Epiglottite (epiglottide infiammata): cause, sintomi, diagnosi, terapia, rischi

MEDICINA ONLINE FARINGE LARINGE TONSILLE BOCCA ORALE PALATO EPIGLOTTIDE LARINGOSPASMO ESOFAGO TRACHEA VIE AEREE POLMONI SOFFOCAMENTO ASFISSIA LARINGITE TRACHEITE FARINGITE BRONCHITE POLMONITE VIRUS BATTERI ANTIBIOTICO GOLACon “epiglottite” (pronuncia “epiglottìte”, anche chiamata “epiglottidite“) in medicina si intende l’infiammazione acuta che interessa la porzione alta della Continua a leggere

Asfissia: sintomi, cure ed in quanto tempo si muore

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma DIFFERENZA APNEA STATICA DINAMICA PROFONDA Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata Macchie Capillari A PeneCon “asfissia” in medicina ci si riferisce alla pericolosa condizione nella quale la normale respirazione è impedita a causa di vari fattori diretti o indiretti che impediscono il corretto scambio di gas con l’ambiente. Una asfissia viene generalmente accompagnata da “dispnea” cioè dalla sensazione di Continua a leggere

Ci sono acqua, aria, vento e vita sulla Luna?

MEDICINA ONLINE STARS MOON ECLIPSE TOTAL ECLISSE TOTALE DI LUNA LUCE STELLA CADENTE LUNA FACCIA VISIBILE LIGHT SIDE MOON APOLLO PIANETA LIGHT SPEED TERRA EARTH SPACE SPAZIO HI RESOLUTION WALLPAPER NASA IMAGE PICTURE PICSC’è acqua sulla Luna?

Sembrerebbe di si. Alcuni mesi fa un gruppo di ricercatori dell’università delle Hawaii, utilizzando i dati della sonda della Nasa LRO (Lunar Reconnaissance Orbiter) ha identificato aree più luminose e più fredde di altre in prossimità del polo sud della Luna, che probabilmente indicano la presenza di ghiaccio molto vicino alla superficie. I risultati sono stati inclusi in uno studio pubblicato su Icarus (sommario, in inglese).

C’è aria sulla Luna?

La Luna non possiede quella che si può definire un’atmosfera nel senso “terrestre” del termine: si può solo parlare di un velo estremamente tenue, tanto che può essere quasi assimilato al vuoto, con una massa totale di meno di 10 tonnellate. Tra gli elementi dell’atmosfera lunare ci sono: sodio, potassio, elio-4, argon-40, radon-222 e polonio-210. La presenza di vapore acqueo è stata rilevata dalla sonda indiana Chandrayaan-1 a varie latitudini, con un massimo a ~60–70 gradi; si ritiene che possa essere generato dalla sublimazione del ghiaccio d’acqua della regolite.

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C’è vento sulla Luna?

Le caratteristiche fin qui elencate indicano che la tenue atmosfera lunare non permette la normale respirazione umana, tuttavia lievi spostamenti di gas, assimilabili ad una sorta di lieve “vento”, sono effettivamente possibili, anche se non nel senso “terrestre” del termine.

C’è vita sulla Luna?

Allo stato attuale non lo sappiamo con certezza, la domanda “c’è vita sulla Luna” rimane ancora senza una risposta precisa.

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C’è vento su Marte? C’è aria su Marte? Differenza atmosfera di Terra e Marte

MEDICINA ONLINE SOPRAVVISSUTO The Martian 2015 science fiction film directed by Ridley Scott Andy Weir's Matt Damon REVIEW RECENSIONE MOVIE CINEMA TRAMA FANTASCIENZA MARTE PIANETA SISTEM

Immagine tratta dal film “Sopravvissuto – The Martian” del 2015

Su Marte c’è una atmosfera e soffiano i venti esattamente come sulla nostra Terra, con la differenza che mentre l’atmosfera terrestre è costituita da una miscela di gas, l’aria, che sono respirabili e permettono la vita degli esseri viventi terrestri, l’atmosfera marziana è invece incompatibile con la nostra sopravvivenza, essendo costituita da:

  • anidride carbonica: 95,2%,
  • azoto: 2,7%,
  • argon: 1,6%,
  • ossigeno: 0,13%,
  • monossido di carbonio: 0,07%,
  • acqua: 0,03%,
  • neon: 0,00025%,
  • kripton: 0,00003%,
  • xenon: 0,000008%,
  • ozono: 0,000003%.

L’atmosfera terrestre ha invece la seguente costituzione:

  • azoto: 78%,
  • ossigeno: 20,9%,
  • argon: 0,934%,
  • anidride carbonica: 0,04%,
  • neon: 0,0018% ,
  • elio: 0,000524%,
  • metano: 0,00016%,
  • kripton: 0,000114%,
  • idrogeno: 0,00005%,
  • xeno: 0,0000087%,
  • vapore acqueo dallo 0% al 6%,
  • ozono: 0,000004% .

Sono anche presenti, in tracce, ossidi di azoto (NO, NO2; N2O), monossido di carbonio (CO), ammoniaca (NH3), biossido di zolfo (SO2) e solfuro di idrogeno (H2S).

Nuvole e vento su marte

E’ una atmosfera che un essere umano non potrebbe respirare, inoltre è estremamente secca poiché contiene solo un millesimo dell’acqua presente nell’atmosfera terrestre, anche se ciò non impedisce al pianeta rosso di avere delle nubi nell’alta atmosfera o vicino le cime dei grandi vulcani e dei fenomeni ventosi simili a quelli terrestri. La velocità del vento di Marte è generalmente molto bassa, solo di alcuni metri al secondo, tuttavia a volte raggiunge la velocità di 50 m/s, sufficiente a sollevare enormi nubi di polvere dalla superficie, tanto da oscurare l’intero pianeta per alcuni mesi.

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Una atmosfera perduta

Le numerose sonde spaziali inviate sul suolo marziano, hanno rivelato che in passato un’atmosfera molto più densa potrebbe aver permesso all’acqua di scorrere sul pianeta e, forse, anche una qualche forma di vita. Alcune caratteristiche fisiche simili a grandi battigie, gole, alvei e isole, indicano che con ogni probabilità tempo fa grandi fiumi scorrevano sulla superficie del pianeta, anche se ciò è difficile da provare con certezza. Il vento e le radiazioni solari sono probabilmente stati i primi responsabili della costante diminuzione dell’atmosfera marziana, come confermato dai i dati raccolti dalla missione Maven (Mars Atmosphere and Volatile Evolution Mission) della NASA. Il pianeta rosso, che avrebbe potuto ospitare la vita miliardi di anni fa, è oggi un mondo desertico e freddo a causa del Sole. «Grazie alle nostre misurazioni è stato possibile verificare che circa il 65% dell’argon presente nell’atmosfera marziana è stato ormai perso nello spazio», dice Bruce Jakosky, principal investigator di Maven.

C’è vita su Marte?

Inutile girarci attorno: allo stato attuale non lo sappiamo con certezza. Resta infatti irrisolta la domanda più importante di chiunque si interessi al pianeta rosso: “C’è vita su Marte?” E se non c’è ora… c’è mai stata? Andando oltre fantomatiche prove di piramidi, volti o lucertole ritrovate sul suolo marziano, la domanda rimane ancora senza una risposta precisa.

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Spirometria diretta ed indiretta: come si esegue ed a cosa serve

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma SPIROMETRIA DIRETTA E INDIRETTA ESEGUE  Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Ano Pene.jpgLa spirometria è un esame molto diffuso, rapido, indolore ed economico che indaga la funzione respiratoria. Il test si esegue con l’ausilio di uno strumento chiamato spirometro. Grazie a questo esame si può misurare la funzione dei polmoni, in particolare il volume e/o la velocità con cui l’aria può essere inspirata o espirata da un soggetto. La spirometria può anche essere parte di un test di provocazione bronchiale, utilizzato per determinare l’eventuale presenza di iperreattività bronchiale, ad esempio per verificare la presenza di asma occupazionale. Il risultato della spirometria è normalmente corredato da un commento verbale aggiunto dal medico in cui si esprime un giudizio inerente ai valori ottenuti.

Leggi anche: Asma bronchiale in bambini e adulti: cause, sintomi e cura

Come si esegue una spirometria?

L’indagine è molto semplice, non è dolorosa e richiede solo una modesta collaborazione da parte del paziente che deve eseguire delle manovre respiratorie mentre è collegato con la bocca allo spirometro. Generalmente al paziente viene chiesto di inspirare quanto più profondamente possibile, quindi di espirare nel sensore il più forte possibile e per un tempo il più a lungo possibile, preferibilmente per almeno 6 secondi. Durante l’esecuzione della prova viene utilizzato uno stringinaso morbido per evitare che l’aria possa sfuggire attraverso le narici. Si può anche ricorrere ad un filtro monouso per impedire la diffusione di microorganismi.

I risultati dell’esame

Il risultato dell’indagine è costituito da una serie di valori che indicano capacità e volumi polmonari, oltre che il grado di pervietà (apertura) dei bronchi. Questi valori non vanno ovviamente giudicati isolatamente, ma contestualizzati e valutati dal medico unitamente ad anamnesi ed esame obiettivo (cioè ai dati ottenuti dalla visita e dal racconto del paziente) e da altre eventuali indagini, come ad esempio un RX torace.

Leggi anche: Differenza tra ventilazione polmonare e alveolare: spazio morto anatomico e fisiologico

A che serve la spirometria?

La spirometria è un importante strumento utilizzato per generare grafici respiratori utili nella valutazione di determinate condizioni cliniche, come l’asma bronchiale, la fibrosi polmonare, la fibrosi cistica e la broncopneumopatia cronica ostruttiva.

I quattro quadri patologici

Il risultato della spirometria è generalmente sintetizzato in una fra quattro possibili diagnosi principali:

  • quadro normale;
  • ostruttivo;
  • restrittivo;
  • misto (ostruttivo e restrittivo).

Ciascun quadro patologico viene abitualmente classificato come:

  • lieve;
  • moderato;
  • grave;
  • molto grave.

Leggi anche: Differenza tra inspirazione e espirazione: l’atto respiratorio

Spirometria diretta ed indiretta

Il tracciato spirometrico è ottenibile attraverso la spirometria diretta. Questa si basa sulla misurazione dei volumi che escono direttamente dalla bocca del paziente. Ovviamente misurando i volumi eietti lo spettro misurabile andrà dalla massima espirazione alla massima inspirazione, coprirà cioè la capacità vitale. Il volume residuo non potrà in alcun modo essere misurato attraverso la spirometria diretta poiché non esce dalle vie aeree per definizione. Uno spirometro normalmente può essere ottenuto immergendo in un fluido un cilindro cavo e pieno d’aria. Facendo respirare il soggetto nel cilindro il questo si innalzerà e abbasserà a seconda dell’aumento o diminuzione del volume di gas contenuto. Collegando al cilindro un ago in grado di scrivere su carta che scorre a velocità costante avremmo ottenuto il tracciato spirometrico. Rimane da misurare la capacità polmonare residua: per fare ciò sono stati sviluppati vari metodi di spirometria indiretta: questi misurano il volume totale del polmone basandosi sulle proprietà dei gas e sulla legge di Boyle.

Leggi anche: Tumore al polmone in chi non fuma: da cosa viene causato?

Limiti della spirometria

La manovra è fortemente dipendente dalla collaborazione e dallo sforzo del paziente. Per questo motivo, generalmente, viene fatta ripetere almeno tre volte, al fine di assicurare una buona riproducibilità. Poiché i risultati dipendono dalla collaborazione del paziente, la capacità vitale forzata (FVC) può essere sottovalutata, ma mai sopravvalutata. Dal momento che la spirometria richiede la collaborazione del paziente, l’esame può essere utilizzato solo su adulti o su bambini abbastanza grandi per comprendere e seguire le istruzioni fornite (di norma a partire dai 6 anni di età o più), e solo su pazienti che sono in grado di capire e seguire le istruzioni. Questo è anche il motivo per cui questo tipo di esame non è adatto per essere eseguito su soggetti privi di conoscenza, letargici o pesantemente sedati, oppure che presentino qualsiasi tipo di problema o limitazione che in qualche modo possa interferire con lo sforzo respiratorio vigoroso richiesto dall’esame. Per i bambini molto piccoli e le persone incoscienti sono disponibili altri tipi di test di funzionalità respiratoria.
Un’altra importante limitazione del test è legata al fatto che molti pazienti asmatici presentano disturbi intermittenti o lievi ed hanno pertanto una spirometria normale tra le diverse fasi di riacutizzazione. Ciò limita l’utilità dell’esame come test diagnostico. La spirometria, tuttavia, è molto utile come strumento di monitoraggio: un improvviso calo del Volume espiratorio massimo al secondo (VEMS o FEV1) o di un altro indice spirometrico nello stesso paziente (ad esempio il PEF, picco di flusso espiratorio), può segnalare un peggioramento del controllo del disturbo, anche se il valore assoluto dell’indice permane ancora nel range di normalità. Anche per questo motivo è opportuno che i pazienti ed i loro medici tengano nota e registrino le migliori misure personali.

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Differenza tra ventilazione polmonare e alveolare: spazio morto anatomico e fisiologico

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma DIFFERENZA VENTILAZIONE POLMONARE ALVEOLARE  Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Ano.gifLa ventilazione polmonare corrisponde al volume che entra o esce dal naso (o dalla bocca) ad ogni singolo atto respiratorio (è anche detto volume corrente e di media corrisponde a 0,5 l).

Leggi anche: Parametri della spirometria: capacità, volumi, rapporti e flussi

Si definisce invece ventilazione alveolare il volume che entra o esce dagli alveoli in un singolo atto respiratorio. Detto volume è il volume funzionalmente rilevante ed è diverso e inferiore rispetto al volume corrente. Parte del volume inspirato infatti non arriva agli alveoli ma si ferma a riempire le vie aeree che non effettuano scambi aria-sangue e viene espulsa senza poter essere utilizzata nella successiva espirazione.

Leggi anche: Differenza tra inspirazione e espirazione: l’atto respiratorio

La differenza tra ventilazione polmonare e ventilazione alveolare è definita spazio morto anatomico e indica il volume delle vie non scambianti ossigeno col sangue. In genere corrisponde a 140 ml nell’uomo di 70 kg, circa 2ml per kg di peso corporeo. Per aumentare l’aria respirata è più vantaggioso immettere nei polmoni volumi maggior facendo respiri più profondi che fare respiri più frequenti: lo spazio morto rimane costante. Lo spazio morto anatomico può essere misurato col metodo di Fowler.

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Oltre allo spazio morto anatomico può esistere uno spazio morto fisiologico che viene ventilato ma non perfuso. Questo comprende lo spazio morto anatomico e gli alveoli che non vengono perfusi e quindi non possono scambiare gas con il sangue. Se nello spazio morto fisiologico non si può scambiare gas con il sangue, chiaramente assistiamo a una situazione in cui la concentrazioni di ossigeno e co2 nello spazio morto rimangono costanti.

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