Differenza tra stampante inkjet (a getto d’inchiostro) e laser

MEDICINA ONLINE STAMPANTE PRINTER MARCA INKJET A GETTO DI INCHIOSTRO BIANCO NERO COLORI TONER COSTO PREZZO LASER AZIENDA CASA CASALINGA UFFICIO OFFICE VANTAGGI SVANTAGGI.jpgIl mercato delle stampanti ci offre oggi soluzioni molto diversificate per quanto riguarda la stampa, sia in fatto di tecnologia che di prezzo, per non parlare delle nuove stampanti 3D che stanno pian piano entrando anche nelle case di utenti “comuni”.  Attualmente la scelta principale è tra stampanti a laser o inkjet (“a getto d’inchiostro”).

Alcuni anni fa

Originariamente le stampanti laser erano più adatte in quelle aziende dalle elevate esigenze di stampa, dal momento che il loro prezzo di acquisto era molto elevato ed i vantaggi in termini di economicità si avevano solamente stampando un elevato volume di pagine al giorno, come tipicamente avviene in una grande azienda. Le stampanti a getto d’inchiostro, dall’altro lato, erano più economiche da acquistare ma i costi di stampa erano molto più elevati quindi il loro uso era preferibile nell’utente singolo e poco preferibile nelle grandi aziende. Negli ultimi anni però, la differenza di prezzo tra questi due macchinari si è molto ristretta, rendendo meno netta la distinzione tra i vantaggi dell’utilizzo di una rispetto all’altra, e viceversa. Così, per aiutarvi a capire quale sia l’opzione migliore per voi, abbiamo analizzato le loro differenze in una serie di aree chiave.

Acquisto e costi di stampa

Se cercate una stampante di qualità a prezzi contenuti, al giorno d’oggi, non c’è molta differenza di costo tra una inkjet e un modello laser. Entrambe le tipologie offrono anche la possibilità di fotocopiare immagini e scannerizzare documenti. Se stampate molto, vi consigliamo però di scegliere un modello laser per ammortizzare i costi nel tempo, dal momento che una cartuccia di toner può produrre fino a 3,000 pagine rispetto alle 180 ottenibili con una cartuccia per stampanti laser.

Differenza di qualità tra laser ed inkjet

In termini di qualità di stampa, entrambe garantiscono uno standard elevato, semplicemente riguardano aspetti diversi. Le stampanti laser sono in grado di produrre immagini dai colori più intensi e sono particolarmente indicate per la riproduzione accurata di grafici e tabelle anche su una normale carta per fotocopie. Se invece si vogliono stampare fotografie è consigliabile utilizzare una stampante inkjet per ottenere una riproduzione più naturale dell’immagine e riuscire a notare qualsiasi sfumatura di colore.

Differenza di efficienza tra laser ed inkjet

Un toner ha una vita nettamente superiore alle cartucce d’inchiostro, risultando in questo modo in un’efficienza superiore che si ripercuote non solo su un abbassamento dei costi di gestione ma anche in una riduzione del tempo impiegato per la sua scelta, acquisto e sostituzione.

Differenza di manutenzione tra laser ed inkjet

Garantire il buon funzionamento della vostra stampante durante tutto il corso della sua vita è di fondamentale importanza, sia che si tratti di un modello inkjet che di uno laser. In entrambi i casi, seguendo il libretto delle istruzioni le operazioni di manutenzione sono quasi sempre semplici e veloci. In alternativa avvaletevi di un tecnico specializzato che controlli periodicamente il funzionamento di questo macchinario.

Differenza di velocità di stampa tra laser ed inkjet

Anche nelle fasce basse di prezzo, le stampanti a getto risultano molto più lente di quelle laser nel processo di stampa. Se quello che cercate, quindi, è la velocizzazione del vostro lavoro, è consigliabile preferire un modello laser. Dopo questa attenta valutazione di somiglianze e differenze esistenti tra stampanti a getto d’inchiostro e laser, non vi resta che scegliere il modello più adatto alle vostre esigenze quotidiane.

In base alle caratteristiche qui elencate ed ai vantaggi e svantaggi di ognuna delle due tecnologie, speriamo vi sarà più semplice la scelta. Qui vi proponiamo alcune stampanti, ottime nella loro fascia di prezzo:

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Ricostruire un cuore con la stampante 3D per un futuro senza infarto del miocardio

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO CHIRURGO CUORE DOLORE TORACE (2)Il cuore è un organo estremamente semplice eppure estremamente complesso, robusto eppure delicato, dal suo corretto funzionamento dipende la nostra salute. Uno dei sogni dei ricercatori di tutto il mondo è sempre stato quello di creare un cuore “di ricambio” in laboratorio ed oggi forse questo sogno potrebbe essere un po’ più accessibile.

Ricostruire un cuore funzionante con una stampante in 3D, oggi non è più fantascienza grazie ad una particolare tecnica di stampa sviluppata dagli esperti di bioingegneria della Carnagie Mellon University di Pittsburgh. Nei loro laboratori hanno già preso forma piccoli cuori embrionali e arterie coronarie, fatti con materiali biologici morbidi come il collagene. Le loro strutture riproducono fedelmente quelle ‘fotografate’ dal vivo con la risonanza magnetica, e in futuro potranno essere ulteriormente arricchite con cellule viventi per permettere la contrazione.

Il risultato, annunciato sulla rivista Science Advances, apre nuove prospettive per la ricostruzione degli organi con la medicina rigenerativa, che in un futuro non troppo lontano potrebbe perfino risolvere il problema delle liste d’attesa per i trapianti. “La sfida che si pone nell’usare materiali morbidi come gelatine è che quando vengono stampati in 3D tendono a collassare sotto il loro stesso peso”, spiega il bioingegnere Adam Feinberg. ”Per risolvere questo problema – aggiunge – abbiamo pensato di stampare i materiali morbidi dentro ad un materiale di supporto.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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Costruisci i tuoi organi con la stampante 3D

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO OSPEDALE ANAMNESI ESAME OBIETTIVO SEMEIOTICA FONENDOSCOPIO ESAME (2)E se vi dicessi che, se vi servisse un polmone di ricambio (magari per sostituire uno rovinato da anni di fumo di sigaretta), tra non molto ve lo potrete stampare da soli, a casa vostra? Può sembrare un’idea bizzarra e – a detta di alcuni – eticamente discutibile, ma si sta realizzando: con le stampanti 3D si potranno costruire organi umani da trapiantare. E non parlo certo di riproduzioni in plastica di un organo: parlo di un vero organo, perfetto da un busto di vista sia morfologico che funzionale, “stampato” da un macchinario che, col tempo, diverrà sempre più economico e di largo consumo. Certo, ci vorranno anni, ma i primi esperimenti sono già una realtà. Alcune aziende americane ci stanno lavorando : una start-up californiana, la Organovo, ha già “stampato” un piccolo frammento di fegato che misura quattro x quattro x un millimetro: il procedimento richiede 45 minuti di tempo e altri due giorni perché le cellule possano crescere e maturare. Per anni i ricercatori hanno tentato di costruire tessuti in laboratorio per creare lembi di pelle, vasi sanguigni, ureteri, ma fabbricare un organo è molto più complicato: occorre avere un supporto su cui far crescere simultaneamente diversi tipi di cellule. Con la stampante 3D sarebbe molto più facile perché si possono collocare le cellule giuste al posto giusto.

Inchiostro biologico

Ecco come funziona. I ricercatori dapprima coltivano cellule umane, che provengono da biopsie, oppure cellule staminali sulle cosiddette capsule di Petri (che contengono un terreno di coltura) in modo che si moltiplichino. Ottengono così una sorta di “inchiostro biologico” con cui viene “caricata “ la stampante: quest’ultima è programmata per distribuire diversi tipi di cellule nelle tre dimensioni . Il procedimento non è difficile, assicurano gli esperti: l’unico problema è rappresentato dal fatto che si usa materiale biologico, ben diverso, per esempio, dalla plastica che non muore se si lascia all’aria aperta anche per un po’ di tempo. «Non penso che sarà possibile produrre organi da trapianto se non fra alcuni anni o forse decadi – ha commentato Anthony Atala, direttore del Wake Forest Institute of Regenerative medicine di Winston-Salem (North Carolina) e uno dei pionieri della ingegnerizzazione dei tessuti -. Ma credo che il prossimo passo sarà quello di stampare lembi di tessuto che servano per riparare un fegato o altri organi che hanno subito un danno». A quest’ultimo proposito gli studi clinici potrebbero cominciare entro cinque anni.

Microchip

Intanto il governo americano ha già finanziato un progetto chiamato “body on a chip” (il corpo su un chip) che ha l’obiettivo di produrre campioni di tessuto con le stesse caratteristiche di quello del cuore o del polmone o di altri organi e di utilizzarli nella sperimentazione di farmaci, in sostituzione degli animali da esperimento. Una volta ottenuti, infatti, questi campioni sono collocati su un microchip e messi in contatto con un sostituto del sangue che li tiene in vita: così i ricercatori possono valutare gli effetti dei trattamenti su specifici tessuti umani (e non animali). Questa nuova tecnologia che in futuro potrebbe aiutare a risolvere il problema della scarsità di organi da trapianto, pone però una serie di questioni tecniche che andranno risolte (per esempio chi assicura la qualità del prodotto? ) e anche interrogativi etici. È probabile, per esempio, che sarà molto costosa e quindi accessibile soltanto ha chi ha possibilità economiche.

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