Parto cesareo: dopo quanto si possono avere rapporti sessuali?

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma RIFLESSO DI MORO NEONATO MAMMA Riabilitazione Nutrizionista Medicina Estetica Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata Macchie Capillari Linfodrenaggio Pene Vagina Ano TreDopo un parto cesareo è necessario attendere almeno cinque settimane prima di riprendere l’attività sessuale, un tempo necessario alle strutture interessate di ritornare alla “normalità”: ricordate che il parto cesareo è una operazione chirurgica a tutti gli effetti. In ogni caso è consigliabile fare una visita dal medico prima di ricominciare l’attività sessuale.

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Perché riprendere l’attività sessuale dopo il parto è così difficile?

MEDICINA ONLINE VAGINA DONNA BACIO SESSULITA GRAVIDANZA INCINTA PARTO NATURALE CESAREO SESSO COPPIA AMORE TRISTE GAY OMOSESSUAANSIA DA PRESTAZIONE IMPOTENZA DISFUNZIONE ERETTILE FRIGIDA PAURA FOBIA TRADIMENTO RAPPORTO AMIDiventare genitori è un passo importante per la coppia, che regala tanta gioia ma che determina anche privazioni e tensioni tra i neogenitori. Riprendere l’attività sessuale dopo il parto, ad esempio, non è così facile, anche per le coppie più collaudate. Dopo il parto solitamente bisogna aspettare almeno cinque settimane prima di ricominciare ad avere rapporti. Trascorso questo periodo di astinenza, riprendere l’intimità col partner non è però così semplice: dopo le variazioni ormonali della gravidanza, nel post parto si verificano cambiamenti e situazioni che fanno calare il desiderio sessuale. Quali sono queste situazioni? Eccone alcune:

  • l’aumento della prolattina (ormone che fa produrre il latte) che determina un calo della libido;
  • l’aumento del cortisolo (ormone dello “stress”) determinato dal periodo immediatamente successivo al parto che è fisicamente e psicologicamente difficile non solo per la madre, ma anche per il padre;
  • negli ultimi mesi di gravidanza il sesso è stato ovviamente messo in disparte e ricominciare dopo tanto tempo potrebbe provocare dolore durante la penetrazione, e questo spinge a rimandare un appuntamento tutt’altro che piacevole;
  • la donna dopo il parto può sentirsi a disagio col proprio corpo dal punto di vista estetico: dopo la gravidanza le forme cambiano e la neomamma ha il timore che il suo corpo non sia più così attraente agli occhi del partner, quindi preferisce evitare l’intimità;
  • subito dopo il parto accudire il bambino può prendere molto tempo alla coppia e non solo: molte energie fisiche e mentali sono assorbite dal neonato; ciò ovviamente non aiuta la ripresa dell’intimità tra i partner, che a letto preferiscono un’ora in più di sonno ad un’ora di passione;
  • la sessualità è strettamente legata all’idea di maternità e la natura ci porta inconsciamente a rifiutare un atto che può portare altri figli in un momento in cui tutte le energie sono dedicate al neonato.

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Medico Chirurgo

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L’allattamento al seno è possibile dopo un parto cesareo?

MEDICINA ONLINE PARTO GRAVIDANZA NATURALE CESAREO DIFFERENZE CHIRURGIA FOTO WALLPAPER PICTURE UTERO CHIRURGO OPERAZIONE RISCHI VANTAGGI VANTAGGI ALLATTAMENTO MADRE FIGLIO NEONATO MORTAìE MORTA LIQUIDOSia che il parto cesareo sia programmato o meno, molte mamme hanno paura di non riuscire ad allattare; vediamo i rischi ed i suggerimenti più efficaci.

Il modo in cui si partorisce influenza poco o nulla l’allattamento al seno. Il latte sarà prodotto esattamente come se il parto fosse stato naturale, ma è importante iniziare ad allattare appena possibile e continuare con frequenza per impedire che la produzione di latte diminuisca. Anche se ci vorranno alcune ore per riprendervi dal cesareo, potrete iniziare ad allattare appena ve la sentirete.

Le linee guida più recenti sottolineano il fatto che una donna che partorisce con cesareo potrebbe necessitare un aiuto maggiore da parte del personale sanitario per iniziare correttamente l’allattamento al seno, perchè potrebbero emergere problemi nel trovare la posizione e prendere in braccio il bambino a causa della ferita chirurgica e di un po’ di dolore e alla ridotta mobilità.

È molto importante in questi casi attaccare il neonato il prima possibile, possibilmente già nelle prime ore dopo il parto, compatibilmente con il tipo di anestesia ricevuta; molti dei farmaci somministrati alle mamme durante e dopo il cesareo non creano alcun problema grave al bambino e probabilmente la scelta cadrà sull’epidurale, anziché sull’anestesia generale (somministrata in passato e in grado di addormentare la donna durante il parto).

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L’anestesia locale raggiunge il sangue in quantità molto basse e gli effetti sul neonato sono trascurabili; alcuni potrebbero manifestare una leggera sonnolenza dopo l’epidurale e all’inizio potrebbero attaccarsi al seno con poco entusiasmo, ma non sono stati evidenziati effetti collaterali negativi di lungo periodo né sullo sviluppo, né sulla capacità di alimentarsi al seno dei bambini nati a termine. Anche se venisse usata la totale sarà comunque possibile allattare al risveglio, ma è importante mettere ostetrica e infermiere a conoscenza di questo vostro desiderio.

Dopo il cesareo il medico vi somministrerà diversi farmaci, all’inizio tramite flebo e poi in compresse, per aiutarvi a riprendervi. Nella maggior parte dei casi questi farmaci passano solo in minima quantità nel latte.

Alcuni antidolorifici potrebbero causare un po’ sonnolenza a vostro figlio, ma i benefici dell’allattamento al seno superano di gran lunga questo rischio temporaneo. Il dolore interferisce con il rilascio dell’ossitocina, l’ormone che stimola la produzione di latte, quindi è fondamentale tenere sotto controllo le sensazione di male. Se avete qualche dubbio sugli antidolorifici che vi vengono somministrati, parlatene con il medico, con l’ostetrica o con il personale dell’associazione per l’allattamento al seno.

La ferita chirurgica all’inizio potrà creare qualche difficoltà a trovare una posizione comoda per l’allattamento. Potrete cercare di modificare alcune delle posizioni fondamentali sedendovi nel letto, usando qualche cuscino in più per sostenere il bambino sulla coscia e proteggere la cicatrice, sdraiandovi su un lato con vostro figlio di fronte a voi oppure usando la posizione rugby con un numero di cuscini sufficiente ad alzare la testa del bambino all’altezza del seno. Altre donne preferiscono la posizione distesa, con il neonato appoggiato sul letto accanto al seno.

Non abbiate paura di provare, sbagliare e riprovare e chiedere aiuto all’ostetrica, ogni coppia mamma-neonato impara presto a conoscersi e trovare una sintonia perfetta. Quando sarete guarite e potrete muovervi più facilmente, allattare sarà molto più semplice, ma dovrete comunque riposarvi e chiedere a qualcuno che vi assista finché non vi sarete completamente riprese. Fatevi aiutare dai famigliari e dagli amici con le faccende di casa, così riuscirete a concentrarvi sulla guarigione e sull’allattamento.

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Parto cesareo programmato: i rischi ed i vantaggi

MEDICINA ONLINE PARTO GRAVIDANZA NATURALE CESAREO DIFFERENZE CHIRURGIA FOTO WALLPAPER PICTURE UTERO CHIRURGO OPERAZIONE RISCHI VANTAGGI VANTAGGI ALLATTAMENTO MADRE FIGLIO NEONATO MORTAìE MORTA LIQUIDO.jpgNel 2013 il 36,3% delle nascite in Italia è avvenuto con parto cesareo. È quanto emerge dagli studi dell’Istat: un numero molto alto secondo l’Organizzazione mondiale della sanità e che supera di quasi 10 punti percentuali la media dell’Unione europea (del 26,7% nel 2011). Eppure, in alcuni casi, è necessario eseguire un taglio cesareo per evitare complicazioni per la mamma e il neonato

1) Quando è consigliabile fare un parto cesareo?
I casi sono davvero pochi:

  • se il bambino è podalico, e quindi non si è girato;
  • se è una gravidanza gemellare con bambini podalici;
  • se ci sono stati dei pregressi parti cesarei.

Tutte le altre condizioni devono essere discusse con il proprio ginecologo per prendere delle decisioni comuni in funzione di due variabili principali: il desiderio della donna rispetto a come vuole partorire e la sicurezza che la sala parto può fornire.

2) Quali possono essere i vantaggi di questa scelta?
In realtà, non ci sono particolari vantaggi. O meglio, se si tratta di un parto cesareo effettuato nel corso del travaglio, quando ci sono dei rischi per il bambino, ovviamente è necessario farlo. Altrimenti, il cesareo crea solo problemi: il modo migliore di partorire per la mamma e di nascere per il bambino, infatti, è per le vie naturali. E poi, il problema non è tanto del taglio cesareo in sé, quanto dei tagli successivi al primo, che poi possono creare dei problemi anche importanti.

3) Quali sono, invece, gli svantaggi del taglio cesareo per il bambino?
Più che di svantaggi, il bambino non gode degli stessi vantaggi di un bimbo nato in modo naturale. Chi viene al mondo con un parto tradizionale ha un tempo di adattamento più lungo dalla vita dentro l’utero a quella fuori. Qualche ora in più influisce positivamente sul funzionamento del sistema respiratorio, cardiaco e neurologico. Inoltre, durante il travaglio la mamma sviluppa degli ormoni particolari, che sono gli stessi che sviluppa anche il bambino e questo li rende più vicini.
Una volta venuti al mondo, mettiamo i piccoli senza vestiti a contatto con la pancia della mamma per alcuni minuti, in modo da creare un legame non solo psicologico, ma anche fisico tra loro. Così, il bambino acquisisce i primi batteri sani dalla mamma e questo lo proteggerà da allergie, dermatiti e malattie dell’infanzia.

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4) Quali sono le complicazioni che possono insorgere?
Il rischio non riguarda tanto il singolo taglio cesareo, che è una procedura oggi abbastanza semplice, ma le gravidanze successive. Possono capitare casi, anche se rari, in cui la placenta si inserisce male o determina un danno alle pareti dell’utero. Ci sono situazioni in cui la placenta si sviluppa meno o in cui andando a rifare un altro taglio cesareo ci possono essere delle difficoltà chirurgiche importanti. La raccomandazione è quella di evitare di partorire nelle piccole sale parto nelle quali se occorre fare un parto cesareo ci vuole molto tempo per intervenire. Questo perché, a volte, il taglio cesareo deve essere fatto in fretta. E se è possibile farlo in fretta, allora vuol dire che è anche possibile seguire un travaglio anche quando c’è un piccolo rischio e aspettare prima di intervenire chirurgicamente, perché si è sicuri che se succede qualcosa in pochi minuti la paziente può essere assistita.

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Differenza tra parto cesareo e naturale: vantaggi e svantaggi

MEDICINA ONLINE VAGINA DONNA BACIO SESSULITA GRAVIDANZA INCINTA SESSO COPPIA AMORE TRISTE GAY OMOSESSUAANSIA DA PRESTAZIONE IMPOTENZA DISFUNZIONE ERETTILE FRIGIDA PAURA FOBIA TRADIMENTOParto naturale

Come dice la parola stessa, il parto naturale è il modo per mettere al mondo nostro figlio secondo natura. Quindi nel caso di una gravidanza fisiologica (cioè quando mamma e bambino stanno bene e non hanno nessun disturbo o patologia), è ovviamente il metodo migliore e meno rischioso.

vantaggi sono diversi: da un punto di vista psicologico, la donna si rafforza molto dopo quest’esperienza così intensa che aumenta notevolmente la sua autostima. Fisicamente, chi partorisce in modo spontaneo ha una ripresa decisamente migliore e più veloce, anche se c’è qualche punto per l’episiotomia o piccole lacerazioni. Inoltre è autonoma e indipendente fin da subito, potendo così lavarsi, vestirsi, mangiare qualunque cosa e badare al bambino senza alcun problema.

L’obiezione che le donne sollevano è in merito al dolore, che quindi è l’unico contro, ma nemmeno del tutto. È vero che si deve affrontare il travaglio quindi bisogna sopportare il dolore e fare un percorso faticoso, ma ciò è molto importante, perché durante questo cammino, la mamma ha il tempo di prepararsi psicologicamente al distacco e di maturare come donna e come genitore, ed il piccolino grazie al “massaggio” delle contrazioni del passaggio nel canale da parto, riceve tanti stimoli che lo rendono più pronto alla vita extrauterina.

Il dolore non dobbiamo combatterlo nè considerarlo un fattore negativo, perché ha un suo scopo. Lo sentiamo infatti, perché durante il travaglio ci guida: se ascoltassimo il nostro corpo e le sensazioni che lo attraversano, ci accorgeremmo che il dolore ci suggerisce delle posizioni per soffrire di meno. Queste posizioni hanno una doppia valenza: da un lato sono appunto posizioni antalgiche, dall’altro agevolano la discesa e quindi il passaggio del nostro bambino nel canale da parto.

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MA POI POTRÒ TORNARE AD AVERE UNA VITA SESSUALE NORMALE?

Questa è un’altra domanda che spesso tormenta noi donne.
Certo che sì! Anche se dovessero esserci delle lacerazioni o se venisse praticata l’episiotomia, la sessualità di ognuna di noi riprende in modo normale. Sono rari e davvero estremi i casi in cui si riportano delle problematiche del genere!

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SE PARTORISCO NATURALMENTE, SOFFRIRÒ DI EMORROIDI DOPO?

Le emorroidi sono frequenti in tutta la gravidanza, a prescindere dal parto. Questo sia per una questione ormonale (il progesterone ammorbidisce le mucose rettali favorendo lo sfiancamento delle pareti del retto quindi causando la fuoriuscita delle emorroidi, in più anche la stitichezza causata sempre dal progesterone influisce molto), sia a causa del peso sempre maggiore dell’utero gravido, il quale preme proprio sul retto e quindi sui vasi rettali, causando questo problema fastidioso.
Quindi di solito si arriva al momento del parto che le emorroidi già ci sono! Il parto naturale a causa degli sforzi da compiere, può peggiorare un po’ la situazione, ma nella maggior parte di casi, è un fastidio temporaneo. Infatti una volta che gli ormoni tornano in ordine, che l’utero non pesa più e che gli sforzi sono finiti, le emorroidi tendono a rientrare.

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E SE IO O IL MIO BAMBINO DOVESSIMO ESSERE IN PERICOLO DURANTE IL TRAVAGLIO?

Questa sarebbe una situazione di urgenza o emergenza, quindi va valutata sul momento.
Ovviamente in caso di pericolo di vita, si fa sempre in tempo a fare il cesareo (la sala operatoria è sempre vicina alla sala parto).
Se si inizia a travagliare e ci si incammina verso un parto vaginale, non si è costrette a partorire naturalmente anche se si presentano complicazioni importanti! La prima cosa che sta a cuore a tutti, è la salute della donna e del bambino, quindi nell’eventualità dovesse essere necessario, si è prontissimi ad intervenire con il cesareo.

Taglio cesareo

È un intervento chirurgico a tutti gli effetti, quindi con tutti i rischi del caso: infezioni, emorragie, ecc. Ciò non toglie che, QUANDO NECESSARIO, È UN INTERVENTO SALVAVITA.

Tra i VANTAGGI, c’è quello di non provare il dolore fisico. Ma innanzitutto abbiamo detto che il dolore c’è per guidarci nelle giuste posizioni, ed inoltre non crediate che con questo intervento non soffrirete nemmeno un po’.

CONTRO: i dolori infatti arrivano appena comincia a svanire l’effetto dell’anestesia (già dopo 3-4 ore); la ferita chirurgica fa male e gli addominali non ci sorreggono, rendendo così difficoltose anche cose semplici come passare da sedute ad in piedi, ridere, starnutire, tossire, tutto ciò che comporta uno sforzo addominale che scatena il dolore della ferita. Inoltre per le prime 24h si ha il catetere vescicale, le flebo e un’importante difficoltà nel muoversi anche nel letto. Tutto ciò rende complicato anche badare al bambino ed allattarlo.

Quindi solitamente nei primi 2-3 giorni si ha un’autonomia piuttosto scarsa: la donna viene lavata, deve essere aiutata a mettersi seduta e ad alzarsi e può mangiare solo cose molto leggere perchè comunque è stato un intervento per via addominale.

SE FACCIO UN CESAREO, SUCCESSIVAMENTE NON POTRÒ MAI PROVARE UN PARTO NATURALE?

Non è noto a tutti che il parto naturale dopo il taglio cesareo si può fare, l’importante è che siano passati almeno 18 mesi dall’intervento. Vanno poi valutate altre cose durante la gravidanza successiva (stima del peso fetale, problemi in gravidanza, posizione del feto…), ma nella maggioranza dei casi, il parto vaginale è possibilissimo. In Italia è poco frequente, ma per un problema dei ginecologi, non perché non è fattibile!

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CON IL TAGLIO CESAREO, IL LATTE NON ARRIVA?

Dicerie popolari affermano che la montata lattea arriva solo se si fa un parto naturale… beh, non è così! Anche chi subisce un cesareo può allattare! Il latte arriverà 1-2 giorni dopo (in 3^-4^ giornata anziché in 2^-3^), ma arriva ugualmente, specie se il seno viene stimolato attaccando il bambino.

La scelta ovviamente spetta ad ogni donna, caso per caso, in base al suo stato di salute, quello del suo bambino, alla sua cultura, pensiero, vissuto e precedenti esperienze sul campo. L’importante però è SCEGLIERE IN MODO CONSAPEVOLE, valutando quindi i pro ed i contro di ogni evenienza, le proprie forze e motivazioni (è da qui che arriva la giusta energia per affrontare l’evento) e, soprattutto, considerando cosa ci si aspetta dall’esperienza del parto e come vogliamo vivere l’evento nascita, momenti unici che segnano la vita di ogni donna e mamma.

In ogni caso, ricordiamoci che non è il tipo di parto che rende una mamma migliore o peggiore di un’altra.

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Parto cesareo programmato: cosa mi succederà dopo?

MEDICINA ONLINE PARTO GRAVIDANZA NATURALE CESAREO DIFFERENZE CHIRURGIA FOTO WALLPAPER PICTURE UTERO CHIRURGO OPERAZIONE RISCHI VANTAGGI VANTAGGI ALLATTAMENTO MADRE FIGLIO NEONATO MORTAìE MORTA LIQUIDOQuando si affronta un parto cesareo programmato in genere, si preferisce ricorrere all’anestesia spinale, che consente alla futura mamma di essere cosciente e di avere un rapido recupero dopo l’operazione. Quanto dura la degenza in ospedale?Durante l’intervento viene applicato il catetere, che però viene rimosso appena possibile. Qualche volta è la neomamma stessa a chiedere di tenerlo ancora qualche ora, per evitare di usare la padella. Comunque, appena le gambe riacquistano la mobilità, all’incirca dopo 6-7 ore, la donna può muoversi e andare al bagno da sola.

Come accade dopo un parto naturale, la neomamma può tenere subito il proprio bambino tra le braccia e provare ad attaccarlo al seno. Anche i tempi della montata lattea saranno più o meno gli stessi. In genere, se tutto è andato bene, le dimissioni dall’ospedale avvengono in seconda giornata, contando come zero il giorno dell’intervento. Più o meno quanto accade dopo un parto naturale, per il quale è prevista una degenza di 48 ore.

E per quanto riguarda le lochiazioni?

All’inizio saranno probabilmente un po’ più scarse rispetto a chi ha partorito naturalmente, perché l’utero può non aver subìto grandi modifiche, poi però seguiranno l’andamento normale, con una durata media di quaranta giorni dal parto. Va detto, tuttavia, che spesso il taglio cesareo viene eseguito a travaglio già iniziato: in questo caso, le lochiazioni sono del tutto simili a quelle che si presentano dopo un parto naturale. Come già detto, grazie alla sutura intradermica non è necessario tornare dal medico per la rimozione dei punti; una visita di controllo viene consigliata, di solito, a circa un mese e mezzo dal parto.

E per quanto riguarda la ripresa della vita intima?

“Anche in questo caso non ci sono differenze rispetto a chi ha partorito naturalmente”, afferma il ginecologo. “Noi diciamo alla coppia di riprendere i rapporti semplicemente quando desiderano farlo. Secondo la mia esperienza, alla visita di controllo sono poche le donne che hanno già iniziato l’atti- vità sessuale, e questo indifferen- temente dal tipo di parto. Probabil- mente, più che un discorso di ripresa dell’organismo, conta il fatto che nei primi tempi le cure per il neonato assorbono quasi completamente le energie di tutte le neomamme”.

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Di nuovo il bisturi?

È importante sottolineare che aver messo al mondo il proprio bimbo con un cesareo non implica, neces- sariamente, che il secondo parto avverrà con il bisturi. Ma quanto tempo occorre aspettare prima di poter dare il via a una nuova gravidanza? Non è mai stato dimostrato che esista una soglia al di sotto della quale il parto naturale comporta rischi per chi ha subìto un cesareo, anche se le informazioni in merito non sono uniformi. Diverse donne che hanno già partorito con cesareo hanno potuto vivere una nascita naturale anche a distanza di solo un anno e mezzo o due dall’intervento, senza problemi.

Come sarà il baby blues?

Anche il fenomeno della malinconia dopo-parto, il cosiddetto baby- blues, può interessare in ugual modo le donne che non hanno avuto un parto naturale e quelle che hanno avuto un cesareo. Molto dipende dal modo in cui è stata vissuta questa esperienza. Più vulnerabili, da questo punto di vista, sono le neomamme che desideravano un parto naturale e per le quali l’intervento è stato avvertito come un’imposizione.

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