Lo sviluppo del ragionamento morale
Un aspetto dello sviluppo cognitivo, che ha interessato lo psicologo, biologo, pedagogista e filosofo svizzero Jean Piaget (Neuchâtel, 9 agosto 1896 – Ginevra, 16 settembre 1980), ed ha continuato ad affascinare i ricercatori, è il ragionamento sulla questione morale. In che modo un bambino o un adolescente decide se il proprio comportamento o quello degli altri è buono o cattivo, giusto o sbagliato? Quando facciamo parte di una giuria, dobbiamo esprimere un giudizio, proprio come facciamo nella vita di tutti i giorni: dobbiamo restituire al negoziante il resto in più che ci ha dato? Dobbiamo denunciare un compagno se ci accorgiamo che copia durante un esame? E che dire di una persona che mente in un colloquio di lavoro? La risposta sembrerebbe scontata, ma cosa direste se la persona che mente ad un colloquio ha disperatamente bisogno di lavorare per mantenere economicamente il figlio gravemente disabile?
Questi interrogativi non diventano importanti soltanto nell’adolescenza o nell’età
adulta, in quanto anche i bambini esprimono dei giudizi, ma poiché diversi cambiamenti chiave del ragionamento morale sembra coincidano con l’adolescenza o con l’emergere del ragionamento operatorio formale, questo è lo spazio giusto per farvi conoscere questo interessantissimo gruppo di teorie e ricerche.
Dilemma di Heinz
Piaget è stato il primo a fornirci una descrizione dello sviluppo del ragionamento morale, ma lo psicologo statunitense il cui lavoro è stato maggiormente influente in questo senso è Lawrence Kohlberg (Bronxville, 25 ottobre 1927 – Winthrop, 19 gennaio 1987), che è andato oltre la formulazione originale di Piaget. Kohlberg ha creato un metodo per valutare il ragionamento morale che consiste nel presentare a un soggetto una serie di dilemmi in forma di storia, ognuno dei quali mette in risalto uno specifico problema morale, come il valore della vita umana. Uno dei dilemmi più famosi è quello di Heinz:
In Europa, una donna stava morendo a causa di un particolare tipo di cancro e secondo i medici c’era solo una medicina che avrebbe potuto salvarla. Si trattava di un tipo di radio che un farmacista della stessa città in cui viveva la donna aveva recentemente scoperto. La medicina era costosa da fabbricare, ma il farmacista la faceva pagare dieci volte quello che gli costava: a lui costava 200 dollari e ne chiedeva 2000 per una piccola dose. Il marito della donna ammalata, Heinz, andò da tutti quelli che conosceva per farsi prestare il denaro, ma riuscì a mettere insieme solo 1000 dollari, la metà del prezzo. Disse al farmacista che sua moglie stava morendo e gli chiese di vendergli la medicina a un prezzo inferiore o di permettergli di pagarla in seguito. Ma il farmacista gli disse: «No, io ho scoperto la medicina e ho legittimamente intenzione di arricchirmi con essa». Così Heinz, preso dalla disperazione, s’introdusse di nascosto nel negozio del farmacista per
rubare la medicina per sua moglie.
La teoria di Lawrence Kohlberg
Terminata la storia descritta nel paragrafo precedente, al bambino o al giovane, vengono poste delle domande: Heinz avrebbe dovuto o no rubare la medicina? E se Heinz non avesse amato la moglie, cosa avrebbe fatto? Sarebbe cambiato qualcosa? E se la persona morente fosse stata un estraneo, Heinz avrebbe rubato ugualmente la medicina? Sulla base delle risposte a dilemmi di questo tipo, Kohlberg ha concluso che esistono tre livelli principali di ragionamento morale, con due sottostadi all’interno di ogni livello, riassunti nella seguente tabella:
LIVELLO 1: MORALE PRECONVENZIONALE
- Stadio 1: orientamento punizione-obbedienza. Il bambino decide cos’è sbagliato in base a ciò per cui viene punito. Dà valore all’obbedienza, ma obbedisce perché gli adulti sono più forti.
- Stadio 2: individualismo, scopo strumentale e scambio. Il bambino segue le regole quando ne ha un vantaggio immediato. Ciò che procura piacere è buono, inoltre è giusto ciò che è onesto, ciò che rappresenta uno scambio alla pari, un affare o un accordo.
LIVELLO 2: MORALE CONVENZIONALE
- Stadio 3: aspettative interpersonali, rapporti e conformismo interpersonale. La famiglia o il piccolo gruppo al quale appartiene diventano importanti. Sono morali le azioni che rispondono alle aspettative degli altri. Diventa importante «essere buono» e il bambino generalmente dà valore alla fiducia, alla lealtà, al rispetto, alla gratitudine e a mantenere rapporti reciproci.
- Stadio 4: sistema sociale e coscienza morale (legge e ordine). Dalla famiglia o dal gruppo ristretto, il bambino passo ad attribuire una maggiore importanza alla società. È giusto adempiere ai propri doveri e le leggi devono essere rispettate salvo casi eccezionali. Anche dare un contributo alla società viene considerato positivo.
LIVELLO 3: MORALE FONDATA SUI PRINCIPI O POSTCONVENZIONALE
- Stadio 5: contratto sociale o utilità e diritti individuali. Agire in modo da raggiungere «il bene maggiore per il maggior numero di persone». L’adolescente o l’adulto è consapevole che esistono differenti punti di vista e valori e che i valori sono relativi. Le leggi e le regole devono essere rispettate per mantenere l’ordine sociale, ma possono essere cambiate, tuttavia ci sono alcuni valori fondamentali che non sono relativi, come l’importanza della vita e della libertà di ogni persona, che devono essere sostenuti ad ogni costo.
- Stadio 6: principi etici universali. L’adulto sviluppa principi etici personali e li segue per stabilire ciò che è giusto. Solo perché di solito sono conformi a questi principi, bisogna ubbidire alle leggi, ma se c’è un conflitto tra la legge e la coscienza morale, ha il predominio la coscienza. In questo stadio, i principi etici che vengono seguiti fanno parte di un sistema di valori e di principi articolato, integrato, accuratamente scelto e coerentemente seguito.
Livello 1
Al livello 1, quello della morale preconvenzionale, i giudizi del bambino (o quelli dell’adolescente e perfino dell’adulto) si basano su fonti di autorità che gli sono vicine e fisicamente superiori – di solito i genitori. Proprio come le descrizioni che dà degli altri in questo stesso stadio sono soprattutto esteriori, così gli standard che il bambino utilizza per giudicare ciò che è giusto o sbagliato sono più esteriori che interiori. In particolare, è il risultato o la conseguenza delle sue azioni che determina la loro correttezza o meno.
Nello stadio 1 di questo livello – orientamento punizione-obbedienza – il bambino si basa sulle conseguenze fisiche delle azioni per decidere se sono giuste o sbagliate: se viene punito il comportamento era sbagliato, se non viene punito era giusto. Ubbidisce agli adulti perché sono più grandi e più forti. Nello stadio 2 – individualismo, scopo strumentale e scambio – il bambino inizia ad agire secondo il principio che si devono fare le cose per cui si viene ricompensati ed evitare quelle per cui si viene puniti. Per questo motivo lo stadio è detto anche dell’edonismo ingenuo. Se la cosa fa sentir bene o porta risultati piacevoli, è buona. Durante questa fase comincia a interessarsi alle altre persone, ma soltanto se questo interesse può rappresentare qualcosa che può essere utile anche a lui stesso, per cui può concludere accordi del tipo «Se tu aiuti me, io aiuto te».
Livello 2
Al livello 2, quello della morale convenzionale, c’è un passaggio dai giudizi basati sulle conseguenze esteriori e il vantaggio personale, ai giudizi basati su regole o norme di un gruppo al quale il bambino appartiene, sia che si tratti della famiglia, del gruppo dei compagni, della chiesa o della nazione. Quello che secondo il gruppo di riferimento scelto è giusto o buono, è giusto o buono anche per il bambino, che interiorizza queste norme.
Lo stadio 3 (il primo del livello 2) è quello delle aspettative interpersonali reciproche, dei rapporti e del conformismo interpersonale (chiamato anche stadio del bravo bambino-brava bambina). In questo stadio, i bambini credono che il comportamento giusto sia quello che fa piacere agli altri, danno valore alla fiducia, alla lealtà, al rispetto, alla gratitudine e al mantenimento delle relazioni reciproche. Nello stadio 4 (il secondo del livello 2), il ragazzo si rivolge ai gruppi sociali allargati per le norme da seguire. Kohlberg lo ha definito lo stadio del sistema sociale e della coscienza morale, chiamato anche orientamento verso l’ordine e la legge. Il ragionamento di questo livello si concentra sul fare il proprio dovere, rispettare l’autorità, seguire le regole e le leggi.
Livello 3
Il passaggio al livello 3, quello della morale fondata sui principi o (ragionamento
morale postconvenzionale) è segnato da diversi cambiamenti, il più importante dei
quali è una svolta relativa alla fonte di autorità. Al livello 1, i bambini considerano
l’autorità completamente esterna a loro stessi; al livello 2, i giudizi o le regole dell’autorità esterna vengono interiorizzate, ma non vengono messe in discussione né analizzate; al livello 3 emerge un nuovo tipo di autorità personale in base alla quale
vengono fatte delle scelte individuali, con giudizi soggettivi basati su principi di
propria scelta.
Nello stadio 5 (il primo di questo livello), chiamato da Kohlberg orientamento del contratto sociale, vediamo l’inizio di tali principi scelti personalmente. Le regole, le leggi e i controlli non sono ritenuti inappropriati, bensì mezzi importanti per garantire la giustizia, ma i giovani che agiscono a questo livello sanno anche riconoscere i momenti in cui le regole e le leggi devono essere ignorate o cambiate.
Nella sua opera originale sullo sviluppo morale, Kohlberg ha anche incluso lo stadio 6 (il secondo di questo livello), quello orientato verso i principi etici universali. I giovani che ragionano secondo questi principi si assumono la responsabilità delle proprie azioni, basate su principi fondamentali e universali, come la giustizia e il rispetto per le persone. È probabile che tali principi etici universali guidino il ragionamento morale soltanto di alcuni individui eccezionali – forse di quelle persone che dedicano là loro vita a cause umanitarie, come Malcolm X o Gandhi.
In tutto questo, è importante comprendere che ciò che determina lo stadio o il livello del giudizio morale di una persona non è la scelta morale specifica che un giovane o un adulto fanno, ma il tipo di logica e le fonti di autorità che utilizzanti per giustificare quella scelta.
Il ragionamento morale in relazione all’età
I risultati di Kohlberg, confermati da molti altri ricercatori, dimostrano che il ragionamento preconvenzionale (stadio 1 e 2) è dominante durante la scuola elementare e quello dello stadio 2 è ancora evidente tra molti preadolescenti. Il ragionamento convenzionale (stadio 3 e 4) emerge in modo significativo durante la media adolescenza e rimane la forma di ragionamento morale più comune durante l’età adulta. Il ragionamento postconvenzionale (stadio 5 e 6) è relativamente raro, perfino nell’età adulta. Ad esempio, tra gli uomini tra i 40 e i 60 anni che hanno fatto parte di uno studio longitudinale, soltanto il 13% ha utilizzato il ragionamento morale dello stadio.
Per approfondire, continua la lettura con: Applicazione dei livelli morali di Kohlberg: comunità giusta e pressione del gruppo
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Lo Staff di Medicina OnLine
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