Differenza tra aorta ascendente, discendente e arco aortico

MEDICINA ONLINE CUORE AORTA TORACICA ADDOMINALE ASCENDENTE ARCO AORTICO DISCENDENTE RAMI GIUGULARE CAROTIDI CORONARIE ARTERIE VASI SANGUIGNI VASI.jpgL’aorta è la più grande e tra le più importanti arterie dell’organismo, è lunga approssimativamente 30-40 cm ed il suo diametro è di circa 2 – 3,5 cm. Emerge dal ventricolo sinistro del cuore e trasporta il sangue ossigenato a tutte le parti del corpo tramite la circolazione sistemica. E’ divisa in due grosse parti:

  • aorta toracica: è la parte di aorta contenuta nel torace (al di sopra del diaframma) e comprende l’aorta ascendente, l’arco aortico e la porzione toracica dell’aorta discendente;
  • aorta addominale: è la parte di aorta contenuta nell’addome (al di sotto del diaframma) e comprende l’aorta addominale sotto-renale.

Aorta ascendente

L’aorta ascendente (anche chiamata “aorta toracica ascendente”) corrisponde al primo breve tratto (circa 5–7 cm) dell’aorta; ha origine a livello della valvola semilunare aortica del ventricolo sinistro del cuore all’altezza del margine inferiore della terza cartilagine costale di sinistra. Si dirige verso l’alto, ventralmente e verso destra fino all’articolazione della seconda cartilagine costale con lo sterno.

Arco aortico

L’arco dell’aorta è la porzione dell’aorta toracica che fa seguito all’aorta ascendente, a livello della 2articolazione sterno-costale destra e si porta quindi in dietro e verso sinistra per raggiungere il margine sinistro del corpo della 4a vertebra toracica dove termina continuando con l’aorta discendente. Dalla faccia superiore dell’arco aortico prendono origine, dall’avanti in dietro, vasi sanguigni molto importanti, tra cui il tronco brachiocefalico (o arteria anonima), l’arteria carotide comune sinistra (diretta al cervello) e l’arteria succlavia sinistra. Queste arterie forniscono sangue alla testa, al collo, agli arti superiori e alla parte superiore del torace.

Aorta discendente

L’aorta discendente è l’ultimo tratto dell’aorta, segue all’arco aortico e viene distinta in due porzioni: toracica (anche chiamata “aorta toracica discendente”) ed addominale, il cui limite è dato dal passaggio nel diaframma al livello della dodicesima vertebra toracica. Da entrambe le porzioni originano rami collaterali che irrorano le pareti (rami parietali) o i visceri (rami viscerali).

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Aorta toracica

 

Dall’aorta toracica, che si origina verso la IV vertebra toracica con un restringimento (istmo aortico), originano:

  • arterie bronchiali: che irrorano i tessuti nel polmone;
  • le arterie pericardiche: irrorano il pericardio;
  • le arterie mediastiniche: irrorano il mediastino);
  • le arterie esofagee: irrorano l’esofago;
  • arterie intercostali;
  • arterie freniche superiori.

Aorta addominale

Comprende la porzione denominata “aorta addominale sotto-renale”. Dall’aorta addominale, che inizia allo iato aortico del diaframma, originano:

  • tronco celiaco (vascolarizza il fegato, lo stomaco, l’esofago, la colecisti, il duodeno, il pancreas e la milza)
  • l’arteria mesenterica superiore (pancreas, duodeno, intestino tenue e crasso)
  • e l’arteria mesenterica inferiore (porzione terminale del colon e retto)
  • arterie freniche inferiori (diaframma e porzione inferiore dell’esofago)
  • arterie surrenali (i surreni),
  • arterie renali (i reni)
  • arterie genitali (arterie testicolari nell’uomo e arterie ovariche nella donna)
  • arterie lombari: vascolarizzano il midollo spinale e la parete addominale).

L’aorta addominale non termina biforcandosi nell’arteria iliaca comune destra e sinistra, che costituiscono collaterali, ma termina con l’arteria sacrale media posta sulla faccia anteriore del sacro.

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Rottura di aneurisma dell’aorta addominale: intervento chirurgico

MEDICINA ONLINE CHIRURGO CHIRURGIA OPERAZIONE CHIRURGICA TERAPIA ASPORTAZIONE BISTURI SALA OPERATORIA TUMORE CANCRO SUTURA MASSA TUMORALE STADIAZIONE MAMMELLA POLMONI TECNICA GENERALE PANCREAS ANESTESIAUn aneurisma dell’aorta addominale è una dilatazione patologica permanente che interessa la parete della più grande arteria dell’addome.
In condizioni normali, nell’adulto, il diametro dell’aorta addominale misura circa 20 -25 millimetri (cioè 2 – 2,5 centimetri). Si parla di aneurisma addominale quando il rigonfiamento aortico raggiunge una dilatazione permanente di almeno i 30 millimetri (ovvero 3 centimetri) di diametro. L’aneurisma è ritenuto di grandi dimensioni quando supera un diametro di 50 millimetri (5 centimetri).
Come per ogni altro aneurisma, la parete aortica interessata dal rigonfiamento è fragile e può rompersi con relativa facilità, provocando una grave perdita di sangue. Per dare un’idea della gravità degli aneurismi addominali, si pensi che il 70-90% dei casi di rottura spontanea si conclude con la morte del soggetto colpito. Insieme agli aneurismi cerebrali, quelli che interessano l’aorta addominale sono gli aneurismi che più mettono in pericolo la vita di un individuo.

Rottura dell’aneurisma dell’aorta addominare: l’intervento chirurgico

Le opzioni chirurgiche, in caso di aneurisma dell’aorta addominale, sono due:

1) La chirurgia classica (a cielo aperto o “open”)

Il chirurgo vascolare incide l’addome da sotto lo sterno fino all’altezza del pube: l’aorta si trova nella parte posteriore dell’addome, appoggiata alla colonna vertebrale. Una volta “messo in luce” l’aneurisma, il flusso sanguigno viene interrotto applicando delle pinze chirugiche ad hoc (si procede cioè al clampaggio o pinzatura del vaso). Si asporta il tratto vasale dilatato e lo si sostituisce con una protesi tubulare artificiale cucita (sopra e sotto) alla porzione sana del’arteria. L’operazione richiede l’anestesia totale. L’operazione NON necessita di circolazione extracorporea (CEC, macchina cuore-polmone). Il ricovero ospedaliero è di circa 7 giorni e il paziente può riprendere la sua normale attività lavorativa e sociale, salvo complicazioni, dopo alcune settimane di convalescenza, anche in relazione ad età e stato di salute generale. Nel tempo dovrà sottoporsi a periodici controlli tramite ecografia dell’addome ed ecocolordoppler.

2) Chirurgia con protesi endovascolare

L’impianto di un’endoprotesi, vale a dire la riparazione dell’aorta dall’interno (EVAR in termine tecnico) consente di affrontare la dilatazione arteriosa con minore invasività rispetto alla chirurgia tradizionale raggiungendo l’aneurisma per mezzo di cateteri introdotti tramite un’arteria della gamba (arteria femorale) in prossimità dell’inguine e dopo aver somministrato l’anestesia locale per togliere sensibilità all’area d’ingresso.
Il catetere assomiglia ad un tubicino sottile e flessibile e contiene l’endoprotesi. Viene fatto scorrere dentro la rete arteriosa fino al punto desiderato; il percorso del dispositivo è monitorato dal chirurgo attraverso un costante controllo radiologico. Catturato il bersaglio, l’endoprotesi – dotata di uno scheletro in lega metallica – esce dal guscio del catetere e si aggancia all’aorta. Per completare l’impianto endoprotesico – alla protesi principale possono essere aggiunte, laddove necessario, ulteriori parti modulari allo scopo di isolare completamente la sacca aneurismatica dal normale circolo sanguigno – occorrono dalle 2 alle 4 ore, tempi notevolmente ridotti se rapportati ad una riparazione aortica standard. I successivi test strumentali – radiografie ed ecografie – aiuteranno lo specialista a verificare che l’endoprotesi risulti perfettamente inserita e l’aneurisma non aumenti più di volume. La degenza ospedaliera, in assenza di anomalie cliniche, varia dai 2 ai 4 giorni, un periodo quindi più limitato rispetto a quello della chirurgia open tradizionale.

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Vantaggi e svantaggi dei due tipi di intervento

I vantaggi della seconda tecnica elencata, quella con protesi endovascolare, sono senza dubbio elevati:

  • bassa invasività,
  • nel minor rischio intraoperatorio;
  • minor rischio legato all’anestesia;
  • tempi di recupero più brevi rispetto alla tecnica tradizionale.

Lo svantaggio è però che lo stent potrebbe staccarsi, rendendo così necessario un altro intervento per la sua sistemazione. Per assicurarsi che lo stent si mantenga in posizione corretta, è consigliabile svolgere un’ecografia addominale ogni 6 – 12 mesi nel periodo post operatorio.

Quale tecnica è la migliore?

Non esiste una terapia necessariamente migliore in senso assoluto: secondo uno studio statistico, le due procedure – se vanno a buon fine – garantiscono risultati ed efficacia simili: il tasso di sopravvivenza a lungo termine è infatti sovrapponibile. Da quali parametri dipende, allora, la scelta della procedura chirurgica? Per scegliere quale procedura è meglio adottare, il medico valuta l’età del paziente, il suo stato di salute generale (funzione renale ecc.) e la sede dell’aneurisma. Non ultima c’è da considerare che alcuni chirurghi hanno maggior esperienza in una delle due tecniche e preferiscono usare quella in particolare.

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Aneurisma dell’aorta addominale: quando è meglio operarlo?

MEDICINA ONLINE SURGERY SURGEON RECOVERY TAGLIO ANESTESIA GENERALE REGIONALE LOCALE EPIDURALE SPINALE SNC BISTURI PUNTI SUTURA COSCIENTE PROFONDA MINIMA ANSIOLISI ANESTHETIC AWARENESS WALLPAPER PICS PHOTO HD HI RES PICTURESUn aneurisma dell’aorta addominale è una dilatazione patologica permanente che interessa la parete della più grande arteria dell’addome.
In condizioni normali, nell’adulto, il diametro dell’aorta addominale misura circa 20 -25 millimetri (cioè 2 – 2,5 centimetri). Si parla di aneurisma addominale quando il rigonfiamento aortico raggiunge una dilatazione permanente di almeno i 30 millimetri (ovvero 3 centimetri) di diametro. L’aneurisma è ritenuto di grandi dimensioni quando supera un diametro di 50 millimetri (5 centimetri).
Come per ogni altro aneurisma, la parete aortica interessata dal rigonfiamento è fragile e può rompersi con relativa facilità, provocando una grave perdita di sangue. Per dare un’idea della gravità degli aneurismi addominali, si pensi che il 70-90% dei casi di rottura spontanea si conclude con la morte del soggetto colpito. Insieme agli aneurismi cerebrali, quelli che interessano l’aorta addominale sono gli aneurismi che più mettono in pericolo la vita di un individuo.

Aneurisma dell’aorta addominare: quando è meglio operarlo?

Non esiste un vero e proprio cut off che valga per tutti: uno stesso aneurisma di pari dimensioni può essere “da operare” in un soggetto giovane, ma non è operabile in un soggetto di 85 anni. Ogni caso deve essere valutato singolarmente e deve prendere in esame vari fattori come:

  • rischio di rottura (il fattore più importante);
  • vantaggi;
  • svantaggi;
  • età;
  • presenza di sintomi;
  • eventuali patologie concomitanti.

Rischio di rottura di un aneurisma dell’aorta addominale

All’aumentare della dimensione della dilatazione di un aneurisma, generalmente aumenta il rischio di sua rottura:

  • 40 mm – 55 mm: la probabilità di rottura è pari a un 1- 5%
  • 55 mm – 60 mm: la probabilità di rottura è pari a un 10 – 20%
  • 60 mm – 69 mm: la probabilità di rottura è pari a un 20 – 35%
  • 70 mm – 79 mm: la probabilità di rottura è pari a un 30 – 50%
  • 80 mm o di più: la probabilità di rottura è pari ad oltre il 50%

Tale ampia variabilità statistica è determinata da molti altri fattori, specie età del soggetto ed eventuali altre patologie. Sono più a rischio di rottura dell’aorta addominale gli individui:

  • di sesso maschile;
  • grandi fumatori;
  • con diabete;
  • che conducono vita sedentaria;
  • con alimentazione sbilanciata ipercalorica ed iperlipidica;
  • in sovrappeso o obesi;
  • con aterosclerosi;
  • che soffrono di vasculiti;
  • con colesterolo elevato;
  • che usano droghe;
  • con ipertensione arteriosa;
  • dai 60 anni in su;
  • con una storia familiare di aneurisma dell’aorta addominale.

Quando operare: cosa dicono le Linee Guida

La dimensione della sacca aneurismatica rappresenta il fattore preminente nella rottura: in pazienti con aneurisma addominale inferiore ai 6 centimetri, la percentuale di rottura è pari al 20%, mentre un aneurisma di 7 centimetri va incontro ad un rischio del 50%. In base a ciò, e sempre valutando tutti gli altri fattori individuali, generalmente:

  • sotto i 4 centimetri si procede con una “sorveglianza” diagnostica con TAC ogni 2-3 anni;
  • dai 4 ai 5 centimetri si propende per la “sorveglianza” tramite TAC una volta ogni 6-12 mesi;
  • oltre i 5 centimetri la chirurgia NON è generalmente rinviabile in quanto il pericolo di morte del paziente a seguito di emorragia diffusa è troppo alto. Si effettua quindi una operazione chirurgica classica o con protesi, a meno che il rischio operatorio superi i vantaggi (ad esempio: un paziente molto anziano e debilitato).

Tali dati possono variare in funzione della presenza o assenza dei fattori di rischio di rottura prima elencati.

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Rottura di aneurisma dell’aorta addominale: sintomi premonitori

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In condizioni normali, nell’adulto, il diametro dell’aorta addominale misura circa 20 -25 millimetri (cioè 2 – 2,5 centimetri). Si parla di aneurisma addominale quando il rigonfiamento aortico raggiunge una dilatazione permanente di almeno i 30 millimetri (ovvero 3 centimetri) di diametro. L’aneurisma è ritenuto di grandi dimensioni quando supera un diametro di 50 millimetri (5 centimetri).
Come per ogni altro aneurisma, la parete aortica interessata dal rigonfiamento è fragile e può rompersi con relativa facilità, provocando una grave perdita di sangue. Per dare un’idea della gravità degli aneurismi addominali, si pensi che il 70-90% dei casi di rottura spontanea si conclude con la morte del soggetto colpito. Insieme agli aneurismi cerebrali, quelli che interessano l’aorta addominale sono gli aneurismi che più mettono in pericolo la vita di un individuo.

Sintomi premonitori dell’imminente rottura

Come già in altri articoli ribadito più volte, la presenza di un aneurisma può essere asintomatica (cioè non determinare alcun sintomo) oppure determinare dei sintomi aspecifici e/o che il paziente tende a sottovalutare, come la presenza di una particolare sensazione di pulsazione a livello ombelicale, o di un dolore addominale che si può estendere alla zona lombare. Più l’aneurisma è piccolo ed a crescita lenta, minori saranno i sintomi della sua presenza. Non esistono neanche dei veri e propri sintomi premonitori della sua imminente rottura, se non a volte una sensazione di malessere generale legata all’eventuale aumento del dolore addominale. Capita spesso – purtroppo – che la rottura di un aneurisma addominale non sia anticipata da nessun sintomo, fatto questo che rende difficile una diagnosi precoce ed alza il livello di mortalità dei pazienti colpiti, che – come precedente accennato – raggiunge picchi del 90%.

Sintomi della rottura di un aneurisma dell’aorta addominale

Quando c’è una rottura dell’aorta addominale, si riduce il flusso del sangue nella parte inferiore del corpo e si forma un accumulo di sangue nell’addome. I sintomi correlati in questo caso sono estremamente intensi:

  • malessere generale;
  • nausea;
  • vomito;
  • improvviso dolore acuto a schiena, addome e/o torace;
  • improvviso aggravamento di un dolore già presente in schiena, addome e/o torace;
  • improvvisa ipotensione arteriosa (abbassamento della pressione rapido);
  • vertigine;
  • sensazione di svenimento;
  • perdita di conoscenza;
  • tachicardia (frequenza cardiaca accelerata);
  • tachipnea (frequenza respiratoria accelerata);
  • freddo, specie alle estremità (mani e piedi);
  • formicolio alle gambe.

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Aneurisma dell’aorta addominale: quali sono i sintomi?

MEDICINA ONLINE NAUSEA MAL DI PANCIA REFLUSSO GE ESOFAGO STOMACO DUODENO INTESTINO TENUE DIGIUNO ILEO APPARATO DIGERENTE CIBO TUMORE CANCRO POLIPO ULCERA DIVERTICOLO CRASSO FECI VOMITO SANGUE OCCULTO MILZA VARICI CIRROSI FEGATOUn aneurisma dell’aorta addominale è una dilatazione patologica permanente che interessa la parete della più grande arteria dell’addome.
In condizioni normali, nell’adulto, il diametro dell’aorta addominale misura circa 20 -25 millimetri (cioè 2 – 2,5 centimetri). Si parla di aneurisma addominale quando il rigonfiamento aortico raggiunge una dilatazione permanente di almeno i 30 millimetri (ovvero 3 centimetri) di diametro. L’aneurisma è ritenuto di grandi dimensioni quando supera un diametro di 50 millimetri (5 centimetri).
Come per ogni altro aneurisma, la parete aortica interessata dal rigonfiamento è fragile e può rompersi con relativa facilità, provocando una grave perdita di sangue. Per dare un’idea della gravità degli aneurismi addominali, si pensi che il 70-90% dei casi di rottura spontanea si conclude con la morte del soggetto colpito. Insieme agli aneurismi cerebrali, quelli che interessano l’aorta addominale sono gli aneurismi che più mettono in pericolo la vita di un individuo.

Sintomi della presenza di un aneurisma dell’aorta addominale

L’aneurisma dell’aorta addominale è spesso asintomatico (cioè privo di sintomi evidenti): secondo alcune indagini statistiche, infatti, circa 7 individui affetti su 10 non manifestano alcun disturbo degno di nota. In molti casi un aneurisma dell’aorta addominale asintomatico viene individuato per puro caso, in seguito a TAC o RX addome eseguiti di routine o per altri motivi.
Nei pochi casi in cui è sintomatico, l’aneurisma addominale può causare:

  • una sensazione pulsante a livello dell’ombelico;
  • un dolore profondo e costante all’interno dell’addome o su un lato soltanto, dovuto alla pressione che la dilatazione creata dall’aneurisma, esercita sulle strutture anatomiche adiacenti;
  • dolore all’inguine;
  • dolore alle gambe;
  • dolore ai glutei;
  • dolore al fianco destro o sinistro;
  • un dolore alla zona lombare (somigliante ad un comune “mal di schiena”).

Se l’aneurisma è di grandi dimensioni e preme sul sulle strutture al centro del torace (per esempio il nervo laringeo ricorrente) può interferire con la deglutizione, la fonazione (voce) e la respirazione, che possono essere parzialmente o totalmente alterate. E’ importante a tal proposito notare che spesso la presenza o meno di sintomi è legata alla grandezza e alla velocità di crescita dell’aneurisma addominale. In genere, infatti, gli aneurismi asintomatici sono di dimensioni ridotte e a sviluppo lento, mentre gli aneurismi sintomatici sono per lo più di dimensioni notevoli e a crescita rapida.

Qualora si avvertano uno o più dei sintomi prima elencati, è buona norma contattare il proprio medico, specialmente se siete soggetti a rischio. Sono più a rischio di rottura dell’aorta addominale gli individui:

  • di sesso maschile;
  • grandi fumatori;
  • con diabete;
  • che conducono vita sedentaria;
  • con alimentazione sbilanciata ipercalorica ed iperlipidica;
  • in sovrappeso o obesi;
  • con aterosclerosi;
  • che soffrono di vasculiti;
  • con colesterolo elevato;
  • che usano droghe;
  • con ipertensione arteriosa;
  • dai 60 anni in su;
  • con una storia familiare di aneurisma dell’aorta addominale.

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Aneurisma dell’aorta addominale: cos’è e quando diventa pericoloso

MEDICINA ONLINE ANEURISMA AORTA ADDOMINALE SOTTORENALE ROTTURA EMORRAGIA MORTE FORMA FUSO CENTIMETRI DILATAZIONE CHI ANEMIA SANGUE ANALISI BLOOD COAGULAZIONE GLOBULI ROSSI BIANCHI PIASTRINE WALLPAPER HI RES PIC PICTURE PHOUn aneurisma dell’aorta addominale è una dilatazione patologica permanente che interessa la parete della più grande arteria dell’addome. Sebbene le cause precise siano al momento ignote, la comunità scientifica ritiene che l’insorgenza di un aneurisma addominale sia favorita da diversi fattori, quali ipertensione, invecchiamento, fumo di sigaretta ecc. I sintomi, quando presenti, consistono in una strana sensazione pulsante a livello dell’ombelico, accompagnata da dolore addominale persistente e dolore lombare.
Per una diagnosi precisa, oltre all’esame obiettivo, occorrono solitamente un’ecografia addominale, una TAC e/o una risonanza magnetica nucleare. La terapia prevede l’intervento chirurgico, il quale viene generalmente praticato solo in caso di aneurismi di grandi dimensioni.

Che significa il termine “aneurisma”?

Un aneurisma è una dilatazione patologica di un vaso sanguigno, generalmente un’arteria. I problemi per la salute derivano dal fatto che, una volta dilatatasi, la parete vasale si indebolisce e può rompersi con facilità; in caso di rottura, la perdita di sangue che ne consegue può essere massiva e portare anche alla morte. Inoltre, anche se non dovesse rompersi, un aneurisma di grandi dimensioni può comunque pregiudicare la corretta circolazione sanguigna e favorire la formazione di coaguli sanguigni o di trombi. A seconda dell’arteria colpita, si hanno diversi tipi di aneurisma: ad esempio se ad essere colpita è una arteria cerebrale, si parla di aneurisma cerebrale, se viene colpita l’aorta, si parla di aneurisma aortico.

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Cos’è l’aorta?

L’aorta è il vaso arterioso più grande e importante del corpo umano. Origina direttamente dal cuore (ventricolo sinistro) e, grazie alle sue innumerevoli ramificazioni, diffonde il sangue verso ogni distretto anatomico: testa, arti superiori, organi dell’addome e arti inferiori. A livello puramente didattico, l’aorta viene distinta in due principali segmenti: aorta toracica e aorta addominale.

MEDICINA ONLINE aneurisma aorta addominale

Cos’è un aneurisma dell’aorta addominale?

Un aneurisma dell’aorta addominale, detto più semplicemente aneurisma addominale o AAA, è un rigonfiamento patologico di una porzione del tratto di aorta passante per l’addome (vedi figura qui in alto).
Come per ogni altro aneurisma, la parete aortica interessata dal rigonfiamento è fragile e può rompersi con relativa facilità, provocando una grave perdita di sangue. Per dare un’idea della gravità degli aneurismi addominali, si pensi che il 70-90% dei casi di rottura spontanea si conclude con la morte del soggetto colpito. Insieme agli aneurismi cerebrali, quelli che interessano l’aorta addominale sono gli aneurismi che più mettono in pericolo la vita di un individuo.

Diametro dell’aorta, normale e patologico

Di seguito riporto alcuni dati numerici relativi all’aorta addominale ed aneurismi dell’aorta addominale:

  • in condizioni normali, nell’adulto, il diametro dell’aorta addominale misura circa 20 millimetri (cioè 2 centimetri);
  • si parla di aneurisma addominale quando il rigonfiamento aortico raggiunge almeno i 30 millimetri (ovvero 3 centimetri) di diametro;
  • l’aneurisma in genere è ritenuto di grandi dimensioni quando raggiunge un diametro di 55 millimetri (5,5 centimetri) ed è in genere tanto più pericoloso quanto cresce rapidamente in dimensioni.

Dove sono localizzati più frequentemente gli aneurismi addominali?

Gli aneurismi addominali possono insorgere in vari punti dell’aorta addominale: sotto, sopra e allo stesso livello dei reni (rispettivamente posizione sottorenale, sovrarenale e pararenale), e in prossimità della diramazione che porta alle arterie iliache. Secondo una ricerca statistica, il 90% degli aneurismi dell’aorta addominale è sottorenale. Va ricordato ai lettori che l’aorta può essere interessata da un aneurisma anche ad altri livelli dell’aorta, come ad esempio a livello toracico: in questo caso si parla di aneurisma dell’aorta toracica.

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Epidemiologia

La formazione di un aneurisma addominale è assai più frequente tra gli individui di età avanzata (N.B: sopra i 65 anni, si osserva un aumento sensibile del numero di casi), tra i fumatori e tra i soggetti affetti da ipertensione arteriosa.
Inoltre, si è notato che gli uomini sono più colpiti delle donne e che la razza maggiormente interessata è quella caucasica.
Secondo alcuni studi statistici, gli uomini di età superiore ai 65 anni hanno dall’1 al 3% di probabilità di andare incontro alla rottura di un AAA.
Come si è detto, la mortalità in caso di rottura di un aneurisma addominale è assai elevata (tra il 70 e il 90%).

Cause e fattori di rischio di aneurisma dell’aorta addominale

La causa precisa che porta alla formazione di un aneurisma dell’aorta addominale è sconosciuta.
Possibili fattori di rischio capaci di aumentare il rischio di soffrire di aneurisma dell’aorta addominale, sono:

  • L’invecchiamento. La parete dei vasi sanguigni è composta da elastina e collagene. La prima assicura elasticità ai vasi; la seconda ne garantisce la forza e la resistenza alle sollecitazioni.
    E’ ormai assodato che l’invecchiamento determini una perdita progressiva sia di elastina che di collagene; ciò irrigidisce e rende più fragile la parete vasale, pertanto è anche più facilmente soggetta a dilatazioni permanenti e rotture.
  • L’aterosclerosi. Si tratta di una malattia degenerativa che interessa le arterie di medio e grosso calibro e che dipende da numerosi fattori di rischio (quali fumo, obesità, diabete, sedentarietà ecc.).
    L’aterosclerosi è caratterizzata dall’accumulo, sulla parete interna dei vasi, di depositi di grasso e di altre sostanze (i cosiddetti ateromi o placche aterosclerotiche); questi, una volta infiammati, possono rompersi e provocare sanguinamento. A tale emorragia fa seguito il normale processo di coagulazione, che, però, quando avviene all’interno dei vasi e in prossimità di ciò che rimane degli ateromi, può avere pericolose conseguenze: possono infatti formarsi trombi o coaguli sanguigni, che vanno a sommarsi alla placca aterosclerotica ostacolando il normale flusso ematico.
  • L’ipertensione. L’alta pressione arteriosa è scatenata da numerosi fattori, tra cui: il sovrappeso, l’obesità, la sedentarietà, il fumo di sigaretta, l’invecchiamento, lo stress, una certa predisposizione genetica, l’ipercolesterolemia ecc. Di conseguenza, tutte queste situazioni sono anche fattori favorenti un aneurisma dell’aorta addominale.
  • Il fumo di sigaretta. Il fumo di sigaretta, sia attivo che passivo, oltre a danneggiare direttamente le arterie, favorisce anche la formazione di ateromi e l’innalzamento della pressione arteriosa.
  • La vasculite. È il termine medico che indica un’infiammazione delle pareti dei vasi sanguigni. Può essere provocata da un’infezione, un’allergia, alcuni tipi di tumore, alcune malattie autoimmuni o certi farmaci.
  • Una determinata predisposizione genetica. Gli individui che hanno una storia familiare di aneurisma addominale sono predisposti a sviluppare tali disturbi con maggiore facilità e prima del solito (cioè prima dell’età soglia di 65 anni). Ciò ha indotto a pensare che giochi un ruolo fondamentale anche la componente genetica.

Di solito, i fattori sopradescritti agiscono di concerto, cioè insieme. Pertanto, è più facile che un individuo sviluppi un aneurisma se è contemporaneamente fumatore e affetto da ipertensione oppure se è fumatore, obeso e predisposto geneticamente al problema.

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Complicanze degli aneurismi dell’aorta addominale

Gli aneurismi dell’aorta addominale, specie se di grandi dimensioni o che aumentano rapidamente di dimensioni, possono essere molto pericolosi poiché possono rompersi e provocare emorragie così importanti e consistenti da portare anche alla morte dell’individuo in tempi molto brevi. Un’altra seria conseguenza, che può avere luogo a seguito di un aneurisma addominale, consiste nella più facile formazione di emboli all’interno del sistema vascolare. Gli emboli sono, quasi sempre, dei coaguli di sangue capaci di spostarsi dalla sede d’origine (in questo caso l’aneurisma) ad altre arterie contigue di diametro inferiore, situate per esempio nelle gambe, nei piedi o negli organi addominali (rene, fegato ecc); una volta raggiunto un vaso di diametro sufficientemente piccolo da impedirne l’avanzamento, l’embolo blocca come un tappo il flusso di sangue locale.

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Diagnosi di aneurisma dell’aorta addominale

Un medico può accorgersi della presenza di un aneurisma addominale anche con un semplice esame obiettivo, in quanto, al fonendoscopio, può avvertire un rumore particolare e del tutto caratteristico. Tuttavia, per poter delineare le precise caratteristiche dell’aneurisma (dimensioni, posizione, gravità ecc) occorrono diverse procedure diagnostiche, assai più precise, come l’ecografia addominale, la TAC e la risonanza magnetica nucleare. Attenzione: l’esame obiettivo è attendibile nella maggior parte dei casi; tuttavia, se l’aneurisma dell’aorta addominale è piccolo, il medico potrebbe non percepire alcun rumore indicativo. Pertanto, senza ulteriori indagini, il problema rimane inosservato.

Ecografia addominale

L’ecografia addominale è un esame strumentale sufficientemente esauriente e privo di pericolosità. L’indagine prevede l’uso di una sonda a ultrasuoni, la quale, una volta appoggiata sulla cute del paziente, è in grado di proiettare su un monitor gli organi interni di quest’ultimo. Nel punto in cui appoggia la sonda, il medico spalma del gel, che serve soltanto a migliorare la qualità delle immagini. In caso di aneurisma addominale, l’ecografia permette non solo di localizzare il punto esatto della dilatazione, ma anche di misurarne il diametro. Per approfondire, leggi: Effetto Doppler: cos’è e come viene usato in campo medico?

TC

La TC (tomografia computerizzata) fornisce delle immagini chiare degli organi interni, mostrando minuziosamente l’aspetto dell’aorta e degli altri vasi arteriosi che da essa dipartono.

Risonanza magnetica

Grazie alla creazione di campi magnetici, la risonanza magnetica nucleare fornisce un’immagine precisa degli organi contenuti nell’addome, compresi l’aorta e le sue prime ramificazioni. Non è invasiva e non prevede l’utilizzo di radiazioni nocive per l’uomo.

Terapia dell’aneurisma dell’aorta addominale

Il solo modo per poter curare un aneurisma dell’aorta addominale è intervenire con un’operazione chirurgica, tuttavia bisogna specificare che in genere la chirurgia è riservata soltanto ai pazienti con aneurismi di diametro superiore ai 55 millimetri (5,5 centimetri). Infatti, quando la dilatazione aortica è di dimensioni ridotte, è preferibile limitarsi al principio del “guardare e aspettare” (o principio della “sorveglianza”).

Perché non operare gli aneurismi più piccoli?

L’operazione chirurgica per la risoluzione di un aneurisma addominale è molto delicata e il rischio che il paziente muoia durante la sua esecuzione è concreto. Pertanto, viene praticata solo quando il rischio di morte per rottura dell’aneurisma è superiore al rischio di morte per le complicazioni legate all’intervento chirurgico. In altre parole, i medici decidono di operare solo se la presenza dell’aneurisma è considerata più insidiosa della pratica operatoria. La chirurgia infatti può essere fonte di complicanze anche mortali, soprattutto in pazienti debilitati e/o anziani. Come anticipato, gli aneurismi addominali più pericolosi sono quelli di grandi dimensioni o anche quelli che aumentano molto rapidamente di dimensione.

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Cosa succede con il “guardare ed aspettare”?

Il principio del “guardare e aspettare” consiste nel sottoporre il paziente a un’ecografia addominale ogni 6-12 mesi: questo è un ottimo modo per monitorare la situazione ed accorgersi per tempo di un’eventuale ingrandimento della dilatazione.

Quali sono i trattamenti chirurgici attualmente disponibili?

Per riparare l’aorta addominale colpita da aneurisma, attualmente esistono due principali opzioni chirurgiche: la procedura tradizionale e la procedura endovascolare.

  • La procedura tradizionale, o “a cielo aperto”. Consiste nel rimuovere la sezione di aorta interessata dall’aneurisma, per poi sostituirla con una struttura di forma analoga ma di materiale sintetico. In altre parole, il chirurgo esegue una sorta di trapianto. Tale approccio è molto invasivo, perché prevede l’incisione dell’addome e di un vaso arterioso importante come l’aorta. Il recupero post-operatorio può richiedere anche più di 30 giorni.
  • La procedura endovascolare. Consiste nel rinforzare le pareti dell’aneurisma inserendo, internamente alla dilatazione, una protesi metallica di forma circolare e simile a una rete (detta stent). Il posizionamento della protesi avviene tramite un catetere infilato in un’arteria della gamba e condotto fino all’aorta. Una volta posizionato, lo stent è fissato con delle clip metalliche, in modo tale che non si muova dalla sua posizione. Il vantaggio di questa procedura consiste nella bassa invasività e nei tempi di recupero più brevi rispetto alla tecnica tradizionale. Lo svantaggio è che lo stent potrebbe staccarsi, rendendo così necessario un altro intervento per la sua sistemazione. Per assicurarsi che lo stent si mantenga in posizione corretta, è consigliabile svolgere un’ecografia addominale ogni 6-12 mesi. Secondo uno studio statistico, le due procedure, se vanno a buon fine, garantiscono risultati simili: il tasso di sopravvivenza a lungo termine è infatti sovrapponibile. Da quali parametri dipende, allora, la scelta della procedura chirurgica? Per scegliere quale procedura è meglio adottare, il medico valuta l’età del paziente, il suo stato di salute generale (funzione renale ecc.) e la sede dell’aneurisma.

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Rottura dell’aneurisma dell’aorta addominale

Quando un aneurisma dell’aorta addominale va incontro a rottura, l’enorme pressione presente a questo livello spinge rapidamente il sangue all’esterno dell’arteria. L’emorragia interna è rapida e copiosa e va a determinare una ipotensione arteriosa che porta a shock e morte in pochi minuti. E’ una emergenza medica: bisogna intervenire immediatamente.

Consigli per prevenire un ulteriore peggioramento delle condizioni

In presenza di un aneurisma addominale il medico raccomanda al paziente di:

  • non fumare;
  • praticare regolarmente attività fisica adeguata al proprio stato di salute;
  • mangiare sano e in maniera equilibrata, quindi limitare le dosi di cibo, gli alimenti grassi e il sale;
  • perdere peso in caso di sovrappeso od obesità;
  • non bere alcolici;
  • non assumere droghe;
  • evitare sforzi improvvisi;
  • evitare lo stress psico-fisico prolungato;
  • se si soffre di diabete, ipercolesterolemia, ipertensione o altre patologie che possono rappresentare fattori di rischio per l’aumento delle dimensioni o la rottura dell’aneurisma, curarsi secondo le indicazioni del medico.

Queste stesse indicazioni valgono anche a livello di prevenzione nei soggetti che, ad esempio, hanno casi in famiglia di aneurismi addominali. Tuttavia, bisogna ricordare che se esiste una predisposizione genetica alla formazione di aneurismi, anche l’adozione delle corrette misure preventive potrebbe non essere sufficiente ad impedirne la comparsa.

Prognosi

Molto spesso, l’individuo che sviluppa un aneurisma dell’aorta addominale è anche a rischio delle altre malattie cardiovascolari ad esso associate (coronaropatie, infarto del miocardio, ictus cerebrale, arteriopatie degli arti inferiori…). Non a caso, la maggior parte di questi pazienti muore per un infarto o per un ictus, mentre ben più rari sono i decessi per rottura dell’aneurisma.

Mortalità post-intervento

La mortalità, dopo un intervento (riuscito) di correzione di un aneurisma dell’aorta addominale, è diminuita negli ultimi decenni; al momento (2014), nel mondo Occidentale il suo valore è pari all’1,6%. Risulta invece nettamente superiore la mortalità dopo un intervento per rimediare alla rottura spontanea di un aneurisma addominale: essa è infatti pari a circa il 40%.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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Aorta addominale: dove si trova?

MEDICINA ONLINE CUORE AORTA TORACICA ADDOMINALE ASCENDENTE ARCO AORTICO DISCENDENTE RAMI GIUGULARE CAROTIDI CORONARIE ARTERIE VASI SANGUIGNI VASIL’aorta addominale fa parte dell’aorta discendente, fa seguito all’aorta toracica, inizia al livello dello iato aortico del diaframma e decorre parallelamente e a sinistra della vena cava inferiore. Termina a livello del corpo della quarta vertebra lombare, dove si biforca nelle due arterie iliache comuni. La posizione dell’aorta addominale appare chiara osservando l’immagine in alto.

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