Galileo Galilei, lo scienziato eretico condannato dalla Chiesa per aver detto la verità

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO CHIRURGO STATUA DI GALILEO GALILEI FIRENZE ARTE SCIENZA SCIENZIATO«Io Galileo, figlio di Vincenzo Galileo di Fiorenza, dell’età mia d’anni 70, constituto personalmente in giudizio, sono stato dichiarato dal Sant’Uffizio come veementemente sospettato di eresia, cioè d’aver tenuto e creduto che il Sole sia centro del mondo e imobile e che la Terra non sia centro e che si muova; con cuor sincero e fede non fìnta abiuro, maledico e detesto li sudetti errori e eresie»

La mattina del 22 giugno 1633, in ginocchio di fronte ai cardinali inquisitori nel convento di piazza della Minerva a Roma, il celebre scienziato italiano Galileo Galilei pronunciava la pubblica abiura – di cui ho prima riproposto alcuni estratti – dell’ipotesi copernicana che aveva esposto e argomentato nel “Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo“, scritto dal 1624 al 1630 e pubblicato nel 1632. Il Dialogo si presenta come una confutazione del sistema tolemaico-aristotelico a favore di un sistema copernicano ed è uno dei capisaldi di quella che sarà l’imminente rivoluzione scientifica e del nuovo metodo scientifico (o appunto metodo galileiano).

Eretico perché diceva la verità

Il testo – a metà strada tra lo scientifico ed il filosofico – indicava la verità, e cioè che era la Terra a ruotare intorno al Sole e non il Sole attorno alla Terra, ma ciò era eretico poiché contraddiceva quanto detto dalla Bibbia. Galileo per le sue teorie scientifiche rischiò di essere torturato ed ucciso, come molti scienziati e liberi pensatori prima di lui. Il Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo fu bandito per editto del Sant’Uffizio e lo scienziato pisano condannato al carcere formale a vita: solo il fatto di aver pubblicamente abiurato lo aveva salvato dalla morte, cosa non successa per il frate filosofo Giordano Bruno, bruciato vivo perché considerato eretico in piazza Campo de’ Fiori a Roma, il 17 febbraio 1600, denudato, legato ad un palo e con la lingua bloccata per non poter parlare. Il 21 dicembre 1599 Giordano Bruno – a cui era stata proposta l’abiura per evitare la morte – aveva rifiutato di abiurare, non avendo, dichiarò, “nulla di cui doversi pentire”.
La pena di Galileo venne convertita qualche mese dopo nell’arresto domiciliare, che lo scienziato scontò ad Arcetri (una zona nel sud del centro di Firenze), fino alla sua dipartita, che avvenne l’8 gennaio del 1642, dopo aver passato quasi 10 anni rinchiuso nella sua casa.

Scuse tardive

Il Vaticano per anni non si scusò dell’accaduto, anche quando la scienza successivamente dimostrò con prove inconfutabili che Galileo aveva ragione e la “parola di Dio” torto (per fortuna ciò avvenne in un periodo storico in cui non poteva più torturare ed uccidere chi diceva qualcosa che considerava eretico, come fatto nei millenni precedenti). Il papa Giovanni Paolo II cancellò ufficialmente la condanna –  formalmente ancora esistente – solo 359 anni dopo il processo, il 31 ottobre 1992.

Quando siamo in balia di oscure superstizioni, la scienza è la luce che illumina la nostra esistenza.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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