente asintomatico”. Nel momento in cui un soggetto viene contagiato da coronavirus, passano 14 giorni di incubazione prima che si sviluppino i sintomi: il paziente è quindi già tecnicamente malato (può trasmettere l’infezione ad altri) ma è asintomatico. Al termine di questi 14 giorni, i sintomi arrivano anche per lui (tranne quei casi in cui continui ad essere asintomatico al termine dell’incubazione). Dal momento del contagio, quindi, il soggetto è malato e non può quindi essere definito “portatore sano”, definizione che si applica a chi ospita un patogeno ma non è malato (è sano, appunto). Chi è contagiato da coronavirus non potrà mai essere un “portatore sano”, poiché chi viene contagiato – pur se inizialmente senza sintomi – è comunque malato e con molta probabilità svilupperà i sintomi di influenza al termine dell’incubazione, mentre se fosse un portatore sano non sarebbe considerato malato e non svilupperebbe i sintomi del patogeno che porta nel proprio organismo.
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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine
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