Con “ernia” si intende la fuoriuscita di un viscere dalla cavità del corpo che normalmente lo contiene, attraverso un orifizio o un canale anatomico fisiologicamente esistente nell’organismo. L’ernia inguinale è la più comune delle ernie ed è creata dalla fuoriuscita attraverso la sua sede naturale di una piccola parte di intestino. Ciò avviene generalmente nel punto i cui si trova il canale inguinale, un passaggio naturalmente presente nell’uomo e nella donna. Si manifesta come un rigonfiamento più o meno ampio che occupa la parte interna dell’inguine. Può verificarsi anche nei primi mesi di vita ed è statisticamente più frequente negli uomini.
Fisiopatologia
L’ernia inguinale si fa strada nella regione inguinale, area triangolare delimitata:
- in basso da una linea che si identifica con il legamento inguinale:
- medialmente dal margine laterale del muscolo retto dell’addome;
- da una terza linea ideale che congiunge la spina iliaca anteriore superiore al margine del muscolo retto.
Questa area è percorsa dal canale inguinale (costituito da un orifizio interno, dal canale vero e proprio e da un orifizio esterno) che nel maschio è attraversato dal funicolo spermatico e nella donna dal legamento rotondo dell’utero. L’ernia nel suo percorso segue il canale inguinale impegnandone prima l’orifizio interno, poi progressivamente tutto il resto fino a sporgere fuori dall’orifizio esterno. Nel suo progredire viene a contatto con il funicolo spermatico infiltrandosi tra gli elementi che lo compongono e con i quali contrae aderenze lasse. Una volta superato l’orifizio esterno il sacco erniario occupa nel maschio la borsa scrotale, nella donna la regione delle grandi labbra. Rispetto a questo percorso si distinguono vari quadri clinici:
- punta d’ernia: corrispondente all’impegno iniziale dell’ernia nell’orifizio interno, non è visibile né apprezzabile;
- ernia interstiziale: quando il sacco e quindi l’ernia hanno invaso il canale inguinale. Non è visibile ma apprezzabile;
- ernia inguino-scrotale: rappresenta la forma più avanzata ed evidente. L’ernia infatti, inizialmente di ridotte dimensioni, ha la caratteristica di aumentare di volume col tempo occupando progressivamente ampie porzioni dello scroto.
Ernia congenita
Una forma particolare di ernia inguinale è l’ernia congenita. Si manifesta abitualmente nella prima infanzia, ma può farlo anche più tardi, con una patogenesi diversa. Il sacco infatti, in queste ernie, non si forma progressivamente con il meccanismo già descritto a proposito della patologia dell’adulto, ma è presente già alla nascita per mancata obliterazione del dotto peritoneo vaginale. Quest’ultimo è un condotto, presente nella fase fetale, che serve alla migrazione del testicolo dalla sua posizione originaria vicino al rene verso il basso, nello scroto, e che, di norma, alla nascita va incontro a chiusura.
Cause
Le cause dell’ernia inguinale sono generalmente rinvenibili in un’anomalia congenita, quindi presente fin dalla nascita oppure sono correlate ad un indebolimento naturale delle fasce muscolari tipico dell’invecchiamento oppure dovuto a sforzi fisici, durante l’evacuazione o la minzione, oppure allo sport o al sollevamento di carichi pesanti.
Fattori di rischio:
- gravidanza;
- obesità;
- colpi di tosse violenta;
- sforzi eccessivi;
- età avanzata;
- sport.
Sintomi
I sintomi più frequenti, sono:
- dolore all’inguine;
- bruciore e sensazione di peso o corpo estraneo;
- dolore esteso ai testicoli, allo scroto e alla gamba;
- difficoltà a stare in piedi;
- tumefazione estesa fino allo scroto;
- difficoltà della digestione;
- dolore gastrico.
Il fastidio e il dolore possono aumentare in caso di affaticamento, esercizio fisico, lunghe camminate, stando in posizione eretta prolungata oppure sforzi addominali intensi (tosse, starnuti, evacuazione). Il dolore può irradiarsi alla gamba.
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Complicanze dell’ernia inguinale
L’ematoma è relativamente frequente. Una complicanza rara è l’ischemia e atrofia del testicolo, quando c’è una lesione dell’arteria spermatica funicolare e mancano circoli suppletivi, che può portare a infertilità o sterilità. Le complicazioni più rilevanti sono l’ernia incarcerata o l’ernia strozzata, quando la parte di viscere è intrappolata tra legamenti e muscoli, con interruzione del flusso di sangue e necrosi (morte dei tessuti): in questo caso è necessario l’intervento chirurgico d’urgenza. Solitamente quando si instaura una complicanza, il paziente tende ad avvertire un dolore molto acuto nella zona dell’ernia.
Diagnosi
La diagnosi di ernia inguinale è agevole nelle forme conclamate, difficile in quelle iniziali, teoricamente clinicamente impossibile agli esordi. Nelle fasi precoci l’ernia, anche se non visibile, può essere svelata ricorrendo ad una manovra particolare che consiste nell’introduzione, da parte dell’esaminatore, del dito indice nello scroto del paziente a contatto con l’orifizio inguinale esterno. Il paziente viene invitato quindi ad uno sforzo, un colpo di tosse. Ciò determina un aumento della pressione endo-addominale che spinge i visceri verso la porta erniaria e quindi verso il canale inguinale. L’ernia lo percorre e, anche se per un attimo, sporge dall’orifizio esterno venendo a contatto con il polpastrello dell’esaminatore. Nelle forme scrotali si impone la diagnosi differenziale con alcune patologie a carico del testicolo: varicocele, idrocele e tumori.
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Ernia inguinale: può rientrare con una manovra?
Alcuni pazienti credono che l’ernia inguinale possa guarire completamente da sola o con semplici manovre, fino a scomparire del tutto, senza intervento chirurgico. Ciò purtroppo è falso: l’ernia inguinale non guarisce spontaneamente né con semplici “spinte” manuali: essa richiede l’intervento chirurgico finalizzato a riparare la parete addominale. Senza chirurgia il rischio è che l’ernia si ingrandisca e si complichi, con esiti anche gravi.
Quando operare?
Ogni caso è ovviamente da valutare singolarmente, tuttavia si ritiene opportuno operare un’ernia inguinale quando:
- è sintomatica (soprattutto causa dolore);
- i sintomi che provoca diventano incompatibili con una vita sociale e sessuale normale;
- è ad alto rischio di complicazioni;
- ha raggiunto dimensioni importanti;
- continua ad aumentare di volume;
- la cute diventa rossastra.
Terapia
La terapia dell’ernia inguinale si divide in due fasi:
- terapia di prevenzione: consiste nel modificare le abitudini scorrette del paziente, eliminando sigarette, alcool, migliorando la dieta alimentare e seguendo determinati esercizi ginnici;
- terapia chirurgica: necessaria nelle forme più avanzate, quando l’ernia è di dimensioni superiori ad un uovo.
Ernia inguinale: convalescenza nel post operatorio
E’ possibile camminare o avere rapporti sessuali? Dopo l’intervento (e salvo complicazioni):
- nei giorni successivi: è possibile riprendere le normali attività quotidiane (mangiare, bere, camminare) ed una attività lavorativa sedentaria;
- dopo una settimana: si può riprendere un’attività sportiva non competitiva
- dopo due settimane: si può riprendere una attività sportiva professionistica e l’attività sessuale.
E’ comunque necessario interpellare il medico prima di svolgere qualsiasi attività.
Complicanze dell’intervento
Se eseguito da mani esperte il rischio di complicanze post-operatorie è molto basso, in ogni caso si potrebbero presentare a breve termine (7-10 giorni) ematomi o seriomi, cioè raccolte di liquido o di sangue al di sotto della ferita e nella zona adiacente, che tendono in genere a riassorbirsi spontaneamente, mentre solo in alcuni casi può essere necessaria l’aspirazione del liquido. A distanza di alcuni mesi dall’intervento, una possibile complicanza è la recidiva erniaria.
Prevenire l’ernia
Non esistono strategie specifiche per la prevenzione di questo tipo di ernie, soprattutto quando sono di natura congenita. Per ridurre i rischi può essere utile conservare un peso normale, senza perdere o prendere peso in eccesso. È utile, quando possibile, evitare sforzi fisici e attività pesanti. Poiché alcune ernie possono manifestarsi in seguito agli sforzi legati a colpi di tosse o a stipsi, bisognerebbe prevenire le rispettive condizioni. Infine, mantenere un buon tono muscolare della parete addominale, con esercizi mirati ma non eccessivamente faticosi, può allontanare il rischio.
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Lo Staff di Medicina OnLine
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