Differenza tra punizione di prima e di seconda nel calcio

Dott. Loiacono Emilio Alessio Medico Chirurgo Roma Medicina Chirurgia Estetica Rughe Filler Cavitazione Peso Dimagrire Pancia Grasso Dietologo Cellulite Senologo Pene Studio Grasso Pancia Sessuologo e Sesso Sport DIMAGRIRE GUARDANDO PARTITA CALCIO TVNel calcio di punizione diretto (o di prima) se il pallone è calciato direttamente nella porta avversaria, quindi entra in porta, la rete è valida; se un calcio di punizione diretto è calciato direttamente nella propria porta deve essere accordato un calcio d’angolo alla squadra avversaria. Riassumendo con il calcio di punizione diretto può essere segnata direttamente una rete senza che altri calciatori, attaccanti o difensori, tocchino il pallone, così come non può essere segnata un’autorete nella propria porta. La distanza della barriera è posta a 9,15 metri.

Il calcio di punizione indiretto (o di seconda) viene indicato dall’arbitro sollevando il proprio braccio al di sopra della testa, mantenendolo in questa posizione durante l’esecuzione del calcio di punizione fino a che il pallone abbia toccato un altro calciatore o cessi di essere in gioco. Nel calcio di punizione indiretto, una rete è valida solo se il pallone entra in porta dopo che sia stato toccato da due giocatori, solitamente il primo effettua una sorta di passaggio ed il secondo tira vero la porta. Inoltre:

  • se il pallone viene calciato direttamente nella porta della squadra avversaria, senza che lo abbia toccato un altri calciatore, il gioco dovrà essere ripreso con un calcio di rinvio;
  • se un calcio di punizione viene calciato direttamente nella propria porta, senza che lo abbia toccato un altri calciatore, il gioco dovrà essere ripreso con un calcio d’angolo in favore della squadra avversaria.

Sia per il calcio di punizione diretto che per quello indiretto, il pallone deve essere fermo nel momento in cui viene calciato e chi lo calcia non deve toccarlo di nuovo prima che sia stato toccato da un altro calciatore.

Riassumendo: nel calcio di punizione di prima, quando si è in prossimità della porta avversaria, il pallone viene tirato direttamente in porta da un solo giocatore; in quello di seconda viene toccato da un giocatore e passato al secondo che lo tirerà in porta.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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Spirometria diretta ed indiretta: come si esegue ed a cosa serve

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma SPIROMETRIA DIRETTA E INDIRETTA ESEGUE  Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Ano Pene.jpgLa spirometria è un esame molto diffuso, rapido, indolore ed economico che indaga la funzione respiratoria. Il test si esegue con l’ausilio di uno strumento chiamato spirometro. Grazie a questo esame si può misurare la funzione dei polmoni, in particolare il volume e/o la velocità con cui l’aria può essere inspirata o espirata da un soggetto. La spirometria può anche essere parte di un test di provocazione bronchiale, utilizzato per determinare l’eventuale presenza di iperreattività bronchiale, ad esempio per verificare la presenza di asma occupazionale. Il risultato della spirometria è normalmente corredato da un commento verbale aggiunto dal medico in cui si esprime un giudizio inerente ai valori ottenuti.

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Come si esegue una spirometria?

L’indagine è molto semplice, non è dolorosa e richiede solo una modesta collaborazione da parte del paziente che deve eseguire delle manovre respiratorie mentre è collegato con la bocca allo spirometro. Generalmente al paziente viene chiesto di inspirare quanto più profondamente possibile, quindi di espirare nel sensore il più forte possibile e per un tempo il più a lungo possibile, preferibilmente per almeno 6 secondi. Durante l’esecuzione della prova viene utilizzato uno stringinaso morbido per evitare che l’aria possa sfuggire attraverso le narici. Si può anche ricorrere ad un filtro monouso per impedire la diffusione di microorganismi.

I risultati dell’esame

Il risultato dell’indagine è costituito da una serie di valori che indicano capacità e volumi polmonari, oltre che il grado di pervietà (apertura) dei bronchi. Questi valori non vanno ovviamente giudicati isolatamente, ma contestualizzati e valutati dal medico unitamente ad anamnesi ed esame obiettivo (cioè ai dati ottenuti dalla visita e dal racconto del paziente) e da altre eventuali indagini, come ad esempio un RX torace.

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A che serve la spirometria?

La spirometria è un importante strumento utilizzato per generare grafici respiratori utili nella valutazione di determinate condizioni cliniche, come l’asma bronchiale, la fibrosi polmonare, la fibrosi cistica e la broncopneumopatia cronica ostruttiva.

I quattro quadri patologici

Il risultato della spirometria è generalmente sintetizzato in una fra quattro possibili diagnosi principali:

  • quadro normale;
  • ostruttivo;
  • restrittivo;
  • misto (ostruttivo e restrittivo).

Ciascun quadro patologico viene abitualmente classificato come:

  • lieve;
  • moderato;
  • grave;
  • molto grave.

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Spirometria diretta ed indiretta

Il tracciato spirometrico è ottenibile attraverso la spirometria diretta. Questa si basa sulla misurazione dei volumi che escono direttamente dalla bocca del paziente. Ovviamente misurando i volumi eietti lo spettro misurabile andrà dalla massima espirazione alla massima inspirazione, coprirà cioè la capacità vitale. Il volume residuo non potrà in alcun modo essere misurato attraverso la spirometria diretta poiché non esce dalle vie aeree per definizione. Uno spirometro normalmente può essere ottenuto immergendo in un fluido un cilindro cavo e pieno d’aria. Facendo respirare il soggetto nel cilindro il questo si innalzerà e abbasserà a seconda dell’aumento o diminuzione del volume di gas contenuto. Collegando al cilindro un ago in grado di scrivere su carta che scorre a velocità costante avremmo ottenuto il tracciato spirometrico. Rimane da misurare la capacità polmonare residua: per fare ciò sono stati sviluppati vari metodi di spirometria indiretta: questi misurano il volume totale del polmone basandosi sulle proprietà dei gas e sulla legge di Boyle.

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Limiti della spirometria

La manovra è fortemente dipendente dalla collaborazione e dallo sforzo del paziente. Per questo motivo, generalmente, viene fatta ripetere almeno tre volte, al fine di assicurare una buona riproducibilità. Poiché i risultati dipendono dalla collaborazione del paziente, la capacità vitale forzata (FVC) può essere sottovalutata, ma mai sopravvalutata. Dal momento che la spirometria richiede la collaborazione del paziente, l’esame può essere utilizzato solo su adulti o su bambini abbastanza grandi per comprendere e seguire le istruzioni fornite (di norma a partire dai 6 anni di età o più), e solo su pazienti che sono in grado di capire e seguire le istruzioni. Questo è anche il motivo per cui questo tipo di esame non è adatto per essere eseguito su soggetti privi di conoscenza, letargici o pesantemente sedati, oppure che presentino qualsiasi tipo di problema o limitazione che in qualche modo possa interferire con lo sforzo respiratorio vigoroso richiesto dall’esame. Per i bambini molto piccoli e le persone incoscienti sono disponibili altri tipi di test di funzionalità respiratoria.
Un’altra importante limitazione del test è legata al fatto che molti pazienti asmatici presentano disturbi intermittenti o lievi ed hanno pertanto una spirometria normale tra le diverse fasi di riacutizzazione. Ciò limita l’utilità dell’esame come test diagnostico. La spirometria, tuttavia, è molto utile come strumento di monitoraggio: un improvviso calo del Volume espiratorio massimo al secondo (VEMS o FEV1) o di un altro indice spirometrico nello stesso paziente (ad esempio il PEF, picco di flusso espiratorio), può segnalare un peggioramento del controllo del disturbo, anche se il valore assoluto dell’indice permane ancora nel range di normalità. Anche per questo motivo è opportuno che i pazienti ed i loro medici tengano nota e registrino le migliori misure personali.

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