Cambiare la prospettiva sulle cose può cambiarti la vita

MEDICINA ONLINE MONDO ALLA ROVESCIA MAPPA SOTTOSOPRA UNIVERSO PIANETA TERRA NORD SUD BUSSOLA PROSPETTIVA WORLD REVERSE WALLPAPER.jpgCosa dire? Ho messo l’immagine del mondo al contrario? Ma chi lo dice che è al contrario? Il sopra ed il sotto nell’universo non esistono quindi il pianeta Terra dallo spazio potrebbe essere osservato anche come vedete in alto e girare in senso orario… Perché no!

Perché perfino una brutta giornata di vento può essere bella, se la valuti con gli occhi di un Continua a leggere

Classifica dei 12 animali più piccoli al mondo

In questa classifica sono elencati 12 tra gli animali più piccoli esistenti al mondo:

1 Il cane più piccolo del mondo

Il cane più piccolo è quello di razza Chihuahua Ducky: è alto appena Continua a leggere

Gli esseri viventi animali e vegetali più antichi al mondo

MEDICINA ONLINE ALBERO MATUSALEMME ORGANISMO VIVENTE SUPERIORE PIU LONGEVO ANTICO TERRA MONDO NATURA NATURE Methuselah tree.jpg

Il pino Methuselah

In questa classifica sono elencati gli esseri viventi (animali e vegetali) più antichi della Terra, sia inteso come esseri che sono vivi da più tempo, sia come essere presenti da più tempo sul nostro pianeta.

Il pino “Methuselah”

L’essere vivente ancora vivo più antico della Terra tra gli organismi superiori è Methuselah (Matusalemme), un pino a pigne setolose scoperto nel 1955 che vedete nella foto in alto: secondo le stime più recenti ha Continua a leggere

Il terremoto che ha spostato l’asse di rotazione della Terra e accorciato le giornate

MEDICINA ONLINE MONDO SPAZIO SFERA TERRA PIANETA UNIVERSO DIO ROMA MILANO EUROPA NAZIONE STATO MARI LUCE SOLE NASA LUNA STELLA SATELLITE PERSONE UMANITA STORIA SPACE UNIVERSE PLANET EARTPuò un terremoto essere così potente da modificare l’asse di rotazione terrestre? La risposta è si: il fatto si è verificato nel terremoto in Cile del 2010.

Il sisma

Il terremoto in Cile del 2010 è stato un evento sismico che si è verificato al largo della costa del Maule, in Cile, il giorno 27 febbraio 2010 alle ore 3:34 locali. La violentissima scossa è stata caratterizzata da una magnitudo di 8,8 Mw ed è durato durato per circa tre minuti: è stato il secondo più forte terremoto che ha colpito il Cile mai registrato, dopo quello del 1960  che aveva raggiunto una magnitudo di 9,5 Mw. La scossa è stata estremamente violenta. Per fare un paragone, il sisma ha liberato un’energia 1.000 volte maggiore rispetto al distruttivo terremoto di Haiti dello stesso anno ed è stato 30.000 volte più potente del tristemente a noi noto terremoto dell’Aquila del 2009.

Due milioni di sfollati

Le città che maggiormente hanno avvertito la scossa (IX grado della scala Mercalli, rovinosa) sono state Talcahuano, Arauco, Lota, Chiguayante, Cañete e San Antonio. Nella capitale Santiago del Cile il sisma è stato avvertito con una forza pari al VIII grado della scala Mercalli, distruttiva. Il sisma è stato anche percepito in molte città argentine come Buenos Aires, Córdoba, Mendoza e La Rioja. I morti accertati ed identificati per il sisma sono 521, mentre i dispersi 52. Due milioni gli sfollati. L’epicentro è stato calcolato nell’oceano Pacifico, al largo della costa di Maule; a circa 97 km a nord-nordovest dalla città di Chillán e a 115 km nord-nordest dalla seconda città cilena per abitanti, Concepción. Il terremoto ha generato una sessa nel lago Pontchartrain, a nord di New Orleans (USA), che si trova a circa 7600 km di distanza dall’epicentro.

Asse terrestre spostato

Gli scienziati della NASA hanno appurato che il terremoto è stato così potente che ha spostato l’asse di rotazione terrestre di 2,7 millisecondi di arco, pari a 8 centimetri. Ricordiamo che l’asse di rotazione terrestre è quella linea immaginaria che congiunge i due poli terrestri e attorno alla quale la Terra compie il suo moto di rotazione nello spazio. Lo spostamento di tale asse, conseguente al terremoto del Cile del 2010, ha determinato un accorciamento della durata delle giornate: il cambiamento, seppur minimo, per gli scienziati sarebbe permanente, con una riduzione di 1,26 µs (microsecondi, cioè milionesimi di secondo) della durata del giorno. Questo non è un fatto isolato: ad esempio anche nel terremoto dell’Oceano Indiano del 26 dicembre 2004, che ha raggiunto magnitudo 9.1, si stima che il momento inerziale della Terra sia diminuito con un aumento della velocità angolare della rotazione terrestre che ha accorciato la durata di un giorno di circa 3 µs.

Gli eventi del terremoto del Cile del 2010 sono stati usati come ispirazione per la sceneggiatura del film thriller-horror del 2012 “Aftershock” diretto da Nicolás López ed interpretato da Eli Roth.

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Eclissi totale di “super Luna blu” il 31 gennaio: da non perdere!

MEDICINA ONLINE STARS MOON ECLIPSE TOTAL ECLISSE TOTALE DI LUNA LUCE STELLA CADENTE LUNA FACCIA VISIBILE LIGHT SIDE MOON APOLLO PIANETA LIGHT SPEED TERRA EARTH SPACE SPAZIO HI RESOLUTION.jpgIl 31 gennaio prossimo ci sarà  una particolare eclissi totale di Luna: oltre a essere la prima eclissi di questo 2018, si verificherà in condizioni di super Luna, ovvero quando la Luna è in perigeo, il punto dell’orbita lunare più vicino a noi, e questa, sarà anche la seconda luna piena del mese, chiamata anche Blue Moon. Una combinazione di fenomeni, questa, che non si verificava da oltre 150 anni: l’ultima si era verificata il 31 marzo 1866, mentre la prossima, visibile anche dall’Italia, sarà nella notte del 31 dicembre 2028, quindi non dovete perdervela! Non aspettatevi però di vedere una luna di colore blu, perché non sarà così!

Eclissi totale

L’eclissi totale è un fenomeno che si verifica quando la Terra, la luna e il Sole sono in perfetto allineamento. La NASA ha però precisato che la Luna si immergerà completamente nel cono d’ombra creato dal nostro pianeta (che si trova appunto tra il Sole e la luna), tuttavia, il satellite non sarà del tutto scuro, ma si tingerà di un arancione intenso, con sfumature rosso scuro. Questa colorazione particolare è dovuto al fatto che i raggi solari che colpiscono la nostra atmosfera vengono assorbiti e irradiati verso l’esterno. La luce blu è la più colpita: in altre parole l’atmosfera filtra la maggior parte della luce blu, facendo passare solo la componente arancione e rossa, che viene successivamente proiettata sulla Luna.

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Età ed origine del mondo, della vita e dell’uomo sulla Terra

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Geneticamente quasi identici a noi

La formazione della Terra e la contemporanea formazione del Sole e degli altri corpi del sistema solare ebbe origine dalla contrazione di una nebulosa di polvere interstellare. La nebulosa diede luogo ad un disco protoplanetario con il Sole al suo centro ed i pianeti in formazione per accrescimento di materiale, in orbita intorno. L’età della terra è stata stabilita in 4,5 miliardi di anni (4 540 000 000 anni), corrispondenti approssimativamente ad un terzo dell’età dell’universo.

Origine del sistema solare

Il sistema solare (inclusa la Terra) si formò a partire da una grande nube in rotazione di polveri e gas interstellari, chiamata nebulosa solare, che era in orbita attorno al centro della nostra Galassia. Era composta di idrogeno ed elio, prodottisi dal Big Bang avvenuto 13,7 miliardi di anni fa, ma anche da materiali più pesanti emessi dalle supernove. Circa 4,6 miliardi di anni fa, la nebulosa solare cominciò a contrarsi, probabilmente a causa dell’onda d’urto provocata dall’esplosione di una supernova vicina. Una tale onda di shock avrebbe impartito alla nebulosa una certa velocità angolare. Quando la nebulosa cominciò ad accelerare la sua rotazione, la gravità e l’inerzia l’appiattirono in un disco protoplanetario orientato perpendicolarmente al suo asse di rotazione. La maggior parte della massa, per effetto dell’attrazione gravitazionale, si concentrò al centro e cominciò a riscaldarsi, ma piccole perturbazioni dovute a collisioni ed al momento angolare di altri grandi detriti crearono i punti di accrescimento in cui cominciarono a formarsi i protopianeti, cioè oggetti dalle dimensioni superiori a svariati chilometri.

Formazione dei protopianeti

L’accumulo di materiale, l’aumento della velocità di rotazione e la pressione della forza di gravità crearono un enorme aumento dell’energia cinetica, e quindi del calore interno al centro. L’impossibilità di trasferire quell’energia all’esterno attraverso altri processi che avrebbero permesso una riduzione della temperatura, ebbe come risultato un enorme riscaldamento del centro del disco che alla fine portò ad attivare la fusione nucleare dell’idrogeno in elio, e quindi, dopo la contrazione dei gas, si innescò una stella T Tauri che divenne il nostro Sole. Nel frattempo, dato che la gravità costringeva la materia a condensarsi intorno ad oggetti in orbita al di fuori dell’attrazione del nuovo sole, le particelle di polvere e il resto del disco protoplanetario cominciarono a separarsi in anelli. Successivamente i frammenti più grandi collisero l’uno con l’altro e formarono oggetti sempre più grandi, fino a diventare infine protopianeti. Tra questi ultimi un agglomerato di materia si trovava approssimativamente a 150 milioni di chilometri dal centro: la futura Terra. Simulazioni al computer hanno dimostrato che pianeti con distanze uguali a quelle dei pianeti interni del nostro sistema possono formarsi da un disco protoplanetario come quello presente attorno ad altre stelle nell’universo, dando così luogo a pianeti extraterrestri noti come esopianeti.

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Dopo il Big Bang

La Terra si formò 10 miliardi di anni dopo il Big Bang, il fenomeno che avrebbe dato origine all’universo a partire da una “singolarità gravitazionale” costituita da un punto di infinita densità che si sarebbe espanso autogenerandosi. Il calore generato dagli impatti e dalla contrazione indicano che la Terra si trovava in uno stato fuso, durante il quale ebbe luogo una differenziazione in strati, in cui si formarono un nucleo interno di elementi pesanti avvolto da un mantello ed una proto-crosta formati da elementi leggeri. Fu in questo periodo che si formò la Luna, probabilmente a causa di un impatto gigante tra la Terra ed un planetoide in formazione. La Terra si raffreddò progressivamente e acquisì una crosta solida in cui presero forma i primi continenti. Un continuo bombardamento di meteoriti e comete di ghiaccio rifornì la Terra di un’enorme quantità di acqua che creò gli oceani, mentre l’attività vulcanica ed il vapore acqueo crearono una primitiva atmosfera, inizialmente priva di ossigeno. I continenti galleggiavano sul mantello fluido del pianeta e attraverso la tettonica a zolle si unirono in supercontinenti, che in seguito si separarono di nuovo in un processo che si è ripetuto molte volte durante i quattro miliardi e mezzo di anni.

L’origine della vita sulla Terra

Diverse ipotesi sono state fatte dall’uomo sull’origine della vita sulla Terra, alcune hanno carattere più filosofico, altre più religioso, altre ancora scientifico. Secondo una tesi accreditata, l’inizio della vita si determino a partire da reazioni chimiche spontanee che portarono alla formazione di molecole organiche, le quali interagirono per formare strutture ancora più elaborate e complesse, ed infine diedero luogo a molecole che erano in grado di riprodurre copie di sé stesse. Questa abilità diede una spinta notevole all’evoluzione e portò alla creazione della vita. All’inizio la vita cominciò sotto forma di organismi monocellulari, ma in seguito si sviluppò la pluricellularità, e quindi un processo evolutivo superiore quale la fotosintesi, che fornì di ossigeno l’atmosfera e portò alla creazione di uno strato di ozono. Le forme di vita si differenziarono in molte specie e divennero sempre più avanzate, colonizzando la terraferma e occupando gradualmente tutti gli habitat della Terra. Glaciazioni, eruzioni vulcaniche, e impatti meteoritici causarono molte estinzioni di massa, ma le specie rimanenti si svilupparono in nuove forme e ricrearono sempre una nuova biosfera.

Origine dell’uomo sulla Terra

L’origine degli esseri umani, secondo alcune teorie, si verificò circa 6 milioni di anni fa, grazie ad una differenziazione del ramo evolutivo dei primati che portò allo sviluppo dell’uomo moderno. Poco dopo la separazione tra i due tipi di animale, per ragioni ancora oggi in discussione, le scimmie di un ramo svilupparono l’abilità di camminare eretti, caratteristica che contraddistingue ancora oggi l’essere umano. All’incirca nello stesso periodo l’altro ramo si suddivise nella specie progenitrice degli scimpanzé comuni ed in quella dei bonobo. Le dimensioni del cervello del tipo di scimmia separata dalle altre aumentarono rapidamente, e circa 2 milioni di anni fa, apparvero i primi animali classificabili nel genere Homo. L’abilità di camminare eretti, la caratteristica del pollice opponibile e lo sviluppo dei sistemi comunicativi furono fattori cruciali.

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L’invenzione del fuoco e della lingua

L’abilità di controllare il fuoco comparve probabilmente con l’Homo erectus almeno 790.000 anni fa ma – secondo alcuni – forse già 1,5 milioni di anni fa. Inoltre è stato suggerito che l’uso e la scoperta del fuoco può risalire addirittura a prima dell’Homo erectus. È possibile che il fuoco fosse stato usato già nel primo paleolitico dall’ominide Homo habilis e/o da australopitechi robusti come il Paranthropus. Più difficile è stabilire l’origine della lingua; non è chiaro se l’Homo erectus fosse già in grado di parlare o se questa capacità non si fosse sviluppata almeno fino all’Homo sapiens. Aumentando il cervello di dimensioni, i bambini venivano partoriti prima che il cranio divenisse troppo largo per passare attraverso il bacino. Come risultato, mostravano una neuroplasticità maggiore, e perciò una capacità superiore di imparare, ma anche un periodo di dipendenza dalle cure parentali maggiore. Le abilità sociali divennero più complesse, il linguaggio più avanzato e gli strumenti più elaborati. Ciò contribuì ad una cooperazione di livello superiore e ad un continuo sviluppo cerebrale.

L’evoluzione dell’uomo

Una enorme spinta nelle capacità di sopravvivenza dell’uomo, derivarono certamente dalla capacità di rimanere per lunghi periodi in un dato territorio, sfruttando le risorse naturali che esso offriva, sviluppando l’agricoltura e iniziando ad allevare sistematicamente gli animali. Ciò migliorò le condizioni di vita e poterono formarsi società e civiltà definite in un dato territorio, con diverse caratteristiche culturali e religiose, fatto che portò alla formazione di vere e proprie città e successivamente di nazioni fatte di cittadini legati da identità culturale e religiose comuni. I primi umani che mostrarono una prova di spiritualità furono gli uomini di Neandertal (classificati generalmente come una specie separata senza discendenti sopravvissuti); essi seppellivano i propri morti, spesso apparentemente con cibo ed attrezzi. Ad ogni modo tracce di credenze più sofisticate, come le prime pitture rupestri di Cro-Magnon (con un significato probabilmente magico o religioso) non apparvero fino a 32.000 anni fa. I Cro-Magnon ci hanno lasciato inoltre statuette come la venere di Willendorf, probabilmente anch’essa con significato religioso. Circa 11.000 anni fa, l’Homo sapiens aveva già raggiunto la punta meridionale del Sud America, l’ultimo continente disabitato (ad eccezione dell’Antartide, che rimase inesplorata fino al 1820 d.C.). L’uso degli attrezzi e del linguaggio continuava a migliorare e le relazioni interpersonali diventavano sempre più complesse.

L’uomo “sapiente” e la somiglianza con le scimmie

Si ritiene che gli uomini anatomicamente moderni — Homo sapiens — si siano originati in un luogo non noto circa 200.000 anni fa o prima, molto probabilmente in Africa. La precisa datazione dei primi esemplari di sapiens è stata dai ricercatori negli anni spostata sempre più indietro nel tempo, anche grazie a ritrovamenti nei tufi vulcanici della valle del fiume Omo in Etiopia che sposterebbero ad oltre 200 mila anni fa la comparsa dell’Huomo sapiens. Per mezzo di tecniche basate sui rapporti isotopici dell’argon, alcuni reperti anatomicamente simili all’uomo moderno sono stati datati a 195 000 anni fa, con una incertezza di ± 5 000 anni. Nuovi ritrovamenti rinvenuti nel 2017 in Marocco sposterebbero l’origine dell’Homo sapiens a circa 300 000 anni fa. I parenti più stretti ancora viventi di Homo sapiens sono due specie di scimpanzé: il bonobo (Pan paniscus) e lo scimpanzé comune (Pan troglodytes). Il sequenziamento completo del genoma umano ha portato alla conclusione che dopo ben 6,5 milioni di anni di evoluzione separata, le differenze tra bonobo/scimpanzé ed umani sono geneticamente limitate: il 98,6% della sequenza di DNA è identica tra le due specie di scimpanzé e gli esseri umani.

Leggi anche: Differenza genetica tra uomo e scimmia

L’evoluzione umana

Nel corso della storia umana, l’Homo sapiens ha sviluppato società sempre più organizzate e complesse, caratterizzate e plasmate da eventi di varia natura: crisi alimentari, scoperte e rivoluzioni scientifiche e sociali, guerre, pandemie hanno spesso segnato i passaggi di questa evoluzione. Il progresso della civiltà umana, legato ad alcune scoperte chiave (come la scrittura, la scrittura a caratteri mobili, la trasmissione veloce a distanza delle informazioni ed i progressi sanitari), ha portato al prolungamento della speranza di vita e al miglioramento delle condizioni igienico sanitarie, al riconoscimento di diritti dell’uomo, alla maggior conoscenza delle risorse naturali de al miglioramento della qualità di vita generale, anche se a tutt’oggi in molte parti del mondo queste evoluzioni sono avvenute solo in parte o non sono ancora potute avvenire.

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C’è vento su Marte? C’è aria su Marte? Differenza atmosfera di Terra e Marte

MEDICINA ONLINE SOPRAVVISSUTO The Martian 2015 science fiction film directed by Ridley Scott Andy Weir's Matt Damon REVIEW RECENSIONE MOVIE CINEMA TRAMA FANTASCIENZA MARTE PIANETA SISTEM

Immagine tratta dal film “Sopravvissuto – The Martian” del 2015

Su Marte c’è una atmosfera e soffiano i venti esattamente come sulla nostra Terra, con la differenza che mentre l’atmosfera terrestre è costituita da una miscela di gas, l’aria, che sono respirabili e permettono la vita degli esseri viventi terrestri, l’atmosfera marziana è invece incompatibile con la nostra sopravvivenza, essendo costituita da:

  • anidride carbonica: 95,2%,
  • azoto: 2,7%,
  • argon: 1,6%,
  • ossigeno: 0,13%,
  • monossido di carbonio: 0,07%,
  • acqua: 0,03%,
  • neon: 0,00025%,
  • kripton: 0,00003%,
  • xenon: 0,000008%,
  • ozono: 0,000003%.

L’atmosfera terrestre ha invece la seguente costituzione:

  • azoto: 78%,
  • ossigeno: 20,9%,
  • argon: 0,934%,
  • anidride carbonica: 0,04%,
  • neon: 0,0018% ,
  • elio: 0,000524%,
  • metano: 0,00016%,
  • kripton: 0,000114%,
  • idrogeno: 0,00005%,
  • xeno: 0,0000087%,
  • vapore acqueo dallo 0% al 6%,
  • ozono: 0,000004% .

Sono anche presenti, in tracce, ossidi di azoto (NO, NO2; N2O), monossido di carbonio (CO), ammoniaca (NH3), biossido di zolfo (SO2) e solfuro di idrogeno (H2S).

Nuvole e vento su marte

E’ una atmosfera che un essere umano non potrebbe respirare, inoltre è estremamente secca poiché contiene solo un millesimo dell’acqua presente nell’atmosfera terrestre, anche se ciò non impedisce al pianeta rosso di avere delle nubi nell’alta atmosfera o vicino le cime dei grandi vulcani e dei fenomeni ventosi simili a quelli terrestri. La velocità del vento di Marte è generalmente molto bassa, solo di alcuni metri al secondo, tuttavia a volte raggiunge la velocità di 50 m/s, sufficiente a sollevare enormi nubi di polvere dalla superficie, tanto da oscurare l’intero pianeta per alcuni mesi.

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Una atmosfera perduta

Le numerose sonde spaziali inviate sul suolo marziano, hanno rivelato che in passato un’atmosfera molto più densa potrebbe aver permesso all’acqua di scorrere sul pianeta e, forse, anche una qualche forma di vita. Alcune caratteristiche fisiche simili a grandi battigie, gole, alvei e isole, indicano che con ogni probabilità tempo fa grandi fiumi scorrevano sulla superficie del pianeta, anche se ciò è difficile da provare con certezza. Il vento e le radiazioni solari sono probabilmente stati i primi responsabili della costante diminuzione dell’atmosfera marziana, come confermato dai i dati raccolti dalla missione Maven (Mars Atmosphere and Volatile Evolution Mission) della NASA. Il pianeta rosso, che avrebbe potuto ospitare la vita miliardi di anni fa, è oggi un mondo desertico e freddo a causa del Sole. «Grazie alle nostre misurazioni è stato possibile verificare che circa il 65% dell’argon presente nell’atmosfera marziana è stato ormai perso nello spazio», dice Bruce Jakosky, principal investigator di Maven.

C’è vita su Marte?

Inutile girarci attorno: allo stato attuale non lo sappiamo con certezza. Resta infatti irrisolta la domanda più importante di chiunque si interessi al pianeta rosso: “C’è vita su Marte?” E se non c’è ora… c’è mai stata? Andando oltre fantomatiche prove di piramidi, volti o lucertole ritrovate sul suolo marziano, la domanda rimane ancora senza una risposta precisa.

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Differenza tra densità e peso specifico

MEDICINA ONLINE LABORATORIO BLOOD TEST EXAM ESAME DEL SANGUE FECI URINE GLICEMIA ANALISI GLOBULI ROSSI BIANCHI PIATRINE VALORI ERITROCITI ANEMIA TUMORE CANCRO LEUCEMIA FERRO FALCIFORME MIl peso specifico di un materiale è il rapporto tra il suo peso ed il suo volume (cioè peso diviso volume); l’unità di misura del peso specifico è il N/m³ (dove N sta per “newton” che è l’unità di misura della forza).

La densità di un materiale è il rapporto tra la sua massa ed il suo volume (cioè massa diviso volume); l’unità di misura della densità è il kg/m³.

Comunemente il termine “peso specifico” è usato impropriamente come sinonimo di “densità”, ma ciò è scientificamente scorretto, semplicemente perché massa e peso sono due cose diverse. Mentre il peso rappresenta la forza di attrazione di un corpo verso il centro della Terra (o di qualsiasi altro pianeta in cui si trovi), la massa corrisponde esattamente alla quantità di materia di un corpo. Al contrario del peso, la massa è una proprietà intrinseca di un corpo, cioè non varia al variare del luogo in cui si trova, anche spostandosi su Marte, Giove, Venere o altri pianeti dell’universo conosciuto. Il peso, invece, può cambiare perché dipende dalla forza con cui un corpo viene attratto al suolo, che viene descritta dal valore dell’accelerazione di gravità, il quale mediamente sulla terra è circa 9.8 m/s2, ma è totalmente diverso sugli altri pianeti, ad esempio su Giove è 24,79 m/s² e sulla Luna è invece 1,62 m/s².

Visto che il peso è pari alla massa moltiplicata per l’accelerazione di gravità espressa in g, il peso specifico (espresso in kg/m³) e la densità hanno di conseguenza il medesimo valore solo se ci si trova in un punto dove l’accelerazione di gravità è esattamente uguale alla gravità standard che per convenzione è pari a circa 9,8 m/s² cioè 1 g). In tal senso è ovvio quindi l’uso dei due termini come sinonimi, visto che la vita delle persone comuni si svolge sulla superficie Terrestre, ma non è ovvio per un… astronauta!

Semplificando: mentre la densità di un corpo rimane la stessa in qualsiasi parte dell’universo (perché la sua massa rimane la stessa), invece il peso specifico cambia al variare dell’accelerazione di gravità, ad esempio spostandoci sulla Luna, dove tale accelerazione è circa un sesto di quella terrestre, o su Giove, dove l’accelerazione è quasi tre volte quella terrestre. Persino su varie zone della Terra il peso specifico cambia, dal momento che l’accelerazione di gravità è più elevata al Polo Nord e Sud ed a livello del mare e più bassa all’Equatore e ad elevate altitudini, anche se in modo impercettibile.

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