Insufficienza aortica: lieve, sport, pressione differenziale, acuta

MEDICINA ONLINE CUORE HEART VALVOLE CARDIACHE INSUFFICIENZA STENOSI PROLASSO LEMBI AORTICA POLMONARE MITRALICA TRICUSPIDE PAPILLARI SANGUE CIRCOLAZIONE SISTEMICA AORTA ARTERIA VENA SISTOIn un cuore sano la valvola aortica, quella che collega il ventricolo sinistro e l’arteria aorta, si apre in sistole (contrazione ventricolare) per far passare il sangue dal ventricolo all’aorta, per poi chiudersi in diastole (riempimento ventricolare) in modo che il sangue passato nell’aorta non torni indietro nel ventricolo. Nei soggetti con insufficienza aortica la valvola aortica non si chiude perfettamente e ciò determina Continua a leggere

Aneurisma dell’aorta toracica: quando operare e complicanze

MEDICINA ONLINE SURGERY SURGEON RECOVERY TAGLIO ANESTESIA GENERALE REGIONALE LOCALE EPIDURALE SPINALE SNC BISTURI PUNTI SUTURA COSCIENTE PROFONDA MINIMA ANSIOLISI ANESTHETIC AWARENESS WALLPAPER PICS PHOTO HD HI RES PICTURESL’aneurisma dell’aorta toracica è una dilatazione patologica, permanente, del calibro del tratto toracico dell’aorta, la più grande e tra le più importanti arterie dell’organismo, al suo interno, infatti, scorre tutto il sangue che dal cuore – tramite la circolazione sistemica – giunge agli arti, al cervello ed agli organi contenuti nell’addome. La dilatazione permanente dell’aorta toracica è potenzialmente pericolosa: in presenza di elevata dilatazione e di molti fattori di rischio è preferibile intervenire chirurgicamente, scongiurando il rischio di pericolose rotture ed emorragie che in pochi minuti possono determinare la morte del paziente.

Aneurisma dell’aorta toracica: quando è meglio operarlo?

Non esiste un vero e proprio cut off che valga per tutti: uno stesso aneurisma di pari dimensioni può essere “da operare” in un soggetto giovane, ma non è operabile in un soggetto di 85 anni. Ogni caso deve essere valutato singolarmente e deve prendere in esame vari fattori come:

  • rischio di rottura (il fattore più importante);
  • vantaggi;
  • svantaggi;
  • età;
  • presenza di sintomi;
  • eventuali patologie concomitanti.

Rischio di rottura di un aneurisma dell’aorta toracica

All’aumentare della dimensione della dilatazione di un aneurisma, generalmente aumenta il rischio di sua rottura che è anche correlato a molti altri fattori, specie età del soggetto ed eventuali altre patologie. Sono più a rischio di rottura dell’aorta toracica gli individui:

  • di sesso maschile;
  • grandi fumatori;
  • con diabete;
  • che conducono vita sedentaria;
  • con alimentazione sbilanciata ipercalorica ed iperlipidica;
  • in sovrappeso o obesi;
  • con aterosclerosi;
  • che soffrono di vasculiti;
  • con colesterolo elevato;
  • che usano droghe;
  • con ipertensione arteriosa;
  • dai 60 anni in su;
  • con una storia familiare di aneurisma dell’aorta addominale.

Quando operare: cosa dicono le Linee Guida

Il diametro medio di una aorta sana oscilla tra i 2 ed i 3,5 cm circa. Se il diametro dell’aorta toracica raggiunge e supera i 5 centimetri la chirurgia NON è generalmente rinviabile in quanto il pericolo di morte del paziente a seguito di emorragia diffusa è troppo alto. Si effettua quindi una operazione chirurgica, a meno che il rischio operatorio superi i vantaggi (ad esempio: un paziente molto anziano e debilitato).

Quale terapia nei casi di aneurisma toracico?

La soluzione terapeutica dell’aneurisma è quasi esclusivamente di tipo chirurgico. Se l’aorta presenta una dilatazione della porzione toracica (tratto ascendente, arco aortico e tratto toracico discendente), l’intervento è di competenza del cardiochirurgo. Tuttavia, nella terapia anche i farmaci rivestono un ruolo non secondario: ad iniziare da quello di abbassare la pressione arteriosa. Più nello specifico alcuni medicinali, detti Sartanici, sembrano agire direttamente sulle pareti del vaso sanguigno, rallentandone la dilatazione.

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In che modo si esegue l’intervento chirurgico?

dL’intervento fa parte dei trattamenti di chirurgia maggiore e si esegue in anestesia totale utilizzando il monitoraggio dei parametri vitali durante e dopo l’operazione.Nei casi di aneurisma dell’aorta ascendente e dell’arco aortico, il cardiochirugo prati-ca un’incisione centrale del torace attraverso lo sterno (sternotomia mediana verticale). L’apertura della cassa toracica consente di esporre tutto il cuore, l’aorta ascendente e parte dell’arco aortico (chirurgia tradizionale o a cielo aperto). La chirurgia dell’aneurisma ascendente può essere anche praticata “incidendo” solo la parte superiore dello sterno.Una volta messa in funzione la macchina cuore-polmone (CEC, circolazione extra-corporea), l’attività cardiaca viene – temporaneamente – bloccata facendo ricorso ad una specifica miscela di farmaci. La cardioplegia, questo il termine tecnico, è utilizzata a protezione del miocardio durante l’ischemia (assenza di afflusso sanguigno) derivante dal clampaggio (chiusura con pinza chirurgica apposita) dell’aorta ai fini dell’intervento. Completata la prima parte, si elimina la porzione di aorta dilatata (aneurisma) e si sostituisce il tratto malato con la cucitura di una protesi artificiale (protesi tubulare).

Aneurisma aorta ascendente ed insufficienza valvolare

In alcune situazioni, oltre all’aneurisma dell’aorta nel paziente può coesistere una grave insufficienza (incapacità a funzionare correttamente) della valvola aortica (la valvola che regola il flusso di sangue pompato dal cuore verso l’intero organismo). Il cardiochirurgo procede pertanto ad asportare anche la valvola deteriorata, impiantando un’altra protesi artificiale (una valvola meccanica o biologica a seconda della valutazione clinica) e reinnestando sulla precedente protesi tubulare le ar-terie coronarie (le arterie originanti dall’aorta) il cui compito è quello di ossige-nare il muscolo cardiaco. Ma vi è anche un’altra opzione, ovvero un intervento più “raffinato” – metodica Tirone David – per mezzo del quale la valvola aortica na-tiva (naturale) del paziente viene reimpiantata sulla protesi tubulare se e quando i lembi valvolari della stessa non siano di per sé già malati e compromessi in modo irreparabile. E’ però una procedura da affidare soltanto a mani molto esperte.Negli interventi sull’arco aortico occorre inoltre reimpiantare le arterie (i vasi epiaortici) che portano sangue al cervello e agli arti superiori. Alla circolazione extracorporea si affiancano dunque tecniche di ipotermia profonda e protezione cerebrale.

Aneurisma aorta toracica discendente

Per affrontare un aneurisma dell’aorta toracica discendente, il cardiochirurgo pratica invece un’incisione nella parte sinistra del torace (toracotomia laterale). Se l’aneurisma coinvolge pure l’aorta addominale, il taglio chirurgico sarà esteso all’addome tramite il diaframma. L’approccio è poi del tutto simile a quello descritto per l’aorta ascendente con la sostituzione del tratto di aorta malato per mezzo di una protesi artificiale tubulare. In seguito vengono reimpiantate le arterie che ossigenano il midollo spinale e, più in basso, le arterie dedicate all’apparato digerente e ai reni.

Chirurgia tradizionale o protesi endovascolare?

Gli aneurismi dell’aorta toracica discendente e, in casi selezionati, dell’arco aortico oggi possono essere trattati con un approccio meno invasivo per il paziente. Ciò gra-zie all’impiego di endoprotesi posizionate all’interno del lume arteriorso utilizzando metodiche che sfruttano gli accessi offerti dalla normale rete vascolare. Il dispositivo (catetere) contenente l’endoprotesi da applicare, è sottile e flessibile: viene inserito in un’arteria, in genere quella femorale, all’altezza dell’inguine e da qui fat-to risalire fino al punto desiderato. Il suo avanzamento è costantemente monitorato per mezzo di uno specifico sistema di imaging (controllo tramite immagini) molto avanzato. Raggiunta l’area da trattare, il catetere rilascia l’endoprotesi – che si espande in modo automatico – per poi essere recuperato seguendo lo stesso percor-so d’introduzione, ma in senso inverso. La protesi (TEVAR nel linguaggio medico), composta da un tubo di tessuto sintetico avvolto da una retina metallica, ha lo scopo di riparare/rinforzare l’aorta così da prevenire/scongiurare la rottura dell’aneurisma. Rispetto alla tecnica operatoria standard, l’impianto endoprotesico non necessi-ta d’incisione toracica (niente ferite, nessun sanguinamento, niente stress da trauma ortopedico); non richiede l’asportazione dei segmenti aortici compromessi; non ricorre alla circolazione extracorporea (CEC, macchina cuore-polmone); può essere eseguito in anestesia locale ed abbrevia la degenza ospedaliera.

Cosa succede se non ci si sottopone all’intervento?

Chi decide di non sottoporsi all’intervento per un aneurisma dell’aorta toracica e sceglie di proseguire con la sola terapia farmacologica (farmaci antipertensivi), deve sapere di andare incontro ad un rischio, molto elevato nel tempo, d’improvvisa rottura dello stesso e quindi a conseguenze probabilmente letali. Fermo restando le valutazioni di ordine clinico precedenti l’operazione e le condizioni generali del paziente, il successo del trattamento chirurgico sfiora il 100%.
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Aneurisma dell’aorta toracica: dimensioni normali e diagnosi

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma CAROTIDE COMUNE INTERNA ESTERNA DOVE FUN Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata Macchie Capillari Ano PeneL’aneurisma dell’aorta toracica è una dilatazione patologica, permanente, del calibro del tratto toracico dell’aorta, la più grande e tra le più importanti arterie dell’organismo, al suo interno, infatti, scorre tutto il sangue che dal cuore – tramite la circolazione sistemica – giunge agli arti, al cervello ed agli organi contenuti nell’addome. Ricordiamo che nell’aorta è possibile distinguere, oltre alla porzione toracica, anche i tratti ascendente, addominale e l’arco aortico: in questo articolo ci concentriamo sull’aneurisma dell’aorta toracica.

Qual è il diametro normale dell’aorta toracica?

La misura varia enormemente da soggetto a soggetto, oscillando tra i 2 e gli oltre 3,5 centrimetri di diametro.

Quali sono le cause dell’aneurisma dell’aorta toracica?

Tra le cause più comuni e frequenti alla base della dilatazione aortica (aneurisma) gli specialisti indicano la malattia aterosclerotica. I fumatori, i diabetici, i soggetti ipertesi e quelli con alti valori ematici di colesterolo sono pertanto maggiormente esposti al rischio di sviluppare un aneurisma dell’aorta. A questi fattori se ne aggiungono altri che possono contribuire alla sua insorgenza, tra cui: la causa “genetica” (o congenita o familiare) specie negli aneurismi toracici (utile la con-sulenza in centri qualificati), l’età avanzata, la razza, i traumi, le patologie del tessuto connettivo tali da compromettere l’integrità della parete arteriosa.

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I sintomi dell’aneurisma toracico

Nei soggetti affetti da aneurisma dell’aorta toracica ascendente, dell’arco aortico e dell’aorta discendente i sintomi associati alla dilatazione del calibro arterioso sono pressoché nulli in quanto la sacca aneurismatica cresce piuttosto lentamente. La comparsa di forti dolori al torace indica invece la rottura dell’aneurisma. Vi sono poi altre manifestazioni della più che probabile presenza di un aneurisma correlati alla compressione delle strutture anatomiche circostanti – quali disfagia (disturbo della deglutizione), dispnea (mancanza d’aria) o mutamenti nel tono della voce – o alla fistolizzazione (apertura) dell’aneurisma nei visceri cavi attorno ad esso (emot-tisi=sangue dalla bocca, ematenesi = sangue proveniente dallo stomaco).

Diagnosi dell’aneurisma toracico

L’angioTC (anche chiamata “angioTAC”) è un esame radiologico non invasivo, con mezzo di contrasto, per lo studio dei vasi sanguigni e rappresenta l’indagine diagnostica più specifica, sebbene poco sensibile nel determinare le dimensioni della radice aortica (il primissimo tratto dell’aorta) e sia controindicata in chi soffre d’insufficienza renale o risulti allergico al mezzo di contrasto. L’angioRMN  (studio dei vasi sanguigni con Risonanza Magnetica) è al contrario più precisa nel valutare la radice aortica ma è assolutamente da evitare nei portatori di pacemaker o nei soggetti claustrofobici.

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Differenza tra aorta ascendente, discendente e arco aortico

MEDICINA ONLINE CUORE AORTA TORACICA ADDOMINALE ASCENDENTE ARCO AORTICO DISCENDENTE RAMI GIUGULARE CAROTIDI CORONARIE ARTERIE VASI SANGUIGNI VASI.jpgL’aorta è la più grande e tra le più importanti arterie dell’organismo, è lunga approssimativamente 30-40 cm ed il suo diametro è di circa 2 – 3,5 cm. Emerge dal ventricolo sinistro del cuore e trasporta il sangue ossigenato a tutte le parti del corpo tramite la circolazione sistemica. E’ divisa in due grosse parti:

  • aorta toracica: è la parte di aorta contenuta nel torace (al di sopra del diaframma) e comprende l’aorta ascendente, l’arco aortico e la porzione toracica dell’aorta discendente;
  • aorta addominale: è la parte di aorta contenuta nell’addome (al di sotto del diaframma) e comprende l’aorta addominale sotto-renale.

Aorta ascendente

L’aorta ascendente (anche chiamata “aorta toracica ascendente”) corrisponde al primo breve tratto (circa 5–7 cm) dell’aorta; ha origine a livello della valvola semilunare aortica del ventricolo sinistro del cuore all’altezza del margine inferiore della terza cartilagine costale di sinistra. Si dirige verso l’alto, ventralmente e verso destra fino all’articolazione della seconda cartilagine costale con lo sterno.

Arco aortico

L’arco dell’aorta è la porzione dell’aorta toracica che fa seguito all’aorta ascendente, a livello della 2articolazione sterno-costale destra e si porta quindi in dietro e verso sinistra per raggiungere il margine sinistro del corpo della 4a vertebra toracica dove termina continuando con l’aorta discendente. Dalla faccia superiore dell’arco aortico prendono origine, dall’avanti in dietro, vasi sanguigni molto importanti, tra cui il tronco brachiocefalico (o arteria anonima), l’arteria carotide comune sinistra (diretta al cervello) e l’arteria succlavia sinistra. Queste arterie forniscono sangue alla testa, al collo, agli arti superiori e alla parte superiore del torace.

Aorta discendente

L’aorta discendente è l’ultimo tratto dell’aorta, segue all’arco aortico e viene distinta in due porzioni: toracica (anche chiamata “aorta toracica discendente”) ed addominale, il cui limite è dato dal passaggio nel diaframma al livello della dodicesima vertebra toracica. Da entrambe le porzioni originano rami collaterali che irrorano le pareti (rami parietali) o i visceri (rami viscerali).

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Aorta toracica

 

Dall’aorta toracica, che si origina verso la IV vertebra toracica con un restringimento (istmo aortico), originano:

  • arterie bronchiali: che irrorano i tessuti nel polmone;
  • le arterie pericardiche: irrorano il pericardio;
  • le arterie mediastiniche: irrorano il mediastino);
  • le arterie esofagee: irrorano l’esofago;
  • arterie intercostali;
  • arterie freniche superiori.

Aorta addominale

Comprende la porzione denominata “aorta addominale sotto-renale”. Dall’aorta addominale, che inizia allo iato aortico del diaframma, originano:

  • tronco celiaco (vascolarizza il fegato, lo stomaco, l’esofago, la colecisti, il duodeno, il pancreas e la milza)
  • l’arteria mesenterica superiore (pancreas, duodeno, intestino tenue e crasso)
  • e l’arteria mesenterica inferiore (porzione terminale del colon e retto)
  • arterie freniche inferiori (diaframma e porzione inferiore dell’esofago)
  • arterie surrenali (i surreni),
  • arterie renali (i reni)
  • arterie genitali (arterie testicolari nell’uomo e arterie ovariche nella donna)
  • arterie lombari: vascolarizzano il midollo spinale e la parete addominale).

L’aorta addominale non termina biforcandosi nell’arteria iliaca comune destra e sinistra, che costituiscono collaterali, ma termina con l’arteria sacrale media posta sulla faccia anteriore del sacro.

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