Sindrome da abbandono: terapie e consigli per affrontarla e guarire

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Come superare la sindrome da abbandono?

I trattamenti della sindrome da abbandono includono principalmente psicoterapia e terapia farmacologica, ma nei casi meno gravi anche dei semplici consigli possono migliorare di molto la situazione. Cominciamo da quest’ultimi.

Cinque consigli per affrontare la sindrome da abbandono

Di seguito riporto i cinque migliori consigli che mi sento di dare a chi soffre di sindrome dell’abbandono, fermo restando che, nei casi più complessi, sarà necessario l’intervento di un professionista della salute che aiuti il paziente a gestire e superare questa situazione.

1) Avere consapevolezza

Come per molti altri comportamenti disfunzionali, la parola chiave è consapevolezza. Ammettere a noi stessi di avere paura dell’abbandono è il primo passo verso la trasformazione. Immagina questa tua paura come un mostro tenuto chiuso nell’armadio del tuo inconscio: col tempo il mostro diventerà sempre più pauroso ed ingestibile. Il tuo obiettivo è farlo uscire da li, da solo o con un aiuto esterno: solo così potrai analizzarlo, affrontarlo, ridimensionarlo, svuotarlo del potere che ha su di te.

2) Dai importanza alla tua Identità

Quando siamo innamorati, sopravvalutiamo l’altro, che ci sembra perfetto così com’è. In realtà, stiamo trasferendo all’altro tutte le qualità che vorremmo avere noi. Quando poi la relazione finisce, ci sentiamo persi, come se non valessimo niente senza l’altro a fianco. Piuttosto che cercare nell’altro le qualità che non abbiamo e che vorremo avere, cerchiamo di costruircele dentro di noi.

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3) Il bicchiere è mezzo pieno, sempre

Spesso il distacco porta con sé anche degli aspetti positivi, anche se non riusciamo a notarli per via del trasporto emotivo. Tutto accade per una ragione: se una relazione – di qualsiasi tipo – arriva al capolinea è perché non è più adatta a noi. Quando lasciamo passare un po’ di tempo e ci guardiamo indietro, ci accorgiamo di come il distacco sia stato un’importante fonte di riflessione, una ricchezza che ci ha fatto crescere, ci ha fatto vedere il mondo da un altro punto di vista e ci ha offerto più opportunità. Quello che stai affrontando ora è uno stimolo verso situazioni nuove e migliori per noi. Non c’è nulla di cui avere paura, c’è invece tutto da imparare.

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4) Godi  delle relazioni che hai ora

Il qui ed ora è l’unico momento che esiste, l’unica certezza che hai. Preoccuparsi delle cose prima che accadano è assolutamente inutile. Nulla è per sempre, siano essi momenti belli o brutti. Godi delle relazioni che hai ora, esattamente nel luogo in cui ti trovi con le persone di fianco a te. Non pensare a eventi negativi che in futuro potrebbero portarti via la persona amata, ma cerca di godere del dono che ti è stato fatto.

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5) Smettila di generalizzare

Generalizzare ci porta a distorcere la realtà e a cancellare i dettagli che invece fanno la differenza. Così finiamo per non vedere le vie di mezzo, e pensiamo in termini di tutto o niente, bianco o nero. Il fatto che un uomo o una donna ci abbia lasciato non significa che tutti gli uomini e tutte le donne siano uguali e si comportino allo stesso modo. Generalizzare ci allontana dalla fiducia, che invece è il pilastro su cui si dovrebbero fondare le nostre relazioni.

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Trattamento psicoterapico della sindrome da abbandono

Qualsiasi sia la manifestazione di questa sindrome e l’età di chi la subisce è sempre utile una psicoterapia comportamentale e/o psicodinamica per prendere consapevolezza del proprio vissuto emotivo, far emergere emozioni, sentimenti, pensieri così da imparare a conoscerli e a gestirli. Grazie ad un corretto approccio psicoterapeutico si possono creare le basi per una maggiore autostima, per l’acquisizione di una consapevolezza del fatto che il paziente deve essere il primo a prendersi cura di sé stesso, superando il timore della perdita. La possibilità di poter contare su sé stessi diventerà inversamente proporzionale alla paura di essere abbandonati e quindi alla dipendenza dall’altro. Inoltre si arriverà ad avere la consapevolezza che vivere una relazione sana significa dare alla propria identità la possibilità di manifestarsi e non annullarsi in toto nei confronti dell’altro per paura di perderlo e per esserne accuditi.

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Trattamento farmacologico della sindrome da abbandono

Riguardo al trattamento della sindrome da abbandono, oltre alla psicoterapia, in alcuni casi più gravi, in cui la sindrome arriva a compromettere il funzionamento sociale, relazionale e/o professionale del paziente, può essere utile anche un parallelo approccio farmacologico, ovviamente sotto stretto controllo medico. Le categorie di farmaci più usati per curare i sintomi della sindrome sono: ansiolitici (come il Buspirone, utilizzato per la cura dell’ansia CRONICA di media e grave entità), benzodiazepine (come il Diazepam e l’Alprazolam) ed antidepressivi (come il Prozac ed il Citalopram).

Se credi di soffrire di sindrome da abbandono ed hai bisogno di supporto, prenota subito la tua visita e, grazie ad una serie di colloqui riservati e – se necessario – ad una terapia farmacologica mirata, ti aiuterò ad affrontare e superare questo momento difficile.

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Sindrome da abbandono: cause, sintomi, a cosa può condurre e come si supera

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO BAMBINO TRISTE PIANGE DOLORE STRADA ABBANDONO DEPRESSIONEQuante volte da bambini abbiamo sofferto per la mancanza di qualcuno, magari di nostra madre uscita di casa per andare a lavorare? Una gran quantità di ricerche ha dimostrato che casi del genere possono avere ripercussioni anche da adulti andando a creare l’impalcatura di quella che prende il nome di sindrome da abbandono o sindrome dell’abbandono.

Cos’è la sindrome da abbandono?

Per sindrome da abbandono si intendere un insieme di sensazioni di disagio – dal semplice fastidio fino all’angoscia e alla depressione – determinato da abbandono reale, tradimento degli affetti o da carenze affettive. Seguendo le idee del celebre psicologo e filosofo svizzero Jean Piaget, tutto potrebbe nascere dalla “permanenza dell’oggetto“. In età molto precoce il bambino si rende conto di non essere autosufficiente e di dipendere per ogni cosa dall’oggetto (adulto), il quale c’è e non c’è. In altri termini, quando il bambino può percepire la presenza della madre o di altra figura di riferimento, è rassicurato perché ha imparato che tale figura si occupa di lui; se però la madre “scompare”, cioè si sposta fuori della percezione del bambino, allora nasce la crisi, l’angoscia, ed il bambino piange, fin quando o non viene rassicurato dalla madre, o finché non realizza che la persona permane anche se lui non la vede/sente, cioè fin quando non supera una delle fasi precoci dell’infanzia, ed entra nella successiva. Questa grande paura rimane probabilmente nel ricordo, e le emozioni possono risvegliarsi anche da adulti, quando l’oggetto, verso il quale si è strutturata una dipendenza affettiva, “scompare”. E’ interessante ricordare che possono soffrire di tale sindrome anche gli anziani abbandonati a se stessi (e in questo momento di crisi economica e sociale stanno aumentando in maniera esponenziale) e le ragazze-madri abbandonate dalla famiglia di origine.

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Quali sono le cause della sindrome da abbandono ?

Le cause determinanti sono eventi drammatici ad esempio la morte di uno dei genitori, violenti litigi familiari, mancanza di cure, freddezza della madre. Ma anche eventi in realtà normali (ma vissuti come fortemente traumatici dal soggetto) possono determinare i sintomi della sindrome, come ad esempio la nascita di un fratellino. Tali avvenimenti determinano nel soggetto due condizioni:

  • l’incompiuta costruzione della fiducia in sé stessi;
  • la convinzione più o meno consapevole che solo delegando le responsabilità e i problemi ad un altro si riesca ad andare avanti, ciò crea nel soggetto la percezione che è giusto e preferibile dipendere da altri per superare le avversità della vita.

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Quali sono i sintomi della sindrome da abbandono?

I bambini che soffrono di tale sindrome possono presentare ritardi psicomotori, facilità ad ammalarsi, abulia (incapacità di prendere decisioni e portare a termine le azioni), periodiche crisi di ansia, gelosia e aggressività. Più in generale tale sindrome si manifesta con emozioni e comportamenti che possono andare dal semplice disagio alla disperazione più nera, al sentirsi privi di una parte di sé, al perdere il piacere di vivere: senza una certa persona che lo ha abbandonato, il soggetto riferisce che la sua vita non ha più alcun senso.

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Una esperienza che mi ha particolarmente colpito

Un mio paziente – che è anche un caro amico d’infanzia – colpito da questa sindrome, pur essendo normalmente una persona buona e calma, ha manifestato stati di aggressività accompagnati da collera, talora sino al delirio, soltanto parlando della sua ex ragazza che lo aveva lasciato. Un chiaro sintomo è l’ostinazione del ritorno della persona amata che lo aveva abbandonato, l’ossessione che noi suoi amici dovessimo convincere, quasi con la forza, la persona amata a tornare da lui. Il suo ragionamento era “lei DEVE tornare da me” e non ammetteva alcuna eccezione che prendesse in gioco il libero arbitrio della persona amata e la sua volontà di non voler tornare da lui. La frase “lei deve tornare da me” seguita da “voi dovete aiutarmi a farla tornare” non ammette contraddittorio logico e tutto ciò a ormai quasi due anni dalla rottura del fidanzamento (fidanzamento che era durato appena pochi mesi).

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A cosa può portare la sindrome da abbandono?

La sindrome dell’abbandono induce di solito a tre tipi di comportamento: costruttivi, di attesa, o – nel peggiore dei casi – distruttivi (auto e/o etero); dipende da come si manifesta. Nei casi più gravi la sindrome dell’abbandono può condurre alla depressione e questa, purtroppo può indurre a pensieri suicidari e al suicidio.

Come superare la sindrome da abbandono?

La sindrome da abbandono può essere curata con psicoterapia e terapia farmacologica, ma nei casi meno gravi anche dei semplici consigli possono migliorare di molto la situazione. Per approfondire, leggi questo articolo: sindrome da abbandono: terapie e consigli per affrontarla e guarire

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