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Lo Staff di MOL

Influenza 2017/2018: sintomi, virus, vaccino, quanto dura e rimedi

MEDICINA ONLINE FEBBRE INFLUENZA TEMPERATURA MISURARE TERMOMETRO MERCURIO DIGITALE BAMBINI NEONATO RAFFREDDORE TOSSE 2018 FARMACI TERAPIA CURA SUFFUMIGI ASMA RESPIRO DISPNEA POLMONI NOTTE GIORNO CORTISOLO ASPIRINA TACHIPIRIAnche questo autunno/inverno non tarderà ad arrivare, ma la sua virulenza dipenderà in buona misura dalle condizioni meteorologiche. La stagione scorsa, secondo i dati dell’Osservatorio InfluNet dell’Istituto Superiore di Sanità, erano stati 5.441.000 i casi accertati, con un picco di contagi registrato nell’ultima settimana del 2016. Quest’anno si parla nuovamente di 4-5 milioni di casi di influenza, ai quali vanno sommati gli 8-10 milioni di sindromi parainfluenzali. Quindi saranno dai 12 ai 15 milioni gli italiani costretti a letto dai virus influenzali.

Il nuovo virus

Se l’inverno dovesse essere lungo e freddo, sicuramente si avranno molti più pazienti influenzati. Se al contrario dovesse essere più mite, si può prevedere che ad avvantaggiarsene saranno i virus parainfluenzali, con sintomi meno marcati. A livello di ceppi, l’unica novità prevista per questa stagione sarà l’H1N1 A/Michigan, variante che sostituirà l’H1N1 California. Gli altri saranno gli stessi del 2016/17, cioè l’H3N2 A/Hong Kong e i due virus B/Brisbane e B/Phuket. Quindi il totale dei virus circolanti sarà di quattro.

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Vaccino trivalente e quadrivalente

La raccomandazione dell’OMS di realizzare un vaccino quadrivalente non pare aver avuto un grande seguito: lo scorso anno solo un’azienda l’ha messo sul mercato e quest’anno se ne è aggiunta solo una seconda. Ma per il virologo anche i vaccini trivalenti, soprattutto se adiuvati, sono efficaci, pur non assicurando una copertura totale. Il quadrivalente è raccomandato per bambini e adulti, mentre il trivalente può essere sufficiente per gli anziani, che hanno già incontrato più volte i virus, e hanno quindi in genere sintomi più attenuati. Gli anziani comunque sono quelli che più di altri dovrebbero vaccinarsi, soprattutto se hanno problemi cardiacirespiratori(BPCO), se sono immunodepressi o dializzati. Certo, il vaccino non protegge dalle 262 varianti di virus parainfluenzali, quindi l’iniezione fatta a inizio stagione non garantisce di passare l’intero inverno lontani da termometri e fazzoletti. Evita però le forme più toste e quindi più pericolose per chi ha già qualche problema di salute. La vaccinazione antinfluenzale gratuita è stata pensata dalle autorità sanitarie con lo scopo di coprire almeno il 75% della popolazione over 65. Ma in seguito al ‘flop’ della prevista pandemia, e a qualche allarme rivelatosi poi ingiustificato degli anni passati, c’è stato un crollo delle vaccinazioni. Un’indagine di Assosalute (Associazione nazionale farmaci di automedicazione), ha appurato che in media si vaccina tutti gli anni solo il 14% della popolazioneitaliana. Restringendo il campo ai soli anziani, il dato sale ma non quanto dovrebbe, ed è fermo al 45%.
A tenere lontani gli italiani dal vaccino antinfleunzale non è la diffidenza, quella che, per intenderci, caratterizza molti genitori che non vaccinano i propri figli contro malattie come il morbillo o la meningite (problema ora bypassato dal decreto Lorenzin). Meno del 5% degli italiani ritiene il vaccino antinfluenzale pericoloso, ma più di 2 su 3 dichiarano di non avervi mai fatto ricorso, e il 32,8% lo ritiene non necessario. Purtroppo però si tratta in genere di virus particolarmente contagiosi, dai quali quindi serve più che mai proteggersi: “Un solo starnuto”, ricorda Pregliasco, “può contenere circa 40.000 micro goccioline, che possono viaggiare a oltre 300 km all’ora”.

Sintomi

Mentre le sindromi parainfluenzali possono presentarsi a vari livelli di intensità, la vera influenza si presenta con i classici sintomi, principalmente: febbre alta (oltre 38), dolori muscolari/articolari e sintomi respiratori come tosse, naso che cola, congestione nasale o mal di gola.

Quanto dura l’influenza?

Nella maggioranza degli individui adulti (escludendo bambini ed anziani), l’influenza tende a scomparire entro 6/7 giorni giorni.

Cosa fare se ci si ammala?

Quando si è colpiti, va bene utilizzare farmaci senza obbligo di ricetta (Assosalute fa sapere che lo fanno 57 italiani su 100) per abbassare i sintomi ma espone il paziente a rischi: azzerare la febbre ed andare a lavorare come se nulla fosse, fa il gioco del virus perché si contagiano altri e si rischia di prolungare il periodo di malattia. Utili suffumigi ed aerosol. Quanto all’uso degli antibiotici, che ha senso solo in presenza di un coinvolgimento batterico, assolutamente vietato il fai-da-te, quindi no all’impiego di farmaci vecchi rimasti nell’armadietto delle medicine. Consultare sempre il medico, che normalmente li prescriverà solo se i sintomi persistono per oltre 4/5 giorni.

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Prevenzione del contagio

Alcuni semplici comportamenti possono aiutare a prevenire il passaggio del virus. Oltre a cercare di evitare il contatto con persone malate, è buona norma lavarsi spesso le mani, evitare di toccarsi naso, occhi e bocca (chi si mangia le unghie ha un rischio più elevato di contagio, perché sono le mani il veicolo principale). Anche disinfettare le superfici di casa o dell’ufficio, specialmente se qualche membro della famiglia o qualche collega si è ammalato, non è una cattiva idea, a cominciare dai telefoni. Evitare il fumo, che abbassa le difese immunitarie, e bere molta acqua, che favorisce l’eliminazione delle tossine. Poi come sempre, dieta sana e attività fisica, per mantenere l’organismo nella forma migliore, quindi più pronto ad affrontare gli agenti esterni.

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Auguri di buonissimo anno nuovo!

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Auguri a tutti di un buonissimo 2017 a voi, ai vostri parenti, ai vostri animali domestici, ai vostri cari, ed al mondo intero, da tutto lo staff di Medicina OnLine!

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L’influenza 2016/17 sarà più aggressiva, ecco perché e come difendersi

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO RAFFREDDORE RINITE INFLUENZA FEBBRE TOSSE MAL DI GOLA SINUSITE FREDDO NASO CHE COLA BAMBINI BIMBI (3)Perché si dice che quest’anno l’influenza sarà più prepotente che mai? Principalmente per due fattori: il largo anticipo con cui è stato isolato il virus (e questo vuol dire che c’è un rischio di maggiore diffusione anche tra le persone che solitamente si vaccinano) e poi perché sono stati isolati due virus che contengono delle mutazioni che potrebbero favorire una maggiore circolazione dell’influenza. Proprio per questi motivi i medici faranno maggiore pressione sui propri pazienti per non sottovalutare i rischi e vaccinarsi, soprattutto i soggetti che sono più a rischio di complicazioni (chi ha superato i sessantacinque anni ed i malati cronici), ma anche i bambini e gli adulti sopra i 50 anni.

Quando vaccinarsi?

Il picco stagionale è previsto per gennaio 2017: considerando che il vaccino impiega come minimo due settimane per attivare il suo potere immunizzante, si consiglia di vaccinarsi entro novembre. In Italia il numero delle persone che sceglie di immunizzarsi contro l’influenza è in continuo calo (in generale siamo sotto al 20%, e tra gli anziani la percentuale è scesa dal 70 a sotto il 50%); è previsto che l’influenza 2016/2017 possa costringere a letto circa sei milioni di italiani.

Sintomi, segni e durata per adulti e bambini

I sintomi e segni dell’influenza generici più o meno abbiamo imparato a riconoscerli tutti nel corso della nostra vita: possono essere diversi e solitamente si manifestano dopo 1/4 giorni dal momento del contagio. Febbre più o meno alta, malessere generale, raffreddore, tosse, mal di testa, nausea, dolori muscolari, inappetenza, astenia (mancanza di forze), diarrea e vomito sono i sintomi principali. Molti non lo sanno, ma chi è malato di influenza può contagiare gli altri anche a distanza di un paio di metri; principalmente i virus si diffondono tramite le goccioline di saliva che vengono emesse starnutendo tossendo, ma anche semplicemente parlando. Ma è possibile essere contagiati anche toccando un oggetto o una superficie contaminata e poi avvicinando la mano alla bocca o al naso.
In media gli adulti possono essere contagiosi per circa 5/7 giorni a partire dal giorno prima che si manifestino i sintomi (questo vuol dire che si può essere contagiosi anche prima di sapere di essere malati), mentre i bambini possono trasmettere l’affezione anche per più di sette giorni. Può capitare che alcune persone infette non sviluppino nessun sintomo particolare, ma anche in questi casi corrono il rischio di trasmettere il virus ad altre persone.

Come evitare il contagio

Per evitare di essere contagiati bisognerebbe prendere alcuni accorgimenti. Sembra ovvio e scontato dirlo, ma bisognerebbe stare alla larga dalle persone che hanno già preso l’influenza (e loro dovrebbero starsene a casa per curarsi meglio ed evitare rischi per gli altri); questo vuol dire anche non utilizzare i loro stessi piatti o posate se non dopo averli lavati con attenzione e pulire e disinfettare le superfici di casa (o scuola o posto di lavoro); è molto importante anche lavarsi le mani spesso. Nel periodo di massima diffusione del virus si dovrebbero evitare i luoghi chiusi e affollati e limitare i contatti fisici. Chi ha contratto il virus dovrebbe coprirsi naso e bocca quando starnutisce o tossisce (e poi lavarsi le mani) e buttare immediatamente il fazzoletto di carta usato, che è una vera e propria scoria infetta. Non sarebbe una cattiva idea neanche cambiare lo spazzolino da denti, visto che i virus possono rimanervi fino a sette giorni.

I rimedi per superare l’influenza

Il vaccino antinfluenzale è l’unica arma specifica per combattere questa affezione; gli antivirali non rappresentano un’alternativa e possono essere presi solo su indicazione del medico; i soggetti che non corrono il rischio di complicazioni possono anche ricorrere ai medicinali sintomatici(ad esempio la Tachipirina per la febbre), ma sempre meglio chiedere al dottore. Ma non vanno messi in secondo piano i classici rimedi della nonna, ovvero delle semplici soluzioni che possono fornire qualche tipo di protezione nei confronti dell’antipatico virus. Il grande classico in questi casi è il brodo di pollo: contiene delle proteine che rinforzano il nostro sistema immunitario e, se viene consumato caldo, può avere effetti fluidificanti su catarro e muco. Cipolla e aglio magari non faranno profumare l’alito, ma hanno delle importanti proprietà antisettiche. Il miele aiuta a calmare le crisi di tosse e favorisce la fluidificazione del catarro; fare dei suffumigi con acqua calda e magari qualche essenza balsamica può essere molto utile per contrastare tosse e congestione nasale. Infine bisogna fare attenzione alla dieta: no ai cibi grassi o particolarmente conditi e spazio a frutta e verdura e a piatti leggeri; è molto importante l’idratazione (specialmente per chi soffre di virus intestinale, visto che con diarrea e vomito si perdono tanti liquidi).

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