DOC omosessuale: diagnosi, terapia, farmaci e consigli

MEDICINA ONLINE Lei muore di tumore e lui si uccide in ospedale Ti amo, ti sto per raggiungere POLICLINICO GEMELLI ROMA AMORE AIUTO COPPIA FIDANZATI MATRIMONIO MORTE TRISTE mano nella manoIl disturbo ossessivo compulsivo omosessuale (anche chiamato “DOC omosessuale” o “DOC omosex“ è un raro tipo di disturbo ossessivo-compulsivo che si manifesta con pensieri ossessivi inerenti la propria sessualità. Le persone con DOC omosessuale hanno pensieri ricorrenti e intrusivi (ossessioni) sulla possibilità di essere o di diventare omosessuali, nonostante riferiscano di Continua a leggere

Farmaci antipsicotici: differenza tra neurolettici tipici ed atipici

MEDICINA ONLINE FARMACO FARMACIA PHARMACIST PHOTO PIC IMAGE PHOTO PICTURE HI RES COMPRESSE INIEZIONE SUPPOSTA PER OS SANGUE INTRAMUSCOLO CUORE PRESSIONE DIABETE CURA TERAPIA FARMACOLOGICA EFFETTI COLLATERALI CONTROfarmaci neurolettici (anche chiamati “antipsicotici“) sono un gruppo di psicofarmaci che agiscono su precisi target neurotrasmettitoriali (principalmente utilizzati tipicamente per il trattamento delle psicosi, schizofrenia, disturbo bipolare e nel disturbo depressivo cronico. Non sono indicati per il trattamento dell’insonnia in quanto non vi sono evidenze cliniche a favore del loro impiego. I farmaci neuroletti vengono classicamente divisi in due categorie, neurolettici tipici ed atipici:

Neurolettici tipici

hanno una affinità pressoché selettiva verso i recettori dopaminergici, in particolare sul sottotipo D2, su cui agiscono come potenti antagonisti. Essendo molto attivi in tal senso e poco selettivi per le diverse aree cerebrali, mostrano una elevata incidenza di effetti collaterali di tipo extrapiramidale. Data la loro efficacia sono spesso preferiti nella gestione delle crisi acute.

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Neurolettici atipici

Gli aticipici sono sviluppati in modo da migliorare il profilo di effetti collaterali perché esercitano sia un antagonismo verso i recettori dopaminergici, in particolare i D2 per i quali mostrano una affinità minore rispetto ai neurolettici tipici, sia un antagonismo verso alcuni recettori serotoninergici, in particolare i sottotipi 5HT2A e 5HT2C. Quest’ultime attività si ipotizza possano migliorare sia i sintomi della malattia (nella schizofrenia sembra coinvolta anche un’alterazione dell’attività serotoninergica) che diminuire l’incidenza di effetti collaterali extrapiramidali per modulazione indiretta del tono dopaminergico. Non tutti condividono pienamente questo meccanismo d’azione, dato che la modulazione di altri target neuronali (ad esempio il recettore GHB nelle benzammidi sostituite) o enzimatici (come l’inibizione della Amminoacido Ossidasi da parte del Risperidone) sembrano contribuire all’effetto complessivo. Inoltre molti presentano una distribuzione preferenziale proprio nelle aree coinvolte nella genesi del disturbo, migliorando quindi ulteriormente il profilo di effetti collaterali. Sono perciò preferiti, rispetto ai tipici, nelle terapie di mantenimento anche se alcuni studi sembrano indicare una efficacia leggermente minore.

Recentemente è stata proposta una nuova classe per raccogliere i farmaci come l’aripiprazolo che si comportano come agonisti parziali dei recettori dopaminergici piuttosto che come antagonisti puri, definendoli neurolettici di terza generazione. Nonostante l’incidenza di effetti collaterali extrapiramidali e discinesia tardiva sia più elevata tra gli antipsicotici di prima generazione, anche nelle altre classi possono comunemente verificarsi tali effetti collaterali.

Classificazione

  • Antipsicotici tipici o di prima generazione

    • butirrofenoni
      • Aloperidolo, molto potente ed efficace, associa all’effetto terapeutico un’alta incidenza di effetti collaterali extrapiramidali
      • Droperidolo
    • fenotiazine
      • Alifatiche
        • Clorpromazina
        • Prometiazina
        • Acepromazina, utilizzata in ambito veterinario
      • piperaziniche
        • Perfenazina
        • Porcloperazina
        • Tioproperazina
        • Trifluoperazina
      • Piperidiniche
    • Tioxanteni
      • Zuclopentixolo
      • Clopentixolo
      • Tioxitene
  • Antipsicotici atipici o di seconda generazione

    • Benzammidi sostituite
      • Amisulrpide, associa l’antagonismo D2 (a basse dosi preferenzialmente presinaptico), all’agonismo per il recettore GHB.
      • Sulpiride, simile al composto correlato amisulpride.
      • Tiapride, mostra affinità preferenziale per il sistema limbico rispetto a quello striatriale
      • Varelipride, utilizzata però in ambito veterinario.
    • Dibenzodiazepine
      • Quetiapina, ha struttura simil dibenzodiazepinica, è considerato quello a maggior potenziale sedativo.
      • Clozapina, considerato un farmaco di seconda linea per i potenziali effetti collaterali anche gravi.
      • Olanzapina
    • Scheletro simil Azapironi
      • Lurasidone
      • Risperidone
      • Paliperidone, principale metabolita del risperidone
      • Ziprasidone, causa un minore aumento di peso rispetto ad altri antipsicotici
      • Perospirone
  • Terza generazione

    • Aripiprazolo, agonista parziale dei recettori D2 e di alcuni sottotipi serotoninergici. La sua efficacia è ancora oggetto di approfondimento.

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Antipsicotici (neurolettici): classificazione, usi e meccanismo di azione

MEDICINA ONLINE FARMACO FARMACIA AEROSOL ASMA PHARMACIST PHOTO PIC IMAGE PHOTO PICTURE HI COMPRESSE INIEZIONE SUPPOSTA PER OS INTRAMUSCOLO PRESSIONE DIABETE CURA TERAPIA FARMACOLOGICA EFFETTI COLLATERALI CONTROINDICAZIONII farmaci neurolettici (anche chiamati “antipsicotici“) sono un gruppo di psicofarmaci che agiscono su precisi target neurotrasmettitoriali (principalmente utilizzati tipicamente per il trattamento delle psicosi, schizofrenia, disturbo bipolare e nel disturbo depressivo cronico. Non sono indicati per il trattamento dell’insonnia in quanto non vi sono evidenze cliniche a favore del loro impiego.

Usi medici

Schizofrenia

L’effetto principale di un trattamento con antipsicotici è quello di ridurre i cosiddetti sintomi “positivi” della schizofrenia, ovvero deliri e allucinazioni. Tuttavia gli studi indicano che conseguentemente all’assunzione di neurolettici peggiorano gli episodi di apatia, mancanza di affetto emotivo, mancanza di interesse nelle interazioni sociali (sintomi negativi della schizofrenia) mentre dal punto di vista cognitivo si possono avere effetti come pensieri disordinati e una ridotta capacità di pianificare ed eseguire attività. In generale, l’efficacia del trattamento con antipsicotici nella schizofrenia sembra aumentare con la gravità dei sintomi di base. Le applicazioni di questi farmaci nel trattamento della schizofrenia includono il trattamento del primo episodio di psicosi, la successiva terapia di mantenimento e trattamento di episodi ricorrenti di psicosi acuta. È doveroso ricordare che i neurolettici non curano il disturbo all’origine, bensì dovrebbero attenuare i sintomi esteriori della malattia, quali deliri, allucinazioni e disforia.

Disturbo bipolare

Gli antipsicotici sono usati comunemente nel trattamento di prima linea negli episodi maniacali e misti associati a disturbo bipolare, spesso in combinazioni con stabilizzanti dell’umore come litio o valproato. Ill motivo di questa combinazione è il ritardo terapeutico degli stabilizzatori dell’umore di cui sopra (per ottenere gli effetti terapeutici del valproato sono di solito necessari circa cinque giorni dall’inizio del trattamento, mentre il litio solitamente richiede almeno una settimana prima di dare gli effetti terapeutici). Alcuni antipsicotici atipici (Lurasidone, Olanzapina e Quetiapina) si ritiene che abbiano l’efficacia nel trattamento della depressione bipolare come monoterapia, senza l’aggiunta di altri farmaci di supporto.

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Altri utilizzi

Oltre alle predette finalità gli antipsicotici possono essere usati come farmaci di seconda scelta nella cura del disturbo ossessivo-compulsivo, disturbo post-traumatico da stress, disturbi della personalità, la sindrome di Tourette, autismo e agitazione in quelli con demenza, ma solo nel caso in cui i farmaci di prima scelta non abbiano avuto effetto. Le prove scarseggiano sull’utilizzo di antipsicotici atipici in disturbi del comportamento alimentare. Risperidone può essere utile per disturbo ossessivo-compulsivo.

Meccanismo di azione

Gli antipsicotici presentano un’azione prevalentemente antidelirante e antiallucinatoria. Vengono impiegati prevalentemente per la terapia della schizofrenia e di altre manifestazioni psicotiche: possono essere somministrati per via orale, intramuscolare o endovenosa: a dosaggi adeguati riducono il delirio, le allucinazioni, le anomalie comportamentali degli psicotici, favorendone il reinserimento sociale. Se assunti da un soggetto non psicotico, non producono uno stato di sedazione quanto piuttosto una estrema indifferenza agli stimoli ambientali e un fortissimo appiattimento emotivo (effetto atarassizzante). I siti d’azione principali dei farmaci antipsicotici sono le vie dopaminergiche, più in particolare quelle che da livello mesencefalico si proiettano verso l’area del pensiero situata nella corteccia. I bersagli sono i recettori della dopamina che vengono inibiti, in particolare è il blocco dei recettori D2 post sinaptici a generare i maggiori effetti terapeutici (gli altri target dopaminergici sono i recettori D1, D3, D4).

Classificazione

  • Antipsicotici tipici o di prima generazione

    • butirrofenoni
      • Aloperidolo, molto potente ed efficace, associa all’effetto terapeutico un’alta incidenza di effetti collaterali extrapiramidali
      • Droperidolo
    • fenotiazine
      • Alifatiche
        • Clorpromazina
        • Prometiazina
        • Acepromazina, utilizzata in ambito veterinario
      • piperaziniche
        • Perfenazina
        • Porcloperazina
        • Tioproperazina
        • Trifluoperazina
      • Piperidiniche
    • Tioxanteni
      • Zuclopentixolo
      • Clopentixolo
      • Tioxitene
  • Antipsicotici atipici o di seconda generazione

    • Benzammidi sostituite
      • Amisulrpide, associa l’antagonismo D2 (a basse dosi preferenzialmente presinaptico), all’agonismo per il recettore GHB.
      • Sulpiride, simile al composto correlato amisulpride.
      • Tiapride, mostra affinità preferenziale per il sistema limbico rispetto a quello striatriale
      • Varelipride, utilizzata però in ambito veterinario.
    • Dibenzodiazepine
      • Quetiapina, ha struttura simil dibenzodiazepinica, è considerato quello a maggior potenziale sedativo.
      • Clozapina, considerato un farmaco di seconda linea per i potenziali effetti collaterali anche gravi.
      • Olanzapina
    • Scheletro simil Azapironi
      • Lurasidone
      • Risperidone
      • Paliperidone, principale metabolita del risperidone
      • Ziprasidone, causa un minore aumento di peso rispetto ad altri antipsicotici
      • Perospirone
  • Terza generazione

    • Aripiprazolo, agonista parziale dei recettori D2 e di alcuni sottotipi serotoninergici. La sua efficacia è ancora oggetto di approfondimento.

Altri composti che non sono chimicamente o farmacologicamente correlati agli antipsicotici hanno mostrato in diversi studi potenziale neurolettico, tra questi ci sono farmaci approvati per altri disturbi psichiatrici (come il tofisopam) o composti di derivazione naturale come la sarcosina.

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Farmaci antipsicotici (neurolettici): lista degli effetti collaterali

MEDICINA ONLINE FARMACO FARMACIA PHARMACIST PHOTO PIC IMAGE PHOTO PICTURE HI RES COMPRESSE INIEZIONE SUPPOSTA PER OS SANGUE INTRAMUSCOLO CUORE PRESSIONE DIABETE CURA TERAPIA FARMACOLOGICA EFFETTI COLLATERALI CONTROfarmaci neurolettici (anche chiamati “antipsicotici“) sono un gruppo di psicofarmaci che agiscono su precisi target neurotrasmettitoriali (principalmente utilizzati tipicamente per il trattamento delle psicosi, schizofrenia, disturbo bipolare e nel disturbo depressivo cronico. Non sono indicati per il trattamento dell’insonnia in quanto non vi sono evidenze cliniche a favore del loro impiego.

Effetti indesiderati

Questi farmaci dovrebbero essere il più selettivi possibile, dovrebbero essere utilizzati solo nei casi strettamente necessari, alla dose minima e per il tempo minimo necessari al fine di poter provocare meno effetti collaterali. Purtroppo un loro uso a lungo termine va generalmente a interferire con altre vie dopaminergiche generando così due particolari sindromi, chiamate sindrome neurolettica maligna e sindrome extrapiramidale. Nella prima si verifica la riduzione di movimenti spontanei, con riflessi spinali che rimangono comunque intatti; la seconda determina un quadro sintomatologico simile a quello della malattia di Parkinson, caratterizzato da tremore, bradicinesia e rigidità. Tra gli effetti extrapiramidali vi sono rigidità dei muscoli e dei movimenti, mancanza di espressività del volto, irrequietezza motoria, lentezza o blocco dei movimenti, rallentamento della ideazione e dei riflessi. Gli antipsicotici di prima generazione provocavano anche discinesia tardiva (movimenti involontari o semivolontari rapidi simili a tic, lente contorsioni muscolari di lingua, volto, collo, del tronco, dei muscoli della deglutizione e della respirazione). Gli effetti collaterali più comuni sono: pesantezza del capo, torpore, debolezza, senso di svenimento, secchezza della bocca e difficoltà di accomodazione visiva, impotenza, stitichezza, difficoltà nell’emissione dell’urina, sensibilizzazione della pelle (alterazione del colorito ed eruzioni cutanee), alterazione del ciclo mestruale, tendenza all’ingrassamento, aumento della temperatura corporea, instabilità della pressione arteriosa; possono accentuare la tendenza alle convulsioni nei pazienti epilettici.

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Risultati delle ricerche scientifiche sugli effetti dei neurolettici sulla massa cerebrale

Diverse ricerche scientifiche, indicano il rapporto diretto che esiste tra l’uso dei neurolettici e il restringimento della massa cerebrale.

Uno studio del 2012 ha concluso che con l’utilizzo di neurolettici la perdita di materia grigia è maggiore nei pazienti trattati con quelli tipici rispetto a quelli trattati con gli atipici, ma in entrambe i casi i danni cerebrali risultano notevoli.

  • In base alla durata dell’esposizione a questi farmaci corrisponde un più piccolo volume di tessuto cerebrale ed un aumento di volume del fluido cerebrospinale, con un conseguente degrado delle funzioni cognitive a carico del paziente.
  • In uno studio effettuato sui macachi, a cui era stato somministrato Aloperidolo, è stata riportata una perdita parziale delle funzioni intellettive, con effetti vicini a quelli della demenza.
  • La risonanza magnetica nucleare permette di visualizzare concretamente i cambiamenti reversibili nel cervello durante l’assunzione di questi farmaci.
  • La diminuzione progressiva del volume di materia grigia era più evidente nei pazienti che hanno ricevuto più trattamenti con antipsicotici. In generale un trattamento con antipsicotici è direttamente proporzionale a volumi inferiori di materia grigia.

A causa di questi effetti indesiderati, solo in alcuni casi reversibili, l’utilizzo di antipsicotici è sconsigliato a meno che non sia strettamente necessario. Per quel che riguarda la reversibilità dei danni causati da farmaci neurolettici è necessario sospendere il trattamento per poter avere dei miglioramenti significativi che tuttavia variano a seconda della tipologia di farmaco assunto

Lista dei principali effetti indesiderati dei farmaci neurolettici

  • Sedazione
  • Mal di testa
  • Vertigini
  • Ansia
  • Discinesia Tardiva
  • Distonia
  • Acatisia
  • Parkinsonismo
  • Effetti extrapiramidali
  • Osteoporosi
  • Disfunsioni sessuali
  • Riduzione della massa cerebrale
  • Prolungamento dell’intervallo QT
  • Diabete e insulino-resistenza
  • Ictus (raramente)
  • Pancreatite (raramente)
  • Torsione di punta (raramente)
  • Trombosi (raramente)
  • Epilessia (raramente).

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