La sindrome di Sotos (anche chiamata “sindrome di Sotos-Dodge” o “gigantismo cerebrale”, in inglese Sotos syndrome o cerebral gigantism o Sotos-Dodge syndrome) è una rara malattia multisistemica genetica, caratterizzata da facies caratteristica, iperaccrescimento del corpo, macrocefalia e disabilità intellettiva di diversa entità.
Epidemiologia
La sindrome di Sotos è rara: ha una prevalenza stimata di 1 / 15 000.
Cause
La sindrome di Sotos ha cause genetiche. La trasmissione avviene con modalità autosomica dominante. Il gene responsabile è NSD1, mappato in 5q35. Il gene NSD1 fornisce istruzioni per produrre una proteina (istone metiltransferasi) coinvolta nella normale crescita e sviluppo. La funzione di questa proteina è sconosciuta,. Nella popolazione giapponese, il cambiamento genetico più comune che porta alla sindrome di Sotos cancella il materiale genetico dalla regione del cromosoma 5 contenente il gene NSD1. In altre popolazioni, piccole mutazioni all’interno del gene NSD1 si verificano più frequentemente. I cambiamenti genetici che coinvolgono il gene NSD1 impediscono a una copia del gene di produrre qualsiasi proteina funzionale. Non è chiaro come una quantità ridotta di questa proteina durante lo sviluppo porti a difficoltà di apprendimento, crescita eccessiva e altre caratteristiche della sindrome di Sotos. Circa il 95% dei casi di sindrome di Sotos si verifica per mutazione spontanea. La maggior parte di questi casi deriva da nuove mutazioni che coinvolgono il gene NSD1. Sono state descritte alcune famiglie con più di un membro della famiglia colpito. Questi casi ereditari hanno consentito ai ricercatori di determinare che la sindrome di Sotos ha un modello di ereditarietà autosomica dominante.
Trasmissione autosomica dominante
Una malattia è detta a trasmissione autosomica dominante quando basta una singola copia dell’allele difettoso per far sì che la malattia si esprima, a prescindere dal sesso (basta un solo genitore malato). Il figlio di un individuo affetto ha la probabilità del 50% di essere affetto, cioè 1 figlio su 2 è malato e può trasmettere a sua volta la malattia alla metà dei suoi figli. In questo caso non può esistere un “portatore sano” (cosa che invece si può verificare nella trasmissione autosomica recessiva): chi possiede l’allele alterato, ha la patologia, mentre chi non lo possiede è sano. Di conseguenza da due genitori sani nascono il 100% di figli sani, mentre se entrambi i genitori sono malati allora si avranno il 100% di figli malati.
Sintomi e segni
I principali sintomi e segni della sindrome di Sotos, sono:
- cranio ampio;
- dolicocefalia (cranio alto e stretto);
- fronte sporgente;
- attacco dei capelli arretrato;
- ipertelorismo (occhi distanti tra loro);
- palato ogivale e cavità orale stretta;
- elevati lunghezza e peso alla nascita;
- crescita eccessiva nell’infanzia;
- mani e piedi grandi;
- scoliosi;
- basso tono muscolare;
- disturbo da deficit di attenzione/iperattività (ADHD);
- ritardo nello sviluppo generale;
- disabilità intellettiva variabile (da lieve a grave);
- ritardo nello sviluppo del linguaggio;
- fuoruscita precoce dei denti;
- smalto dentale sottile;
- scarsa abilità motoria fine;
- rime palpebrali oblique verso il basso negli angoli esterni;
- difficoltà di apprendimento;
- infezioni delle alte vie respiratorie;
- disturbi comportamentali (ansia, fobie, insonnia, irritabilità, stereotipi);
- piedi piatti;
- difetti cardiaci;
- intolleranza al glucosio.
Diagnosi
La diagnosi avviene tramite esame obiettivo, esami genetici ed esami di diagnostica per immagini (radiografie e TC).
Diagnosi differenziale
La diagnosi differenziale della sindrome di Sotos si pone nei confronti di varie patologie, tra cui:
- sindrome di Weaver-Smith;
- sindrome di Proteo;
- macrodistrofia lipomatosa;
- amartoma fibrolipomatoso;
- sindrome di Klippel-Trénaunay (sindrome angio-osteoipertrofica);
- neurofibromatosi di tipo 1;
- sindrome di Parkes Weber;
- sindrome di Rubinstein-Taybi;
- sindrome CLOVES;
- gigantismo;
- acromegalia.
Terapie
Non esiste una terapia che cura del tutto la sindrome: il trattamento limita i sintomi. La terapia necessita un approccio multidisciplinare che coinvolge vari specialisti, tra cui pediatri, ortopedici e neuropsichiatri. Difetti particolarmente gravi a livello scheletrico possono essere corretti con appositi interventi chirurgici.
Prognosi
Con il passare degli anni in età adolescenziale le anomalie connesse tendono a normalizzarsi, o comunque a ridursi.
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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine
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