Perché sbadigliamo e ci stiracchiamo? Perché lo sbadiglio è contagioso?

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO SBADIGLIO NOIA DORMIRE LETTO SONNOTutti quanti lo abbiamo fatto almeno una volta “in faccia” a qualcuno che ci stava parlando di cose noiose. Oppure lo abbiamo fatto la mattina presto quando preferivamo rimanere ancora un po’ a letto piuttosto che andare a lavoro. Qualcuno lo fa in modo maleducato, senza mettersi la mano davanti alla bocca. Sto parlando di uno dei gesti più antichi dell’essere umano, compiuto mediamente ben 250 mila volte in una vita: lo sbadiglio.

Cos’è uno sbadiglio?

Uno sbadiglio è un atto spontaneo e involontario di profonda inalazione ed espirazione del respiro, fisiologico e compiuto da ogni essere umano a prescindere da razza, sesso e ceto sociale. E’ compiuto anche da molti animali, come pesci, cani, gatti, topi, serpenti, uccelli. È dimostrato che già a 11 settimane di gestazione i feti manifestano contrazioni della bocca accompagnate da un abbassamento della lingua. Spesso è accompagnato da vari gesti di “stiracchiamento” che in gergo medico sono definiti “pandiculazione”.

Come avviene uno sbadiglio?

Bastano circa sei secondi per fare uno sbadiglio. Un’azione ripetuta in media quasi 10 volte al giorno, per un totale di quasi 250mila volte nella vita. Lo sbadiglio si compone di due fasi:

  1. inspirazione: si apre la bocca, si alza la glottide, si contraggono i muscoli costali allo scopo di favorire il passaggio dell’aria;
  2. espirazione: l’aria viene espulsa lentamente e si assiste al progressivo ritorno alla posizione iniziale.

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Perché si sbadiglia?

Le cause degli sbadigli non sono ancora state del tutto chiarite, anche se ci sono varie ipotesi a riguardo, molte legate all’aumento della disponibilità di ossigeno legato allo sbadiglio.

1) Stress: quando siamo sottoposti a stress, il nostro corpo ha bisogno di più ossigeno e l’ottiene facilmente con uno o più sbadigli;

2) noia: non ancora del tutto chiarito il legame tra noia e sbadigli, tuttavia è un legame forte come l’esperienza di tutti noi può confermare;

3) fame e digestione: durante la digestione il corpo ha bisogno di più ossigeno, ottenuto con uno o più sbadigli. Non ancora del tutto chiarito invece il legame tra fame e sbadiglio;

4) sonnolenza (mattina presto e tarda sera). Anche in questo caso il corpo reclama più ossigeno: la mattina presto dopo la minore ossigenazione durante la notte; oppure al termine di una giornata stancante quando le energie cominciano a latitare;

5) empatia: a volte sbadigliamo senza alcun apparente motivo, solo perché una persona che ci sta accanto ha sbadigliato. Analizzerò meglio la questione nel prossimo paragrafo.

6) attrazione sessuale: sembra incredibile eppure sempre più tesi vanno verso un legame tra sbadiglio ed attrazione sessuale. La correlazione tra sesso e sbadiglio, messa in primo piano da un gruppo di studiosi nel 2012, è documentata già in antichi testi indiani, che paragonano lo sbadiglio a un piccolo orgasmo. Forse lo sbadiglio permette una maggiore ossigenazione dei tessuti in vista di un rapporto sessuale;

7) farmaci: alcuni farmaci, come quelli per curare Parkinson, ansia, depressione, possono provocare una media giornaliera di sbadigli più alta.

Da quanto detto appare chiaro il fatto che lo sbadiglio non sia un segno specifico, bensì un atto che il nostro corpo manifesta in una variegata quantità di situazioni diverse. Eppure le reali cause restano praticamente sconosciute. Come dice Wolter Seuntjens, un accademico olandese considerato il pioniere della chasmology – la scienza che studia gli sbadigli  – «Siamo in grado di mandare un uomo sulla luna, ma non riusciamo a spiegare il più banale degli atti: lo sbadiglio».

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Perché gli sbadigli sono contagiosi?

Tutti lo sanno: sbadigliare è contagioso. E’ più probabile che una persona sbadigli dopo aver visto – o anche solo udito! – lo sbadiglio emesso da un’altra persona; questo statisticamente avviene più la mattina presto e la sera. Un recente studio condotto da Ivan Norscia ed Elisabetta Palagi (Università di Pisa) ha fornito la prima evidenza comportamentale che il contagio dello sbadiglio è associato al legame empatico tra le persone. Lo studio ha dimostrato che il contagio segue lo stesso gradiente dell’empatia: è massimo e rapidissimo a manifestarsi nei parenti stretti (genitori/figli/nipoti, fratelli, coppie stabili), decresce negli amici, poi nei conoscenti e raggiunge il minimo negli sconosciuti. Vari studi di tipo clinico, psicologico e neurobiologico suggeriscono e supportano il legame tra contagio dello sbadiglio e empatia. Ad esempio, il contagio inizia a manifestarsi a 4-5 anni di età, quando i bambini sviluppano la capacità di identificare, in modo corretto, le emozioni altrui. Inoltre, il contagio è ridotto o assente in soggetti che presentano disturbi legati all’empatia, come gli autistici ed è positivamente legato ai punteggi soggettivi di empatia basati su test di tipo psicologico. Infine, le aree del cervello legate alla sfera emotiva si sovrappongono, in parte, con quelle coinvolte nella risposta allo sbadiglio, con un possibile coinvolgimento dei neuroni specchio. Curiosità: più si è anziani e meno si sbadiglia per empatia.

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Sbadigli contagiosi tra uomo e cani

Il contagio dello sbadiglio, con possibili implicazioni empatiche, è stato finora dimostrato negli scimpanzé e nei babbuini gelada. La presenza di contagio tra uomo e cane domestico, considerato capace di un legame empatico con gli umani, è stata ipotizzata, ma i risultati sono controversi.

Perché ci si stiracchia durante uno sbadiglio?

Come precedentemente accennato, l’atto di “stiracchiamento” viene chiamato più correttamente “pandiculazione” ed è un insieme di contrazioni muscolari sinergiche in parte volontarie ed in parte involontarie che di solito – ma non sempre – accompagnano lo sbadiglio, e che portano a “sgranchirsi”. La maggior parte delle volte la pandiculazione coinvolge la testa, la contrazione dei muscoli lombari e toracici (con un caratteristico movimento “petto in fuori”) e lo stiramento degli arti superiori, che nell’atto vengono portati verso l’alto, stirati e con le mani spesso raccolte su se stesse. Lo stiramento può anche localizzarsi agli arti inferiori, con allungamento dei piedi. Il significato della pandiculazione non è ancora stato chiarito, si pensa che il caratteristico movimento del busto permetta al torace di espandersi permettendo ai polmoni di accumulare più aria e determinando una maggiore dinamica nel sangue nelle estremità del corpo dopo che esse sono rimaste inattive, non a caso la pandiculazione accosta gli sbadigli mattutini dopo che per una notte le estremità sono rimaste non attive.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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Sbadigliamo per sonno o per noia? Entrambe le risposte sono sbagliate

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO SBADIGLIO NOIA SONNO DORMIRESbadigliamo per sonno o per noia? Entrambe le risposte sono sbagliate. E allora perché lo facciamo? Continuate con la lettura per scoprirlo! La prossima volta che sbadigliate dopo aver visto qualcuno sbadigliare, non lo fate perché avete sonno ma per partecipare ad un antico rituale programmato che si perde nella notte dei tempi, che potrebbe evolversi per aiutare i gruppi a rimanere in allarme per rilevare il pericolo. Questa è la conclusione di uno studio ormai datato, ma mai smentito da successivi studi, dei ricercatori Andrew C. Gallup e Gordon G. Gallup, Jr. dell’Università di Albany, riportata nel “Evolutionary Psychology” (Volume 5.1., edizione, maggio 2007).

Questione di calore

Gli psicologi, dopo aver studiato lo sbadiglio degli allievi universitari, sono arrivati alla conclusione che le persone non sbadigliano perché hanno necessità di più ossigeno – come prima si pensava – lo sbadiglio funge invece da meccanismo di raffreddamento del cervello . Questa la scoperta fatta dagli psicologi dell’Università di Albany, dopo aver escluso, con esperimenti, altri fattori. Il cervello brucia fino ad un terzo delle calorie che consumiamo, di conseguenza genera calore. Secondo Andrew C. Gallup e Gordon G., i nostri cervelli – non diversi dai computer – funzionano efficientemente quando sono più freddi e sbadigliare raffredda il cervello. Per dimostrare la teoria della nuova ricerca, gli psicologi hanno prodotto il filmato recuperato dalla videocamera di sorveglianza. Nel filmato sono stati presi in esame gli sbadigli normali degli allievi e quelli contagiosi. Per realizzare l’esperimento, la metà delle persone cui è stato chiesto di respirare normalmente o attraverso la bocca, ha sbadigliato mentre osservava altri che sbadigliavano; quelli cui è stato chiesto di respirare solo con il naso, non hanno per nulla sbadigliato.

Impacco freddo sulla fronte

In un altro esperimento è emerso che lo sbadiglio contagioso non ha influenzato le persone che hanno tenuto un impacco freddo sulla loro fronte, comportandosi similmente a coloro che hanno respirato attraverso il naso. Contrariamente quelle persone che hanno tenuto sulla loro fronte oggetti un po’ caldi o alla temperatura ambiente, hanno sbadigliato, contagiati da quelli che sbadigliavano.
L’esperimento, ha indicato che non si sbadiglia quando il sangue – che affluisce al cervello -, è raffreddato con la respirazione nasale o con il raffreddamento della fronte.

Sclerosi a placche

E’ interessante notare che esperimenti recenti hanno collegato la sclerosi a placche, una malattia degenerante del sistema nervoso, ad una disfunzione termoregolatoria. Sbadigliare eccessivamente è un sintomo comune della sclerosi a placche, rilevata dai rapporti emersi su un certo numero di pazienti colpiti dalla malattia.
In conclusione, secondo la ricerca, lo sbadiglio serve per raffreddare il cervello quando la sua temperatura aumenta, ottimizzando i livelli di efficienza mentale. Di conseguenza, a detta dei ricercatori, quando l’elaborazione mentale ritarda e qualcuno sbadiglia, la tendenza contagiosa di altri a sbadigliare, potrebbe evolversi per promuovere uno stato d’attenzione collettivo, per rilevare un possibile pericolo.

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