Parto naturale: il momento della fuoriuscita del bambino [VIDEO]

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Nel seguente video potete vedere l’emozionante momento in cui un bimbo viene alla luce attraversando il canale del parto.

Il video può essere visionato seguendo QUESTO LINK

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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Differenza tra liquido della rottura delle acque, urina e perdite

MEDICINA ONLINE PARTO GRAVIDANZA BAMBINO PREGNANCY NEW BORN HI RES PICTURE WALLPAPER PANCIONE PANCIA MOTHER MAMMA MADRE CESAREO NATURALELa rottura delle acque è uno dei vari sintomi che caratterizza il travaglio, cioè la prima fase del parto naturale che culmina con l’espulsione del neonato attraverso il canale del parto. Come fare, però, a distinguere il liquido della rottura delle acque, da altri liquidi come urina o altre perdite?

Provenienza

Il liquido della rottura delle acque proviene dall’utero e fuoriesce dall’apertura della vagina, mentre l’urina proviene dalla vescica e fuoriesce dall’uretra.

Quantità di liquido

La quantità di urina è generalmente minore, rispetto alla quantità di liquido che avviene nella rottura delle acque: in quest’ultimo caso infatti discende in vagina l’ingente quantità di liquido precedentemente contenuto nella borsa delle acque. E’ importante ricordare, però, che la quantità di liquido amniotico che fuoriesce dalla vagina è comunque variabile: se ad esempio il sacco si fora in un solo punto anziché rompersi completamente, la perdita risulta modesta e non costante; pur tuttavia, si ripete nell’arco della giornata ed in genere – al contrario dell’emissione di urina – è associata ai movimenti della mamma, cioè più la madre si muove e più elevate sono le possibilità che il fenomeno si ripresenti.

Caratteristiche del liquido

Il liquido della rottura delle acque è un liquido caldo, normalmente inodore ed incolore. Queste caratteristiche lo differenziano profondamente dall’urina e dalle comuni perdite vaginali, più viscose, non continue e talvolta frammiste a sangue. L’urina può a volte essere quasi incolore, ma ha generalmente un odore caratteristico ed è più liquida del liquido della rottura delle acque, che è invece più denso.

Contrazioni associate

L’emissione di urina e di altre perdite avvengono generalmente senza altri sintomi concomitanti, invece la rottura delle acque si presenta spesso associata alle contrazioni uterine caratteristiche del travaglio. Tali contrazioni sono generalmente riconoscibili per tre caratteristiche:

  • sono intense;
  • sono regolari nel tempo;
  • sono ingravescenti: inizialmente sono deboli e poco frequenti, successivamente si fanno sentire a distanza di minuti e poi secondi l’una dall’altra con una durata che può variare sino ad avvertirle ogni trenta secondi.

Le contrazioni uterine sono abbastanza caratteristiche e la futura mamma le riconosce facilmente, specie se ha già partorito altre volte. E’ però necessario ricordare che la rottura delle acque può verificarsi all’inizio del travaglio oppure senza che siano iniziate le contrazioni; nella maggioranza dei casi le acque si rompono durante il travaglio e qualora le contrazioni uterine non si presentino nelle successive 24 ore, vengono in genere stimolate medicalmente.

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Rottura delle acque: sintomi, colore, come riconoscerla, che fare?

MEDICINA ONLINE GRAVIDANZA INCINTA DIARREA FECI LIQUIDE FETO PARTO CESAREO DIETA FIBRA GRASSI ZUCCHERI PROTEINE GONFIORE ADDOMINALE MANGIARE CIBO PRANZO DIMAGRIRE PANCIA PESO INTESTINOLa rottura delle acque è uno dei vari sintomi che caratterizza il travaglio, cioè la prima fase del parto naturale che culmina con l’espulsione del neonato attraverso il canale del parto.

Quando inizia il travaglio? I sintomi che preannunciano l’inizio del travaglio

L’inizio del travaglio può avvenire improvvisamente o gradualmente ed è caratterizzato dalla comparsa di:

  • contrazioni uterine forti, regolari ed ingravescenti: sono inizialmente deboli, in seguito si fanno sentire a distanza di minuti e poi secondi l’una dall’altra con una durata che può variare sino ad avvertirle ogni trenta secondi. Le contrazioni uterine sono abbastanza caratteristiche e la futura mamma le riconosce facilmente, specie se ha già partorito altre volte;
  • modificazioni a carico della cervice (assottigliamento e dilatazione);
  • emissione del tappo cervicale caratterizzata dalla fuoriuscita di una sostanza bianca, densa, inodore e mucillaginosa, striata di sangue e talvolta seguita da una piccola perdita ematica;
  • rottura spontanea delle membrane (rottura delle acque) con emissione di un’ingente quantità di liquido caldo, normalmente inodore ed incolore.

Altri sintomi del fatto che il parto si sta rapidamente avvicinando, potrebbero essere:

  • perdite: alla fine della gravidanza si possono avere delle piccole perdite di liquido amniotico che sono trasparenti e inodori
  • respirazione facilitata: per tutta la gravidanza il peso del bambino e il volume dell’utero vi hanno causato una sensazione di pressione e costipazione a livello della respirazione, adesso invece il bambino è in posizione più inferiore e ciò regala un immediato sollievo ed una migliore facilità respiratoria;
  • sensazione di urinare: lo spostamento visto nel punto precedente, porta il bimbo a premere sulla vescica, e ciò può determinare uno stimolo impellente di urinare anche con la vescica è parzialmente vuota. In pratica “correte in bagno” per emettere una piccola quantità di urina.

Infine un altro sintomo che può annunciare l’imminente arrivo del travaglio è rappresentato dalla diarrea, sostenuta dal rilascio di ormoni endocrini e paracrini che preparano l’organismo della partoriente al lieto evento.

Tali sintomi si associano ad altri segni e sintomi che la futura mamma inizia a provare già diversi giorni prima del parto, come ad esempio:

  • abbassamento della pancia: ciò avviene perché il bambino, nelle ultime fasi di gravidanza, si trova generalmente a testa in giù e la pancia della donna che sta per partorire è chiaramente molto abbassata;
  • stanchezza o, al contrario, tanta energia: la stanchezza solitamente accompagna la donna per quasi tutta la gravidanza, ma alla fine si fa sentire ancora di più, soprattutto se abbiamo messo qualche chilo di troppo, ci impigriamo e anche fare una brevissima passeggiata ci stanca in maniera spropositata. In altre donne, invece, proprio gli ultimi giorni della gravidanza sono caratterizzati da un ritrovato vigore e maggiore energia, come non succedeva da mesi;
  • mal di schiena: le piccole contrazioni preparatorie possono contribuire a far venire il mal di schiena.

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Emissione del tappo cervicale

Durante la gravidanza, la cervice è occupata da un accumulo di materiale mucoso, che impedisce la risalita nell’utero di microrganismi patogeni, proteggendolo dalle aggressioni del mondo esterno. All’inizio del travaglio, quando la cervice inizia a dilatarsi in preparazione al parto, questo tappo scivola via e viene espulso. In tale occasione, la gestante avverte la fuoriuscita di una sostanza bianca, densa, inodore e mucillaginosa, striata di sangue e talvolta seguita da una piccola perdita ematica. Questo sintomo, quando viene percepito dalla donna, di per sé dice solamente che il travaglio è ormai prossimo, ma – se isolato dagli altri sintomi del travaglio – non fornisce alcuna indicazione sull’esatta distanza dal parto. L’evento può infatti insorgere anche qualche settimana prima dell’inizio del travaglio.

Rottura delle acque

Arriviamo ora all’argomento “principe” di questo articolo: la rottura delle acque. Cominciamo col dire che la “borsa delle acque” è una specie di sacco che contiene il feto ed il liquido amniotico in cui è immerso. Nella sua classica presentazione, alla rottura delle acque consegue la discesa in vagina di un’ingente quantità del contenuto della borsa delle acque, caratterizzato principalmente da liquido caldo, normalmente inodore ed incolore. Queste caratteristiche aiutano a differenziarlo dall’urina e dalle comuni perdite vaginali, più viscose, non continue e talvolta frammiste a sangue. La quantità di liquido amniotico che fuoriesce dalla vagina è comunque variabile; se ad esempio il sacco si fora in un solo punto anziché rompersi completamente, la perdita risulta modesta e non costante; pur tuttavia, si ripete nell’arco della giornata ed è in genere associata ai movimenti della mamma, cioè più la madre si muove e più elevate sono le possibilità che il fenomeno si ripresenti. Le membrane possono rompersi all’inizio del travaglio oppure senza che siano iniziate le contrazioni; nella maggioranza dei casi le acque si rompono durante il travaglio e qualora le contrazioni uterine non si presentino nelle successive 24 ore, vengono in genere stimolate medicalmente.

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Rottura delle acque: cosa deve fare la futura mamma?

Il nostro primo consiglio per la futura mamma è quello di cercare di restare tranquille e lucide, anche se ciò è più facile a dirsi che a farsi. Per tranquillizzarci ricordiamo che è un fenomeno assolutamente normale e che preannuncia uno dei momenti della nostra vita, seppur faticoso, più belli in assoluto. Il secondo consiglio è quello di cercare di assorbire il liquido con l’aiuto di un assorbente o alcuni fazzoletti e farsi trasportare subito in ospedale. Cercate di respirare in modo profondo ed evitate movimenti bruschi. Il travaglio sta per cominciare ma non è detto che sia doloroso e lunghissimo, come qualcuno pensa. Può durare poche o molte ore, essere più o meno doloroso, tutto dipende dal grado di dilatazione della cervice per il passaggio del piccolo.

Rottura delle acque: cosa deve fare il futuro papà?

In caso di rottura delle acque, il ruolo del futuro papà è ovviamente secondario, ma non meno importante affinché tutto vada per il verso giusto. E’ necessario che il partner si mantenga calmo e lucido come ed ancor di più della donna, dal momento che quasi sempre è lui che dovrà guidare per condurre la partoriente fino all’ospedale, velocemente ma in modo razionale, evitando manovre azzardate e pericolose. Durante il tragitto rassicurate la donna, ricordatele che sta per arrivare uno dei momenti più belli della vostra vita e rammendatele gli esercizi di respirazione che ha provato tante volte durante il corso pre-parto. Arrivati all’ospedale, aiutatela a scendere dall’auto e… auguri ai futuri neo-genitori!

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Gravidanza: cosa prova il bambino durante il parto?

MEDICINA ONLINE PARTO GRAVIDANZA BAMBINO PREGNANCY NEW BORN HI RES PICTURE WALLPAPER PANCIONE PANCIA MOTHER MAMMA MADRE CESAREO NATURALEQuando una donna incinta è in travaglio, le persone care intorno a lei, in quel momento si chiedono: “Cosa starà sentendo? Sarà spaventata? Sentirà molto dolore?”. Questo è sicuro, ma tutto ciò svanisce nell’istante in cui la neo-mamma sente il primo vagito del suo bambino, quando può toccarlo con mano e stringerlo tra le sue braccia. Il corpo e la mente sono stracolmi di amore, quelle emozioni che ci fanno dimenticare ogni sofferenza. Ma, vi siete mai chieste cosa sente il bambino durante il parto?

Fino a poco tempo fa tutti pensavano che il bambino non sentisse assolutamente nulla durante il travaglio e nel momento del parto. Ma oggi sappiamo che non è esattamente così. Infatti, il nascituro, ha sensibilità, intelligenza e esperienza, accumulata soprattutto negli ultimi 6 mesi di gestazione. Queste importanti caratteristiche gli consentiranno di notare i cambiamenti nella quotidianità della mamma e di vivere consapevolmente la nascita.

David Chamberlain è lo psicologo che si è interessato alle sensazioni provate dal bebè, soprattutto durante il travaglio. David infatti è specializzato in psicologia pre- e peri- natale. Grazie alla sua forte attività di ricerca e ad un lavoro esaustivo, oggi il noto specialista ci fornisce una sua idea in proposito.

Il momento della nascita si avvicina, la tua pancia è scesa, la testa del bambino fa tantissima pressione sul bacino, provi tantissime emozioni: nervoso, paura, curiosità. Quando si espelle il tappo mucoso, il bebè avvertirà più chiaramente i rumori provenienti da l’esterno, questo desterà la sua curiosità. Quindi è in uno stato positivo di allerta, quasi immobile.

Capisce che la nascita si avvicina e cercherà l’uscita. Durante le prime contrazioni (0-4 cm), sentirete dolore simile a quello mestruale. La pancia diventa dura e poi si rilassa. Proverete dolore nella parte bassa della schiena, ancora abbastanza sopportabile. Il piccolo dalla sua parte, sentirà la pressione esercitata da l’utero, che lo spingerà lungo il canale del parto. Ogni contrazione provoca la compressione della placenta: il bambino riceve meno ossigeno e la frequenza cardiaca aumenta. Quando la contrazione finisce, torna la calma, come accade a voi.

Siamo a 10 cm. Le contrazioni sono più forti, avete poco tempo per respirare. Nel vostro bambino ogni contrazione fa liberare le catecolamine, l’ormone dello stress. Questo consente di pompare più sangue nelle aree che necessitano di più ossigeno, polmoni e cervello. Alla nascita innesca rapidamente la respirazione polmonare. Finalmente siete completamente dilatate. Potete sentire la paura e il panico, ma troverete la forza per spingere ad ogni contrazione. Il bambino si sfila lungo il canale del parto, prima la testa, poi una spalla… è nato!

Calmati, appoggialo sul petto e abbraccialo, goditi il momento. Il bebè riconoscerà il tuo odore, la tua voce e troverà la pace e la sicurezza che aveva nel tuo grembo.

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Differenza tra parto naturale, indotto e pilotato

MEDICINA ONLINE PARTO GRAVIDANZA NATURALE CESAREO DIFFERENZE CHIRURGIA FOTO WALLPAPER PICTURE UTERO CHIRURGO OPERAZIONE RISCHI VANTAGGI VANTAGGI ALLATTAMENTO MADRE FIGLIO NEONATO MORTAìIl parto naturale è quello che avviene spontaneamente: inizia in modo del tutto naturale, senza dover ricorrere a farmaci, tuttavia ciò non si verifica sempre. Ci sono delle condizioni in cui l’induzione al travaglio è inevitabile, cioè in tutti quei casi in cui ci sia un pericolo per la salute della madre o del bambino, risolvibile con l’espletamento del parto.

Parto indotto
Il parto indotto si verifica quando il medico somministrano dei farmaci specifici per avviare il travaglio: questi farmaci stimolano in modo artificiale le contrazioni. Se si ricorre al parto indotto la mamma e il bambino vanno monitorate in modo costante, anche la somministrazione dei farmaci verrà fatto sotto stretto controllo da parte dei medici. In caso di parto indotto si usa farmaci a base di prostaglandine, che sono delle sostanze naturali prodotte dall’organismo, ma che la donna non riesce a produrre e quindi il travaglio non parte, la prostaglandine si somministra sotto forma di gel o candelette che si introducono nella vagina ogni 6 o 12 ore circa 2/3 volte. Il loro compito è ammorbidire il collo dell’utero in modo che si dilati dando il via alle contrazioni.

Parto pilotato
Si parla di parto pilotato quando il travaglio è già iniziato ma le contrazioni sono deboli e non costanti e di conseguenza non vi è un’adatta dilatazione della cervice uterina, in questo caso il ginecologo può prendere la decisione di pilotare il parto somministrando dei farmaci specifici che permettono di regolare le contrazioni e il travaglio. Si ricorre al parto pilotato solo se il travaglio è già iniziato naturalmente ma essendo le contrazioni deboli c’è bisogno di un aiuto per diminuire i tempi. In caso di parto pilotato si utilizza l’ossitocina, un ormone prodotto dall’ipofisi che serve per provocare le contrazioni. Viene somministrata per via endovenosa con delle flebo. In entrambi i casi è importante che la mamma e il bambino siano tenuti sotto stretta osservazione, monitorando la pressione e la frequenza cardiaca, viene tenuto sotto controllo anche il liquido amniotico in caso abbia tracce di sangue o di meconio.

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Le paure del parto cesareo e di quello naturale

MEDICINA ONLINE DONNA GRAVIDANZA INCINTA PANCIA ANATOMIA IMMAGINI FETO BAMBINO BIMBO POSIZIONE PODALICO ESERCIZI MANIPOLAZIONE GINECOLOGO OSTETRICOSpesso il parto naturale spaventa la donna: si ha paura di soffrire, di incorrere in problematiche che investano la salute del bambino, spesso ancora ci lasciamo spaventare dai racconti delle nostre amiche o parenti. Molte volte, senza neanche conoscere le differenze che vi sono, si preferirebbe partorire con il taglio cesareo (impropriamente chiamato parto cesareo), perché si pensa di soffrire di meno rispetto al parto naturale… Ed è in queste situazioni che le nostre nonne ci ripetono come tutte le donne nei secoli scorsi abbiamo partorito spontaneamente, poiché prima la scienza medica non prevedeva scelta.

Quando però particolari condizioni lo richiedono, il parto deve avvenire tramite taglio cesareo. Questo può essere:

  • programmato in precedenza,
  • oppure essere praticato d’urgenza.

Il ricorso al taglio cesareo non deve atterrire la donna che invece preferirebbe il parto naturale, in quanto oggi questo intervento è da considerarsi relativamente sicuro  sia per la mamma che per il bambino.

La parola intervento denota la differenza tra il taglio cesareo ed il parto naturaleÈ importante infatti spiegare come il parto cesareo è infatti un intervento, mentre il secondo non lo è, e impropriamente usiamo la parola parto cesareo, mentre il termine corretto è taglio cesareo.

La degenza post-partum prevista per l’intervento di taglio cesareo è di quattro giorni, mentre quella del parto naturale è di due o tre ed il decorso del puerperio è simile a quello del parto spontaneo.

Care future mamme, non speriamo in un parto piuttosto che in un altro, lasciamo che siano gli eventi a determinare la modalità del parto e guardiamo al risultato, al nostro piccolo cucciolo che sta per nascere, non lasciamoci spaventare, e cerchiamo di vivere con serenità un’esperienza unica al mondo.

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Dopo il parto: quando ricominciare a prendere la pillola anticoncezionale?

Dott. Loiacono Emilio Alessio Medicina Chirurgia Estetica Benessere Dietologia Sessuologia Ecografie Tabagismo Smettere di fumare a pillola anticoncezionale aumenta o diminuisce il desiderio sessuale femminile

Avete da poco partorito; quando dovete ricominciare ad assumere la pillola? Dipende se stai o no allattando:

  • se non allatti: appena ritorna il ciclo, circa cinque settimane dopo il parto, puoi iniziare a riprendere la pillola anticoncezionale estro-progestinica;
  • se allatti: gli estrogeni vanno evitati perché potrebbero passare nel latte, anche se in piccole quantità, mentre non c’è nessun problema ad assumere la pillola progestinica, a base di solo progesterone, che non viene rilasciato nel latte. In alternativa si può inserire la spirale, ma occorre aspettare 3 mesi dopo un parto naturale ed almeno 7-8 mesi dopo un cesareo. Nessun problema invece ad usare il preservativo da subito.

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Dopo il parto: come recuperare l’intimità di coppia?

MEDICINA ONLINE VAGINA DONNA BACIO SESSULITA GRAVIDANZA INCINTA PARTO NATURALE CESAREO SESSO COPPIA AMORE TRISTE GAY OMOSESSUAANSIA DA PRESTAZIONE IMPOTENZA DISFUNZIONE ERETTILE FRIGIDADopo un evento gioioso ma stressante come è un parto – naturale o cesareo – può essere complicato anche per le coppie più rodate, ricominciare ad avere rapporti sessuali (a tal proposito leggi: Perché riprendere l’attività sessuale dopo il parto è così difficile?). Ecco oggi alcuni consigli per ritrovare l’intimità e prepararsi al grande incontro:

  • avere pazienza durante i primi rapporti sessuali, saranno dolorosi, non forzatevi ma non demordete;
  • i partner devono parlare molto tra loro per sperimentare una nuova e più dolce sessualità soprattutto nei primi mesi dopo il parto. Non dimenticate che il parto cambia la percezione dell’intimità sia dell’uomo che della donna;
  • la neomamma deve cercare di capire da sola – prima dei rapporti – quali sono i dolori che potrebbe provare, toccandosi i genitali e cercando di capire “fino a che punto” possiamo arrivare durante i rapporti sessuali (soprattutto per quel che riguarda pressione e profondità di penetrazione della vagina);
  • non si deve aver paura che il desiderio sessuale scompaia per sempre: prima o poi ritorna per tutti;
  • non aspettate che torni il desiderio: il sesso non va trascurato in attesa che la voglia torni da sé: il desiderio si autoalimenta, così come i cali del desiderio: meno lo fai, meno hai voglia di farlo. Se invece mantieni accesa la fiammella, gradualmente il desiderio ritorna;
  • se ancora non ve la sentite di avere rapporti sessuali completi, recuperate le effusioni dei tempi in cui eravate ‘fidanzatini’. I preliminari permettono un riavvicinamento soft alla sessualità, e vi aiuteranno a riassaporare un po’ per volta i piaceri dell’intimità;
  • non aver paura di essere l’unica coppia ad aver avuto qualche piccolo problema di intesa subito dopo il parto: è capitato e capiterà a qualsiasi coppia;
  • la donna dovrebbe fare gli esercizi di Kegel per riprendere il tono del perineo, a tal proposito vi consiglio di leggere: Come fare gli esercizi di Kegel: la ginnastica pelvica per migliorare il piacere sessuale femminile e aiutare il parto;
  • anche con un bebè non dobbiamo dimenticarci che siamo una coppia e dobbiamo trovare tempo solo per noi come coppia: se per una sera ci separiamo dal bambino non sarà la fine del mondo! Approfittiamo della disponibilità di nonni e baby-sitter ed andiamo al cinema o a cena insieme, senza sensi di colpa: se abbiamo fatto un bambino vuol dire che ci vogliamo bene, e il nostro amore va alimentato, per dare il giusto nutrimento, anche in termini di serenità, alla nostra famiglia.
  • nel caso in cui effettivamente si verifichino difficoltà fisiche o psicologiche che rendano impossibile la ripresa dell’intimità per lunghi periodi, potreste aver bisogno di consultare un medico o uno psicoterapeuta a cui dovrete rivolgervi senza timori o vergogna.

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