Orphan: esiste davvero l’ipopituitarismo, la malattia citata nel film?

MEDICINA ONLINE Orphan esiste davvero ipopituitarismo la malattia citata nel filmAttenzione: questo articolo contiene SPOILER sul film “Orphan”

Nel 2009 è uscito un film, di genere thriller/horror psicologico, chiamato Orphan, in cui si cita una malattia chiamata “ipopituitarismo” che rende la protagonista (Isabelle Fuhrman, vedi immagine in alto, all’epoca 13enne) esteticamente simile ad una bambina, mentre nella realtà ha oltre 30 anni. Esiste davvero questa malattia? Certamente esiste, anche se i suoi effetti nel film sono un po’ troppo “accentuati” ed inverosimili dal punto di vista medico.

Nell’ipopituitarismo si verifica una diminuzione della secrezione di uno o più degli otto ormoni normalmente prodotti dalla ghiandola pituitaria (anche chiamata “ipofisi“) che si trova nella base del cervello. Quando l’ormone deficitario è quello della crescita (anche chiamato “somatotropina“), si verifica il “nanismo ipofisario” in cui la persona da adulta raggiunge un’altezza massima che solitamente non supera i 120 cm.

Nel nanismo ipofisario il soggetto mantiene proporzioni corporee corrette (braccia e gambe più piccole del normale, ma proporzionate al resto del corpo), fatto questo che lo differenzia dal nanismo acondroplastico, che è una malattia genetica autosomica dominante in cui gli arti NON sono proporzionati al resto del corpo. Nel film la malattia è accentuata: nella realtà una donna ultratrentenne con nanismo ipofisario, apparirà si più “piccola” del normale, ma non certo uguale ad una bambina.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
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Piangi, e piangerai da solo

MEDICINA ONLINE Old Boy (올드보이) film del 2003 diretto da Park Chan-wook, Con Choi Min-sik, Ji-tae Yu, Hye-jeong Kang, Dae-han Ji, Oh Dal-soo drammatico, vendetta, cinema FRASI AFORISMI RIDI MONDO RIDERA CON TE PIANGI PIANGER.jpg

Ridi, e il mondo riderà con te.
Piangi, e piangerai da solo

Frase tratta dal film Old Boy (올드보이) film del 2003 diretto da Park Chan-wook, vincitore del Grand Prix Speciale della Giuria al Festival di Cannes 2004. Un’opera cruda e dal finale sconvolgente, che consiglio a tutti gli appassionati di cinema.

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C’è qualcosa dentro di te che nessuno ti può toccare né togliere: la speranza

MEDICINA ONLINE Andy Dufresne Tim Robbins da film Le ali della libertà aforismi The Shawshank Redemption del 1994 diretto da Frank Darabont, tratto dal racconto di Stephen King Rita Hayworth e la redenzione di Shawshank.jpg“C’è qualcosa dentro di te che nessuno ti può toccare né togliere, se tu non vuoi. Si chiama speranza… La speranza è una cosa buona, forse la migliore delle cose, e le cose buone non muoiono mai.”

Andy Dufresne (Tim Robbins) da film “Le ali della libertà” (The Shawshank Redemption) del 1994 diretto da Frank Darabont, tratto dal racconto di Stephen King “Rita Hayworth e la redenzione di Shawshank”.

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Il mondo è un bel posto e vale la pena di lottare per esso

MEDICINA ONLINE SEVEN SE7EN FILM MOVIE CINEMA WALLPAPER detective William Somerset (Morgan Freeman) dal film Seven del 1995 diretto da David Fincher e interpretato da Brad Pitt, Morgan Freeman e Kevin Spacey.jpgHemingway una volta ha scritto: «Il mondo è un bel posto e vale la pena di lottare per esso.» Condivido la seconda parte.

detective William Somerset (Morgan Freeman) dal film Seven del 1995 diretto da David Fincher e interpretato da Brad Pitt, Morgan Freeman e Kevin Spacey

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Coherence – Oltre lo spazio tempo (2013): trama e spiegazione

MEDICINA ONLINE Un film di James Ward Byrkit, con Emily Baldoni, Maury Sterling, Nicholas Brendon, Elizabeth Gracen, Alex Manugian. Genere fantascienza, durata 89 minuti - USA 2013..jpgUn film di James Ward Byrkit, con Emily Baldoni, Maury Sterling, Nicholas Brendon, Elizabeth Gracen, Alex Manugian. Genere: fantascienza, durata 89 minuti – USA 2013.

Trama senza spoiler

Otto amici si trovano insieme per una cena in una serata come tante altre. In tale serata sta passando, una cometa, la cometa di Miller, come viene chiamata nel film. I protagonisti della vicenda vedono tale cometa ad occhio nudo: infatti, la cometa sta passando ad una distanza non molto ampia dal pianeta Terra. Cominciano ad accadere fatti alquanto strani: per prima cosa, si verifica un black-out nella zona dove si trova la casa nella quale si sta tenendo la cena. Poco prima di arrivare alla cena, Emily ha chiamato Kevin ma il suo telefono si è rotto. Non molto tempo dopo si rompe anche il telefono di Hugh. Essi, poi, si accorgono che non c’è la connessione ad internet ed anche il telefono fisso è fuori uso. Gli ospiti della cena, pian piano, cominciano ad andare in panico ed in paranoia. Specialmente quando, usciti di casa, faranno una scoperta inquetante.

Spiegazione (SPOILER)

Ad un certo punto alcuni personaggi del film escono dalla casa dove si stava tenendo la cena e vedono altre versioni di loro stessi e si rendono conto del fatto che sono in presenza di un fenomeno alquanto paradossale: non solo la presenza di UN solo mondo parallelo, bensì la coesistenza di MOLTI universi paralleli, ognuno di essi contenenti una copia della casa e di ciascuno protagonisti.

Quando i protagonisti escono dalla casa di partenza, finiscono in una zona “grigia” dello spaziotempo dove le realtà parallele si fondono e si intersecano tra di loro, quindi, quando un dato protagonista esce di casa, tornando indietro non tornerà necessariamente nella propria casa, bensì potrebbe “perdersi” nella zona grigia e tornare nella stessa apparentemente identica casa, ma appartenente ad un diverso mondo parallelo.

Emily ad un certo punto “si perde nella zona grigia” e tornando a casa entra nell’abitazione dell’universo parallelo nella quale gli otto amici non hanno mai lasciato la casa e sembra che stiano vivendo la serata completamente inconsapevoli del passaggio della cometa, come sono anche inconsapevoli degli effetti che sta causando il passaggio del corpo celeste. Emily induce gli altri ad uscire ed aggredisce la versione alternativa di se stessa, con lo scopo di prendere il suo posto, mettendo la sé stessa aggredita nella vasca da bagno per nasconderla e tornando nel salone dove sono i suoi amici. Poi la donna sviene. Ella si risveglia il mattino dopo e tutti sono preoccupati per lei dopo quello che è successo la sera prima. Inoltre, la versione alternativa di sé stessa è sparita, inspiegabilmente.

Nell’ultima scena, sembra tutto normale ma Kevin, vicino ad Emily, riceve una chiamata da un’altra versione di quest’ultima, ossia la Emily dell’inizio del film: si gira e vede però la ragazza di fronte a lui. Capisce solo in quel momento che le Emily sono due ed una delle due è la Emily “parallela”.

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Prima di domani (2017) spiegazione del finale del film: Sam muore?

MEDICINA ONLINE PRIMA DI DOMANI SPIEGAZIONE FINALE FILM 2017 Antes Que Eu Vá BEFORE I FALL Ry Russo-Young, con Zoey Deutch, Halston Sage, Logan Miller, Kian Lawley, Elena Kampouris.jpgPrima di domani (titolo originale “Before I fall”) regia di Ry Russo-Young, con Zoey Deutch, Halston Sage, Logan Miller, Kian Lawley, Elena Kampouris. Genere: drammatico, fantastico; USA, 2017. Uscito al cinema il 3 marzo 2017 negli Stati Uniti ed il 19 luglio 2017 in Italia.

Trama

Samantha è una normale liceale che un giorno si sveglia e crede di avere davanti a sé una giornata speciale, perché è il “giorno dei cupidi” nel suo liceo e perché lei e Rob, il suo ragazzo, hanno in programma una serata importante. La giornata è in verità molto più speciale di quel che crede perché si ripeterà uguale a se stessa, come per una sorta di scherzo del destino, finché Sam non capirà come viverla appieno, nel modo giusto.

Spiegazione del film e del finale (SPOILER)

“Prima di domani” non è certo il primo film in cui si verifica, per motivi più o meno spiegati, un “loop temporale” in cui il protagonista si ritrova a vivere lo stesso identico giorno più e più volte. Lo abbiamo visto nel film “Ricomicio da capo” del 1993 diretto da Harold Ramis ed interpretato dal grande Bill Murray; in “Edge of tomorrow” del 2014 con Tom Cruise, nel 2011 con “Wake up and die” di Miguel Urrutia e, recentemente, in “Auguri per la tua morte“. Che siano film di genere commedia, thriller o fantascienza pura, questo tipo di film sono solitamente accomunati da un particolare: il protagonista è una persona spesso pigra, superficiale, cinica ed avara di sentimenti che però, messa di fronte al ripetersi inesorabile ed insensato dello stesso giorno, si trasforma gradatamente in persona completamente diversa: coraggiosa, profonda ed aperta ai sentimenti ed ai bisogni di chi gli sta accanto… in una sola parola: migliore.
Anche nel caso di “Prima di domani“, la protagonista cambia progressivamente carattere in meglio durante questa inesorabile ripetizione, ma rispetto agli altri lungometraggi di questo genere c’è una profonda differenza: in tutti i film citati il loop finisce quando il protagonista compie determinate azioni “buone” ed il destino “decide” che la sua vita è meritevole di uscire dal loop, in Prima di domani invece, a dispetto del titolo, non c’è nessun domani: Sam alla fine della giornata, morirà. Il titolo inglese “Before I fall” tradotto significa “prima che io cada” ma può essere interpretato come “prima che io muoia” (una specie di mega spoiler inserito direttamente nel titolo!), ed in questo rende meglio del nostro “prima di domani”. Col titolo italiano quasi ci si aspetta che alla fine della giornata di Sam ci sia realmente, un domani, ma la realtà è che Sam, in ogni caso è destinata a morire: qualsiasi cosa faccia, quello che lei sta vivendo è il suo ultimo giorno di vita. Per lei non ci sono azioni buone che possano farla uscire (viva) dal loop. Ma allora per quale motivo sta rivivendo lo stesso giorno? Per aver la possibilità di cambiare – in meglio – la sua vita, prima di morire.

La possibilità di cambiare le cose prima della sua morte

Nelle ultime scene Sam rincorre Juliet (la ragazza che si vuole suicidare gettandosi su una auto) e cerca di aiutarla facendole capire che il suicidio non è la soluzione e quando la ragazza corre verso il ciglio della strada, Sam la salva venendo travolta al suo posto da un camion, morendo. In quel momento si scopre il motivo del perché Sam vivesse sempre la stessa giornata: le era stata data l’opportunità di modificare l’ultimo giorno della sua vita, cambiando atteggiamento nei confronti dei genitori, godendosi il rapporto con la sorellina, capendo quanto volesse bene alle sue amiche e quale fosse il ragazzo davvero giusto per lei, Kent, ed infine, far capire ad una povera ragazza bullizzata, Juliet, quanto fosse preziosa la vita e salvandole la vita. Nel finale mentre Juliet ringrazia Sam per averla salvata, l’anima della ragazza la guarda, affermando di essere stata Juliet colei che l’ha salvata, dandole la possibilità di “mettere a posto la sua vita” prima di morire. Il destino ha fatto ripetere a Sam l’ultimo giorno della sua esistenza per questo motivo, ed ora che ha rimesso le cose a posto, la ragazza può morire in pace.

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Un’occasione per rivoluzionare tutto

MEDICINA ONLINE VANILLA SKY QUOTE AFORISMA FRASI Ogni minuto che passa è un'occasione per rivoluzionare tutto completamente Every passing minute is another chance to turn it all around TOM CRUISE PENELOPE CRUZ DIAZ CROWE.jpg

“Ogni minuto che passa è un’occasione per rivoluzionare tutto completamente”

“Every passing minute is another chance to turn it all around”

Sofia Serrano (Penélope Cruz), Vanilla Sky film del 2001 diretto da Cameron Crowe, con Tom Cruise, Cameron Diaz e Penélope Cruz, remake dell’ancor più bello film spagnolo Apri gli occhi del 1997.

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Il mondo dei robot – Westworld (1973): trama e recensione del film

MEDICINA ONLINE IL MONDO DEI ROBOT WESTWORLD  1973 SCI FI Un film di Michael Crichton. Con James Brolin, Yul Brynner, Richard Benjamin, Victoria Shaw, Norman Bartold. continua Fantascienza.jpgUn film di Michael Crichton, con James Brolin, Yul Brynner, Richard Benjamin, Victoria Shaw, Norman Bartold. Titolo originale Westworld. Fantascienza, durata 88 min. – USA 1973

Trama senza spoiler

Siamo nell’anno 2000, un parco divertimenti di nome Delos propone ai clienti di vivere tre diverse esperienze in altrettante epoche storiche. Il parco è infatti diviso in tre sezioni: RomaWorld (in italiano reso con l’improbabile Romamundia), ambientata al tempo dell’Impero Romano e presentata come un epoca di “moralità allo sfacelo”; MedievalWorld (Medievonia), ambientata invece in un medioevo romantico; WestWorld (Westernlandia), con una scenografia prettamente americana dell’epoca del vecchio west, che promette ai turisti “violenza sfrenata”. A intrattenere gli ospiti provvedono dei sofisticati robot quasi indistinguibili dagli esseri umani e che offrono loro la possibilità di cimentarsi in duelli, rapine, risse da saloom, giostre medievali, non tralasciando l’aspetto più pruriginoso con avventure erotiche, se non vere e proprie orge. Tutto questo senza che nulla di male possa accadere ai visitatori. I robot infatti possono essere “uccisi” (venendo poi riparati e reinseriti nelle attrazioni), ma essi non possono nuocere ai veri esseri umani. Questo almeno fin quando una serie di guasti inizieranno a determinare strani comportamenti dei robot.

Recensione

“Il mondo dei robot” rappresenta l’ottimo esordio alla regia del celebre Michael Crichton quando ancora non era diventato il famoso “sacerdote dell’high concept” (definizione coniata da Steven Spielberg) quale è oggi ricordato. Fino ad allora aveva all’attivo una serie di libri scritti sotto pseudonimo e due romanzi di fantascienza, Andromeda (1969) e Il terminale uomo (The Terminal Man, 1972), il primo tradotto in film nel 1970 su sceneggiatura dello stesso autore e per la regia del veterano Robert Wise (The Terminal Man verrà invece adattato per lo schermo nel 1974). Con già qualche esperienza come soggettista e sceneggiature, Crichton decide di calarsi anche nei panni di regista, ma ebbe non pochi problemi per farsi accettare il progetto dalla casa di produzione, la MGM, poco propensa a impegnare tempo e fondi per un esordiente. Il film viene infatti girato in sole sei settimane e con pochissimi effetti speciali, cosa favorita anche da un’ambientazione da classico film western. Il film si focalizza su due amici, John e Peter, che decidono di passare una vacanza nell’ambiente western (WestWorld, da cui il nome originale del film) e che – tra scazzottate nei saloon ed evasioni dalla prigione – si trovano a sfidare più volte un pistolero dalle fattezze di Yul Brynner (interpretato dallo stesso attore) così come appariva nel film I magnifici sette (The Magnificent Seven, 1960) di John Sturges. Ogni giorno li sfida regolarmente a duello, venendo come da programmazione ucciso, ed altrettanto regolarmente tornando il giorno dopo a riproporre il copione.

SPOILER! (anche se è un film di 44 anni fa, non è detto che tutti lo abbiano già visto!)

Nell’ultimo duello, proprio quando la cosa cominciava a stancare i due amici, il pistolero uccide John per davvero davanti all’attonito amico. Peter, dopo lo smarrimento iniziale, fugge e inizia così una spietata caccia da parte del pistolero attraverso tutti gli ambienti del futuristico Luna Park ormai allo sfacelo. Mentre gli altri automi uno alla volta si arrestano per esaurimento energetico, il pistolero continua a lungo il suo inseguimento fino negli ambienti tecnici del luna park (vedi foto in alto), essendo un nuovo modello potenziato, fino al conclusivo duello vinto da Peter con l’aiuto di acido e fuoco.

FINE SPOILER

Westworld è indubbiamente un’opera consigliata e sicuramente uno dei migliori film sull’argomento robot e androidi, precursore e ben inserito nel panorama della fantascienza cinematografica adulta degli anni settanta prima della rivoluzione contenutistica portata al genere da Guerre Stellari (Star Wars, 1977). La tensione, il ritmo e l’atmosfera fredda come gli occhi dell’androide interpretato da Brynner, tengono lo spettatore inchiodato alla metaforica poltrona. Inquietanti le avvisaglie del malfunzionamento dei robot (come quando una cortigiana-robot di MedievalWorld non accondiscende ai desideri sessuali di un turista e lo schiaffeggia, o altre scene dove i robot non si trattengono più e fanno del male ai visitatori), così come è inquietante l’incedere implacabile e inarrestabile del pistolero in abito nero durante la caccia all’uomo, servito quasi certamente da modello per quello del cyborg interpretato da Arnold Schwarzenegger nel Terminator di James Cameron (1984). Inseguimento arricchito dalle immagini in soggettiva dell’assassino (una delle poche che presentino un qualche effetto speciale), non una novità per il cinema, questo tipo di ripresa si già vista in precedenza in altri film, come ad esempio in alcune opere dei nostri Mario Bava e Dario Argento, ma qui usata prima che John Carpenter e il suo Halloween (1978) la sdoganasse facendola diventare pratica usuale in un certo tipo di film prevalentemente horror. Ma ad apparire ancora più inquietante è l’assunto di base di un luogo di divertimento dove è possibile cedere alle proprie pulsioni più basse senza paure di conseguenze perché indirizzate verso entità artificiali ma molto somiglianti agli esseri viventi.

Il film ricorda un altro lavoro di Crichton realizzato circa vent’anni dopo, il romanzo Jurassic Park (1990). Un altra cattedrale del divertimento occidentale, un Luna Park high tech con i dinosauri al posto dei robot, ma con la stessa propensione a uscire dai binari imposti dall’essere umano. Come altri film sugli androidi e di fantascienza in generale, anche questo si interroga sullo sfruttamento delle nuove tecnologie e sul loro potere di replicare la realtà, rendendo difficile identificare il naturale dall’artificiale, artificiale che difficilmente starà buono a fare i compiti che gli sono stati assegnati (Matrix vi ricorda qualcosa?). Altro discorso è quello dell’invadenza silenziosa dei tecnici del parco che guardano in maniera quasi voyeuristica, entrando e registrando con le loro telecamere nascoste le esperienze dei vari visitatori, tema quantomai attuale nell’epoca di internet e dei reality, ma tutt’altro che scontato negli anni settanta.

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Curiosità sul film

Il soggetto fu rifiutato da tutte le compagnie cinematografiche: solo la MGM era interessata al soggetto, ma impose drastici tagli agli effetti speciali, concedendo a Crichton solo 6 settimane di tempo. Durante le riprese, un colpo a salve ustionò la cornea di Yul Brynner, che dovette rinunciare a portare le lenti a contatto lucide che davano lo sguardo speciale al robot del suo personaggio, così la produzione si dovette fermare per diverse settimane. Il film fu realizzato in anamorfico Panavision. L’unico effetto al computer fu quello ottenuto da John Whitney (esperto di effetti speciali) con le immagini in soggettiva del Robot/Brynner. Questo procedimento, molto difficoltoso per l’epoca, richiese mesi di lavoro per poche decine di secondi di girato. Finite le riprese, il primo montaggio a detta della produzione era un disastro e non distribuibile. Venne così chiamato David Bretherton (premio Oscar per Cabaret) e con l’apporto di nuove scene il film fu pronto per la distribuzione. Nonostante questo i dirigenti della MGM non erano soddisfatti del lavoro svolto ma fecero uscire ugualmente il film, che a dispetto di tutto ebbe un grande successo commerciale. Nonostante il contenuto palesemente fantascientifico (non sono ancora stati realizzati androidi con le capacità ipotizzate nel film, anche se siamo sulla buona strada), il tono cupamente drammatico che aleggia fin dall’inizio sul film lo rende inquietante anche oggi: vent’anni prima di Jurassic Park ed ancor più tempo prima di Matrix, lo spettatore è disturbato dal pensiero che una macchina creata dall’uomo possa prenderne il sopravvento, e non basta il – tutto sommato – finale positivo a rassicurarlo, perché il fatto che la ribellione sia accaduta una volta non esclude che possa ripetersi (cosa che avviene nel seguito). Crichton rielabora il tema classico della ribellione delle macchine mettendola in relazione con la complessità dei sistemi informatici, introducendo numerosi elementi che saranno poi citati in opere successive dello stesso genere (fra tutte Terminator), come l’idea di macchine progettate da macchine, che suggerisce un processo evolutivo che può andare fuori controllo e rivoltarsi contro gli esseri umani. Anche esplicitamente citata in Terminator è la sequenza finale dell’inseguimento, con riprese in soggettiva dal punto di vista del robot e la distruzione progressiva del robot (in particolare del suo volto) che ne rivela le interiora meccaniche e la sostanziale alienità.

Il film è rimasto fortemente impresso nella cultura popolare – soprattutto americana – ed è ampiamente citato; si pensi per esempio alla band britannica Westworld o ai numerosi riferimenti al film nella serie animata I Simpson e Futurama. Anche un episodio di Scooby Doo è esplicitamente ispirato all’ambientazione e alla trama di questo film.

Il film ebbe un seguito nel 1976: Futureworld – 2000 anni nel futuro diretto da Richard T. Heffron Peter Fonda e Blythe Danner (con anche la presenza di Yul Brynner), film sicuramente godibilissimo e consigliato per i tanti fan del primo film e per gli appassionati di fantascienza in generale. Nel 1980 fu anche realizzata una miniserie di 5 puntate Alle soglie del futuro (Beyond Westworld); nel 2016 la HBO ha prodotto la serie Westworld – Dove tutto è concesso (Westworld), basato in parte sul film, una serie molto godibile in virtù dell’alto livello recitativo degli attori, delle splendide scenografie e degli effetti speciali decisamente sorprendenti.

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