Ittiosi Arlecchino: diagnosi prenatale, aspettativa di vita, immagini, video

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO OSPEDALE ANAMNESI ESAME OBIETTIVO SEMEIOTICA FONENDOSCOPIO ESAME (3)Con “ittiosi Arlecchino” (in inglese “Harlequin-type ichthyosis” o “Harlequin ichthyosis”), anche chiamata “feto Arlecchino” o “ittiosi diffusa” o ancora “cheratosi fetale diffusa”, è una grave patologia genetica congenita (già presente alla nascita) della pelle, facente parte del grande gruppo delle ittiosi, di cui la variante Arlecchino è certamente la più grave e rara (l’incidenza è circa 1 caso su 1 milione).

Se sei interessato alla ittiosi lamellare, leggi anche: Ittiosi lamellare: cause, sintomi, diagnosi, trasmissione e cure

Etimologia

Il termine “ittiosi” deriva dal greco ἰχϑύς, “pesce”, e dal suffisso -ωσις, “condizione” ad indicare il fatto che il soggetto ha la pelle che somiglia a quella squamosa tipica dei pesci.
Il termine “Arlecchino” deriva invece dal fatto che la pelle del neonato appare secca e spaccata in grosse placche di forma quadrangolare, simili a quelle colorate della divisa di Arlecchino, la famosa maschera bergamasca della commedia dell’arte.

Cause

La patologia ha cause genetiche ed è quindi trasmessa al neonato dai genitori. La mutazione interessa il gene ABCA12, sito sul cromosoma 2, che codifica per una proteina trasportatore coinvolta nel trasporto dei lipidi, dai granuli lamellari alla superficie apicale dei cheratinociti dello strato granuloso. La mutazione porta ad alterata funzione della proteina ABCA12, che interessa importanti domini nucleotidici o domini transmembrana, con conseguente alterazione della barriera lipidica.

Trasmissione

La patologia si trasmette ai figli con modalità autosomica recessiva. Una malattia è detta a trasmissione autosomica recessiva quando l’allele alterato deve essere presente in coppia (omozigosi), cioè sono necessarie due copie dell’allele difettoso per far sì che la malattia si esprima, a prescindere dal sesso. Non basta un solo genitore portatore sano o malato, bensì entrambi i genitori devono essere portatori sani o malati. Il fenotipo quindi si esprime quando nel genotipo dell’individuo sono presenti entrambi gli alleli responsabili, fatto che spiega l’alta probabilità di sviluppare malattie genetiche in caso di incesto. Quindi:

  • un individuo che possegga entrambi gli alleli alterati: è portatore ed è malato;
  • un individuo che possegga solo un allele alterato: è portatore ma è sano;
  • un individuo che non possegga nessun allele alterato: NON è portatore ed è sano.

Essere portatore sano vuol dire quindi NON avere la patologia ma possedere nel proprio genotipo un allele mutato, che può essere trasmesso alle generazioni successive.

Dalla combinazione delle possibili condizioni di genitori sani, malati e portatori sani, deriva la distribuzione probabilità che la malattia sia trasmessa ai figli:

  • genitori malato-malato: la probabilità che il figlio/a nasca malato è del 100%;
  • genitori sano-malato: la probabilità che il figlio/a nasca portatore sano è del 100%;
  • genitori malato-portatore sano: la probabilità che il figlio/a nasca malato è del 50% e del 50% che nasca portatore sano;
  • genitori sano-portatore sano: la probabilità che il figlio/a nasca sano è del 50% e del 50% che nasca portatore sano;
  • genitori portatore-portatore: la probabilità che il figlio/a nasca portatore sano è del 50% mentre è del 25% che nasca sano o malato.

Se nessuno dei genitori ha un allele mutato, non c’è ovviamente alcuna trasmissione autosomica recessiva ed i figli saranno tutti sani e NON portatori dell’allele mutato.

Per approfondire: Differenza tra autosomica dominante e recessiva con esempi

Sintomi e segni

I neonati affetti nascono avvolti da una membrana di collodio, translucida, brillante e tesa che somiglia a uno strato cutaneo aggiuntivo simile alla cera e che viene perso nei giorni successivi (entro circa un paio di settimane). Nel passaggio dall’ambiente uterino a quello esterno la pelle si secca spaccandosi nelle tipiche grosse placche a corazza di forma quadrangolare, distribuite su tutto il corpo. La pelle spessa e rigida può limitare in modo notevole i movimenti del neonato, che può apparire quasi immobile a lungo. I tratti del viso sono tipicamente contraddistinti da:

  • grave ectropion;
  • edema congiuntivale:
  • eclabium;
  • naso ampio.

I neonati presentano frequentemente:

  • contratture;
  • sinechie dei padiglioni auricolari (aderenza cutanea tra orecchie e viso);
  • sinechie delle dita dei piedi (aderenza cutanea tra le dita) con potenziale rischio di autoamputazione.

Nel periodo neonatale i bambini soffrono di grave disregolazione della temperatura da cattiva traspirazione, problemi alimentari, infezioni e disturbi respiratori, i quali determinano una alta mortalità nelle prime ore/giorni di vita. Quando raramente i bimbi sopravvivono, la loro membrana di collodio si stacca dopo alcune settimane trasformandosi in una eritrodermia con desquamazione grave con ectropion persistente. Altri segni clinici sono:

  • cheratoderma palmoplantare;
  • ritardo della crescita;
  • bassa statura;
  • malformazioni delle orecchie e delle dita;
  • malformazioni oculari;
  • malformazioni della bocca;
  • anomalie ungueali;
  • alopecia.

Le palpebre (ectropion) e le labbra (eclabion) si presentano rovesciate all’esterno a causa della rigidità e dell’ispessimento della cute.

Immagini

In questa immagine è visibile un neonato con ittiosi Arlecchino.

Video

Ecco alcuni video che mostrano neonati con ittiosi Arlecchino:

VIDEO 1

VIDEO 2

VIDEO 3

VIDEO 4

VIDEO 5

Diagnosi

La diagnosi si basa sull’esame obiettivo del neonato, che ha il caratteristico ed inconfondibile aspetto causato dall’ittiosi Arlecchino, che potete osservare nelle immagini e nei video inclusi in questo articolo. La biopsia rivela un’ortoipercheratosi compatta massiva, ma in genere non è utile per la diagnosi. L’esame della cute evidenzia corpi lamellari anomali e secrezione ridotta dei granuli lamellari nello strato corneo. L’analisi molecolare rivela le mutazioni del gene ABCA12.

Diagnosi differenziale

La diagnosi differenziale si pone con altre patologie ed ittiosi, come l’eritrodermia ittiosiforme congenita (CIE), la dermopatia restrittiva letale, la sindrome di Neu-Laxova, e la ialinosi sistemica infantile.

Diagnosi prenatale

La diagnosi prenatale si basa sull’analisi del DNA sugli amniociti o sui villi coriali, o sulla biopsia della cute fetale. Gli ultrasuoni mostrano desquamazione diffusa unita a:

  • contratture delle dita;
  • padiglioni auricolari appiattiti;
  • ipoplasia del naso;
  • rime palpebrali estroflesse;
  • bocca tipica da pesce;
  • bocca aperta nella vita fetale;
  • macroglossia.

Consulenza genetica

Come già precedentemente spiegato, l’ittiosi Arlecchino è trasmessa come carattere autosomico recessivo: alle famiglie che hanno già avuto un figlio con ittiosi Arlecchino deve essere offerta la consulenza genetica per informarle del rischio di ricorrenza del 25%.

Cure

Non esiste una terapia specifica per curare a monte la patologia. La presa in carico nel periodo neonatale si serve di un team multidisciplinare formato da varie figure professionali come oftalmologi, chirurghi, pediatri neonatologi, dermatologi e dietologi; potrebbe essere necessaria la gastrostomia. Vista la gravità delle deformità del neonato, è necessario anche fornire un valido supporto psicologico alla famiglia del paziente. Per quanto riguarda l’aspetto dermatologico, una possibile terapia sintomatica è quella che si basa sul emollienti e retinoidi orali (1mg/kg/d). È importante soprattutto limitare le procedure invasive per evitare le frequenti infezioni cutanee. Se il bimbo sopravvive, si usano emollienti, cheratolitici e retinoidi.

Complicazioni fisiche

In funzione della gravità dell’ittiosi, possono presentarsi varie complicazioni fisiche, tra cui:

  • difficoltà nel muoversi;
  • difficoltà nel camminare;
  • crescita dei capelli alterata;
  • difficoltà nel chiudere gli occhi;
  • difficoltà della traspirazione della pelle;
  • facilità di rottura della cute esposta a traumi.

Complicazioni psicologiche

L’aspetto di un individuo affetto da ittiosi può essere alterato così tanto da portarlo a gravi complicazioni psicologiche, isolamento sociale, depressione ed istinti suicidari, specie in giovane età. Gli effetti di tali comportamenti, si riverberano anche sui famigliari del paziente. Le nascite di bimbi con ittiosi sono spesso vissute come veri e propri drammi, come in questi casi:

Aspettative di vita

I neonati con questo tipo di ittiosi nascono quasi sempre prematuri e con organi interni non sviluppati correttamente; i bimbi con questa malattia sono inclini a varie infezioni anche letali, perché la pelle non li protegge in modo normale. La mortalità è elevata nel periodo neonatale poiché i bambini sono inoltre suscettibili di:

  • grave disregolazione della temperatura a causa della bassa traspirazione della pelle;
  • problemi alimentari;
  • disturbi respiratori.

Nella maggioranza dei casi la sopravvivenza dello sfortunato neonato non supera le poche ore o, al massimo, i pochi giorni di vita. Se il trattamento è immediato, con diagnosi tempestiva, aumenta di molto la percentuale di sopravvivenza oltre la fase acuta post-natale, dando luogo successivamente a bimbi con fenotipi (aspetto) simili a quelli dei pazienti con ittiosi lamellare grave. I bambini che sopravvivono hanno una speranza di vita paragonabile agli individui sani, quindi normale. Il paziente negli anni successivi può sviluppare una grave malattia cutanea con interessamento degli occhi, associata ad ectropion che persiste nel tempo, isolamento, depressione e ritardo nello sviluppo psicologico e sociale.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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